דער אַלטער אליהו־הנבֿיא
גלעט די הױפֿנס אַש
מיט שטילע טרױעריקע פֿינגער:
־ אױ גאָטעניו, טי נאַש!
נישטאָ מער קײן סדר אין פױלן,
װעט ער דאָ אײנער אַלײן,
מיט צעשױבערטע באָרד און פּאות
אַן אײביקער דענקמאָל שטײן.
גלעט די הױפֿנס אַש
מיט שטילע טרױעריקע פֿינגער:
־ אױ גאָטעניו, טי נאַש!
נישטאָ מער קײן סדר אין פױלן,
װעט ער דאָ אײנער אַלײן,
מיט צעשױבערטע באָרד און פּאות
אַן אײביקער דענקמאָל שטײן.
inviata da Riccardo Venturi - 19/6/2016 - 13:00
Lingua: Yiddish
La trascrizione del testo in caratteri latini.
Dal sito della Bibliotheca Augustana (Biblioteca di Augsburg), da dove proviene anche il testo nei caratteri ebraici originali.
MAYDANEK
Der alter Eliyohu-Hanovi
glet di hoyfns ash
mit shtile troyerike finger:
– oy gotenyu, ti nash!
Nishto mer keyn seyder in Poyln,
vet er do eyner aleyn,
mit tseshoyberte bord un peyes
an eybiker denkmol shteyn.
Der alter Eliyohu-Hanovi
glet di hoyfns ash
mit shtile troyerike finger:
– oy gotenyu, ti nash!
Nishto mer keyn seyder in Poyln,
vet er do eyner aleyn,
mit tseshoyberte bord un peyes
an eybiker denkmol shteyn.
inviata da Riccardo Venturi - 19/6/2016 - 13:02
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
19 giugno 2016 13:03
19 giugno 2016 13:03
MAJDANEK
Il vecchio profeta Elia
accarezza i mucchi di cenere
con dita calme e tristi:
- Oh, Dio caro, nostro Dio!
Più nessun seder [1] in Polonia,
se ne starà là, da solo,
con la barba arruffata e i capelli spettinati [2],
sarà un monumento eterno.
Il vecchio profeta Elia
accarezza i mucchi di cenere
con dita calme e tristi:
- Oh, Dio caro, nostro Dio!
Più nessun seder [1] in Polonia,
se ne starà là, da solo,
con la barba arruffata e i capelli spettinati [2],
sarà un monumento eterno.
[1] Il seder (ebraico: סדר), alla lettera "ordine", "sequenza", indica in generale un complesso di rituali durante varie ricorrenze della religione ebraica. Si può dire però che il seder per antonomasia è il seder di Pesakh, il rituale della Pasqua ebraica; non c'è alcun dubbio che Manger si riferisca proprio a questo. Il Seder di Pesakh è la cena rituale che si consuma nelle prime due sere della Pasqua (in Israele solo nella prima) secondo un ordine ben preciso e con la lettura della Haggadah (il libro che narra della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù).
[2] Il termine פּאות (singolare: פּאה /peye/) è ebraico e indica propriamente i "ciuffi di capelli che cadono di lato" o "ciuffi ribelli".
[2] Il termine פּאות (singolare: פּאה /peye/) è ebraico e indica propriamente i "ciuffi di capelli che cadono di lato" o "ciuffi ribelli".
Lingua: Tedesco
MAJDANEK
Der alte Prophet Elia
streichelt die Haufen Asche
mit stillen, traurigen Fingern:
Oh, gotenju, du unser Gott!
Kein Sedermahl mehr in Polen,
wird er dastehn allein,
mit zerzaustem Bart und Schläfenlocken
ein ewiges Denkmahl sein.
Der alte Prophet Elia
streichelt die Haufen Asche
mit stillen, traurigen Fingern:
Oh, gotenju, du unser Gott!
Kein Sedermahl mehr in Polen,
wird er dastehn allein,
mit zerzaustem Bart und Schläfenlocken
ein ewiges Denkmahl sein.
inviata da Riccardo Venturi - 19/6/2016 - 13:06
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איציק מאַנגער, טונקל־גאָלד, לידער, ייִדיש און דײַטש, צונויפֿגעשטעלט, איבערגעזעצט און מיט אַ נאָכװאָרט פֿאַרצאָרגט פֿון אפֿרת גל־עד, מיט טראַנסקריפּציע, מיט בילדער און מיט צעדע, ייִדישער פֿאַרלאַג אינעמ זורקאַמפּ פֿאַרלאַג
Yitsik Manger, Dunkelgold, lider, yidish un daytsh, tsenoyfgeshtelt, ibergesetst un mit a nokhvort fartsorgt fun Efrat Gal-Ed, mit transkriptsye, mit bilder un mit tsede, Yidisher Farlag inem Zurkamp Farlag
Yitsik Manger, Dunkelgold (“Oro Scuro”), canzoni in yiddish e in tedesco, aggiornate, tradotte e commentate da Efrat Gal-ed, con trascrizione, con immagini e note, edizione Yiddish all'interno della Suhrkamp Verlag
Yitsik Manger, Dunkelgold (“Dark Gold”), songs in Yiddish and German translated and commented by Efrat Gal-Ed, provided with transcription, figures and notes, Yiddish Publishing House within Suhrkamp Verlag
La breve canzone Maydanek si trova a pagina 279 dell'edizione del 2004 della summa dell'opera di Yitsik Manger, Dunkelgold (“Oro Scuro”), pubblicata nella sezione Yiddish di Suhrkamp Verlag (la stessa casa editrice di Bertolt Brecht). Fa parte di una brevissima raccolta di due canzoni (“tsvey lider”) scritte poco dopo la guerra da Yitsik Manger durante il suo ultradecennale e infelice esilio londinese (Manger emigrerà poi nel 1958 in Israele, dove morì nel 1969). Nella breve canzone, il lager di Majdanek compare simbolicamente soltanto nel titolo; il profeta Elia stesso appare qui come l'ultimo sopravvissuto, un vecchio arruffato, solo e distrutto che accarezza con delicatezza i mucchi di ceneri delle vittime bruciate nel campo di concentramento. Una delle tipiche e folgoranti immagini del visionario Manger, il literatoyreh (termine formato dalle parole yiddish literatur e toyreh “sarto”; e il “sarto della letteratura” era figlio di un sarto autentico di Cernăuţi, o Czernowicz). Il profeta Elia, qui, rappresenta chiaramente tutti i sopravvissuti alla Shoah, visti non solo sotto il particolare e terribile aspetto della solitudine, ma anche sotto quello, non meno particolare e terribile, della loro trasformazione in “monumenti viventi”. Per tracciare tutto ciò, a Manger bastarono otto semplici versi, due quartine. Più nessun seder per questi vecchi monumenti allo sterminio. [RV]