[1985]
Versi di padre David Maria Turoldo
Non sono certo che siano stati messi musica, anche se molta della produzione poetica di Turoldo è stata effettivamente musicata da Bepi De Marzi... Comunque, si tratta di u vero e proprio canto, come il suo autore stesso afferma:
“[...] «E l'Angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco che non si consumava.» Così il roveto della libertà non si spegnerà più. E perciò l’Esodo sarà il libro di tutti e di sempre. Oltre che una realtà, esso è una perenne profezia. Solo la voce che parla da quel roveto è voce di liberazione. Il nome del Dio dell'Esodo è «colui che libera». E solo quando Mosè ritorna dai fratelli, nella forza di quel nome, sarà un vero Liberatore.
Ma tutti i nostri Mosè di oggi si chiamano Dayan e per di più hanno un occhio solo: mancano precisamente dell'occhio della fede. E allora mi sono messo a cantare così: non mi restava altro da fare.”
David Maria Turoldo, “O sensi miei... (Poesie 1948-1988)”, Rizzoli, 1990.
Su più siti ho trovato questa poesia datata al 1985. Il riferimento a Dayan (che è scomparso nel 1981) fatto da Turoldo nella sua introduzione consentirebbe invece, secondo me, di datarla al periodo della guerra dei Sei Giorni (1967) o del Kippur (1973), quando Dayan era effettivamente un personaggio al centro delle cronache internazionali...
[1955-56]
Versi del grande poeta catalano, dalla raccolta intitolata “Salmos al viento” pubblicata nel 1956.
Musica di Paco Ibáñez – che reintitolò la poesia “No sirves para nada” – nell’album “Paco Ibáñez canta a José Agustín Goytisolo” pubblicato nel 2002 (ma la collaborazione tra Ibáñez e Goytisolo iniziò molti anni prima…).
Accompagnata da una citazione dal libro dei Salmi («il salmo più cupo del Salterio, la più tenebrosa di tutte le lamentazioni, il più drammatico De profundis, il Cantico dei cantici del pessimismo...», secondo David Maria Turoldo), ecco un’elegia sarcastica di un uomo e di un poeta inconforme ed inadatto (mai adattato) ai suoi tempi…
Non a caso Paco Ibáñez nei suoi concerti la introduce sempre dicendo che si tratta di un meraviglioso inno alla Libertà…
"… Paco [Ibáñez] llegó a mi casa con una guitarra... al fin comenzó a explicar que le gustaba poner música y... (continua)
“Fui un mísero afligido desde mi mocedad, siempre lleno de espanto, lleno de tristeza” (Salm., 88, 16). (continua)
In “Salmi di padre David Maria Turoldo”, pubblicato nel 2006
Parole di David Maria Turoldo
Musiche di Ismaele Passoni e Bepi De Marzi
Esecuzione del coro I Crodaioli con l'accompagnamento all'organo di Francesco Finotti.
Reinterpretazione turoldiana di una preghiera tratta dal Libro dei Salmi e risalente al VI secolo a. C. quando, alla sconfitta dei babilonesi da parte dei persiani, i Giudei, che dai babilonesi erano stati a loro volta sconfitti anni addietro e deportati in Babilonia, poterono tornare in Palestina. In realtà, l’esilio babilonese toccò soltanto all’élite politico-religiosa del Regno di Giuda, mentre tutta la popolazione rurale rimase in Palestina e proseguì i propri culti anche in assenza dei “dirigenti”. Quando questi tornarono, il popolo fu ovviamente felice – come ben è descritto nel salmo – e propose loro di riedificare insieme il tempio, ma i sacerdoti ed i potenti... (continua)