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Morir a Ravensbrück

Marina Rossell
Lingua: Catalano


Marina Rossell

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Carme Bartolí, pagesa del Pirineu, morí al camp nazi de Ravensbrück; perquè no morís sola, la lleidatana Coloma Serés, s'arrossegà per sota dels reflectors i, arriscant la seva pròpia vida, l'ajudà a complir el seu últim desig: morir mentre escoltava parlar en català.

Així canta la Marina Rossell a les dones que les van portar a Ravensbrück, camp d’extermini internacional per a dones. Després de llargs mesos de presó, de tortures viscudes en uns terribles interrogatoris i els cinc corresponents dies de viatge amb tren, s’arribava a la mort. En uns minuts la boca de l’infern de Ravensbrück tancaria les portes i s’apoderaria amb el seu engranatge fatal de dones heroiques que aviat serien cendres. A Ravensbrück els carrers eren negres, les barraques verd fosc amb sostres negres, el cel de plom amb innumerables corbs atrets per l’olor a carn cremada. Per la xemeneia dels quatre forns crematoris sortia una gran fumarada i flamarades de mil colors. Ja no hi havia escapatòria era el final després de lluitar per sobreviure i perdre-ho tot.
Ravensbrück, fino alla definitiva caduta del regime hitleriano nell'aprile 1945, rimase il principale lager femminile FKL (Frauen Konzentrationslager) della Germania nazista.

Il 6 giugno 1941 sorse a Ravensbrück un piccolo campo di concentramento maschile, (Männerlager) separato da quello femminile, eretto da 300 deportati provenienti da Dachau. Vi transitarono in totale circa 20.000 uomini. I detenuti di Dachau installano nel Lager una grande sartoria di proprietà delle SS, la fabbrica “TexLed”, nella quale le prigioniere erano addette al confezionamento di divise militari e calzature per i soldati della Wehrmacht e per i reparti delle SS. Lo stabilimento resterà la più grande sartoria per la produzione di vestiario militare tedesco (Industriehof).

Ad agosto '41 scoppia un'epidemia nel lager e il campo viene abbandonato a sé stesso, guardato a distanza dalle SS. Nonostante le epidemie a settembre viene attribuita la matricola 7.935.

Il campo di Ravensbrück fornì anche circa il 70% delle donne impiegate come prostitute nei bordelli interni di altri campi di concentramento; nel 1942, ad esempio, i tedeschi inviarono circa cinquanta prigioniere politiche in vari bordelli di campi di sterminio tra cui Mauthausen e Gusen. Molte di loro erano partite volontarie per sfuggire alle terribili condizioni di vita del campo.

In quegli anni, le percentuali etniche delle prigioniere internate nel KZ di Ravensbrück, in base ad una lista incompleta, Zugangsliste, salvata clandestinamente nel lager, contenente i nomi di 25.028 donne deportate dai nazisti nel campo, risultano approssimativamente essere:

24,9% polacche
19,9% tedesche
15,1% ebree
15,0% russe
7,3% francesi
5,4% zingare
12,4% altre (nel campo vennero internate un totale di oltre 20 nazionalità)

La Gestapo distinse inoltre le detenute come segue:

83,54% politiche
12,35% asociali
2,02% criminali comuni
1,11% Testimoni di Geova
0,98% altro
La Zugangsliste superstite è uno dei più importanti documenti conservati a memoria dell'Olocausto e venne salvata negli ultimi istanti di vita del campo dai membri dell'unità Mury dello Szare Szeregi, un movimento di resistenza dell'associazione Scout polacca nato durante la guerra in contrapposizione all'invasione tedesca. Il resto dei documenti del campo vennero bruciati dalle SS
El camp era un glop de nit
lluny de tot i entre carenes.
La Carme s'està morint
el seu plany es perd per sempre.

El camp era un glop de nit
al nord fum, vers el sud cendres.
Així jo no vull morir
lluny dels prats i les arbredes.

La Coloma que la sent
a poc a poc s'hi arrossega.
Diu menters l'estreny ben fort
dolços mots a cau d'orella.

El camp era un glop de nit
lluny de tot i entre carenes
lluny de tot i entre carenes
lluny, lluny...

inviata da dq82 - 5/3/2015 - 12:06




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