אין אַ קלײן שטעטל גאַנץ מאָרגן פֿאַרטאָג
עס הערט זיך אַ געיאָמער אַ געװײן אין אַ קלאָג
מענטשן האַלב־נאַקעט, פֿון די בעטן אַרױס
ייׅדן טרײַבט מען צו די באַן אַרױס.
נישט בַשרײַבן קען די פֿעדער
װי עס דרײען זיך די רעדער!
די װאַגאָנעס זײַנען פֿיל,
דאָרט פֿירט די ייׅדן אױף קידוש השם
נאָך טרעבלינקע.
און אונדזערע ברידער פֿון יענער זײַט ים
זײ װעלן נישט װײסן דעם ביטערן טעם,
זײ קענען נישט װיסן די ביטערע נױט
אַז יעדן טאָג דערװאָרטעט אונדז דער טױט.
די מלחמה װעט אױך אַמאָל נעמען אַן עק,
די װעלט װעט אַרומנעמען אַ גרױזאַמען שרעק
אומגעפֿילט מיט װײטיק דאָס ייׅדישע הערץ,
װער קען פֿאַרשטײן אונדזערען שמערץ
טײַכן טרערן װעלן רינען
אָז מען װעט אַמאָל געפֿינען
דעם גרעסטן קבֿר אױף דער װעלט:
דאַרט ליגן מיליאָנען אױף קידוש השם
אין טרעבלינקע.
עס הערט זיך אַ געיאָמער אַ געװײן אין אַ קלאָג
מענטשן האַלב־נאַקעט, פֿון די בעטן אַרױס
ייׅדן טרײַבט מען צו די באַן אַרױס.
נישט בַשרײַבן קען די פֿעדער
װי עס דרײען זיך די רעדער!
די װאַגאָנעס זײַנען פֿיל,
דאָרט פֿירט די ייׅדן אױף קידוש השם
נאָך טרעבלינקע.
און אונדזערע ברידער פֿון יענער זײַט ים
זײ װעלן נישט װײסן דעם ביטערן טעם,
זײ קענען נישט װיסן די ביטערע נױט
אַז יעדן טאָג דערװאָרטעט אונדז דער טױט.
די מלחמה װעט אױך אַמאָל נעמען אַן עק,
די װעלט װעט אַרומנעמען אַ גרױזאַמען שרעק
אומגעפֿילט מיט װײטיק דאָס ייׅדישע הערץ,
װער קען פֿאַרשטײן אונדזערען שמערץ
טײַכן טרערן װעלן רינען
אָז מען װעט אַמאָל געפֿינען
דעם גרעסטן קבֿר אױף דער װעלט:
דאַרט ליגן מיליאָנען אױף קידוש השם
אין טרעבלינקע.
inviata da Riccardo Venturi - 9/6/2013 - 15:52
Lingua: Yiddish
La trascrizione "semitedesca" da Aktion Reinhard Songs.
TREBLINKA
In a klain Shtetl gants morgn fartug
Es hert zekh a Geyumer a Gevain în a Klug
Mentshn, halb nacket, fîn die Betten arois
Yidn traibt men tsî di Ban arois!
Nisht bashraibn ken di Feder,
vi es draien zekh die Raider!
Die Vagones senen fîll
Dort firt men die Yidn
oif Kidush haShem - nukh Treblinka.
În îndzere Brider fîn yener Zait Yam
Zai veln nischt visn dem biteren Tam
Zai kenen nischt vissen di bitere Noit
As yede Schu dervartet îndz der Toit.
Die Milkhume vet oich amul nemen an Ek
Die Velt vet arîmnemen a groizamn Shrek
Ungefillt mit Vaitik dus yidishe Herts
Veyer ken farshtain îndzeren Shmerts.
Taikhen Treren veln rinen,
az men vet amul gefinen
dem grestn Kaiver oif der Welt.
Dort lign Millionen oif Kiddush haShem - in Treblinka.
In a klain Shtetl gants morgn fartug
Es hert zekh a Geyumer a Gevain în a Klug
Mentshn, halb nacket, fîn die Betten arois
Yidn traibt men tsî di Ban arois!
Nisht bashraibn ken di Feder,
vi es draien zekh die Raider!
Die Vagones senen fîll
Dort firt men die Yidn
oif Kidush haShem - nukh Treblinka.
În îndzere Brider fîn yener Zait Yam
Zai veln nischt visn dem biteren Tam
Zai kenen nischt vissen di bitere Noit
As yede Schu dervartet îndz der Toit.
Die Milkhume vet oich amul nemen an Ek
Die Velt vet arîmnemen a groizamn Shrek
Ungefillt mit Vaitik dus yidishe Herts
Veyer ken farshtain îndzeren Shmerts.
Taikhen Treren veln rinen,
az men vet amul gefinen
dem grestn Kaiver oif der Welt.
Dort lign Millionen oif Kiddush haShem - in Treblinka.
inviata da Riccardo Venturi - 10/6/2013 - 09:25
Lingua: Yiddish
La trascrizione in caratteri latini, rifatta "a norma YIVO".
TREBLINKE
In a kleyn shtetl gants morgn fartog
Es hert zikh a geyomer a geveyn in a klog
Mentshn halb naket, fun di betn aroys
Yidn traybt men tsu di ban aroys!
Nisht bashraybn ken di feder
vi es dreyen zikh di reder!
Di vagones zaynen fil,
Dort firt men di yidn af kidesh hashem
Nokh Treblinke.
Un undzere brider fun yener zayt yam
zey veln nisht visn dem bitern tam,
zey kenen nisht visn di bitere noyt
az yedn tog dervart undz der toyt
Di milkhome vet oykh amol nemen an ek,
di velt vet arumnemen a groyzamen shrek
umgefilt mit veytik dos yidishe herts,
ver ken farshteyn undzeren shmerts?
Taykhn trern veln rinen
az men vet amol gefinen
dem grestn keyver af der velt:
dort lign milyonen af kidesh hashem
In Treblinke.
In a kleyn shtetl gants morgn fartog
Es hert zikh a geyomer a geveyn in a klog
Mentshn halb naket, fun di betn aroys
Yidn traybt men tsu di ban aroys!
Nisht bashraybn ken di feder
vi es dreyen zikh di reder!
Di vagones zaynen fil,
Dort firt men di yidn af kidesh hashem
Nokh Treblinke.
Un undzere brider fun yener zayt yam
zey veln nisht visn dem bitern tam,
zey kenen nisht visn di bitere noyt
az yedn tog dervart undz der toyt
Di milkhome vet oykh amol nemen an ek,
di velt vet arumnemen a groyzamen shrek
umgefilt mit veytik dos yidishe herts,
ver ken farshteyn undzeren shmerts?
Taykhn trern veln rinen
az men vet amol gefinen
dem grestn keyver af der velt:
dort lign milyonen af kidesh hashem
In Treblinke.
inviata da Riccardo Venturi - 9/6/2013 - 15:54
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
10 giugno 2013
10 giugno 2013
Con alcune [[|note alla traduzione]]. La traduzione è stata condotta sul testo originale, e ricontrollata.
LA CANZONE DI TREBLINKA
In un piccolo shtetl, molto prima dell'alba
si sentono lamenti, pianti e grida;
gente seminuda buttata giù dai letti,
Ebrei sono portati via alla stazione!
La penna, no, non può descrivere
come girano quelle ruote!
I vagoni sono pieni, là trasportano
gli ebrei verso il martirio 1
A Treblinka.
E i nostri fratelli di là dall'oceano
non sapranno tutta l'amarezza, 2
non sapranno del nostro bisogno,
e che ogni giorno ci aspetta la morte
Finirà la guerra una volta o l'altra
e il mondo ne avrà crudele terrore;
trabocca di dolore il cuore degli ebrei,
chi può capire la nostra pena?
Fiumi di lacrime scorreranno
quando una volta sarà ritrovata
la più grande tomba del mondo:
là giacciono milioni di martiri,
a Treblinka.
In un piccolo shtetl, molto prima dell'alba
si sentono lamenti, pianti e grida;
gente seminuda buttata giù dai letti,
Ebrei sono portati via alla stazione!
La penna, no, non può descrivere
come girano quelle ruote!
I vagoni sono pieni, là trasportano
gli ebrei verso il martirio 1
A Treblinka.
E i nostri fratelli di là dall'oceano
non sapranno tutta l'amarezza, 2
non sapranno del nostro bisogno,
e che ogni giorno ci aspetta la morte
Finirà la guerra una volta o l'altra
e il mondo ne avrà crudele terrore;
trabocca di dolore il cuore degli ebrei,
chi può capire la nostra pena?
Fiumi di lacrime scorreranno
quando una volta sarà ritrovata
la più grande tomba del mondo:
là giacciono milioni di martiri,
a Treblinka.
NOTE alla traduzione
[1] Per il kidesh hashem dell'originale, ovvero il kiddush hashem in pronuncia ashkenazita, è opportuno riportare interamente il relativo articolo Wikipedia:
Appare quindi chiaro che la traduzione più appropriata è "martirio", e "martiri".
[2] Il termine ebraico tam significa sia "gusto, sapore", che "ragione, motivo". Qui potrebbe quindi intendersi sia come "l'amaro sapore", che "l'amaro motivo"; è stato scelto di risolvere con l'astratto "amarezza".
[1] Per il kidesh hashem dell'originale, ovvero il kiddush hashem in pronuncia ashkenazita, è opportuno riportare interamente il relativo articolo Wikipedia:
"Kiddush HaShem (in ebraico קידוש השם "santificazione del nome") è un precetto dell'Ebraismo e include la santificazione del nome di Dio rendendosi "santi". La frase "santificazione del Nome" non appare nella Bibbia ebraica, ma l'istruzione di "santificare il Suo Nome" e viceversa "Non profanare il Suo Nome" (Levitico 22:32) viene frequentemente espressa. Qualsiasi azione compiuta da un ebreo che porti onore, rispetto e gloria a Dio, è considerata una santificazione del Suo Nome, mentre qualsiasi comportamento o azione che disonori, danneggi o profani il Nome di Dio e la sua Torah, è considerato un Chillul Hashem (profanazione del Nome). Il martirio durante le persecuzioni dell'imperatore Adriano è chiamato "santificazione del Nome" nel Talmud babilonese Berachot 20a e Midrash Tehillim. L'atto ultimo di santificazione del Nome viene compiuto quando l'ebreo è pronto a sacrificare la vita piuttosto che trasgredire una qualsiasi delle tre leggi cardinali, cioè adorare idoli (Avodah Zarah, che è culto straniero, commettere certi atti sessuali (come l'incesto o l'adulterio), o commettere un omicidio. Gli ebrei che vennero uccisi o esiliati dalla Spagna e Portogallo durante l'Inquisizione spagnola o portoghese perché non rinunciarono alla loro religione, sono chiamati santi, perché hanno rispettato i comandamenti di non votarsi all'idolatria e hanno quindi santificato in questo modo il nome di Dio. Un altro modo per essere eletti kedoshim è di venir uccisi perché ebrei, anche se non venisse data la costrizione di convertirsi o comunque dissociarsi dalla fede ebraica. Così gli ebrei assassinati durante l'Olocausto perché ebrei, sono considerati kedoshim."
Appare quindi chiaro che la traduzione più appropriata è "martirio", e "martiri".
[2] Il termine ebraico tam significa sia "gusto, sapore", che "ragione, motivo". Qui potrebbe quindi intendersi sia come "l'amaro sapore", che "l'amaro motivo"; è stato scelto di risolvere con l'astratto "amarezza".
Lingua: Tedesco
La traduzione tedesca (presumibilmente della stessa Karsten Troyke) riportata da Aktion Reinhard Songs
Deutsche Übersetzung aus Aktion Reinhard Songs
Deutsche Übersetzung aus Aktion Reinhard Songs
[TREBLINKA]
In einer kleinen Stadt, lange vor Tag
hört man Geschrei, Weinen und Klage
halbnackte Menschen, aus den Betten geholt,
Juden, die zur Bahn gebracht werden.
Niemand kann das beschreiben
Wie die Räder sich drehen
volle Waggons
dort führt man die Juden in den Tod: nach Treblinka.
Unsere Brüder auf der anderen Seite des Meeres,
wissen sie nicht die bittere Wahrheit?
Sie haben von unserer Not nicht erfahren
wo jede Stunde uns den Tod bringt.
Auch dieser Krieg wird einmal ein Ende nehmen
Einen grausamer Schock für die Welt.
Voller Sehnsucht das jüdische Herz
Wer kann unseren Schmerz verstehen?
Flüsse von Tränen werden fließen
Wenn man es entdeckt:
Das größte Grab der Welt
Es sind Millionen, die dort liegen - tot (in Kiddusch Haschem) - in Treblinka.
In einer kleinen Stadt, lange vor Tag
hört man Geschrei, Weinen und Klage
halbnackte Menschen, aus den Betten geholt,
Juden, die zur Bahn gebracht werden.
Niemand kann das beschreiben
Wie die Räder sich drehen
volle Waggons
dort führt man die Juden in den Tod: nach Treblinka.
Unsere Brüder auf der anderen Seite des Meeres,
wissen sie nicht die bittere Wahrheit?
Sie haben von unserer Not nicht erfahren
wo jede Stunde uns den Tod bringt.
Auch dieser Krieg wird einmal ein Ende nehmen
Einen grausamer Schock für die Welt.
Voller Sehnsucht das jüdische Herz
Wer kann unseren Schmerz verstehen?
Flüsse von Tränen werden fließen
Wenn man es entdeckt:
Das größte Grab der Welt
Es sind Millionen, die dort liegen - tot (in Kiddusch Haschem) - in Treblinka.
inviata da Riccardo Venturi - 10/6/2013 - 09:49
×
[1942?]
Tramandato da Sara Bialas-Tenenberg
In: Karsten Troyke, Yidishe Fargesene Lider (1997)
La "canzone di Treblinka" si trova riportata soltanto su un pochissimi siti internet, tra i quali l'importante Aktion Reinhard Songs. Il canto, vi si legge, è stato "kept" (che si potrebbe rendere come "mantenuto, conservato", ma anche "mandato a memoria") da Sara Stefania Sliwka, oggi Sara Bialas-Tenenberg, presumibilmente una sopravvissuta al lager di Treblinka, la quale lo canta nell'album di Karsten Troyke "Yidishe fargesene lider - Jidische vergessene Lieder" ("Canzoni ebree dimenticate", 1997). La canzone, riportata in un album di ambiente tedesco (Karsten Troyke, nata Karsten Bertolt Sellhorn, è un'ebrea tedesca nata a Berlino nel 1960) è riportata in una trascrizione "semitedesca" che è stata qui mantenuta, ma anche riproposta secondo le norme YIVO e poi ritrascritta in caratteri ebraici. Nessuna ulteriore informazione è presente, a parte quella che si tratta di un canto anonimo; da Aktion Reinhard Songs è possibile ascoltare la canzone in mp3 dal canto di Sara Bialas-Tenenberg. [RV]
Storia del campo
Il campo di sterminio di Treblinka si trovava nella regione nord-orientale del Generalgouvernement. Fu costruito in un’area scarsamente popolata vicino Małkinia Górna, un nodo ferroviario lungo la linea Varsavia - Białystok, 4 km a nord-ovest del villaggio di Treblinka e della sua stazione ferroviaria, e circa tre km ad ovest-nord-ovest del villaggio di Wólka Okrąglik. Il luogo scelto era fittamente boscoso e ben nascosto alla vista. Nel 1941, un campo di reclusione conosciuto come Treblinka I fu installato nelle vicinanze. Polacchi ed Ebrei vi furono reclusi, costretti a lavorare in cave delle quali estraevano materiali usati per la costruzione di fortificazioni lungo il confine tedesco-sovietico.
Il campo di sterminio fu installato nell’ambito dell’Aktion Reinhard; il lavoro iniziò nel tardo Maggio / inizio Giugno 1942. Gli appaltatori erano le ditte tedesche di costruzione Schönbronn (Lipsia) e Schmidt-Münstermann. Il filo spinato fu fornito dalla Società Deutsche Seil- und Drahtfabrik (Freiberg / Sachsen). Treblinka fu pronta per ricevere trasporti a partire dal 22 Luglio 1942. Ebrei di Varsavia e delle città circostanti, così come prigionieri di Treblinka I, furono utilizzati per completare la costruzione. Incaricato dei lavori fu l’ SS-Hauptsturmführer Richard Thomalla, l’esperto di costruzioni dell’ Aktion Reinhard. Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, visitò Treblinka nella primavera del 1942.
Il testimone Lucjan Puchala rievocò: "Inizialmente non sapevamo lo scopo del binario ferroviario che avevamo costruito, e fu solo alla fine del lavoro che scoprii, da una conversazione tra Tedeschi, che il binario avrebbe condotto ad un campo per Ebrei. Il lavoro durò 2 settimane, e fu completato il 15 Giugno 1942. Parallelamente alla costruzione del binario, continuarono i lavori di sistemazione del terreno. Le SS e gli Ucraini sorvegliavano il lavoro, uccidendo alcune dozzine di persone ogni giorno. Così, quando guardai dal posto dove io lavoravo verso il luogo dove gli Ebrei lavoravano, il campo era coperto di corpi. I lavoratori arrivati furono impiegati nello scavare profonde fosse e nel costruire diverse baracche. In particolare so che un edificio fu costruito in mattoni e cemento, il quale, come ho imparato più tardi, conteneva persone - camere di sterminio."
Il primo comandante del campo fu l’austriaco SS-Obersturmführer Irmfried Eberl, che prestò servizio a Bernburg, uno dei sei centri di eutanasia. Nell’ Agosto 1942 fu sostituito da Franz Stangl, SS-Obersturmführer, precedente comandante del campo di sterminio di Sobibór. 20 - 30 SS tedesche e austriache (la maggior parte delle quali aveva servito nel programma di eutanasia) erano assistite da 90 - 120 guardie ucraine. Alcuni degli Ucraini furono incaricati di altri compiti, incluso le operazioni nelle camere a gas. Fra questi c’erano l’infame Ivan Marčenko e il meno noto Nikolaj Šalejev. La maggioranza degli Ucraini erano prigionieri di guerra sovietici, che si offrirono spontaneamente per servire i Tedeschi e furono arruolati e addestrati ai loro compiti nel campo di Trawniki. Alcuni tra loro erano di estrazione tedesca, i cosiddetti Volksdeutsche, che furono principalmente nominati comandanti di plotoni o di unità.
700 - 1.000 prigionieri Ebrei effettuavano il lavoro manuale, incluso il lavoro che era parte del processo di sterminio. Inoltre si occupavano delle necessità personali della guarnigione di SS. Gruppi di specialisti Ebrei furono utilizzati in lavori di costruzione, che continuarono persino durante le attività di sterminio. I detenuti furono anche impiegati per tagliare rami di pino usati per camuffare le recinzioni di filo spinato. I prigionieri venivano selezionati per il lavoro dai trasporti in arrivo. Dopo alcuni giorni erano uccisi, e rimpiazzati da nuovi arrivati. Nel Settembre 1942 Stangl introdusse un commando permanente di prigionieri Ebrei. Alcuni dovevano scaricare i vagoni ("Commando della stazione"), altri lavorare al “piazzale di svestizione”, altri ancora al "piazzale di smistamento", alle camere a gas e alle fosse comuni.
A Natale del 1942, Stangl ordinò la costruzione di una falsa stazione ferroviaria: un orologio con numeri dipinti ed indicante sempre le 6.00, sportelli per i biglietti, diversi tabelloni degli orari e frecce (incluse alcune indicanti le coincidenze dei treni "Per Varsavia", "Per Wolkowice" e "Per Białystok") erano dipinti sulla facciata delle baracche di smistamento. Lo scopo era di tranquillizzare le vittime in arrivo, facendo loro credere di essere veramente arrivate in un campo di transito. Per rendere la zona di residenza delle SS il più possibile piacevole, furono anche costruiti uno zoo e un giardino dove bere birra.
In aggiunta alle strutture del campo, venne creato un binario ferroviario secondario, conducente dal campo alla vicina stazione ferroviaria, gestita dal capostazione Franciszek Zabecki. Enormi buche, usate come fosse comuni, furono scavate all’interno del campo. Il campo si presentava in forma di rettangolo irregolare, lungo 600 m e largo 400 m, circondato da una recinzione di filo spinato intrecciato con rami di albero, per impedire qualsiasi sguardo dall’esterno. Una seconda e più esterna recinzione consistente di filo spinato e ostacoli anticarro (Cavalli Spagnoli) fu costruita successivamente. Torri di guardia (alte 8 m) vennero piazzate ad ognuno dei quattro angoli del campo, e altre torri furono costruite nella zona di sterminio. Il campo fu diviso in tre zone di circa la stessa dimensione; l’area di residenza delle SS e degli Ucraini, la zona di ricezione (Auffanglager) e quella di sterminio (Totenlager). La zona delle SS e quella di ricezione erano chiamate “Campo Inferiore”, mentre la zona di sterminio era conosciuta come “Campo Superiore”.
La zona della SS si trovava nella sezione nord-ovest del campo. Comprendeva gli alloggiamenti per le SS tedesche e per il personale ucraino, così come altri edifici amministrativi, che includevano uffici, infermeria, magazzini e officine. Il cancello d’ingresso del campo era nella parte nord-occidentale, vicino al binario ferroviario. Un cancello più elaborato venne costruito successivamente, consistente di due colonne di legno, entrambe decorate con fiori di metallo, e coronate con un piccolo tetto collocato sopra le colonne. Di notte dei riflettori illuminavano l’entrata. Ucraini e SS erano posti al cancello e alla guardiola. All’ingresso un cartello riportava la scritta "SS Sonderkommando Treblinka". Un piazzale di 100 x 100 m era separato dal resto del campo mediante una barriera di filo spinato. Conteneva tre baracche disposte a “U”. Qui i prigionieri Ebrei che lavoravano nel “Campo Inferiore” trascorrevano le notti. Sul lato lontano della zona dell’appello di questa sezione c’era la latrina, coperta da un tetto di paglia.
I trasporti arrivavano nella zona di ricezione, nella parte sud-ovest del campo. Questa sezione includeva il binario ferroviario, la piattaforma con la rampa (200 m) e il falso edificio della stazione. All’entrata del binario c’era un cancello in legno avvolto da filo spinato, camuffato con rami d’albero. Anche il Lazarett, un piccolo luogo di esecuzioni, si trovava nella zona di ricezione. Le persone troppo malate o deboli per continuare verso le camere a gas, insieme con i bambini non accompagnati o quelli che erano stati feriti durante il trasporto, erano portati in quest’area recintata comprendente un piccolo edificio in legno, sul quale sventolava la bandiera della Croce Rossa. Dopo la svestizione nella “sala d’attesa” erano fucilati alla nuca e gettati in una fossa nella quale ardeva costantemente il fuoco. Accanto alla rampa si trovavano due grandi baracche dove gli oggetti appartenuti alle vittime erano smistati e immagazzinati. A nord di questi magazzini vi era il “piazzale della stazione”. Ad est di questa sezione c’era l’area recintata chiamata "piazzale di svestizione" (Entkleidungsplatz). In questo luogo gli uomini erano separati dalle donne e dai bambini. Due grandi baracche erano qui collocate: quella a nord, utilizzata dalle donne per svestirsi e per il taglio dei capelli, e quella a sud, utilizzata nella prima fase dell’esistenza del campo come dormitorio per i prigionieri maschi. Quest’ultima baracca fu usata successivamente come deposito di merci. Gli uomini destinati al gas si spogliavano all’aria aperta, tra le baracche.
La zona di sterminio (approssimativamente 200 x 250 m), dove vennero effettuati gli omicidi di massa, era nella parte sud-orientale del campo. Questa sezione era completamente isolata dal resto del campo mediante una barriera di filo spinato camuffata con rami di alberi, così come attraverso alti terrapieni, allo scopo di impedire la visuale dall’esterno. Le camere a gas erano collocate in un lungo edificio in mattoni, all’interno della zona di sterminio. Durante la fase iniziale del campo c’erano tre camere a gas, simili alle prime camere a gas costruite a Sobibor. Una locale attaccato all’edificio conteneva un motore che introduceva nelle camere, attraverso dei tubi, il gas velenoso a base di monossido di carbonio. Il locale ospitava anche un generatore che forniva elettricità all’intero campo.
A est delle camere a gas e vicino ad esse si trovavano enormi fosse per seppellire i cadaveri. Alcune di queste fosse erano lunghe circa 50 m, larghe 25 m e profonde 10 m. Furono preparate da un’escavatrice portata dalla cava del campo di Treblinka I. Inizialmente i corpi erano trasportati dalle camere a gas alle fosse con carrelli ribaltabili spinti dai membri del Sonderkommando, su un binario a scartamento ridotto. Tuttavia questo sistema si dimostrò poco pratico, e fu sostituito dal trasporto dei corpi su barelle. A sud-est delle camere a gas, due baracche unite, racchiuse da una barriera di filo spinato, vennero erette per il Sonderkommando. Le baracche includevano una cucina, una toilette e più tardi una lavanderia. Una torre di osservazione e una guardiola furono costruite al centro della zona di sterminio.
Il "piazzale di svestizione" nel "Campo Inferiore" era collegato alla zona di sterminio dal “Tubo”. Questo passaggio, lungo 80 - 90 m e largo circa 4 m, era racchiuso da una recinzione di filo spinato, alta 2 m, camuffata con rami di piante. I Tedeschi lo chiamavano Himmelfahrtstraße ("La strada verso il cielo"). Cominciava dietro la baracca di svestizione delle donne, continuava verso est per poi piegare a sud in direzione delle camere a gas. Gli Ebrei nudi venivano condotti lungo questo passaggio verso l’edificio delle camere a gas.
I trasporti in arrivo generalmente consistevano di 50 - 60 carri bestiame contenenti sei o settemila persone in totale. Dopo aver oltrepassato il nodo ferroviario di Małkinia Górna, i treni attraversavano il fiume Bug e arrivavano a fermarsi alla stazione del villaggio di Treblinka. Ogni trasporto veniva diviso in sezioni di venti vagoni, che erano spinti da una locomotiva sul raccordo che conduceva al campo. I vagoni rimanenti attendevano alla stazione. Quando ogni sezione del trasporto stava per entrare nel campo, Ucraini e SS prendevano posizione sulla piattaforma ferroviaria e nella zona di ricezione. Quando i vagoni si fermavano, le porte erano aperte una alla volta dal “Commando della stazione” (Kommando Blau) e le SS ordinavano agli Ebrei di abbandonare i vagoni.
Oskar Strawczyński: "Corremmo fuori il più veloce che potemmo per evitare i colpi di frusta sulla testa, e ci trovammo su una lunga, stretta piattaforma, piena zeppa di gente. Tutte facce familiari - vicini e conoscenti. La polvere così tremenda, oscurava la luce del sole. Un odore di carne bruciata soffocava il respiro. Involontariamente, vidi di sfuggita una montagna di vestiti, scarpe, biancheria e ogni tipo di oggetto che poteva essere visto oltre la recinzione. Ma non c’era tempo per pensare... La densa massa di persone veniva spinta e compressa attraverso un cancello…"
Un ufficiale delle SS annunciava poi agli arrivati che erano giunti in un campo di transito, dal quale sarebbero stati spediti in vari campi di lavoro, ma per prima cosa essi dovevano fare una doccia per motivi igienici, e avere i loro vestiti disinfestati. Ogni oggetto prezioso e i soldi in loro possesso dovevano essere consegnati in custodia e sarebbero stati loro restituiti dopo la doccia. In seguito a questo annuncio, agli Ebrei era ordinato di passare nel “piazzale di deportazione”. All’entrata del “piazzale di svestizione", agli uomini era ordinato di andare a destra per spogliarsi, alle donne e ai bambini di andare a sinistra. Sorvegliati dal “Commando rosso”, questa operazione doveva sempre essere fatta di corsa ed era accompagnata da grida e percosse da parte delle guardie. A cominciare dall’ autunno 1942, i capelli delle donne venivano tagliati dietro una parete divisoria alla fine della baracca di svestizione. In seguito le vittime, nude, entravano nel “tubo” che portava alle camere a gas. Alcune fonti sostengono che donne e bambini erano gassati per primi, mentre gli uomini nudi dovevano attendere nel “piazzale di svestizione”. Altre propongono che erano gli uomini ad essere gassati per primi. È possibile che il primo gruppo a venire gassato dipendesse dalla natura del trasporto.
Oskar Strawczyński: "Ma là, in quel doloroso piazzale del trasporto, non c’era tempo per lacrime o sentimenti. A mala pena ho avuto il tempo di consegnare a mia moglie la coperta di lana per i bambini, che avevo attentamente nascosta. Una mano brutale afferrò la mia spalla e fui scagliato sull’altro lato del piazzale. Tentai di rimanere con mio padre. Il posto era stipato di gente. Da un lato c’erano le donne coi bambini piccoli, dall’altro uomini obbligati ad inginocchiarsi. In mezzo stavano le SS, gli Ucraini con armi in mano e un gruppo di circa quaranta uomini con un bracciale rosso. Erano Ebrei - il distaccamento dei “Rossi”. Nel linguaggio di Treblinka erano chiamati "Chevra Kedisha" (Società del servizio funebre). Il più appariscente fra tutte le persone sul piazzale era un ufficiale tedesco, un uomo robusto con una barba corta, che montava un bel cavallo marrone. Si muoveva altezzosamente sul suo cavallo, nel mezzo del piazzale. A un certo punto si girò verso gli uomini inginocchiati e gridò: "Artigiani fuori!" Un certo numero di uomini uscì fuori. La maggior parte, comunque, venne spedita indietro. Solo pochi furono messi in disparte, dove una SS fece un’ulteriore selezione, e del gruppo rimasero in tre. Io ero inginocchiato a fianco di mio padre. La mia mente era completamente vuota. Nessuna sensazione, nessun pensiero. Addirittura non dissi una sola parola a mio padre."
Una volta chiuse le vittime all’interno delle camere a gas, un motore diesel veniva messo in funzione e il gas contenente monossido di carbonio era spinto all’interno delle camere. Entro 20 - 30 minuti, tutte le vittime erano morte. I loro corpi erano rimossi dalle camere e portati alle fosse di seppellimento o di cremazione. Nella fase iniziale, un gruppo di venti vagoni contenenti 2.000 - 3.000 persone poteva essere liquidato in 3 - 4 ore. Successivamente i Tedeschi "acquisirono esperienza" e ridussero la durata del processo di uccisione ad un’ora e mezza. Proprio quando il primo gruppo di Ebrei era assassinato, i vagoni nei quali erano stati trasportati venivano sgombrati e puliti. Circa 50 prigionieri eseguivano questo compito. I vagoni erano poi trainati fuori dal campo per fare spazio alla successiva porzione del convoglio, con il suo carico umano.
In quello stesso tempo, un’altra squadra di circa 50 prigionieri raccoglieva i vestiti e la merce che era stata mantenuta nel “piazzale di svestizione” e li trasferiva al “piazzale di smistamento”. Qui un “Commando di smistamento” cercava oggetti di valore e soldi, e divideva i vestiti. Questo commando era anche responsabile della rimozione della Stella di Davide dai vestiti, e della distruzione di carte d’identità e di altri documenti che i Tedeschi non consideravano di valore. Una volta smistate, le proprietà delle vittime erano inviate nei magazzini delle SS a Lublino. 200 - 300 prigionieri, il "Commando Speciale" (Sonderkommando), erano impiegati nella zona di sterminio con i compiti di rimuovere i corpi dalle camere a gas, lavare le camere, estrarre i denti d’oro delle vittime e seppellirne i corpi. A partire dall’ inverno 1942/43 i corpi vennero cremati dal Sonderkommando, anziché essere sepolti.
Come a Belzec e a Sobibór, i Tedeschi presto si accorsero che il numero di camere a gas disponibili era inadeguato a trattare il volume di Ebrei trasportati per essere liquidati. Tra i primi di Settembre 1942 e l’inizio di Ottobre 1942, decisero quindi di costruire le "nuove camere a gas", comprendenti dieci camere per l’eliminazione di Ebrei. Allo scopo di reperire i mattoni necessari per la costruzione del nuovo edificio, la ciminiera della vecchia fabbrica di vetro di Małkinia Górna fu demolita dall’esperto in costruzioni del campo, Erwin Lambert. Heinrich Arthur Matthes era l’ufficiale capo del “Campo superiore”, assistito da Gustav Münzberger, Fritz Schmidt e dagli Ucraini Marčenko e Šalejev.
Il programma di sterminio a Treblinka iniziò il 23 Luglio 1942. Il primo trasporto arrivò dal ghetto di Varsavia. Al 21 Settembre 1942 254.000 Ebrei provenienti dal Ghetto di Varsavia e 112.000 deportati da altri luoghi del distretto di Varsavia furono assassinati a Treblinka. Fra le vittime ci fu Janusz Korczak, il noto direttore di un orfanotrofio di Varsavia. Per l’ inverno del 1942-43, furono uccisi 337.000 Ebrei del distretto di Radom, così come 35.000 del distretto di Lublino. In totale, si stima che 738.000 Ebrei provenienti dal Generalgouvernement e più di 107.000 del distretto di Białystok furono massacrati tra Luglio 1942 e Aprile 1943, sempre accompagnati dall’ orchestra del campo.
Anche Ebrei da fuori la Polonia perirono a Treblinka: 7.000 Ebrei della Slovacchia (che erano stati prima deportati nei ghetti nel Generalgouvernement) furono assassinati nell’ estate e autunno 1942. Tra il 5 Ottobre e il 25 Ottobre 1942, cinque trasporti portarono 8.000 Ebrei da Terezín (Theresienstadt). Dalla Grecia più di 4.000 Ebrei (che furono prima deportati dalle loro case nella Tracia verso la Bulgaria) arrivarono nell’ultima metà del Marzo 1943. 7.000 Ebrei della Macedonia furono uccisi tra Marzo 1943 e Aprile 1943. Almeno un trasporto di 2.800 Ebrei fu inviato da Salonicco alla fine di Marzo 1943. Anche 2.000 Zingari furono assassinati a Treblinka. Il programma di sterminio continuò fino ad Aprile 1943, data oltre la quale arrivarono solo pochi isolati trasporti. Dalla visita del Reichsführer-SS Heinrich Himmler a Treblinka, nel tardo Febbraio o inizio Marzo 1943, derivò l’ordine di cremazione dei corpi. Le fosse comuni vennero aperte e i corpi furono esumati e bruciati su enormi griglie di cremazione, costruite con tronconi di binari ferroviari ("Aktion 1005").
Durante la primavera 1943, una feroce epidemia di tifo colpì i prigionieri Ebrei. Centinaia di loro furono giustiziati al Lazarett da August Miete e Willi Mentz. Si ebbero vari tentativi di resistenza individuale; per esempio, l’uccisione dell’SS Max Biała da parte di Meir Berliner l’ 11 Settembre 1942, ma non fu che nei primi mesi del 1943 che venne formato un gruppo di resistenza. Questo gruppo comprendeva Galewski, il dottor Julian Chorazycki, Zelo Bloch, Zvi Kurland, Rudolf Mazarek e il dottor Leichert. Non tutti questi membri sopravvissero alla rivolta; molti morirono eroicamente. Quando la cremazione dei corpi fu quasi completata, e fu chiaro che il campo e i prigionieri sarebbero stati liquidati, i comandanti del movimento clandestino si convinsero che la rivolta non poteva essere posticipata più a lungo. Il giorno e l’ora furono fissati - 5 del pomeriggio del 2 Agosto 1943. Inizialmente la rivolta andò secondo i piani. L’armeria venne aperta con una copia della chiave. Le armi furono rimosse e consegnate ai membri del gruppo di resistenza. Poco prima dell’ora in cui l’inizio della rivolta era stato programmato, alcune SS avevano deciso di fare un bagno nel vicino Fiume Bug, indebolendo così la guarnigione. A causa di ciò, e al fine di assicurare che la rivolta non venisse compromessa, gli insorti non ebbero alternativa e iniziarono la rivolta prima del previsto. I ribelli che possedevano armi rubate aprirono il fuoco sulle guardie del campo. La stazione di carburante esplose e le baracche in legno furono incendiate. Le camere a gas non furono danneggiate. Una massa di prigionieri cercò di prendere d’assalto le recinzioni, al fine di fuggire dal campo. Furono bersaglio degli spari delle guardie poste sulle torri. La maggior parte di loro, tentando di scappare, venne colpita mentre era impigliata nelle barriere di filo spinato, intrecciate con trappole anticarro. Quelli che scapparono furono inseguiti dalla polizia locale e dalle forze di sicurezza, incluso guardie provenienti da Treblinka I. 1.000 internati erano ancora vivi quando la rivolta scoppiò il 2 Agosto 1943. Di questi, solo 200 riuscirono a fuggire. Circa 60 tra i fuggitivi erano ancora vivi alla fine della guerra per raccontare al mondo gli orrori di Treblinka.
Un certo numero di sopravvissuti testimoniò nel dopoguerra al processo di Josef Hirtreiter negli anni ’50. Il principale processo alle SS di Treblinka si ebbe nel 1964/65; il processo al comandante Stangl nel 1970. Dei prigionieri che rimasero nel campo dopo la rivolta, alcuni furono uccisi sul posto. I restanti furono obbligati a demolire le strutture rimanenti e cancellare tutte le tracce delle attività di sterminio. Siccome le camere a gas erano ancora operative, le ultime vittime vennero gassate il 21 Agosto 1943. Erano trasporti provenienti da Białystok e avevano i numeri PJ 207 e PJ 208.
Quando questa ultima gassazione fu completata, la zona del campo fu arata e vennero piantati degli alberi. Il campo fu trasformato in una fattoria. Una guardia ucraina, un certo Streibel, vi fu sistemato, allo scopo di dare l’impressione che niente di terribile fosse successo sul luogo, e per impedire che la popolazione locale dissotterrasse eventuali oggetti preziosi rimanenti. Dopo che l’Ucraino lasciò il posto, la popolazione locale scese nella zona, alla ricerca di oro e altri preziosi. Durante queste operazioni dissotterrarono parti di corpi decomposti. I prigionieri Ebrei rimanenti, che furono obbligati a smantellare il campo, furono trasferiti nel campo di sterminio di Sobibor il 20 Ottobre 1943, via Siedlce e Chełmno. Il 17 Novembre 1943 partì l’ultimo trasporto, portando via delle attrezzature. Parti delle baracche furono invitate al campo di lavoro di Dorohucza vicino Trawniki.
Si stima che un minimo di 700.000 - 800.000 Ebrei persero la vita a Treblinka. La più recente ricerca indica una cifra uguale o superiore al valore più alto di questo intervallo.