To ja – spalona matka –
do waszych serc pukam stęsknionych.
Widzieć mnie nie możecie;
nie można widzieć spalonych.
Gaz wypalił mi oczy,
włosy zajęły się pierwsze.
Stałam się małym prochem.
Proch uleciał w powietrze.
To ja – spalona matka –
do waszych serc wołam z oddali:
Niech dzieci nikt nie zabija!
Niech matek nikt nie pali!
Spalona błaga matka.
do waszych serc pukam stęsknionych.
Widzieć mnie nie możecie;
nie można widzieć spalonych.
Gaz wypalił mi oczy,
włosy zajęły się pierwsze.
Stałam się małym prochem.
Proch uleciał w powietrze.
To ja – spalona matka –
do waszych serc wołam z oddali:
Niech dzieci nikt nie zabija!
Niech matek nikt nie pali!
Spalona błaga matka.
inviata da Bernart Bartleby - 25/1/2016 - 11:41
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Flavio Poltronieri
Carissimo Bernart,
effettivamente queste parole sono opera di Tadeusz Niemira, scritte dopo la guerra ma ispirate alla famosa poesia di Nazim Hikmet "Kız Çocuğu" (La Bambina di Hiroshima).
Come puoi vedere dalla mia traduzione, pur cambiando il soggetto non muta la sostanza!
Nell'originale di Hikmet la piccola assassinata dall'atomica sembra lanciare agli uomini del mondo intero la sua minuscola petizione infantile per bandire le armi nucleari e per un disarmo globale. Richiesta che assomiglia poeticamente a una preghiera e che verrà poi ripetuta da tanti, inutilmente, ieri come oggi.
Cinque anni fa scrissi un articolo riguardante Nazim Hikmet, pubblicato qui (a pagina 32):
Azione nonviolenta
Alex Kulisiewicz aveva prcedentemente composto la melodia a Sachsenhausen nel 1944, alla memoria del martirio delle madri nei campi nazisti. In quel momento si trovava all'ospedale di campo (se così vogliamo chiamarlo!) ed era mezzo cieco.
Kulisiewicz era di origine zigana, non sapeva ancora scrivere ma già suonava il violino e a dieci anni faceva parte di un'orchestra professionistica. Sfortunatamente si bruciò tre dita della mano destra e si riciclò come flautista, poi quando aveva 21 anni i nazisti occuparono la Polonia e venne immediatamente arrestato come agitatore e spedito nell'inferno di Sachsenhausen. Quando ne venne fuori dichiarò di non cantare né per i soldi né per la gloria ma solamente per esaudire il testamento di quelli che erano stati uccisi.
effettivamente queste parole sono opera di Tadeusz Niemira, scritte dopo la guerra ma ispirate alla famosa poesia di Nazim Hikmet "Kız Çocuğu" (La Bambina di Hiroshima).
Come puoi vedere dalla mia traduzione, pur cambiando il soggetto non muta la sostanza!
Nell'originale di Hikmet la piccola assassinata dall'atomica sembra lanciare agli uomini del mondo intero la sua minuscola petizione infantile per bandire le armi nucleari e per un disarmo globale. Richiesta che assomiglia poeticamente a una preghiera e che verrà poi ripetuta da tanti, inutilmente, ieri come oggi.
Cinque anni fa scrissi un articolo riguardante Nazim Hikmet, pubblicato qui (a pagina 32):
Azione nonviolenta
Alex Kulisiewicz aveva prcedentemente composto la melodia a Sachsenhausen nel 1944, alla memoria del martirio delle madri nei campi nazisti. In quel momento si trovava all'ospedale di campo (se così vogliamo chiamarlo!) ed era mezzo cieco.
Kulisiewicz era di origine zigana, non sapeva ancora scrivere ma già suonava il violino e a dieci anni faceva parte di un'orchestra professionistica. Sfortunatamente si bruciò tre dita della mano destra e si riciclò come flautista, poi quando aveva 21 anni i nazisti occuparono la Polonia e venne immediatamente arrestato come agitatore e spedito nell'inferno di Sachsenhausen. Quando ne venne fuori dichiarò di non cantare né per i soldi né per la gloria ma solamente per esaudire il testamento di quelli che erano stati uccisi.
LA MADRE BRUCIATA
Sono io - la madre bruciata -
busso ai vostri cuori, alla vostra memoria.
Non potete vedermi,
non si può vedere chi è stato bruciato.
Il gas mi ha bruciato gli occhi,
i miei capelli hanno preso fuoco immediatamente,
sono diventata un po' di cenere,
un po' di cenere che vola nell'aria...
Sono io - la madre bruciata -
ai vostri cuori grido da lontano:
nessuno mai uccida i bambini!
nessuno mai bruci le madri!
La madre bruciata vi supplica.
Sono io - la madre bruciata -
busso ai vostri cuori, alla vostra memoria.
Non potete vedermi,
non si può vedere chi è stato bruciato.
Il gas mi ha bruciato gli occhi,
i miei capelli hanno preso fuoco immediatamente,
sono diventata un po' di cenere,
un po' di cenere che vola nell'aria...
Sono io - la madre bruciata -
ai vostri cuori grido da lontano:
nessuno mai uccida i bambini!
nessuno mai bruci le madri!
La madre bruciata vi supplica.
inviata da Flavio Poltronieri - 20/8/2024 - 20:03
Lingua: Sloveno
Spalona matka / Zažgana mati
besedilo verjetno / text probably Nazim Hikmet, Tadeusz Niemira
napev/ tune Aleksander Kulisiewicz
prevod / translation Simona Klemenčič
besedilo verjetno / text probably Nazim Hikmet, Tadeusz Niemira
napev/ tune Aleksander Kulisiewicz
prevod / translation Simona Klemenčič
ZAŽGANA MATI
Jaz – zažgana mati –
trkam vam na srca čuteča.
Ne morete me videti –
ni moč videti zažganih!
Plin mi je izžgal oči,
najprej so lasje se vneli,
od mene je ostal le prah –
pepela šč.pec v vetru.
Jaz sem zažgana mati,
rotim srca vaša iz daljav:
Ne morite otrok!
Ne žgite njih mater!
zaklinja vas zažgana mati.
Jaz – zažgana mati –
trkam vam na srca čuteča.
Ne morete me videti –
ni moč videti zažganih!
Plin mi je izžgal oči,
najprej so lasje se vneli,
od mene je ostal le prah –
pepela šč.pec v vetru.
Jaz sem zažgana mati,
rotim srca vaša iz daljav:
Ne morite otrok!
Ne žgite njih mater!
zaklinja vas zažgana mati.
inviata da Jani Kovačič - 11/11/2024 - 15:27
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Słowa: Nâzım Hikmet, Tadeusz Niemira
Muzyka: Aleksander Kulisiewicz
Nei dischi di Kulisiewicz intitolati “Chants de la déportation” (1975) e “Pieśni obozowe z hitlerowskich obozów koncentracyjnych 1939-45” (1979).
I crediti di questa canzone sono attibuiti per il testo a Nâzım Hikmet e a tal Tadeusz Niemira. Nel primo caso non credo che l’attribuzione sia corretta, forse il testo si trovava in una corrispondenza con il poeta turco. Il secondo autore potrebbe essere invece Tadeusz Kostrzewski, nome di battaglia "Niemira", importante figura delle resistanza polacca, membro dell’Agat (Anty-Gestapo), il nucleo originario del Battalion Parasol dell’Armia Krajowa, arrestato dai nazisti nel 1944 e forse compagno di prigionia di Kulisiewicz a Sachsenhausen…
In ogni caso, non ho riscontri precisi.
Il testo l’ho trovato in una ricerca “Ocalone We Wspomnieniach - Wspomnienia byłych więźniów politycznych hitlerowskich więzień i obozów koncentracyjnych” pubblicata dalla Biblioteca civica di Koszalin nel 2011.