Mura antiche come la storia, muri di confine e muri di segregazione: abbattiamo tutti i muri... questa canzone ha quasi 30 anni ma è quanto mai attuale
[1987]
Lyrics & Music by Nicholas Bullen
Album: Scum
Scum is the first album by the English grindcore band Napalm Death, released in 1987 through Earache Records.
The Side A of the Scum album was originally recorded for £50.00 at Rich Bitch studio (Birmingham, England) in August 1986: it was intended to form part of a split release with the English crossover thrash band Atavistic on Manic Ears (Bristol, England). After an extensive line-up change, the second half of Scum was recorded in May 1987 at Rich Bitch studio. The album was released as a single album through Earache in July 1987. Notably, only drummer Mick Harris played on both sides of the album..
[1988]
Nell’album intitolato “From Enslavement to Obliteration”
La più oltraggiosa e “grind” tra le canzoni – vedi Woman e I’m a Woman – che fanno riferimento alle famose ma sessiste “I’m a Man” di Bo Diddley e “It's a Man's Man's Man's World” di James Brown...
Ho sempre trovato il manesco géims bràun un personaggio repellente da ogni punto di vista, al pari dello stuolo di suoi epigoni, ammiratori e "trattori di ispirazione", che con il trattore dovrebbero a mio avviso avere rapporti più diretti e fisici nel senso che sarebbero per loro auspicabili un presente ed un futuro da braccianti.
Questo non significa apprezzare per contrasto i suoi detrattori, qualsiasi cosa dicano o facciano.
Tra il 1986 e il 1993 circa è ucita la rivista HM - Heavy Metal, edita a Roma. Pubblicità di dischi in uscita e, soprattutto, recensioni di album e concerti. Nel format della rivista una recensione occupava una colonna, mi pare ci fossero tre colonne per pagina.
Per i Napalm Death ne bastò mezza: una delle più perentorie stroncature di cui abbia contezza. Solo in un altro caso, (mi pare per i Terrorizer) il recensore affermò che dopo il primo ascolto aveva... (continua)
Hai perfettamente ragione, InscO, ho contribuito il brano solo nel quadro delle reazioni ad un paio di famose canzoni machiste, ma avrei fatto bene a limitarmi a Neneh Cherry e Koko Taylor… Mi pento quasi sempre quando contribuisco brani heavy metal ed oltre, è musica che non sta nelle mie corde… A mia parziale discolpa posso solo dire che in genere mi trovo nella condizione di contribuire un testo senza poter ascoltare la canzone… Se avessi potuto farlo, in questo caso certamente mi sarei astenuto.
Quanto a James Brown, non sono invece d’accordo con te: l’essere umano sarà anche stato sgradevole ma l’artista era immenso… “Live at the Apollo” del 1962 è un disco che non smetterei mai di ascoltare...
Comunque prometto che d’ora in avanti lascerò perdere l’extreme metal, il grindcore, eccetera, non fanno proprio per me…