Ed io, che sono un piccolo soldato
quando sarò grande porterò la pace
accenderò una luce
finalmente anche io
che sono un prigioniero
chiuso in una stanza
da questa finestra
vedo un'alba fragile ed incerta
E sento
il grido violento
di un treno viaggiante
su questa pianura
che sembra una madre
distesa a riposo
sulla sua schiena
il treno cavalca
riposo non ha
il treno che va
e rincorre la nebbia
nel sogno spezzato
la mia palla gialla
come fosse un gioco
ma un gioco non è
Ed io, che sono un piccolo scrittore
per comunicare meglio scriverò
in tutte le lingue
anche in quelle sconosciute e misteriose
sarò pronto a raccontare
tutto il sonno che ho perduto
la pietà che cresce dentro
nel sentire
il grido violento
di un treno viaggiante
su questa mia vita
appena iniziata
il treno cavalca
sulla mia schiena
distesa a riposo
riposo non ha
il treno che va
e rincorre la nebbia
silnzio spezzato
la mia bici rossa
come fosse un gioco
ma un gioco non è
E sento
il grido violento
di un treno viaggiante
su questa pianura
che sembra una madre
distesa a riposo
sulla sua schiena
quel treno cavalca
riposo non ha
il treno che va
e rincorre la nebbia
silenzio spezzato
la mia palla gialla
come fosse un gioco
ma un gioco non è
quando sarò grande porterò la pace
accenderò una luce
finalmente anche io
che sono un prigioniero
chiuso in una stanza
da questa finestra
vedo un'alba fragile ed incerta
E sento
il grido violento
di un treno viaggiante
su questa pianura
che sembra una madre
distesa a riposo
sulla sua schiena
il treno cavalca
riposo non ha
il treno che va
e rincorre la nebbia
nel sogno spezzato
la mia palla gialla
come fosse un gioco
ma un gioco non è
Ed io, che sono un piccolo scrittore
per comunicare meglio scriverò
in tutte le lingue
anche in quelle sconosciute e misteriose
sarò pronto a raccontare
tutto il sonno che ho perduto
la pietà che cresce dentro
nel sentire
il grido violento
di un treno viaggiante
su questa mia vita
appena iniziata
il treno cavalca
sulla mia schiena
distesa a riposo
riposo non ha
il treno che va
e rincorre la nebbia
silnzio spezzato
la mia bici rossa
come fosse un gioco
ma un gioco non è
E sento
il grido violento
di un treno viaggiante
su questa pianura
che sembra una madre
distesa a riposo
sulla sua schiena
quel treno cavalca
riposo non ha
il treno che va
e rincorre la nebbia
silenzio spezzato
la mia palla gialla
come fosse un gioco
ma un gioco non è
inviata da DonQuijote82 - 24/9/2012 - 11:57
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“Il punto di vista è quello di un bambino che vive nelle campagne limitrofe al campo di Fossoli e sente passare i treni che vi trasportano ebrei e prigionieri politici. Non ha le idee chiare su quanto realmente stia avvenendo ma conosce già la guerra e con la sensibilità tipica dei fanciulli sente che è in corso una tragedia se è possibile ancora piu grande..
..E sogna un altro futuro…un futuro che gli appartenga.”
Il campo di Fossoli nacque come campo di prigionia e concentramento situato nell'omonima località dell'Emilia-Romagna, allestito dagli italiani nel 1942. Fu successivamente utilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito (in lingua tedesca: Polizei- und Durchgangslager) per la deportazione in Germania di ebrei e oppositori politici. Nel dopoguerra, vi furono internati prigionieri dello sconfitto regime, fu inoltre usato per campo profughi e fu in esso che mosse i primi passi la comunità di Nomadelfia.
A circa 5 km da Carpi, in località Fossoli, rimangono ancora visibili le tracce di quello che, dal 1942 al 1947, fu un grande campo di concentramento (ma anche di transito).
Le attuali condizioni del sito sono il risultato di una serie di stratificazioni d'uso succedutesi dal 1942 al 1970.
Maggio 1942 - 8 settembre 1943: Campo per prigionieri di guerra (PG 73)
Istituito dal Regio esercito italiano per i militari britannici, sudafricani, neozelandesi catturati nelle operazioni di guerra in Africa settentrionale.
5 dicembre 1943 – 15 marzo 1944: Campo concentramento per ebrei della Repubblica Sociale Italiana
La Repubblica Sociale Italiana apre a Fossoli, in ottemperanza ai dettami della Carta di Verona e dell'Ordine di Polizia n. 5, il campo di raccolta speciale per gli ebrei provenienti dai campi provinciali del territorio della RSI. Dal gennaio del 1944, oltre agli ebrei, cominciano ad essere internati nel campo anche gli oppositori politici. Partono anche i primi due treni di deportazione degli ebrei verso lo sterminio a Auschwitz, il 19 e il 22 febbraio 1944. Sul secondo convoglio diretto verso questa meta, viaggia con altri 650 deportati anche Primo Levi che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine del famoso libro Se questo è un uomo e nella poesia Tramonto a Fossoli.
15 marzo – primi di agosto 1944: Polizei-und Durchgangslager
Nel baraccaNel corso del 1944, diviene il Campo di Polizia e Transito (Polizei-und Durchgangslager) utilizzato dalle SS e inserito di fatto nel sistema concentrazionario nazista, quale principale campo deputato alla deportazione dall'Italia verso i Lager del Reich.
Campo per ebrei e politici
I circa 5000 deportati politici e razziali internati a Fossoli ebbero come tragiche destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Mauthausen, Ravensbruck. Ad oggi è noto che tra il gennaio e l'agosto 1944 siano stati organizzati per gli internati di Fossoli almeno 8 convogli ferroviari, cinque dei quali destinati ad Auschwitz.
La Questura di Modena (Rsi) resta a dirigere il Campo Vecchio (l'area a nord che si affaccia su via Grilli) e vi fonda il campo per internati civili (attivo fino all'inverno del 1944). Già presenti dal febbraio 1944, le SS in marzo assumono ufficialmente la direzione del campo di Polizia e Transito nel Campo Nuovo (l'area a sud-est che si affaccia su via Remesina): prigionieri politici e razziali vengono qui trasferiti dai campi e dalle carceri del nord Italia per essere deportati nei Lager europei. A causa dell'avvicinarsi del fronte e dell'intensificarsi delle pressioni partigiane nella zona, la gestione e il controllo del campo diventano difficili: il 2 agosto il comando tedesco decide la chiusura del Dulag e il suo trasferimento più a nord, a Bolzano-Gries. Si stima che siano passati da Fossoli circa 5000 deportati, di cui la metà ebrei: un terzo dei deportati ebrei del nostro paese transita per il campo di Fossoli.
Agosto 1944 - novembre 1944: Centro di raccolta per manodopera per la Germania
Il Campo Nuovo passa alle dipendenze della Direzione generale per l'ingaggio della manodopera per la Germania (Gba): il campo raccoglie cittadini rastrellati, oppositori politici, uomini e donne da inviare al lavoro coatto nei territori del Terzo Reich. In seguito ai bombardamenti il campo viene trasferito a Gonzaga nel mantovano.
Dopoguerra
Seppur nato dalle vicende belliche, nel dopoguerra l'utilizzo del campo non si arresta e viene riadattato anche per scopi abitativi. Le trasformazioni fatte piegano le preesistenti strutture di prigionia alla nuove esigenze di vita quotidiana di una comunità civile, nascondendo in parte i segni più evidenti del Dulag. Si ritiene che siano originali la muratura delle baracche e la posizione delle strutture superstiti.
Campo di concentramento di prigionieri dello sconfitto regime
Dopo la fine della guerra il Campo Nuovo viene utilizzato come campo di concentramento per prigionieri, militari che avevano combattuto al servizio dello sconfitto regime o civili collaboratori dello sconfitto regime.
In questa fase, come nelle fasi precedenti, Francesco Venturelli, parroco di Fossoli, svolse opera di assistenza ai prigionieri. Nel clima di forte contrapposizione di quei mesi il Venturelli fu ucciso il 15 gennaio 1946.
Agosto 1945 – maggio 1947: Centro di raccolta profughi stranieri
Dopo la fine della guerra il Campo Nuovo viene utilizzato dalla Questura di Modena come centro di raccolta per profughi ed anche ebrei reduci dai lager in attesa del rimpatrio.
Al 1946 il Campo Vecchio risulta già demolito e l'area destinata ad uso agricolo.
Maggio 1947 – agosto 1952: Nomadelfia
I Piccoli apostoli abbattono i reticolati dei campiIl 19 maggio del 1947 il sito è occupato da Don Zeno Saltini che vi insedia l'Opera Piccoli Apostoli. Con un colpo di mano i ragazzi orfani sono in prima linea ad abbattere i reticolati e si insediano nel campo. Nascerà la comunità di Nomadelfia per bambini abbandonati e orfani di guerra. Nel momento di massima espansione si raggiunge la cifra di 700 bambini e, compresi gli adulti, si arriva alle 1.000 persone. Dopo un po' di tempo, il governo (particolarmente il ministro degli interni Mario Scelba) decide di porre fine all'esperimento in cui il cristianesimo si univa ad un forte impegno sociale detto comunismo evangelico e don Zeno, anche per la pesante situazione debitoria, è costretto a lasciare Fossoli. Nel 1952 la comunità si trasferisce a Grosseto, in una tenuta donata dalla contessa Pirelli.
Comunità di Nomadelfia 1954 – 1970: Villaggio San Marco [modifica]L'Opera assistenziale profughi giuliano-dalmati ottiene l'ex campo Fossoli per i propri assistiti: cominciano ad arrivare le prime famiglie di profughi italiani provenienti dai territori dell'Istria e della Venezia Giulia passati sotto il controllo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Con il trasferimento nel 1970 dell'ultima famiglia nel tessuto urbano di Carpi, termina l'esperienza del Villaggio San Marco.
Il campo oggi
Il Campo oggiOggi del campo originale sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture superstiti.
Nel 1984 grazie ad una legge speciale, l'area dell'ex Campo di Fossoli venne concessa a titolo gratuito al Comune di Carpi che, dopo l'apertura nel 1973 del Museo – Monumento al Deportato, ne aveva fatto richiesta all'Intendenza di Finanza. Fino al gennaio 2001 la gestione del Museo e dell'ex campo fu a cura del Comune di Carpi, che da quella data in poi l'affidò alla Fondazione Fossoli.
I terremoti dell'Emilia del 20 e del 29 maggio 2012 hanno arrecato danni rilevanti alle baracche causando l'inagibilità del campo e la sua chiusura ai visitatori che vi varcano l'entrata in circa 30.000 all'anno.
Ben 2844 ebrei passarono per il campo di Fossoli, di questi ben 2802 furono deportati
(DoNQuijote82)