2017
L'abbiamo battezzata Cappuccio rosso e così la vogliamo ricordare. Ayse Deniz Karacagil, che alla condanna a 103 anni di carcere ha preferito il fronte: il Kurdistan, la lotta contro l'Isis. E ora l'onore di poterla celebrare con questa canzone. Ti sia lieve la terra, grandioso simbolo di libertà…
ALTRI TRE PRIGIONIERI POLITICI CURDI MORTI NEL GIRO DI SEI GIORNI (Garibe Gezer, Abdülrezzak Şuyur et Halil Güneş)
Gianni Sartori
Quando il 13 dicembre del 1980 il giovanissimo militante del Türkiye Devrimci Komünist Partisi (Partito Comunista Rivoluzionario della Turchia) Erdal Eren venne impiccato, la sua vera età (16 anni) venne falsificata dalle autorità turche per poterlo giustiziare impunemente.
Il ragazzo era stato arrestato con una ventina di altri militanti di sinistra durante una manifestazione e accusato della morte di un soldato.
Colui che ne aveva patrocinato l’impiccagione ( e che non certo impropriamente venne definito il “Pinochet turco”), il generale golpista Kenan Evren, aveva così commentato: “Avremmo forse dovuto incarcerarlo e nutrirlo a vita invece di impiccarlo?”.
Quasi con le stesse parole veniva in questi giorni commentata la morte - il 9 dicembre nel carcere... (continua)
ANCHE DA MOSCA L’INVITO A ERDOGAN DI DARSI UNA CALMATA?
Gianni Sartori
La notizia (30 novembre 2022) arriva dall’Agence France-Presse, mentre l’informazione sarebbe stata fornita a AFP, oltre che da abitanti di Tal Rifaat, anche dall’ Osservatorio siriano dei diritti umani (OSDH).
La Russia (che sostiene il regime di Damasco) starebbe potenziando la propria presenza militare in alcune zone del Nord della Siria sotto il controllo in parte dei curdi, in parte dell’esercito di Bachar al-Assad. Zone in prossimità del confine turco e sotto perenne minaccia di attacco e invasione da parte di Ankara. Soprattutto da quando il 20 novembre è stata avviata una intensa campagna di raid aerei, costata in soli dieci giorni la vita a 75 combattenti curdi, oltre a una decina di civili e numerosi soldati siriani.
I rinforzi di truppe russe si andrebbero concentrando soprattutto nel territorio di Tal... (continua)
Una prigioniera politica curda liberata dopo 30 anni di prigionia è stata nuovamente arrestata, ancor prima di uscire dal carcere.
Una vicenda che per certi aspetti ricorda quella di Ruth First nel Sudafrica dell’apartheid
IERI CON RUTH FIRST, OGGI CON SADIYE MANAP: REGIMI DIVERSI, STESSE METODOLOGIE REPRESSIVE
Gianni Sartori
Vi ricordate del film “Un mondo a parte”?
Con la protagonista che viene periodicamente arrestata per i suoi articoli e per il suo impegno contro l’apartheid (magari soltanto per aver partecipato al funerale di un militante morto sotto tortura), rimessa in libertà dopo qualche tempo e immediatamente, appena in strada, arrestata di nuovo ogni volta?
Il film ricostruiva la vita della militante antiapartheid Ruth First (esponete dell’ANC e del SACP, ricordata per la sua campagna contro i lasciapassare obbligatori per le donne e per il sostegno alle lotte dei minatori... (continua)
TUTTO COME PREVISTO: LA SVEZIA ESPELLE, LA TURCHIA IMPRIGIONA
Gianni Sartori
La notizia, diffusa dall’Agenzia Anadolu e ripresa da AFP, è fresca, di giornata (sabato 3 dicembre, ore 15.00).
Mahmut Tat, uno dei primi espulsi dalla Svezia in Turchia, dove stato condannato a circa sette anni per presunta appartenenza al PKK, è stato incarcerato (sempre il 3 dicembre) su ordine di un tribunale turco.
Rifugiato in Svezia dal 2015 (dove però la sua domanda d’asilo veniva respinta), era stato arrestato e rinchiuso in un centro di detenzione a Mölndal. Espulso e rinviato in Turchia, appena sceso dall’aereo, nella serata del 2 dicembre, lo hanno immediatamente arrestato e - il giorno successivo - portato in tribunale.
Ormai da mesi (da maggio per la precisione) la questione dei rifugiati curdi (ma anche dei turchi dissidenti) in Svezia e in Finlandia è all’ordine del giorno. Una sorta di ricatto... (continua)
CURDI SENZA PACE: mentre il regime iraniano fa impiccare il prigioniero politico Mohiuddin Ebrahimi, nove combattenti curdi del Rojava muoiono in un incidente aereo
Gianni Sartori
Non so se un giorno (comincio a dubitarne in verità) accadrà che come auspicava Neruda “il popolo potrà salire dal mezzo della tormenta scatenata alla chiarità dell’universo”.
Ma qualora il sogno di tante generazioni di oppressi e sfruttati - e soprattutto ribelli ("in sé e per sé”) - dovesse realizzarsi, dovranno rivolgere uno sguardo grato a tutti coloro, in maggioranza “anonimi compagni”, che su questa strada impervia sono caduti. Talvolta intere famiglie, come quella dei Cervi.
E’ questo anche il caso di Mohiuddin Ebrahimi, un prigioniero politico curdo di 43 anni impiccato nella prigione di Urmia (ROJHILAT, Kurdistan orientale sotto amministrazione iraniana) il 17 marzo. Due giorni prima (come informava... (continua)
Mentre le pressioni di Erdogan influenzano l’agire politico sia della Svezia che dell’Iraq, in Rojava le milizie filo turche incendiano i raccolti. Curdi quindi sempre sotto tiro, ma anche sempre indomiti. Per quanto “senza altri amici che le Montagne”.
RESISTENZA CURDA, ORA E SEMPRE!
Gianni Sartori
Curdi sempre all’ordine del giorno. Anche se talvolta - penso - ne farebbero anche a meno.
Nell’indifferenza (eufemismo) di cancellerie e media (in buona parte almeno) occidentali che proprio non sembrano vedere, rendersi conto del dramma che si va compiendo ai danni di questo popolo coraggioso.
Non dico di fornire gli F16 alle YPG, ma almeno un po’ di informazione (se non è chiedere troppo).
D’altra parte, di questi tempi poi, nessuno sembra voler mettersi a discutere con Erdogan & C.
Ma i curdi resistono e con loro anche qualche residua minoranza non omologata, ancora solidale e internazionalista.
PER NON DEMORALIZZARE I SOLDATI E I LORO FAMILIARI, L’ESERCITO TURCO DISSIMULA SISTEMATICAMENTE IL NUMERO DELLE PROPRIE PERDITE
Chissà cosa raccontano i loro comandanti alle truppe mandate allo sbaraglio nelle zone della guerriglia curda. “Poveri cristi” anche loro, presumibilmente inconsapevole strumento della politica sciovinista di Erdogan & C.
E chissà poi cosa dicono ai familiari, alle madri, quando ne devono annunciare la morte in battaglia….
Quello che sembra assai probabile è che le “alte sfere” fanno di tutto per tenere nascosta all’opinione pubblica la reale portata del conflitto (stavo scrivendo “a bassa intensità”, ma sarebbe quantomeno riduttivo).
Da parte sua la guerriglia curda delle HPG (Forze di difesa del popolo) sostiene di aver inflitto perdite consistenti all’esercito turco. Sarebbero stati 861 i soldati uccisi e... (continua)
L'abbiamo battezzata Cappuccio rosso e così la vogliamo ricordare. Ayse Deniz Karacagil, che alla condanna a 103 anni di carcere ha preferito il fronte: il Kurdistan, la lotta contro l'Isis. E ora l'onore di poterla celebrare con questa canzone. Ti sia lieve la terra, grandioso simbolo di libertà…