[1964]
Parole e musica di Georges Brassens, dal suo decimo album conosciuto come “Les Copains d'abord” (dal titolo della canzone che lo apre) pubblicato nel 1964.
beh, quando trovo un filone cerco di scandagliarlo fino al suo esaurimento... E' per questo che sono diventato ricco, lassù nel Klondike, tanti e tanti anni fa...
Comunque qui ho capito che è meglio avere una accesso/eccesso brassensiano che non uno maicolgecsoniano, n'est-ce pas?
... e ti dirò, Lorenzo, che ce n'è ancora una che vorrei proporre, ma nemmeno negli Extra, proprio tra le CCG... E' quella, bellirrima, che inizia così:
"J´ai tout oublié des campagnes
D´Austerlitz et de Waterloo
D´Italie, de Prusse et d´Espagne
De Pontoise et de Landernau
Jamais de la vie
On ne l´oubliera
La première fille
Qu´on a pris dans ses bras..."
Osa pure, ma ci vuole una bella spiegazione esauriente perche' qualcuno in Analyse Brassens scrive (credo giustamente)
D'Austerlitz et de Waterloo: "Evidemment GB parle des ses conquêtes féminines, autant de ses victoires que de ses défaites , d'où l'association aux batailles."
Già, ho letto, grazie. Allora soprassiedo, perchè mi pare che l'interpretazione della prima strofa sia davvero più "intima". Oltretutto non mi pare che ci siano state grandi campagne militari a Pontoise et de Landerneau, sicchè pare proprio che Brassens alluda tanto alle sue importanti conquiste e disfatte in amore, quanto alle donne amate en passant...
Da notare anche che Brassens cita "Landerneau" anche in un'altra canzone: A l'ombre du cœur de ma mie. Non deve stupire: Landerneau è una cittadina bretone, nel circondario di Brest, e Brassens era letteralmente innamorato della Bretagna (tanto da averci comprato una casa e da aver cominciato a imparare la lingua bretone). Inoltre, nella lingua francese, Landerneau fa parte di un paio di famosi modi dire. "Cela va faire du bruit dans Landerneau" (da Brassens "rifatto" in "grand branle-bas dans Landerneau" nel testo della canzone succitata) significa che un dato avvenimento ha suscitato grande scalpore a livello locale, ristretto (sembra che l'espressione sia derivata dai concerti di pentole, coperchi eccetera che la gente andava a fare sotto le finestre di una vedova che si era risposata troppo presto; quello che, in francese, si chiama "tintamarre"). Per esteso, "Landerneau" significa qualcosa... (continua)
Versi di Jean Richepin (1849-1926), poeta, scrittore e drammaturgo francese, lo stesso de Les oiseaux de passage
Il titolo originale della poesia è “Chanson des cloches de baptême”, dalla raccolta “La Chanson des gueux”.
Adattamento del testo e musica di Georges Brassens, nel suo quinto album conosciuto come “Oncle Archibald” (dal titolo della canzone che lo apre) pubblicato nel 1957.
Philistins, épiciers (continua)
inviata da Bernart 15/5/2013 - 15:49
Il testo originale della poesia di Jean Richepin.
[1954]
Nel terzo album pubblicato in Francia da Brassens, comunemente noto col titolo della canzone d’apertura, “Les Sabots d'Hélène”
Interpretata anche da Juliette Gréco
Propongo questa canzone come Extra, per sintonia con Il Pescatore di Fabrizio De André di cui, mi pare, condivida in qualche modo il tema. Ma forse potrebbe anche essere accolta tout court come una CCG, visto che, pur senza avere lo stesso accento antimilitarista, è sicuramente assimilabile a La mauvaise réputation e visto anche che, nell’interpretazione più comunemente accettata, il francese originario dell’Alvernia protagonista della prima strofa fu un certo Marcel Planche che diede rifugio a Brassens quando, durante la guerra, dovette nascondersi per evitare il “service du travail obligatoire” imposto dagli occupanti nazisti e dai collaborazionisti di Vichy.
[1966]
Testo e musica: Georges Brassens
Paroles et musique: Georges Brassens
Nell’album “Supplique pour être enterré à la plage de Sète”
La guerra della sordida ed abietta umanità contro la Natura…
E poi chi glielo ha detto ai preti che gli alberi uccisi dagli uomini non vanno in Paradiso?
Il vivait en dehors des chemins forestiers, (continua)
Eheheheh! :-PP E mi fa un piacere doppio, caro anonimo/a, sia per la cosa in sé, sia per la r4. E non credo nemmeno che siamo gli unici ad aver fatto questa cosa, credo che non pochi che si son trovati vicini alla "ville qui s'appelait comme un pronom démonstratif" (quando Brassens vi era nato, si chiamava ancora "Cette"...) ci siano andati a fare un giro proprio a causa di Brassens e della sua canzone. E dico anche che, se qualcuno o qualcosa mi costringesse a buttare via tutte le traduzioni e trasposizioni che ho fatto in questo sito o altrove, tranne una sola, sceglierei questa.
Concernant la photo de la plage de Sète, je voudrais juste rectifier le numéro départemental de l'Hérault qui est le 34.
Le département portant le numéro 30 est le département voisin du Gard.
ΠΕΡΑΣΤΙΚΕΣ, le "Passanti greche" di Kostas Ouranis
Salve a tutti, ho una questione da porre! In una raccolta di poesie di poeti greci del novecento ho trovato questa di Kostas Ouranis:
Περαστικές
Γυναίκες που σας είδα σ' ένα τραίνο
τη στιγμή που κινούσε γι άλλα μέρη'
γυναίκες που σας είδα σ' άλλου χέρι
με γέλιο να περνάτε ευτυχισμένο'
γυναίκες, σε μπαλκόνια να κοιτάτε
στο κενό μ' ένα βλέμμα ξεχασμένο,
ή από ένα πλοίο σαλπαρισμένο
μ'ένα μαντήλι αργά να χαιρετάτε:
να ξέρατε με πόση νοσταλγία,
στα δειλινά τα βροχερά και κρύα,
σας ξαναφέρνω στην αναμνησή μου,
γυναίκες, που περάσατε μιαν ώρα
απ ' τη ζωή μου μέσα -και που τώρα
κρατάτε μου στα ξένα την ψυχή μου!
La traduzione ve la copio dal mio libro:
Passanti
Donne che vidi sopra un treno appena
partito per un luogo assai lontano,
donne che vidi, mano nella mano
d'un altro, andare allegre e senza pena;
donne ai balconi,... (continua)
Alice L 15/1/2013 - 12:32
Cara Alice, ho letto la poesia di Ouranis (poeta che, fra l'altro, conoscevo seppur abbastanza vagamente). L'ho letta e e mi sono davvero meravigliato: in effetti, sembra davvero un'edizione greca delle "Passanti".
Però ritengo che qui sia necessario fermarsi ad aspettare. Nel senso: le reciproche influenze tra poeti sono sempre possibili, ma troppo evanescenti. Un poeta è qualcuno che è capace di esprimere delle sensazioni con delle parole, e la gamma delle sensazioni umane è infinita; chi di noi, trovandosi ad esempio a viaggiare su un treno, non ha mai pensato alle persone che, in quel momento, si trovano con lui o con lei, delle quali non sa niente e non saprà mai niente? Chi di noi non ha mai immaginato una storia dietro a quegli sconosciuti? Chi di noi non si è mai innamorato per cinque minuti, sognando di scappare via con la bella sconosciuta che ti siede là davanti mentre legge un... (continua)
La versione integrale di nove strofe cantata da Giorgio (sul modello di Richard Parreau)
La version intégrale à neuf couplets chantée par Giorgio (d'après le modèle de Richard Parreau)
La canzone interpretata da Iggy Pop
La chanson interprétée par Iggy Pop
Nessuno forse si sarebbe mai aspettato che un'icona del rock come Iggy Pop abbia pagato questo tributo a Georges Brassens e a "Les Passantes". Eppure, nonostante la pronuncia francese di Iggy Pop sia terrificante, la sua voce e l'arrangiamento sono, a mio parere, da brividi puri (allo stacco della seconda chitarra sul verso "aux yeux qu'on n'a jamais revus" ho avuto i bordoni). Davvero una versione inattesa e bellissima.
Proviene dall'album Après, fatto uscire nel maggio 2012. Quasi interamente dedicato a riletture della canzone francese: una scelta davvero atipica e impressionante da parte di Iggy Pop che, in seguito a polemiche sorte con la Virgin-EMI (che avrebbe desiderato piuttosto una riedizione dei suoi successi punk-rock) ha deciso di rendere disponibile l'album solo su Internet (sul sito Vente Privée. Nel... (continua)
Caro Riccardo, certo, capisco e condivido ciò che dici. Non volevo aprire un processo su "chi ha copiato chi", forse la mia domanda sembrava troppo diretta...
Volevo prima di tutto condividere la poesia e la sorpresa della scoperta e poi sapere se la somiglianza tra le due poesie era cosa risaputa oppure no e se qualcuno sapeva qualcosa a riguardo, SE esisteva qualche fatto...sennò meglio, largo spazio all'infinito mondo delle possibilità!
Comunque non si può escludere neanche che in un pomeriggio parigino al signor Pol siano capitati tra le mani alcuni scritti di un greco sconosciuto, no? :) Io come al solito sono di parte e tifo per i greci! ;)
Buona musica e buone riflessioni a tutti!
Per carità, Alice, proprio non ho pensato minimamente che tu volessi "aprire un processo", davvero. Magari, forse, ho manifestato non molta sorpresa perché non è il primo caso del genere che mi capita (un esempio: Le soldat de Marsala e La guerra di Piero). Comunque, posso risponderti per ora solo personalmente, in attesa dell'intervento degli altri grecisti del sito (Gian Piero Testa in primis): io non ne sapevo assolutamente nulla. A rigore, la tua potrebbe essere una scoperta piuttosto clamorosa, dato che Les passantes è certamente una canzone, a mio parere, tra le maggiori del XX secolo e non ho nessun timore di esagerare. Apprezzo comunque oltremodo la tua squisita parzialità per i greci, che condivido appieno! ;) Penso altresì che queste riflessioni non avranno certamente fine qua. Ancora saluti cari !
Il tuo intervento ha davvero "smosso" questa pagina, devo dirtelo con molto piacere; sono quasi le tre di notte e ancora non so staccarmene. Naturalmente ho provveduto a mettere un po' più in risalto il tuo intervento, ma la cosa non si è limitata a questo e si è innescato una specie di "effetto domino": prima le versioni cantate a otto e nove strofe, poi la stupefacente (e recente) cover di Iggy Pop e, infine, qualche notizia in più su Antoine Pol (ivi compresa una bella foto che non avevo mai visto).
Proprio dalla pagina dalla quale ho ripreso la foto, ho tratto la notizia (secondo le parole dell'autore stesso) che Les passantes sarebbe stata scritta nel 1911; tale anno; poiché fu pubblicata per la prima volta nel 1918 e la raccolta di Ouranis, Νοσταλγίες, è del 1920, chissà che, davvero, il poeta greco non ne sia in qualche strano modo venuto a conoscenza (e dovrebbe... (continua)
In tema, e chiaramente influenzata dal suo amato Baudelaire, si può leggere anche questa del "marinaio" Nikos Kavvadias, dalla sua prima raccolta "Marabù". Tra l'altro è diventata pure una canzone, anzi due (Dei Xémbarki e di Mikroútsikos )
À bord de l'Aspasia
Ταξίδευες κυνηγημένη από τη μοίρα σου
για την κατάλευκη μα πένθιμη Ελβετία
πάντα στο ντεκ σε μια σεζ λονγκ πεσμένη κάτωχρη
απ’ τη γνωστή και θλιβερότατην αιτία
Πάντοτε ανήσυχα οι δικοί σου σε τριγύριζαν
μα εσύ κοιτάζοντας τα μάκρη αδιαφορούσες
σ’ ό,τι σου λέγαν πικρογέλαγες γιατί ένιωθες
πως για τη χώρα του θανάτου οδοιπορούσες
Κάποια βραδιά που από το Στρόμπολι περνούσαμε
είπες σε κάποιο γελαστή σε τόνο αστείου:
"Πώς μοιάζει τ’ άρρωστο κορμί μου καθώς καίγεται,
με την κορφή τη φλεγομένη του ηφαιστείου!"
Ύστερα σ’ είδα στη Μαρσίλια σαν εχάθηκες
μέσα στο θόρυβο χωρίς να στρέψεις πίσω
Κι εγώ που μόνο την υγρήν έκταση... (continua)
Di Kostas Uranìs non so quasi nulla di più di quanto scrivono o Nicola Crocetti o Filippomaria Pontani nel relativo profilo pubblicato nei Poeti Greci del Novecento dei Meridiani di Mondadori (2011), dove è collocato accanto a Maria Polidouri e Tellos Agras sotto l'etichetta di "crepuscolare". Nato a Costantinopoli nel 1890, morì a Melissia d'Attica nel 1953. Viaggiò molto, anche grazie a incarichi diplomatici e nonostante la tisi di cui era afflitto e che lo costrinse a un ricovero nel sanatorio svizzero di Davos. Risiedette, oltre che ad Atene, anche a Lisbona come console, e più volte a Parigi, e la sua poesia cosmopolitica riflette la familiarità con quella europea, in ispecie dei simbolisti e post-simbolisti francesi. Come prosatore e pubblicista rese diverse impressioni dei suoi viaggi in Italia, Spagna, mari del Nord, Atlantico e Mar Nero. Scrisse nel 1918 anche un saggio critico... (continua)
Wow, che belli i collegamenti e le cose che si rincorrono!
Comunque a quanto pare diversi greci hanno musicato la poesia di ouranis... Questa è una versione, non so se è pertinente alla pagina, potete anche non pubblicarlo volevo solo condividere la canzone:
Forse la musica non esalta particolarmente il testo ... ma a me piace! buon ascolto!
Ulotne
Les Passantes
(7 : Mourir pour des idées)
Słowa: Antoine Pol
Muzyka: Georges Brassens
Tłumaczenie: Tomasz Misiewicz
(Drobne wskazówki i opracowanie na gitarę: Sylwek Szweda 19.07.2012)
In stixoi.info trovo 11 testi di Kostas Ouranìs, di cui sette musicati ed eseguiti. I titoli dei sette sono i seguenti (seguiti dal nome del compositore e dall'interprete):
Αν νοσταλγώ: Δημήτρης Μητσοτάκης, Ενδελέχεια
Εμπρός ν΄ ανοίξουμε πανιά: Δημήτρης Παπαδημητρίου, Φωτεινή Δάρρα
Θα πεθάνω ένα πένθιμο του φθινοπώρου δείλι: Διάφανα Κρίνα, Διάφανα Κρίνα
Οι νέες των επαρχιών: Γιάννης Γλέζος, Αρλέτα
Οι περαστικές: Παύλος Παυλίδης, Παύλος Παυλίδης
Όνειρο μέσα σ΄ όνειρο: Διάφανα Κρίνα, Διάφανα Κρίνα
Τα φορτηγά καράβια: Γιάννης Γλέζος, Γιάννης Πουλόπουλος
Ecco, Gian Piero, dopo aver letto i tuoi 11 testi di Kostas Ouranis, sono finalmente riuscito a dare un nome adeguato alla Compagna di viaggio i cui occhi erano il più bel paesaggio: si chiamava, per forza, Diafana Krina. Che meraviglia i nomi femminili greci...
Non una donna, ma sono o, meglio, erano un gruppo rock. Non li conoscevo prima d'ora. "Gigli trasparenti"... come i nostri governanti. Ecco i loro nomi: Τα Διάφανα Κρίνα ήταν ένα ελληνικό ροκ συγκρότημα. Αποτελείτο από τους Θάνο Ανεστόπουλο (φωνή/ ακουστική κιθάρα/ φυσαρμόνικα/ πιάνο/ όργανο), Νίκο Μπαρδή (κιθάρες/ τρομπέτα/ κρουστά/ συνθετητές/ μεταλλόφωνο), Κυριάκο Τσουκαλά (κιθάρες/ πλήκτρα/ κρουστά/ γεννήτρια ήχων), Παντελή Ροδοστόγλου (ηλεκτρικό μπάσσο), Τάσο Μαχά (τύμπανα/ κρουστά)και τον Παναγιώτη Μπερλή (φωνή, πλήκτρα,σύνθεση/ενορχήστρωση, 1995-2000).
Versione sarda di Elena Ledda della “Preghiera in gennaio” di Fabrizio De André, dal disco collettivo “Canti randagi 2 – Omaggio a Fabrizio de André”, 2010.
Bóh?.. Ragazzi, scusate, ma francamente credo di non capire, neanche stavolta, di quale merito mi si ringrazia e mi si renda onore.. Di aver "buttato" qui dentro testi senza le opportune spiegazioni e didascalie e, per questo, averli avuti cassati ?
"Cantonate", come quelle prese a suo tempo da Marcia.
E poi.. non mi pare di essere il solo a farlo: c'è chi getta qui dentro canzoni perfino prive dei dati di identità (!) (e mi premuro io, tutte le volte che posso, a inserire anno di composizione, album e relativa copertina, nonché le note biografiche sull'autore mancanti) per non parlare poi delle canzoni dal titolo errato (doppia fatica (!), -per reperirne il file musicale).
@ Alessandro (AKA Bartleby, Dead End, etc.)
Forse hai un po' ragione riguardo la cosiddetta "perfidia" degli Admins di cui da sempre ti lamenti.. anche se più che davvero "perfidi", mi sembra che in realtà giocherellino... (continua)
giorgio 21/12/2012 - 09:26
Una canzone di Aristide Bruant che credo non possa essere sfuggita a De André per la sua Marinella…
ROSE BLANCHE (RUE SAINT-VINCENT)
[1910 o 1911]
Parole e musica di Aristide Bruant, che visse al n.30 di Rue Saint-Vincent, Clignancourt-Montmartre.
Interpretata da moltissimi artisti tra cui Les Frères Jacques, Yves Montand, Cora Vaucaire, Marc Ogeret, Francesca Solleville e Renaud.
Alle avait, sous sa toque d’ martre,
Sur la butt’ Montmartre,
Un p’tit air innocent ;
On l’app’lait Rose, alle était belle,
A sentait bon la fleur nouvelle,
Ru’ Saint-Vincent.
All’ n’avait pas connu son père,
A n’avait pas d’mère,
Et depuis mil neuf cent,
A d’meurait chez sa vieille aïeule
Où qu’a s’él’vait, comm’ ça, tout’ seule,
Ru’ Saint-Vincent.
A travaillait, déjà, pour vivre,
Et les soirs de givre,
Sous l’ froid noir et glaçant,
Son... (continua)
"Rose blanche" fu scritta da Bruant non nel 1910 o 11 ma sicuramente prima del 1895, anno di pubblicazione del terzo volume della raccolta "Dans la rue - Chansons & monologues" in cui è inclusa.
sì, molto bella... il tuo conterraneo è davvero un grande musicista ed interprete e su quell'Incudine ci dà dentro con arte sapiente. C'è anche da dire che quando il ferro caldo che si sta battendo è una canzone come questa, allora il risultato ha tutte le possibilità di essere eccezionale.
[1852?]
Versi e musica di Gustave Nadaud (1820-1893), goguettier, poeta e cantautore, autore di Le soldat de Marsala, amico e mentore di Eugène Pottier.
In Chansons de Gustave Nadaud, Henri Plon editore, 1870 (8^ edizione)
Georges Brassens compose una nuova musica per il brano e lo interpretò durante una trasmissione radiofonica nel 1979.
Incluso poi nella raccolta postuma “Brassens chante Bruant, Colpi, Musset, Nadaud, Norge” pubblicata nel 1983.
Sapiente ed arguta satira del Potere scritta da Nadaud all’indirizzo di Napoleone III, autoproclamatosi “Imperatore dei francesi” dopo il golpe del dicembre 1851 con cui esautorò il Parlamento, spiazzando sia i conservatori del “parti de l'Ordre” sia i radicali repubblicani…