You’re one of us now
Johann Sebastian Bach
your statues stand
but you
chained in your own score
were dragged to Treblinka
where murder and music
go hand-in-hand.
Johann Sebastian Bach
your statues stand
but you
chained in your own score
were dragged to Treblinka
where murder and music
go hand-in-hand.
inviata da Bernart Bartleby - 28/1/2014 - 16:21
Lingua: Inglese
Questo dovrebbe essere il testo corretto, almeno nella versione contenuta in "At 89"
da Appleseed Recordings
da Appleseed Recordings
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
(di quello che dovrebbe essere il testo corretto)
28 gennaio 2014
(di quello che dovrebbe essere il testo corretto)
28 gennaio 2014
ODE A UN COMPOSITORE (BACH A TREBLINKA)
Ora sei uno di noi, Johann,
Sei uno di noi, ora.
I tuoi monumenti si ergono ;
Ma tu, incatenato al tuo spartito,
Assieme a me e a molti altri
Trascinato qui a Treblinka,
Trascinato qui a Treblinka,
Dove l'assassinio e la musica,
Dove l'assassinio e la musica
Vanno mano per la mano.
Ora sei uno di noi, Johann,
Sei uno di noi, ora.
I tuoi monumenti si ergono ;
Ma tu, incatenato al tuo spartito,
Assieme a me e a molti altri
Trascinato qui a Treblinka,
Trascinato qui a Treblinka,
Dove l'assassinio e la musica,
Dove l'assassinio e la musica
Vanno mano per la mano.
Il testo che ho contribuito è quello riportato sulla Pete Seeger Appreciation Page. Non lo so, non parlerei comunque di testo "corretto" o meno... Nella musica folk - e in quella di Pete Seeger in particolare, che ha attraversato 80 anni di quel genere - è frequente trovare versioni difformi...
Bernart Bartleby - 28/1/2014 - 18:43
volevo solo dire che se ascolti la versione del disco (ad esempio dal video) corrisponde al secondo testo, non al primo. Può darsi che esista una registrazione precedente (sembra che la musica sia del 1983) con un testo diverso.
Lorenzo - 28/1/2014 - 22:33
Hai ragione, Lorenzo, ci tenevo solo a precisare che quanto ad attendibilità entrambe le fonti mi paiono sicure... La prima versione non è scorretta, mi sembra solo semplificata e poco musicale, con quel Johann Sebastian Bach per esteso... Mi spingo a pensare che si tratti proprio del testo dell'originaria poesia di Yuri Suhl, lievemente modificato poi da Pete Seeger per renderlo cantabile...
Ciao!
Ciao!
Bernart Bartleby - 29/1/2014 - 00:28
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Versi di Yuri Suhl (1908-1986), scrittore e poeta americano.
Musica di Pete Seeger (1983)
Trovo la canzone nell’album “At 89” del 2008.
Yuri Suhl era polacco, di fede ebraica, ed emigrò negli USA nel 1932, giusto in tempo per sfuggire alla barbarie nazista. Nella nuova patria si dedicò tutta la vita alla preservazione e diffusione della lingua e cultura Yiddish. Socialista, impegnato nel movimento per i diritti civili e per la pace, scrisse diversi volumi di poesie in Yiddish, un racconto sulla Resistenza ebraica in Europa, parecchi libri per bambini e biografie di militanti sociali..
L’ossessione principale di Hitler, in fatto di musica, era Wagner, ma il pantheon nazista dei compositori comprendeva Beethoven, Bruckner, Schumann, Brahms e Bach. Invece Mendelssohn, che di Bach aveva riportato alla luce la musica dopo un lungo periodo di oblio, fu censurato in quanto ebreo e la sua statua a Lipsia fu abbattuta, la sua musica messa al bando. E Bach, Grieg o Wagner erano all’ordine del giorno a Mauthausen o Treblinka, dove le note suonate dall’ “orchestrina” dei prigionieri accompagnavano spesso la vita (e la morte) nel campo…
A Treblinka, in particolare, i nazisti incaricarono l’internato Artur Gold (1897-1943), celebre violinista e compositore ebreo polacco, di organizzare un’orchestra per allietare le SS e i prigionieri “di rango”… Questo non servì a salvargli la vita: Artur Gold fu ucciso insieme a tanti altri nel 1943, durante la repressione di una ribellione scoppiata nel campo…