Andr’oda taboris, joj,
phares buti keren
phares buti keren, joj
mek mariben chuden.
Ma maren, ma maren, joj
bo man murdarena,
hin man khere chave, joj
ko len likerela?
phares buti keren
phares buti keren, joj
mek mariben chuden.
Ma maren, ma maren, joj
bo man murdarena,
hin man khere chave, joj
ko len likerela?
inviata da Dead End - 21/11/2012 - 14:47
Lingua: Italiano
Traduzione italiana da “Le persecuzioni contro gli zingari: una pagina tragica e poco conosciuta", a cura di Angelo Arlati, Francesca Manna e Carlo Cuomo, 1997.
NEL CAMPO DI LAVORO
Nel campo di lavoro
ci fanno lavorare
ci fanno lavorare, joj
e ci picchiano.
Non picchiatemi, joj,
così mi ammazzate,
ho bambini a casa, joj,
chi li alleverà?
Nel campo di lavoro
ci fanno lavorare
ci fanno lavorare, joj
e ci picchiano.
Non picchiatemi, joj,
così mi ammazzate,
ho bambini a casa, joj,
chi li alleverà?
inviata da Dead End - 21/11/2012 - 14:48
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Canto di Rom slovacchi internati nei lager, sull’aria di “Chajori Romani”, canzone tradizionale dei Roma.
Già prima dell’annessione della regione dei Sudeti alla Germania nazista nel 1939 in Slovacchia venne instaurato un regime fascista, guidato da religiosi cattolici come Jozef Tiso e Andrej Hlinka, che per tutta la guerra garantì l’appoggio ad Hitler. Il regime slovacco collaborò anche nella persecuzione di ebrei e zingari. Ben 58.000 ebrei, circa il 75% della comunità ebraica slovacca, finì nei campi di concentramento; la popolazione zingara era di numero sensibilmente inferiore e i suoi membri all’inizio furono internati in campi di lavoro, dove tuttavia le condizioni di vita erano terribili e che comunque nel 1944, dopo la fine del governo indipendente e l’occupazione tedesca, passarono sotto il controllo nazista. Migliaia furono gli zingari slovacchi a morire in campi come quello di Lety, nel distretto di Písek, che per molti furono poi solo l’anticamera di Auschwitz.