Qui in questa terra triste e maledetta soffrono molto i figli d’Israele.
Stanchi e sfiniti da atroci pene noi aspettiamo la liberazione.
O gran Dio, rispondi anche Tu,
Noi vogliamo tornare per Kippur.
Amen.
Stanchi e sfiniti da atroci pene noi aspettiamo la liberazione.
O gran Dio, rispondi anche Tu,
Noi vogliamo tornare per Kippur.
Amen.
inviata da Bernart Bartleby - 21/7/2016 - 16:36
Lingua: Italiano
Versione di Daniele Goldoni
Dall'album Voci dal profondo inferno
Concerto registrato il 27 gennaio 2017 presso l’Auditorium di Muggiò
Dall'album Voci dal profondo inferno
Concerto registrato il 27 gennaio 2017 presso l’Auditorium di Muggiò
Dona Dona - Canzone del ghetto di Varsavia - - Rivkele di Sabato - Il nostro Shtetl brucia - Minuti di certezza - I soldati della palude - Canto di Dachau - Corale dal profondo dell’inferno - Se il cielo fosse bianco di carta Chaim - Ninna nanna del figlio nel crematorio - Dieci fratelli - Dieci milioni - Qui in questa terra
QUI IN QUESTA TERRA
Qui in questa terra triste e maledetta
Soffrono molto i figli di Israele
Qui in questa terra triste e maledetta
Soffrono molto i figli di Israele
Stanchi e sfiniti da atroci pene
Noi aspettiamo la liberazione
Oh buon Dio, dacci la libertà
A casa nostra noi vogliam tornar
Oh buon Dio, dacci la libertà
A casa nostra noi vogliam tornar
Qui in questa terra triste e maledetta
Soffrono molto i figli di Israele
Qui in questa terra triste e maledetta
Soffrono molto i figli di Israele
Stanchi e sfiniti da atroci pene
Noi aspettiamo la liberazione
Oh buon Dio, dacci la libertà
A casa nostra noi vogliam tornar
Oh buon Dio, dacci la libertà
A casa nostra noi vogliam tornar
inviata da Dq82 - 25/8/2024 - 11:08
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Sulla melodia dell’HaTikvah, oggi inno nazionale israeliano, composta nel 1888 da Samuel Cohen (1870-1940), un ebreo rumeno, e a sua volta basata su di un canto popolare italiano cinquecentesco, noto come “La Mantovana” (o “Fuggi fuggi fuggi”)
La versione di Frida Misul, ebrea livornese, fu sostanzialmente confermata anche da Settimia Spizzichino (1921-2000), anche lei deportata ad Auschwitz-Birkenau in seguito al rastrellamento del ghetto di Roma avvenuto il 16 ottobre 1943.
Il recupero di questo canto è dovuto all’impareggiabile lavoro del pianista e compositore Francesco Lotoro, uno dei massimi esperti mondiali di musica concentrazionaria.
Testo trovato nel programma di sala dello spettacolo “Tutto ciò che mi resta. Il miracolo della musica composta nel lager”, concerto per il Giorno della Memoria tenutosi all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 26 gennaio 2015, a cura di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese.
Frida Misul aveva una splendida voce. Studiò canto e si esibì a lungo, anche dopo l’introduzione delle leggi razziali, con lo pseudonimo di Frida Masoni. Fu arrestata nell’aprile del 1944 dalla polizia italiana e internata a Fossoli, dove fu brutalmente interrogata perché il cugino Umberto era fra i partigiani. Poi fu spedita ad Auschwitz, Villistat e Terezín. Fu la sua voce, molto apprezzata da nazisti e kapo, a salvarla.
Settimia Spizzichino fu invece una delle 1259 persone (di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine), quasi tutte di fede ebraica, catturate a Roma dalla Gestapo di Kappler e in gran parte deportate ad Auschwitz. Tornarono solo in 17, e Settimia Spizzichino fu l’unica delle donne a sopravvivere.