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Masters Of War

Bob Dylan
Lingua: Inglese


Bob Dylan

Lista delle versioni e commenti


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basic
The Freewhelin’ Bob Dylan, 1963
The Freewhelin’ Bob Dylan, 1963
[1963]

Dall'album "The Freewheelin' Bob Dylan"
From "The Freewhelin' Bob Dylan"
De l'album "The Freewhelin' Bob Dylan".


Testo di Bob Dylan
Musica: Bob Dylan, basata sulla rielaborazione di Jean Ritchie della ballata tradizionale inglese Fair Nottamun Town (video)

Lyrics by Bob Dylan
Music: Bob Dylan, based on Jean Ritchie's elaboration of the English folk-ballad Fair Nottamun Town

Paroles de Bob Dylan
Musique: basée sur la ré-élaboration par Jean Ritchie de la ballade traditionnelle anglaise Fair Nottamun Town




INDICE RAPIDO DELLE VERSIONI DISPONIBILI [22 lingue sinora]
QUICK INDEX OF VERSIONS AVAILABLE [22 languages up to now]
INDEX RAPIDE DES VERSIONS DISPONIBLES [22 langues jusqu'à présent]

Italiano 1Italiano 2Italiano 3Italiano 4Italiano 5Italiano 6 - Italiano 7 - Italiano 8 - Italiano 9 (Luca Taddia) - Italiano 10 (Vanni Scopa, 1977) - Italiano 11 (Eliano Zigiotto) - Italiano 12 (Mara 88) - Basco (Euskara) - CatalanoCroatoEbraico 1Ebraico 2 - Esperanto - FranceseGiapponese -GrecoLatino - LivorneseNeerlandese 1Neerlandese 2 - Polacco - Polacco 2 - PortogheseRetoromancioRomeno - Russo - Serbo - Spagnolo 1Spagnolo 2Spagnolo 3Spagnolo 4 - Svedese 1 - Svedese 2 - Tedesco - Ungherese - Veneto.

Italian 1Italian 2Italian 3Italian 4Italian 5Italian 6 - Italian 7- Italian 8 - Italian 9 (Luca Taddia) - Italian 10 (Vanni Scopa, 1977) - Italian 11 (Eliano Zigiotto) - Italian 12 (Mara 88) - Basque (Euskara) - CatalanCroatianDutch 1Dutch 2 - Esperanto - FrenchGerman - GreekHebrew 1Hebrew 2 - Hungarian - Japanese - Latin - LivornesePolish - Polish 2 - PortugueseRomanian - Russian - Serbian - Spanish 1Spanish 2Spanish 3Spanish 4 - Swedish 1 - Swedish 2 - Swiss Romanche - Venetian.

Italien 1Italien 2Italien 3Italien 4Italien 5Italien 6 - Italien 7 - Italien 8 - Italien 9 (Luca Taddia) - Italien 10 (Vanni Scopa, 1977) - Italien 11 (Eliano Zigiotto) - Italien 12 (Mara 88) - Allemand - Basque (Euskara) - CatalanCroateEspagnol 1Espagnol 2Espagnol 3Espagnol 4 - Esperanto - FrançaisGrecHébreu 1Hébreu 2 - Hongrois - Japanais - Latin - LivournaisNéerlandais 1Néerlandais 2 - Polonais - Polonais 2 - PortugaisRomanche Grisonnais - Roumain - Russe - Serbe - Suédois 1 - Suédois 2 - Vénitien.


Masters of war, Bob Dylan.
Masters of war, Bob Dylan.

"Masters of War" startles Dylan himself. "I've never really written anything like that before," he recalls. "I don't sing songs which hope people will die, but I couldn't help it in his one. The song is a sort of striking out, a reaction to the last straw, a feeling of what can you do?" The rage (which is as much anguish as it is anger) is a way of catharsis, a way of getting temporary relief from the heavy feeling of impotence that affects many who cannot understand a civilization which juggles its own means for oblivion and calls that performance an act toward peace.

"Masters of war" fa sussultare lo stesso Dylan. "Non avevo davvero scritto niente di simile prima," ricorda "non canto canzoni dove si augura la morte a qualcuno, ma in questa non ho potuto farne a meno. La canzone è come un cazzotto, una reazione alla goccia che fa traboccare il vaso, un sentimento del tipo "cosa puoi fare?". La collera (che è tanto angoscia quanto rabbia) è una sorta di catarsi, un modo per ottenere un sollievo temporaneo da una sensazione pesante di impotenza che affligge molti che non riescono a capire una civiltà che spinge con i propri mezzi truffaldini a dimenticare, e che definisce tale atto un’azione di pace.

“Masters of war” a fait tressaillir Bob Dylan même. “Je n’avais vraiment jamais écrit rien de pareil avant”, dit-il, “je ne chante pas de chanson où on souhaite la mort de quelqu’un, mais, dans celle-là, je n’ai pu m’en empêcher. Cette chanson, c’est une espèce de coup de poing à l’estomac, une réaction à la goutte d’eau qui fait déborder le vase, un sentiment du type ‘qu’est-ce qu’on peut faire?”. La colère (qui relève de l’angoisse comme de la rage) est une sorte de catharsis, une façon de se soulager pour un moment d’une lourde sensation d’impuissance qu’ont beaucoup de gens qui n’arrivent pas à comprendre une civilisation qui arnaque jusqu’à l’oubli, et qui appelle tout ça un acte de paix.

(From the Introduction to the original LP / Dalle note dell’album originale / D’après l’Introduction à l’album original)


Come you masters of war
You that build all the guns
You that build the death planes
You that build the big bombs
You that hide behind walls
You that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks

You that never done nothin'
But build to destroy
You play with my world
Like it's your little toy
You put a gun in my hand
And you hide from my eyes
And you turn and run farther
When the fast bullets fly

Like Judas of old
You lie and deceive
A world war can be won
You want me to believe
But I see through your eyes
And I see through your brain
Like I see through the water
That runs down my drain

You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets higher
You hide in your mansion
As young people's blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud

You've thrown the worst fear
That can ever be hurled
Fear to bring children
Into the world
For threatening my baby
Unborn and unnamed
You ain't worth the blood
That runs in your veins

How much do I know
To talk out of turn
You might say that I'm young
You might say I'm unlearned
But there's one thing I know
Though I'm younger than you
Even Jesus would never
Forgive what you do

Let me ask you one question
Is your money that good
Will it buy you forgiveness
Do you think that it could
I think you will find
When your death takes its toll
All the money you made
Will never buy back your soul

And I hope that you die
And your death'll come soon
I will follow your casket
In the pale afternoon
And I'll watch while you're lowered
Down to your deathbed
And I'll stand o'er your grave
'Til I'm sure that you're dead



Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [1] - Stefano Rizzo

Blues, ballate e canzoni
Versione italiana di Stefano Rizzo
dal volume "Blues, ballate e canzoni" (Newton Compton, 1972) con introduzione di Fernanda Pivano
Italian version by Stefano Rizzo

PADRONI DELLA GUERRA

Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole

Come Giuda dei tempi antichi
voi mentite e ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giù nella fogna

Voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango

Avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiché minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene.

Che cosa sono io per parlare quando
non è il mio turno?
Direte che sono giovane
direte che non ne so abbastanza.
Ma c'è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi:
so che perfino Gesù
non perdonerebbe quello che fate

Voglio farvi una domanda:
il vostro denaro vale così tanto
vi comprerà il perdono
pensate che potrebbe?
Io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l'anima

E spero che moriate
e che la vostra morte giunga presto
seguirò la vostra bara
in un pallido pomeriggio
e guarderò mentre
vi calano giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché non sarò sicuro che siate morti.

inviata da Riccardo Venturi - 20/6/2005 - 19:23




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [2] - Lorenzo Masetti


Versione letterale italiana di Lorenzo Masetti.
Lorenzo Masetti's word-for-word translation of the song.

Lorenzo Masetti intervista Lorenzo Masetti. Le due anime del nostro mitico webmaster.
Lorenzo Masetti intervista Lorenzo Masetti. Le due anime del nostro mitico webmaster.
SIGNORI DELLA GUERRA

Venite, voi signori della guerra
Voi che costruite tutte le armi
Voi che costruite gli aeroplani di morte
Voi che costruite le grandi bombe
Voi che vi nascondete dietro ai muri
Voi che vi nascondete dietro alle scrivanie
Voglio solo che sappiate
Che riesco a vedere attraverso le vostre maschere.

Voi che non avete mai fatto nient'altro
che costruire per poi distruggere
Giocate con il mio mondo
Come se fosse il vostro giocattolino
Mi mettete un'arma in mano
E vi nascondete dai miei occhi
E vi voltate e correte lontano
quando volano i veloci proiettili

Come Giuda dei tempi antichi
Mentite e ingannate
Una guerra mondiale può essere vinta
Volete che io ci creda
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giu per lo scarico

Voi armate tutti i grilletti
Perché sparino gli altri
dopo vi sedete e guardate
quando il conto dei morti cresce
Vi nascondete nel vostro palazzo
mentre il sangue dei giovani
scorre fuori dai loro corpi
e sprofonda nel fango

Voi avete sparso la peggior paura
che mai possa essere scagliata
la paura di mettere
figli al mondo.
Per minacciare il mio bambino
Non nato e senza nome
Non meritate il sangue
che scorre nelle vostre vene

Quanto ne so io
per parlare quando non è il mio turno?
Potreste dire che sono giovane
Potreste dire che sono inesperto
Ma c'è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi
Neanche Gesù potrebbe mai
perdonare quello che fate

Lasciate che vi faccia una domanda
Sono buoni a tanto i vostri soldi?
Vi compreranno il perdono?
credete che potrebbero farlo?
Io credo che scoprirete
quando suonerà la vostra ora
che tutti i soldi che avete fatto
non ricompreranno mai la vostra anima

E spero che moriate
e che la vostra morte arrivi presto
Seguirò la vostra bara
nel pomeriggio pallido
E veglierò mentre venite calati
giù nel vostro letto di morte
E resterò sulla vostra tomba
Fin quando sarò sicuro che sarete morti.



Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [3] - Tito Schipa jr


Versione italiana di Tito Schipa Jr., da
questa pagina. Dall'album Dylaniato (versioni ritmiche da Bob Dylan) (1988)

Può essere scaricata da questa pagina in formato mp3.

Italian version by Tito Schipa jr, available at this page. From the album Dylaniato - Rhytmical versions of Bob Dylan's Songs (1988).

The song can be downloaded in .mp3 format from this other page
.

Tito Schipa jr.
Tito Schipa jr.


MASTRI GUERRAI

Ehi voi Mastri Guerrai
voi coi vostri cannoni
Con le vostre testate
e coi vostri aeroplani
Non c’è muro che basti
e non c’è scrivania
Io vi leggo nella testa
come fosse la mia

Cos’avete inventato
che non serva a disfare?
Il mio mondo per voi
è un giochetto banale
Mi passate un fucile
poi correte al riparo
E non cè traccia di voi
già dopo il primo sparo

Una guerra nucleare
è una guerra vincibile
E noi dovremmo anche credere
che questo sia possibile
Voi mentite come Giuda
ma io vi vedo lo stesso
Come vedo attraverso l’acqua
dello scarico del mio cesso

Voi mettete il colpo in canna
agli altri tocca sparare
Mentre voi osservate il conto
dei morti aumentare
Dalle vostre tenute
insieme ad altre cose belle
Come il sangue dei ventenni
risucchiato dalle zolle

Siete voi voi la causa
del terrore più tremendo
Il terrore di mettere
dei figli al mondo
Per bloccare mio figlio
nel mondo dei non nati
Schifo voi ed il sangue
che vi ha generati

Io che cosa ne so
per entrare nel merito
Voi direte che son fuori
e che parlo a sproposito
Forse è vero - di quel che fate
non sappiamo abbastanza
Ma farebbe orrore a Cristo
questo basta e ci avanza

Posso chiedervi una cosa?
‘Sto denaro è così buono
Ma davvero è così forte
da comprarvi il perdono?
Sarà pure ma se in cielo
ci si va con un pedaggio
Non c’è oro in tutto il mondo
che vi compri il passaggio

Io mi auguro che moriate
e che moriate fra poco
Seguirò il vostro feretro
in un pomeriggio opaco
Veglierò sui becchini
ché vi interrino correttamente
E non me ne andrò senza esser certo
che siate crepati veramente



Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [4] - Fausto Amodei


Versione italiana di Fausto Amodei
Italian version by Fausto Amodei

Fausto Amodei.
Fausto Amodei.
I SIGNORI DELLA GUERRA

Voi, signori di guerra che riempite oramai
solo più gli arsenali e vuotate i granai
anche se vi celate dietro i vostri scrittoi
strapperemo la maschera ch'è in faccia a voi.
Distruggete la terra con la tranquillità
di un bambino che rompe i balocchi che ha,
ci mandate a sparare ma scappate poi là
dove mai nessun colpo vi raggiungerà.
Come Giuda mentite ed i vostri lacchè
dicon frasi fiorite per far credere che
una guerra mondiale noi la si vincerà
ma io so che non è questa la verità.
Ché chi avrà da sparare no, non sarete voi
voi starete a contare i caduti e gli eroi
a esaltare commossi le trascorse virtù
di chi è morto nel fiore della gioventù.
Voi mettete paura la peggiore che c'è
quella di metter figli a 'sto mondo com'è
e così il mio bambino forse mai nascerà
ché non voglio immolarlo alla vostra viltà.
Quello che sto dicendo non lo si ascolterà
con la solita scusa della giovane età
ma una cosa so io che tra voi non si sa:
è che neppure Cristo vi perdonerà.
Voi pensate che in fondo con i soldi si può
comperare il perdono ma io dico di no!
quando voi morirete quello che v'accadrà
sarà d'esser dannati per l'eternità.
Che la morte al più presto vi prenda con sé.
Dietro le vostre bare voi vedrete anche me.
Sarò lì a garantirmi che la guerra v'ingoi
e che i vermi sian pronti a occuparsi di voi.



Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [5] - Rudi Assuntino
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Versione italiana di Rodolfo (Rudi) Assuntino
Italian version by Rudi Assuntino

Rodolfo (Rudi) Assuntino.
Rodolfo (Rudi) Assuntino.


Inizialmente questa versione era stata attribuita a Franco Damiani, per via del post originario con il quale era stata inserita nelle primitive CCG e cioè:

«La canzone che segue è una libera interpretazione di "Masters of War" di Bob Dylan, non ho inserito l'autore proprio perchè si tratta di una libera interpretazione (a dir la verità l'unica che io abbia mai sentito cantata in italiano).

L'autore della traduzione-rifacimento è Franco Damiani (che poi sarebbe mio marito).»
(Liuba Casaccia, dal NG it.fan.musica.de-andre)

Ma, come risulta anche nel sito Maggie's Farm e in numerose altre fonti questa è la versione cantata da Rudy Assuntino (si veda anche la discussione su questo stesso sito).
Sembra che la canzone però sia stata cantata anche da Jonathan & Michelle nel 1966.


A PROPOSITO DI "L'UOMO CHE SA"

Dal sito di Gianni.

A questo link si legge che Rudy Assuntino "incominciò a cantare sotto l’influenza del folk inglese e americano traducendo testi di Bob Dylan (L’uomo che sa)".

L'etichetta Materiali Sonori, nella collana I DISCHI DEL SOLE ha recentemente ripubblicato il suo "Uccidi e capirai" che contiene L'uomo che sa [i brani sono: Rossa Provvidenza (Le Basi Americane) / Canzone del Mondo / Nostro Messico / L'uomo che sa / Autunno '65].
L'UOMO CHE SA

La mia vita ce l'ha chi ha il potere per se
chi le armi prepara e chi educa me
chi mi insegna a lottare per la mia libertà
e alla gente si spaccia per l'uomo che sa.

tu sei giovane ha detto e se crescere vuoi
abbandona i tuoi giochi e vieni con noi
sulla nuova frontiera c'è un nemico mortal
che i tuoi sacri valori potrebbe annientar.

Mi da in mano un fucile ma non viene con me
io mi trovo tra i morti e mi chiedo perchè
son giovani i morti che la guerra stroncò
son nel fango sepolti e tacere non so

son sepolti nel sangue ed all'uomo che sa
io domando a che serve tanta gente ammazzar
lui risponde paterno: ubbidisci non sai
tu sei giovane uccidi così capirai

mentre urlan le bombe io più forte urlerò
non so niente di niente ma una cosa la so
son sicuro che Cristo perdonar non potrà
i tuoi sporchi profitti sull'umanità.

e una cosa ti dico; col denaro che hai
il perdono da Dio comperar non potrai
non potrai ripagare tutto il sangue che tu
ci hai costretti a versare nel fango quaggiù

quando tu sarai morto a guardarti verrò
seguirò la tua bara e ti maledirò
resterò ad aspettare finchè sceso sarà
un gran mucchio di terra sull'uomo che sa.



Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [6] - Marco Tutino

Tratto dall'LP Vietnam Ieri e oggi canzoni e ballate a cura del comitato Vietnam di Milano. Traduzione e adattamento di Marco Tutino

Vietnam


PADRONI DEL MONDO

Voi padroni del mondo, voi che fate i fucili,
voi che fate gli aerei e le bombe mortali
voi che vi nascondete dietro cattedre e muri
lo sapete che oggi non siete sicuri

Voi che non fate nulla che non sia distruzione
voi giocate col mondo, come gioca un bambino
voi mi date un fucile però io non vi vedo
quando qui ci si ammazza voi siete lontano

Come il giuda di un tempo voi mentite e imbrogliate
voi volete che creda alla vostra vittoria
io vi leggo negli occhi e nel vostro cervello
voi ci avete scambiato per carne al macello.

Voi mostrate il grilletto, però voi non sparate
voi sedete a guardare tante vite sprecate
voi avete un castello dove vi nascondete
quando il sangue che scorre nel fango lasciate.

Voi avete diffuso la peggiore paura
la paura di mettere al mondo bambini
minacciando un bimbo che poi forse verrà
tanto odio nel cuore io spero che avrà

Quanto posso sapere, io che parlo così
voi direte sei giovane, voi direte non sa
c'è soltanto una cosa che di certo io so
c'è qualcuno che adesso scordarvi non può

Ma lasciate che chieda: sarà forse il denaro
con cui voi comprerete il nostro perdono
quando sarete morti piangerete perché
per quel che avete fatto un prezzo non c'è

Io so che morirete, so che presto sarà
seguirò il funerale più felice che mai
me ne andrò solamente se sicuro sarò
che oramai siete morti e sepolti laggiù

inviata da Donquijote82 - 19/12/2008 - 15:12




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [7] - Andrea Buriani

Versione in italiano di Andrea Buriani.

Questo brano si può ascoltare in MP3 su Maggie's Farm

SIGNORI DELLA GUERRA

Voi “Signori della Guerra”, che costruite cannoni
e seminate in questa terra bombe a milioni,
innalzate poi dei muri e vi nascondete dietro
voglio solo che sappiate: avete maschere di vetro.

Non vi sazia mai nulla che non sia da sbranare,
questa terra è per voi solo un gioco da usare,
voi sfuggite ai miei occhi quando armate la mia mano,
ma se volano le schegge voi fuggite il più lontano.

Siete falsi come Giuda se pensate che io creda
che in guerra c’è chi vince, è una patetica chimera,
ma attraverso i vostri occhi e il cervello vedo adesso
come vedo scorrer l’acqua trasparente nel mio cesso .

Voi armate i fucili, ma son altri a sparare,
e il bilancio dei morti poi vi piace ascoltare,
chiusi dentro i palazzi, mentre il sangue di noi
si impasta col fango e ci rende tutti eroi .

Voi ci avete inculcato la paura peggiore:
generar ora dei figli si è diffuso il terrore.
Ma anche solo per un bimbo, mai nato e senza nome,
voi non siete esseri umani, non sarete mai persone.

Cosa avrò mai io da dire, se ora parlo fuori tempo,
sarò forse troppo giovane, ignorante ed inesperto,
ma una cosa so per certo, e la mia età ora scordate,
neanche Cristo perdonare potrà quello che voi fate.

Voi pensate per davvero di avere in tasca oro buono,
da potervi anche con esso comperare il mio perdono.
Ma angosciati scoprirete, e il pensiero ora mi è caro,
che per gli Inferi il pedaggio non si paga col denaro.

E nel vostro sonno eterno, quando lui sarà arrivato,
io vi porterò alla fossa in un pomeriggio opaco
e veglierò le vostre ossa, finchè sicuro io non sia
che se anche un’anima avete, lei non sia fuggita via.

inviata da Andrea BURIANI - 4/3/2010 - 14:54




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [8] - Salvo Lo Galbo
PADRONI DELLA GUERRA

Voi signori e padroni
della guerra, voi che
fate le bombe, i droni,
i cannoni, anche se
vi nascondete dietro
telecamere o
torri di vetro, è vetro,
e chi siete lo so.

Cosa avete mai fatto
per non buttarlo giù?
Per voi il mondo è un giocatto-
lo e non val di più.
Ci date una pistola,
ma non ci siete lì
dove il piombo ci vola
vicino così.

Ci mentite, da Giuda,
che la guerra è per noi,
eroi di carne cruda
che ingrassa sol voi,
ma io so, la menzogna,
leggervi in testa e
negli sguardi; una fogna
più chiara non c’è.

Dopo aver caricate
le mitraglie per noi,
vi sedete e guardate
ed uccidete poi,
senza volti né nomi,
questa mia gioventù
con ipocriti encomi
una volta di più.

Il terrore più immondo
che vi dobbiamo è
di portar figli al mondo
ridotto com’è.
Minacciate neanche
nato il mio voi già
che non valete il sangue
dell’umanità.

Chi son io? Con che basi
parlo? Mi si dirà
che non so niente o quasi,
che è la giovane età…
Ma da quello che fate,
se una cosa la so
è che non vi perdona
in persona dio, no!

Vi illudete che sono
tanti i dollari da
comperarvi il perdono
quando il giorno verrà
che la morte vi esamina,
e scoprirete che
non vi ricompra l’anima
l’oro di tutti i re.

Spero che voi moriate
quanto prima, e verrò
alle vostre parate
per mio conto, però.
Finché spiove, rimango
a guardarvi laggiù,
a impastarvi nel fango
uno sputo di più.

inviata da Salvo Lo Galbo - 11/7/2017 - 04:53




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [9] - Luca Taddia

Versione italiana di Luca Taddia (riprende sostanzialmente la versione di Tito Schipa Jr. salvo alcune piccole modifiche, incipit in primis)
Nude (2015)
Nude

SIGNORI DELLA GUERRA

Voi potenti signori
voi coi vostri cannoni
Con le vostre testate
e coi vostri aeroplani
Non c’è muro che basti
e non c’è scrivania
Io vi leggo la testa
come fosse la mia

Cos’avete inventato
che non serva a disfare?
Il mio mondo per voi
è un giochetto banale
Mi passate un fucile
poi correte al riparo
E non cè traccia di voi
già dopo il primo sparo

Voi caricate un fucile
agli altri tocca sparare
Mentre voi osservate il conto
dei morti aumentare
Dalle vostre tenute
insieme ad altre cose belle
Come il sangue dei ventenni
risucchiato dalle zolle

Siete voi voi la causa
del terrore più tremendo
Il terrore di mettere
dei figli al mondo
Per bloccare mio figlio
nel mondo dei non nati
Schifo voi ed il sangue
che vi ha generati

Io che cosa ne so
per entrare nel merito
Voi direte che son fuori
e che parlo a sproposito
Forse è vero - di quel che fate
non sappiamo abbastanza
Ma farebbe orrore a Cristo
questo basta e ci avanza

Posso chiedervi una cosa?
‘Sto denaro è così buono
Ma davvero è così forte
da comprarvi il perdono?
Sarà pure ma se in cielo
ci si va con un pedaggio
Non c’è oro in tutto il mondo
che vi compri il passaggio

Io mi auguro che moriate
e che moriate fra poco
Seguirò il vostro feretro
in un pomeriggio opaco
Veglierò sui becchini
ché vi interrino correttamente
E non me ne andrò senza esser certo
che siate morti veramente

inviata da Dq82 - 24/10/2017 - 12:08




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [10] - Vanni Scopa


VANNI SCOPA: MOVIMENTO

BAZAR B 0771
Giugno 1977
Matrici: MC40-770A/MC40-770B, 31 maggio 1977
In etichetta non c'è indicazione dell'autore del testo delle versioni in italiano delle canzoni di Bob Dylan
Registrazioni effettuate nello studio 2M di Bologna
Missaggi di Annibale Modoni
Copertina di Daniele Giunchi
Sul retro di copertina i testi delle canzoni
e una nota di presentazione firmata da Adler Raffaelli
Fotografie di S. Obino


vanniscoparectovanniscoparetro



“In un mondo dove ci sono falsità e veleni, ci sono occhi e battiti vitali che anelano luce e gioia di purezza. Fuori del soffocamento, della prigione e dell'esistenza a una dimensione c'è una libertà che è libertà. È un movimento senza definizioni e senza collocazioni: una situazione che attrae come qualcosa che si ha bisogno di provare.
Ci sono nel mondo nevrosi, delusione da risucchio e da contrazione per atti attesi ma rimasti nelle braccia valide, nel cuore e nel cervello tenuti in riposo.
Un'andatura di suoni e di parole, di gesti e di sogni apre e illumina, libera e conduce fuori, alla libertà e al movimento. Può essere. Lo è, anche. Lo prova Vanni Landi, cioè Scopa. Alla sua voce, al suo strumento egli affida onde che si trasmettono, non come in fluttuazioni istintive o in abbandonata deriva: anzi, piuttosto come in una consapevole elaborazione felice, non affaticata.
Vanni Scopa canta e suona brani di “movimento”, con ispirazione sua, di Ricci e di Dylan, col concorso degli strumenti suoi compagni.
Un incalzare collegato di esperienze, di comunicazioni, di richieste.”

Adler Raffaelli

Vanni Landi (Vanni Scopa)
Vanni Landi (Vanni Scopa)


Vanni Landi, in arte Vanni Scopa, fu attivo sin dai primi anni 70 e, come vedremo nelle bonus tracks, le sue origini vanno ricercate proprio nel campo del rock progressivo. Lo dimostrano i due singoli (con identico lato B), che registrò nel 1972 con gli Hellzapoppin, band della quale fu membro fondatore. Quello che qui presentiamo è il suo primo lavoro come solista, uscito nel 1977 per la piccola etichetta Bazar. L'album si presenta nel miglior modo possibile, grazie alla bellissima copertina dell'artista Daniele Giunchi. Ben 4 sono le cover, tutte di canzoni di Bob Dylan e tutte traslate in italiano con testi che definirei "coerenti", anche se "in etichetta non c'è indicazione dell'autore del testo delle versioni in italiano delle canzoni di Bob Dylan", come riporta il sito della "Discografia Nazionale della Canzone Italiana", organo ufficiale dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, dalla quale provengono alcune delle informazioni riportate in questo post. Presumo che l'autore in questione potesse essere lo stesso Vanni Landi. Delle quattro cover di Dylan la mia personale preferenza va a "Signori della guerra", rilettura di "Masters of war", davvero convincente anche nella versione di Vanni Scopa. Fra le canzoni inedite si segnalano il cupo blues "Dopoguerra", che apre degnamente il disco, la dolce "Appunto per gioco", le gradevolissime "Alimentazione" e "Chissà perchè", che parlano con linguaggio semplice di grandi problemi. Trovo poi molto interessante l'ultimo pezzo, "Rabbia e Movimento", dove si auspica con ottimismo di una rinascita di quel movimento che fece grandi cose nei seventies ("...E già qualcuno vive di ricordi. Ma stamattina il sole s'è svegliato e nuova luce ancora ha regalato, ha avuto la pazienza d'aspettare che se ne andasse il buio della notte. Così chi ha perso ormai ogni speranza, si guardi attorno e osservi il movimento..."). Interpretazione ancronistica questa, gli eventi lo dimostrarono, come tutti sappiamo, con l'avvento del punk e la definitiva scomparsa del movimento così come era inteso prima. Interessantissimo per approfondire queste tematiche è l'excursus storico effettuato dal nostro amico J.John di John's Classicrock, nell'articolo linkato e nei due successivi che lo completano, intitolati e dedicati proprio al Movimento del 1977.
Verso la Stratosfera

I testi dell'album (tranne 3, 4 e 5 contribuiti da Alberto) sono stati ripresi direttamente dalla fotografia del retro dell'album, passati all'OCR da DQ82 e poi rieditati (eliminando le "tutte maiuscole" e correggendo anche numerosi errori di ortografia che vi sono presenti).
Un ringraziamento particolare a Alberto che, contribuendo per il sito i testi delle traduzioni dylaniane effettuate da Vanni Scopa, ci ha permesso di scoprire questo oltremodo interessante cantautore forlivese e il suo album che qui riproduciamo integralmente.
[CCG/AWS Staff]

1. Dopoguerra
2. Capelli '67
3. Addio Angelina
4. Signori della guerra
5. I tempi stanno cambiando
6. Mr Tambourine Man
7. Appunto per gioco
8. Alimentazione
9. Chissà perché
10. La libertà
11. Vivendo, lottando, suonando
12. Rabbia e Movimento



I PADRONI DELLA GUERRA

"O padroni della guerra", voi che fate i cannoni
Areoplani di morte, voi che fate le bombe
Dietro i muri nascosti, dietro le scrivanie
Giù la maschera, tanto vi vedo lo stesso

Voi che non costruite altro che per distruggere
Voi giocate col mondo come fosse un giocattolo
Voi donate fucili ma poi vi nascondete
Le pallottole volano, ma voi state in ufficio

Siete giuda moderni, voi mentite e ingannate
Ci volete convincere che si può vincere la guerra
Ma si vede attraverso i vostri occhi e il cervello
Voi trasparite così come l'acqua di fogna

Voi avete causato la peggiore paura
Paura di portare nuovi figli nel mondo
Dato che minacciate chi deve ancora venire
Voi non valete il sangue che vi scorre di dentro

Ma che cosa io so, non è questo il mio turno
Direte che sono giovane, che non so abbastanza
Ma c'è una cosa che so, anche se sono giovane:
Che persino un Cristo non vi perdonerebbe

Voglio chiedervi adesso, o padroni della guerra:
"Val così tanto il denaro, comprerete il perdono?"
Quando verrà la morte e chiederà il suo pedaggio
Con tutti i soldi che avete non comprerete la pace

inviata da Alberto - 17/5/2019 - 05:07




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [11] - Eliano Zigiotto

Sentite, oggi che abbiamo la guerra nel cuore dell'Europa, con l'invasione putiniana dell'Ucraina, sono andato a rivedermi "Masters of War" di Bob Dylan, con l'intenzione di cantarla in qualche manifestazione. Però avrei preferito trovare una versione in italiano, e ne ho pure trovata qualcuna, ma non so come cantarla, mi sembra un po' involuta...Insomma, ho provato a calarla giù io nel modo più consono a una cantata più facile e comprensibile per chi ascolta. Ve la mando, sperando di fare cosa gradita. Un cordiale saluto.
SIGNORI DELLA GUERRA

Signori della guerra
che costruite i cannoni
e aeroplani di morte
e missili e bombe
e poi vi nascondete
nei vostri palazzi
sappiate che - io vi vedo
dietro le - vostre maschere

Voi che altro non fate
che tramare rovine
col mio mondo giocate
come un vostro balocco
mettete in mano un fucile
ad un povero ragazzo
e voi scappate - via lontano
quando parte – il primo sparo

Come Giuda iscariota
voi mentite e ingannate
Mi volete far credere
che la vittoria è già nostra
Ma io vi leggo negli occhi
e vi vedo nel cervello
come vedo - nell’acqua
che fluisce - nella fogna

Voi seminate paura
la paura peggiore
mettere al mondo dei figli
come una triste sciagura.
Voi minate la speranza
di avere un futuro
voi non - valete il sangue
che vi scorre - nelle vene

E cosa ne so io
non tocca a me parlare
son troppo giovane per voi
e ancora poco istruito
ma di una cosa son certo
per quel poco che capisco:
Gesù mai – perdonerebbe
i crimini - che fate

E ancora io vi chiedo:
tutto il denaro che avete
sarà mai così potente
da comprarvi il perdono?
Certo lo scoprirete
quando verrà la morte:
tutto il vostro – denaro
non varrà – a salvarvi l’anima

E spero che moriate
vi colga presto la morte
E sarò al vostro funerale
nel pomeriggio incolore
Voglio vedervi sepolti
nel vostro letto di morte
e veglierò - sulla vostra tomba
che siate - del tutto morti
Il ritmo delle parole mi sembra scorrevole e assai vicino a quello dylaniano, peraltro spesso inimitabile.

inviata da Eliano Zigiotto - 5/3/2022 - 17:54




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [12] - Mara88

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös: Mara88 (Lyricstranslate)
SIGNORI DELLA GUERRA

Venite, signori della guerra
Voi che avete costruito grandi cannoni
Voi che avete costruito gli aerei della morte
Voi che avete costruito le bombe
Voi che vi nascondete dietro le mura
Voi che vi nascondete dietro le scrivanie
Voglio che sappiate che
Posso vedervi attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto niente
Se non costruire per distruggere
Giocate con il mio mondo
Come se fosse il vostro giochino
Mi avete messo un fucile in mano
E vi nascondete ai miei occhi
E vi voltate e correte lontanissimo
Quando i proietti veloci volano.

Come il Giuda dei tempi antichi
Mentite e ingannate
Una guerra mondiale può essere vinta
Volete che ci creda
Ma vedo nei vostri occhi
E vedo nei vostri cervelli
Come vedo attraverso l'acqua
Che scorre nel mio scarico.

Assicurate tutti i grilletti
Affinché gli altri facciano fuoco
Poi vi discostate e osservate
Quando il conto dei morti si alza
Vi nascondete nelle vostre case
Mentre il sangue dei giovani
Scorre dai loro corpi
Ed è seppellito nel fango.

Avete gettato la paura peggiore
Che possa essere scagliata
Paura di portare bambini
Nel mondo
Per aver minacciato il mio bambino
Non nato e senza nome
Non valete il sangue
Che scorre nelle vostre vene.

Quanto ne so?
Parlare a sproposito
Potreste dire che sono giovane
Potreste dire che sono ignorante
Ma c'è una cosa che so
Sebbene sia più giovane di voi
Che nemmeno Gesù vi avrebbe mai
Perdonato per ciò che fate.

Voglio farvi una domanda
I tuoi soldi sono così buoni?
Ti compreranno il perdono
Pensi che potrebbe
Penso che scoprirai
Che quando la morte si prende il suo dazio
Tutti i soldi che hai fatto
Non ricompreranno la tua anima.

E spero che moriate
E la vostra morte verrà presto
Seguirò la vostra bara
Nel pallido pomeriggio
E la osserverò mentre viene abbassata
Giù nel vostro letto di morte
E starò in piedi sulla vostra tomba
Finché non sarò sicuro che siate morti.

inviata da Luke Atreides - 25/9/2023 - 20:39




Lingua: Basco

BASCO / BASQUE - Concierto Por la Paz

La seguente versione basca proviene da un documento .doc scaricabile dalla pagina sul "Concierto Por La Paz" di Bob Dylan svoltosi L'11 luglio 2006 a Donostia/S.Sebastián. La traduzione è purtroppo incompleta, ma la proponiamo ugualmente.

Orduan idatziak dira Blowin’ in the Wind, Masters of War eta Talkin’ World War III Blues, Dylanen bigarren diskoan –The Freewheelin’ Bob Dylan (1963)– argitaratu zirenak. Arrakasta berehalakoa izan zen eta esandako abesti horiek artean jaioberria zen mugimendu bakezalearen ereserki bilakatu ziren. Bi hilabete geroago, Dylanek Newporteko Folk Jaialdian parte hartu zuen eta, Joan Baez eta Pete Seeger-ekin batera, Blowin’ in the Wind abestu zuen, 50.000 pertsona baino gehiagoren aurrean. Urte berean, Washingtonen, Eskubide Zibilen aldeko Ibilaldian hartu zuen parte, arrazen arteko berdintasuna eta beltzen aurkako bereizkerien amaiera eskatuz.
GERRAREN JAUNAK

Zatozte, gerraren jaunak
arma guztien egileak
herio-hegazkinen egileak
bonba handien egileak
hormen atzean ezkutatzen zaretenak
idazmahaien atzean ezkutatzen zaretenak
jakin ezazue
ikusten zaituztedala mozorroen atzean

Armen katuei eusten diezue
beste batzuek tiro egin dezaten
gero, atzera egin eta begira egoten zarete
eta hildakoen kopuruak gora doazenean
zuen jauretxeetan ezkutatzen zarete
eta bitartean, gazteen odola
gorputzetatik ihesi doa
lokatzetan lurperatu arte

Inoiz eragin daitekeen
beldurrik okerrena eragin duzue
haurrak ekartzeko beldurra
mundu honetara
nire haurra mehatxatzen baituzue
jaiotzeke eta izenik gabe dagoela
ez duzue merezi
zainetan dabilkizuen odola

Utzidazue galdera bat egiten
zuen dirua nahikoa izango dela uste al duzue
zuen barkazioa erosteko?
Hori uste al duzue?
Ohartuko zarete
heriotzako ordua datorkizuenean
egin duzuen diru guztiak
ez duela zuen arima salbatuko

[...]

inviata da Riccardo Venturi - 23/1/2007 - 14:53




Lingua: Catalano

CATALANO / CATALAN - autore sconosciuto/unknown author

Versione catalana di autore imprecisato
A Catalan version by an unknown author
SENYORS DE LA GUERRA

Veniu, senyors de la guerra,
els que fabriqueu armes
i els avions de la mort
Els que fabriqueu bombes
i no doneu la cara
amagats al despatx
Només vull que sabeu que
ja us he vist la màscara

No heu fet res a la vida,
tan sols destruir
Jugueu amb el meu món
com si fos un joguet més
Em feu amo d'una arma,
feu la volta i correu
Just desapareixeu
quan volen les bales

Com Judes, el vell,
mentiu i enganyeu
Una guerra mundial
ningú la pot guanyar mai
Veig en els vostres ulls
i en els vostres cervells
com hi entra l'aigua bruta
que embruta el carrer

Poseu bé els gatells
perquè els altres disparin
Aneu lluny i observeu
quan els morts van creixent
Sou als vostres palaus
mentre la sang dels joves
s'escapa dels seus cossos
i s'enfonsa en el fang

Heu dut la pitjor por
que es pugui imaginar
Heu volgut dur la por
a portar fills al món
Per amenaçar el fill
que no és nat ni té nom
No mereixeu la sang
que us corre pel cos

Què més em cal saber
per poder opinar?
Em dieu que sóc jove
i que sóc ignorant
Però una cosa sí que sé
tot i ser un inexpert:
Ni Jesús no podria
perdonar-vos mai

Deixeu-me preguntar-vos:
Tan bons són els calers,
us compren el perdó?
De veritat ho creieu?
Quan sigui el moment
sé que us n'adonareu
Tots els vostres diners
no us serviran de res

Espero que us moriu
Que així sigui aviat
Aniré darrera el bagul
en la pàl.lida tarda
Estaré vigilant
que us posin al forat
Trepitjaré la tomba
fins saber-vos ben morts!

inviata da Riccardo Venturi - 28/3/2005 - 17:51




Lingua: Croato

CROATO / CROATIAN - Monia Verardi

Versione croata di Monia Verardi.
Croatian version by Monia Verardi.
GOSPODARI RATA

Dođite, gospodari rata!
vi, koji izgradite velika oružja
vi, koji izgradite smrtonosne avione
vi, koji izgradite sve bombe
vi, koji se sakrivate iza zidova
vi, koji se sakrivate iza pisaćih stolova
hoću samo da znate
da mogu vidjeti kroz vaše maske

Vi, koji niste nikada ništa radili
osim izgraditi za razoriti
vi se igrate s mojim svijetom
kao da je vaša malena igračka
vi stavite oružje u moju ruku
i sakrivate se od mojih očiju
i okretate i daleko trčite
kada brzi meci lete

Kao stari Juda
vi lažete i prevarite
vi hoćete da vjerujem
da se može pobjediti jedan svjetski rat
ali vidim kroz vaše oči
ali vidim kroz vaš mozak
kao vidim kroz vodu
koja teče kroz kloaku

Vi natovarite obarač
za one koji će morati pucati
poslije sjedite i gledate
dok broj mrtavaca raste
vi, koji se sakrivate u vašim palačima
dok krv mladića
teče iz njihovih tijela
i pokopana je u blatu

Vi ste uzrokovali najgori strah,
koji bi se nikada mogao širiti
strah roditi djecu
u ovom svijetu
zato što vi prijetite mojem
nerođenom i neimenovanom dijetetu
vi ne vrijedite onu krv
koja teče u vašim venama

što mogu ja znati
da ovako govorim kada nisam na redu
vi ćete reći da sam mlad
vi ćete reći da dovoljno ne znam
ali ima jedne stvari koju dobro znam,
iako sam mlađi od vas:
da ne bi ni Isus
nikad oproštio što vi radite

Hoću vas pitati:
je li vaš novac onaj toliko vrijedan?
hoće li kupiti oproštaj za vas?
mislite li stvarno da bi mogao?
mislim da ćete otkriti
kad će smrt zahtijevati cestarinu
da svi vaši novci, koje ste skupljeli, neće vam moći vratiti dušu

I nadam se da ćete umrijeti
i da će vaša smrt uskoro doći
pratit ću vaš lijes
u blijedo popodne
i gledat ću dok će vas spustiti u grob
i stajat ću na vašem grobu
dokle neću biti siguran da ste mrtvi.

inviata da Monia Verardi - 31/3/2005 - 13:19




Lingua: Ebraico

EBRAICO / HEBREW [1] - Yoram Aharon [יורם אחרון]

Versione ebraica di Yoram Aharon, da Hebrew Dylan
Yoram Aharon's Hebrew version from Hebrew Dylan
אדוני המלחמה

בואו אדוני המלחמה
אתם שבונים כלי-נשק למאות
אתם שבונים את מטוסי המוות
אתם שבונים פצצות מרושעות
אתם שמסתתרים מאחורי חומות
אתם שמסתתרים בכורסאות עבודה נוחות
רק רציתי שתדעו כי אני יכול לראות
מה שמסתתר אצלכם מאחורי המסכות

אתם לא שלא עשיתם שום דבר
חוץ מלגרום להרוגים ופצועים
אתם משחקים עם עולמי
כאילו היה ארגז של צעצועים
אתם שמים רובה בידיי
ונעלמים לי מטווח הראיה
ורצים מהר עוד יותר
כאשר בשטח נשמעת ירייה

כמו יהודה איש קריות
אתם משקרים ומרמים
במלחמת עולם אפשר לנצח
אתם רוצים שאאמין
אבל אני רואה לכם דרך העיניים
ואני רואה דרך מוחכם הנבוב
כמו שאני רואה דרך המים
הזורמים אצלי בביוב

הידקתם את ההדק
כדי שיירו אחרים
ואז אתם יושבים וצופים
כאשר מתרבה מספר הפגרים
אתם מתחבאים בארמונות
כאשר הדם ניגר
מגופם של הצעירים
ובבוץ הוא נקבר

אתם הטלתם אימה בארץ
הפחד הגדול מכולם
הפחד להביא
ילדים לעולם
על כך שאיימתם על תינוקי
שעוד לא נולד ואת שמו לא יודעים
קללה תבוא בדמכם
הזורם לכם בורידים

אני לא יודע הרבה
אבל לשוני קלה
תאמרו שאני צעיר
תאמרו שאני חסר השכלה
אבל יש דבר אחד שאני יודע
גם צעירים זאת תופסים
אפילו ישו לא יסלח לכם
על כל מה שאתם עושים

תנו לי לשאול שאלה
האם אתם חושבים שאת כספכם תוכלו לנצל
האם אתם חושבים שהוא יביא לכם מחילה
יעזור לנפשותיכם להינצל
אני חושב שתמצאו
כאשר יגיע מותכם
שכל הכסף שעשיתם
לא ייפדה את נשמותיכם

ואני מקווה שתמותו
ובקרוב יגיע מותכם האיום
אלך אחרי ארונותיכם
עם ערוב היום
ואסתכל כאשר יורידו אתכם
ויכסו באתים
ואחכה ליד הקברים שלכם

עד שאוודא שאתם מתים

inviata da Riccardo Venturi - 17/3/2005 - 02:42




Lingua: Ebraico

EBRAICO / HEBREW [2]

Ulteriore versione ebraica da questa pagina
Alternative Hebrew version from this page
אדוני המלחמה

בואו, אתם-אדוני המלחמה. שבניתם את כל התותחים
אתם, אשר בניתןם את מטוסי המוות ואת כל הפצצות
אתם אשר מסתתרים מאחורי קירות ומאחורי שולחנות כתיבה
אני רוצה להכיר אתכם, לראות אתכם בלי מסכות

אתם – אשר לא עשיתם דבר פרט להרס ולחורבן
אתם משחקים בעולם כמו היה צעצוע קטן
נונים לי רוב ליד, ורצים להתחבא מפני עיני
ובורחים כאשר הכדורים מתחילים לשרוק מסביבי

כמו יהודה איש קריות אתם משקרים ומאכזבים
אתם רוצים שאאמין שהניצחון במלחמת העולם מובטח
אבל אני רואה דרך עינכם ומסתכל לתוך מוחכם
כמו שאני רואה דרך המים שזורמים בביוב

שכללתם את הרובים כדי שיפעלו טוב יותר
ועכשיו אתם נשענים לאחור בשלווה, כאשר מספר המתים עולה ועולה
אתם מסתגרים בארמונותיכם בזמן שדם הצעירים ניגר
ונוזל מגופם ונקבר באדמה הבוצית

גרמתם לפחד הנורא מכל שלעולם לא יינקה ממכם
הפחד להביא ילדים לעולם
אתם מפחידים את הילד שלי, שעוד לא נולד ואפילו אין לו שם
אינכם שווים אפילו את הדם הזורם בעורקיכם

כמה אני צריך לחזור ולצעוק ומה עוד נותר להבין
תאמרו שאני צעיר מדי בשביל לדעת
אבל אני יודע דבר אחד למרות גילי הצעיר
ואפילו ישו לעולם לא יסלח לכם

הניחו לי לשאול אתכם שאלה: "האם זה בגלל הכסף?"
"האם הוא ייקנה לכם סליחה? אתם חושבים שהוא יכול?"
אני מאמין שתווכחו לדעת כאשר יום מותכם יגיע
כל הכסף שעשיתם לא יוכל להחזיר לכם את הנשמה האבודה

ואני מקווה שאכן תמותו ויומכם יגיע בקרוב
אני אלווה את ארונכם ביום חיוור
ואסתכל איך יורידו אתכם אל ערש מותכם
ואעמוד ליד קברכם עד שאהיה בטוח שאתם מתים

inviata da Riccardo Venturi / ריקרדו ונטורי - 12/3/2007 - 19:16




Lingua: Esperanto

ESPERANTO

Esperantigis Nicola Ruggiero, kun la helpo de Jorge Camacho kaj István Ertl.

Versione in Esperanto di Nicola Ruggiero, con l'aiuto di Jorge Camacho e István Ertl.
MASTROJ DE MILITO

Venu mastroj de milito
vi kiuj konstruas ĉiujn pafilojn
vi kiuj konstruas la mort-aviadilojn
vi kiuj konstruas la grandajn bombojn
vi kiuj kaŝiĝas malantaŭ muroj
vi kiuj kaŝiĝas malantaŭ skribotabloj
mi volas nur ke vi sciu
ke mi povas vidi tra viaj maskoj

Vi faris nenion alian
ol konstrui por detrui
vi ludas per mia mondo
kvazaŭ ĝi estus via eta ludilo
vi enmanigis al mi pafilon
kaj vi kaŝiĝas de miaj okuloj
kaj vi turniĝas kaj kuras for
kiam la rapidaj kugloj flugas

Kiel Judaso antikvatempe
vi mensogas kaj trompas
Monda milito povas esti gajnota
Vi volas, ke mi kredu tion
sed mi vidas tra viaj okuloj
kaj mi vidas tra via cerbo
kiel mi vidas tra la akvo
forfluanta kloaken

Vi streĉas la pafrisortojn
por ke la aliaj ekpafu
tiam vi trankvile rigardas
kiel la mortkalkulo iĝas pli alta
vi kaŝiĝas en via domego
dum la sango de la junuloj
fluas ekster iliajn korpojn
kaj entombiĝas koten

Vi alĵetis la plej aĉan timon
iam ajn ĵeteblan
timon venigi infanojn
en tiun ĉi mondon
ĉar vi minacas mian filon
nenaskitan kaj sennoman
vi ne meritas la sangon
kiu fluas en viaj vejnoj

Kiom mi scias
por paroli ekstervice
vi dirus ke mi estas juna
vi dirus ke mi senspertas
sed unu aferon mi scias
kvankam mi pli junas ol vi
eĉ Jesuo neniam
pardonus kion vi faras

Permesu al mi demandi vin
ĉu via mono tiom bonas?
ĉu ĝi pagos vian pardoniĝon?
ĉu vi pensas tion ebla?
Mi pensas, ke vi malkovros
kiam via morto postulos repagon
ke la tuta mono akirita
neniam elaĉetos vian animon

Kaj mi esperas ke vi mortos
kaj ke via morto venos baldaŭ
mi sekvos vian ĉerkon
en la pala posttagmezo
kaj mi vidos dum vi estas malhisataj
sur vian mortkuŝejon
kaj mi staros sur via tombo
ĝis mi certos pri via morto

inviata da Nicola Ruggiero - 5/3/2009 - 21:42




Lingua: Finlandese

FINLANDESE / FINNISH - Juha Rämö

Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö

My heartiest congratulations to Mr. Zimmerman for the Nobel Prize. This song is one of the many by him that undoubtedly justifies the decision of the Swedish Academy.
SODAN TAKAPIRUT

Kuulkaa, te sodan takapirut,
te, jotka teette kaikki aseet,
kuolemaa kylvävät koneet,
te, jotka teette suuret pommit,
piileksitte seinien takana
ja työpöytienne takana,
haluan vain teidän tietävän,
että näen naamioittenne taa.

Te, jotka aina olette vain
rakentaneet tuhotaksenne,
te leikitte maailmallani
kuin se olisi teidän pikku lelunne.
Te panette aseen käteeni
ja piiloudutte katseeltani,
käännätte selkänne ja juoksette,
kun luodit kiitävät ilmassa.

Kuin Juudas konsanaan
te valehtelette ja petätte.
Te haluatte minun uskovan,
että maailmansodan voi voittaa.
Mutta minä näen silmienne lävitse
ja näen aivojenne lävitse
niin kuin näen sen veden lävitse,
joka virtaa ojassani.

Te panette aseisiin liipaisimen,
jotta muut voisivat ne laukaista,
ja sitten te jäätte katsomaan,
kuinka kuolleitten määrä kasvaa.
Te piiloudutte kartanoihinne,
kun nuorukaisten veri
virtaa heidän ruumiistaan
ja hautautuu mutaan.

Teidän työtänne on pahin pelko,
minkä ihminen voi kokea,
pelko synnyttää lapsia
tähän maailmaan.
Uhkaamalla lastani,
syntymätöntä ja nimetöntä,
ette ole sen veren arvoisia,
joka virtaa suonissanne.

Kuka minä olen puhumaan,
vaikka ei ole minun vuoroni?
Sanokaa vain minua nuoreksi
ja sanokaa oppimattomaksi,
mutta yhden asian minä tiedän,
vaikka olen teitä nuorempi:
Edes Jeesus ei koskaan antaisi
anteeksi sitä, mitä te teette.

Kysynpä teiltä yhden kysymyksen:
Onko teidän rahanne niin hyvää,
että sillä voi ostaa anteeksiannon?
Uskotteko, että se riittää siihen?
Minä luulen, että te saatte huomata,
kun kuolema kolkuttaa ovellenne,
että kaikista rahoistanne huolimatta
ette pysty ostamaan takaisin sieluanne.

Ja minä toivon, että te kuolette,
ja että kohtaatte kuolemanne pian.
Olen kulkeva ruumissaatossanne
iltapäivän kalvakkaassa valossa
ja katsova, kuinka teidät
lasketaan maan poveen
ja seisova haudallanne, kunnes olen varma,
että kuolema on teidät korjannut.

inviata da Juha Rämö - 22/10/2016 - 16:58




Lingua: Finlandese

FINLANDESE / FINNISH [2] - Paleface (Karri Miettinen)

Traduzione finlandese 2 / Finnish translation 2 / Traduction finnoise 2 / Suomennos 2: Paleface (Karri Miettinen)

Audio link to the song performed by Paleface & Wentus Blues Band:

KUOLEMAN KAUPPIAAT

Kuoleman kauppiaat tilaa aseitaan,
ydinohjuksiaan, rakentaa pommejaan.
Voitte piiloutua työpöytien taa,
mutta mikään ei totuutta voi piilottaa.
Te ette edistä mitään, myytte vain kuolemaa.
Teille maailma on pelkkää markkinaa.
Meille annatte aseen ja häivytte taas
ja te juoksette pakoon, kun alkaa sataa.

Se on petturin tie, Juudaan suudelma,
sillä sodissa ei tunneta voittajaa.
Näen lävitsenne, tunnen logiikkanne,
luen avointa kirjaa nyt silmistänne.
Ja te viritätte aseet, niiden liipaisimet,
sitten laskette laitaan, kun me tuuperrumme.
Piileskelette kartanoissanne,
kun etulinjassa mutaan me hautaudumme.

Loitte pahimman pelon, jonka voi muodostaa.
Kuka synnyttäis' lapsen tällaiseen maailmaan?
Kun te uhkailette jälkipolviamme,
ette ansaitse verta, jonka vuodatamme.
Mutta kuka mä oon mitään sanomaan,
nuori, kokematon, teille huomauttamaan?
Mutta yksi on varmaa, uskokaa pois:
Teille anteeksi antaa ei Jesuskaan vois'.

Mutta paljonko fyrkkaa siihen tarvitaan,
että saisitte synnit nuo taas sovittaa?
Kai te opitte vielä, saatte pian oivaltaa,
ettei miljoonillanne saa taivaspaikkaa.
Tulkoon loppunne pian. Seuraan saattueessa
teidän arkkunne matkaa aamun kalpeudessa.
Ja kun ruumiinne viimein kuoppaan lasketaan,
niin me kokoonnumme haudoillenne tanssimaan.

inviata da Juha Rämö - 27/10/2016 - 13:35




Lingua: Francese

FRANCESE / FRENCH - "Dumbo"


Versione francese di "Dumbo", da La Coccinelle-Traductions de chansons

French Version by "Dumbo", from La Coccinelle-Traductions de chansons

(19 giugno 2004/Juny 19, 2004)
LES MAITRES DE LA GUERRE

Vous, maîtres de la guerre
Qui fabriquez toutes ces armes,
Construisez les avions de la mort
Et fabriquez ces grosses bombes
Qui vous cachez derrière des murs,
Vous abritez derrière des bureaux
Je veux que vous sachiez
Que je vois au travers de vos masques

Vous qui n'avez jamais fait
Que construire pour démolir
Vous jouez avec le monde
Comme si c'était votre petit jouet
Vous nous procurez des armes
Et puis disparaissez de notre vue
Pour vous éloigner et vous cacher
Quand les balles sifflent

Comme Judas autrefois
Vous mentez et trompez
Vous voulez nous faire croire
Qu'une guerre mondiale peut se gagner
Mais je vois à travers vos yeux
Et je vois à travers vos cerveaux
Comme je vois à travers les eaux
Qui s'écoulent dans nos égouts

Vous tendez la gâchette
Pour que les autres tirent
Puis vous vous retirez et regardez
Alors que le nombre de morts empire
Vous vous cachez dans vos demeures
Alors que le sang des jeunes
S'écoule de leur corps
Et se fond à la boue

Vous avez jeté la plus terrible peur
Qui puisse exister
Celle de mettre des enfants
Au monde
Parce que vous menacez mon enfant
Qui n'est pas encore né et n'a pas encore de nom
Vous ne méritez pas le sang
Qui coule dans vos veines

En sais-je assez
Pour prendre ainsi la parole
Vous pouvez dire que je suis jeune
Vous pouvez dire que je manque d'expérience
Il y a cependant une chose dont je suis sûr
Bien que je sois plus jeune que vous
C'est que même Jésus ne voudra
Jamais pardonner ce que vous faîtes

Permettez-moi de vous poser une question
Votre argent sera-t-il suffisant
Pour acheter votre pardon
Le pensez-vous réellement
Je crois que vous constaterez
Quand l'heure de votre mort sonnera
Que tout le fric que vous avez amassé
Ne pourra jamais racheter votre âme

Et j'espère que vous mourrez
Et que votre mort sera proche
Je suivrai votre cercueil
Dans la pâleur du jour
Et je serai là, quand on vous abaissera
Sur votre lit de mort
Et resterai auprès de votre tombe
Jusqu'à ce que je sois sûr que vous n'êtes plus de ce monde.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Giapponese

GIAPPONESE / JAPANESE - Satsuo Tsemisaburo

Versione giapponese di Satsuo Tsemisaburo
Japanese version by Setsuo Tsemisaburo
日本翻訳
戦争のマスター
Masters of War

机の後ろの 私ちょうどあなたに
私を知ってほしい こと造りが壁の
後ろで死あなたをこと造り大きい
爆弾あなたこと あなた平に
することあなた来られて
戦争のマスターはあなた
のマスクを通ってあなたこと造り
すべての銃あなた見ることがで きる

あなたは私の目から私の手
及びあなたに決してあなた
を 破壊することを何もしか
し造りがされてのような私の
世 界とあなたの小さい
おもちゃをあなたしない銃を
隠れる置き, 速 い弾丸が飛
ぶときずっと回り,走る

古いの のようにあなたはあり,
が の世界戦争 をあな
たと勝たれることができ
る信じてほしい私に欺く私は
あな たの目を通って見,
私が水を通って見るように
あなたの頭脳を通 って見る私
の下水管の下で動かす

あなたは火へ他のための
制動機を留める若者達の血
が彼 らのボディから流れ,
泥で埋められると同時
に死の計算があなた にあ
なたの大邸宅のより高
く得るときそれからあな
たが腕時 計置き.

あなたは最も悪い恐れ
を投げ, 耐えられない
私の赤ん坊 を脅
す為の世界に
子供を連れて来る投げつけ
られた恐れであるこ とができ
る無名血の価値がない
あなたの静脈で動く

私知っているかどの 位回転から
話すためにあなたは私が あなた若い
私が博学でないが,あなたがイエス
キリスト決して 許さないより若いしかし
私はことを私が知っている つの事があ
ることを言うかもしれなかったと言う
かもしれなかったあなた
に よってあるものを.

私をあなたの死が通行料にあ
なたは死んでいることを私
が確かめるまであなた
があなたの死のベッ
へ下がる私があなた
の墓に立つ間, あなたの死は私
続く薄い午後あなたの小箱に死ぬ
私は見るやがて来ること

をあなたはことをあなたが決して買うあ
なたの精神をもうけなかった私が望
むお金すべてをいつ 取るか私 見
つけるあなたを考えるこ
とができると好意はそれ
買物あなた許 しあなた考えること
つの質問によってがあなたのお金であるあ
なたに尋ねることを許可すれば.

inviata da Riccardo Venturi - 31/8/2005 - 16:56




Lingua: Giapponese

戦争の親玉


(作詞・作曲:ボブ・ディラン│訳詞:片桐ユズル)

おい 戦争の親玉たち
すべての大砲をつくるあんたがた
死の飛行機をつくるあんたがた
大きな爆弾をつくるあんたがた
壁の後ろに隠れるあんたがた
デスクの後ろに隠れるあんたがた
あんたがたに言っておきたい
あんたがたの正体はまる見えだよ

壊すこと以外に
何もしたことのない あんた
あんたは まるでおもちゃのように
おれの世界をもてあそぶ
おれの手に鉄砲を持たせて
おれからは見えないところに隠れるが
いざ弾丸が飛びはじめたら
まわれ右して一目散だ

かつてのユダのように
あんたは嘘をつき 人をだます
世界大戦には必ず勝つと
おれに信じこませようとするが
あんたの目も
あんたの脳みそも
おれの家の排水管の水のように
おれにはお見通しなんだよ

あんたは引き金をセットし
他人に引かせておいて
自分は身をひいて見ているんだ
死者の数が増えてくると
あんたは邸宅に隠れるが
そんな時 若者たちの血は
体から流れ出し
泥に埋められてゆくんだ

あんたは最悪の恐怖を
ふりまいたんだ
こんな世の中に
子どもを生むことの恐怖
まだ生まれず まだ名前のない
おれの赤ん坊がおびやかされているんだ
あんたはあんたの血管の中の
血にも値しないよ

「一体どこまでわかっているのか、
支離滅裂にしゃべっているくせに」と
あんたは言うだろう 「おまえはまだ若い」と
あんたは言うだろう 「おまえは学問がない」と
だがたった一つおれにもわかっていることがある
おれはあんたより若いけれども
イエスは絶対に
あんたのやることを許しはしないだろう

一つあんたに訊きたいことがある
あんたのお金はそんなにいいのか?
それがあれば許してもらえるとでも
あんたは思っているのか?
やがてわかるだろう
あんたの死が精算されるとき
あんたのもうけた金を全部積んだところで
あんたの魂を買い戻せはしないことを

あんたが死ねばいいと思う
あんたの死が近ければいいと思う
そしたら おれは薄暗い午後に
あんたの棺桶についていき
あんたが墓穴に下ろされ
死の床につくのを見とどけてやる
そして あんたの墓の上に立って
あんたが死んだことを確かめてやる

inviata da DonQuijote82 - 10/9/2011 - 19:46





GRECO / GREEK - Haralambos Nikolaidis [Xαραλάμπος Nικολαΐδης]

Versione greca di Haralambos Nikolaidis
Greek Version by Haralambos Nikolaidis
Mετάφρασε στα ελληνικά o Χαραλάμπος Nικολαΐδης
από Masters of War του Mπομπ Nτύλαν
ΚΥΡIOI TOY ΠOΛEMOY

Eλάτε δω, κύριοι του πολέμου,
εσείς, που παράγετε όλα τα όπλα
εσείς, που χτίζετε αεροπλάνα θανάτου
εσείς, που χτίζετε τις μεγάλες βόμβες
εσείς, που κρύβεστε πίσω από τον τοίχο
εσείς, που κρύβεστε πίσω από γραφεία
θέλω μόνο να ξέρετε ότι σας βλέπω
τα μάτια μέσ’από τις μάσκες σας.

Eσείς, που δεν κάνετε ποτέ τίποτα
εκτός κι αν καταστρέψετε ό,τι χτίσατε
παιδεύετε με τον κόσμό μου
σα να ήταν παιχνίδι στα χέρια σας.
Mου βάζετε ένα όπλο στα χέρια
και κρύβεστε από τα μάτια μου
και στρέφεστε και φεύγετε μακριά
όταν πετούν βλήματα πυροβολικού

Σαν o Iούδας σε παλαιούς καιρούς
λέτε ψέματα κι εξαπατείτε
"ένας παγκόσμιος πόλεμος
δύναται να νικηθεί",
και θέλετε να το πιστέψω
αλλά βλέπω μέσ’από τo κεφάλι σας
όπως βλέπω μέσ’από το νερό
που ρέει κάτω απ’την αποχετεύση

Tραβείτε όλες τις σκανδάλες
για να ρίχνουν οι άλλοι
και μετά κάθεστε και υπολογίζετε
τα θύματα που αυξάνονται
κρύβεστε στα παλάτιά σας
ενώ το αίμα των νεαρών
τους απορρέει απ’τo σώμα
και καταρρέει στη λάσπη

Διαδόθηκε χάρη σας ο φόβος
o χειρότερος, που διαδίδεται˙
να φέρνονται παιδιά στον κόσμο
για ν’απειλήσετε το παιδί μου
αγεννητό κι ανόνυμο
δεν αξίζετε το αίμα
που σας ρέει στις φλέβες

Kαι λοιπόν τί ξέρω ‘γώ, που μιλάω
όταν δεν είναι η σειρά μου ;
Θα μπορούσατε να πείτε
ότι είμαι νέος κι άπειρος
αλλά το ξέρω κάτι
κι αν είμαι νεώτερος απ’εσάς˙
δε θα μπορούσε ούτε ο Iησούς
να συγχωρήσει ό,τι κάνετε

Aς μου να σας κάμω μία ‘ρώτηση˙
σε τί σας χρησιμεύουν τα χρήματα ;
θα σας αγοράσετε τη συγχώρηση ;
νομίζετε, ότι αρκετά ;
Aλλά νομίζω ότι θα το καταλάβετε
όταν θα έρθει η ώρα σας
ότι τα χρήματα που τα έχετε
δε θα ξαναγοράσουν την ψυχή σας

Kαι ελπίζω ότι θα πεθάνετε
κι ότι θα σας έρθει γρήγορα ο θάνατος
θ’ακολουθήσω το φέρετρό σας
στο απόγευμα χλομό
και θα επιβλέψω ότι σας καταβάλουν
καλά στο κρεβάτι σας του θανάτου
και θα περιμένω δίπλα στον τάφο σας
ώσπου είμαι σίγουρος ότι πεθάνατε.

inviata da Riccardo Venturi - 9/5/2005 - 16:47




Lingua: Latino

LATINO / LATIN - Riccardo Venturi

La versione latina è stata condotta in lingua autenticamente classica, indi per cui i riferimenti a Gesù e al perdono divino sono stati riportati agli dèi celesti pagani.

This Latin translation having been prepared in the true classical language, all references to Jesus and to divine pardon have been transferred to the classical gods.
DOMINI BELLATORES

Huc venite, domini bellatores,
vos, qui bellica tormenta fabricamini
atque mortiferas aëronaves
atque omnis speciei pyrobolos
vos, qui muris occultamini,
vos, qui sub scriptoria latetis
hoc tantum volo, ut sciatis
me videre posse per vestras personas

Vos, qui nihil umquam fecistis
nisi construere ad destruendum,
vos orbe meo terrarum luditis
tamquam si esset crepundia vestra
atque mihi in manus balistam
ponitis latentes igniferam
et fugam versis tergis capitis
rapidis pyrobolis pervolantibus

Ut Iudas tempore antiquo
mendacia capitis fraudesque,
mihi persuadere totius orbis
bellum vinci posse vultis
sed per oculos vestros video
atque per cerebrum vestrum
sicut in aquam defluentem
video ad cloacam

Tela ignivoma quibus aliis
pugnandum erit aptatis,
postea mortuorum augescentem
rationem in otio percensetis
bene obtecti in castris vestris
dum puerorum cruor effluit
e corporum vulneribus
lutoque admiscitur in humum

Nequissimus terror
effecistis ut diffunderetur,
terror humanam
progeniem pariendi.
Meo puero cum minemini
sine nomine et non nato,
ut fluat sanguis in venis
vestris digni non estis.

Quis ego sum, ut loquar
sine facultate ac licentia?
Me esse puerum vitae
valde inexpertum dicetis.
Sed hoc tantum bene scio
etiamsi minor sim natu:
hoc scio, scelera vestra
Iuppiter adeo non condonaturum.

Ex vobis hoc tantum requiram:
pretiosissima censetisne vestra
pecunia ad emercandam
caelestium misericordiam uti?
Sed invenietis cum portorium
ad Tartarum vobis sit dandum
omnes divitias a vobis coactas
ad animam redimendam non iuvaturas.

Et spes me tenet vos morituros,
de morte vestra spero quam primum.
Vobis in funus prodibo
in vespertina maligna luce,
aspiciens corpora vestra
spoliata contegi sepulchro,
sedens in tumulo donec certus
sim de morte vestra.

3/6/2008 - 21:33




Lingua: Italiano (Toscano Livornese)

LIVORNESE / LEGHORNESE - Riccardo Venturi

Portuali livornesi. Ca. 1920.
Portuali livornesi. Ca. 1920.


Una sentita e realistica versione in livornese di Riccardo Venturi
La si intenda declamata, se non proprio cantata, da un giòvine portuale incazzato (28 marzo 2005).

Riccardo Venturi's deephearted and realistic version into his native Leghornese dialect.
It is meant to be sung by a young and very much scared harbor worker.
BUDIÙLO (Masterz o’uòr)

Dé, venite ‘n po’ vì, budiùlo merdosi
voi lì, che fate tutte ‘vell’armi
e l’aroprani pe’ bombardà e ammazzà’,
e bombe grosse ‘ome casamenti
voi lì, che v’intanate dietr’ a’ muri
e che v’impiattate dietr’ar mobile
voglio divvi una ‘osa sulla ghigna:
io lo so, cosa ciavète ner capo.

Voi lì, che state lì a ‘un fa’ mai un cazzo
a parte ‘ostruì pe’ poi buttà’ giù
dé, state a gioicchià cor mondo
‘ome fosse un balocchino
mi date ir fucile e mi dite: dé chiàppalo!
E poi v’impiattate pe’ ‘un fàvvi vedé’
e vi girate, e poi giù via alla gamba
quando attaccano a sparà’

Come una vorta Giuda ir traditore
‘un fate ‘e imbroglià e di’ cazzate,
tipo si pole vìnce’ la ‘verra mondiale,
oh, e poi volete anco ‘e ci creda!
Saòsa? ‘Un mi pigliate pe’ r culo!
Ché io lo so, cosa ciavète ner capo,
come vedo ‘e ir mare è bagnato
e che ir pesce mòre se lo tiri fòri.

Voi lì! Dé ‘un sapete fa’ artro
‘e dìcci d’armàcci e partì!
E poi vi mettete a sedé’,
e quando mòre sempre più gente
v’impiattate ner palazzo
quando ir sangue de’ bimbi
ni ‘ola fori dar corpo
e affoga nella mota.

E lì a seminà la peggio paura
che si pole prénde’ e mètte’ ‘n giro
‘vella di mètte’ bimbi ar mondo!
No, se fate male ar mi’ bimbo
che deve nàsce’ e ‘unn’ha nome,
io vi sbudello, vi piglio ir sangue
e lo do da bé’ ar maiale.

Dé, mi dite ‘e un so un cazzo
e che devo stà’ zitto e muto?
Dé, mi dite ‘e sò’ troppo giovane
e che della vita ‘un so nulla?
Ma io vi cào ner muso!
Sì, so’ giovane, e allora?
Manco Cristo vi potrebbe
perdonà quer che fate.

E ora vi fo una domanda:
Che ci fate ‘o’ vaìni?
Vi ci ‘omprate ir perdono,
Credete ‘e sò’ boni?
Saòsa vi ci ‘omprerete
prima d’andà’ ar creatore?
Co’ tutti i vostri vaìni
L’anima ‘un ci si ‘ompra.

E spero ‘e stiantàte,
‘e stiantàte stanotte!
Dé, poi vengo ar trasporto
anco se ir tempo fa caà.
E la ‘assa da morto
la voglio vedé’ calà’,
poi stò lì’ finché i vermi
vi vèngan’ a sporpà’.

inviata da Riccardo Venturi - 28/3/2005 - 19:26




Lingua: Neerlandese

NEERLANDESE (OLANDESE-FIAMMINGO) / DUTCH (FLEMISH) [1] - Wannes van de Velde

Versione neerlandese (olandese/fiamminga) di Wannes van de Velde.
Dutch (Flemish) version by Wannes van de Welde

Wannes van de Velde.
Wannes van de Velde.
OORLOGSGELEERDEN

Oorlogsgeleerden
genies van 't kanon
ge bouwde torpedos
en waterstofbom

Ge schuilt achter muren
en achter papier
maar ik ken ulle kuren
en stalen manier

Ge hebt nooit nie gewerkt
dan in het bedrijf
dat mensen vernietigt
en aarde verstijft

Ge geeft mij een wapen
maar ge mijdt mijne blik
en fluiten er kogels
dan schijt ge van schrik

Ge bouwt aan't verderf
van leven en land
ge steekt met uw streken
de wereld in brand

Al kan't u nie schillen
da k'ulle verwens
toch zijt ge ne vloek
in de buurt van ne mens

Ge zaait uw waanzin
die koud is en wreed
ge foltert mijn kinderen
ge lacht met hun leed

En ik weet dat de schepper
het denkbeeld verfoeit
dat er menselijk bloed
door uw aderen vloeit

Kreveert voor mijn part
en liefst nog vandaag
en ik volg uw kist
liever rap als te traag

En ik u zal u zien zakken
in de vredige grond
en ik schrijf op uw graven
GEVAARLIJKE HOND

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Neerlandese

NEERLANDESE / DUTCH / NÉERLANDAIS [2] - Simon

Da Nedtlyrics
From Nedtlyrics
D'après Nedtlyrics
HEREN VAN DE OORLOG

Aan jullie Heren van de Oorlog
aan jullie die alle kanonnen maken
aan jullie die de vliegtuigen des doods maken
aan jullie die de grote bommen maken
aan jullie die zich verschuilen achter facades
aan jullie die zich verschuilen achter je bureau
ik wil jullie even laten weten
ik zie door jullie maskers heen.

Aan jullie die niets anders doen
dan bouwen voor vernietiging
je speelt met mijn wereld
alsof het jouw speeltje is
Je duwt een geweer in mijn hand
en je ontwijkt mijn blik
en je draait je om en rent weg
als de snelle kogels fluiten

Zoals de aloude Judas
lieg je en bedrieg je
Dat men een wereldoorlog kan winnen
wil je mij doen geloven
Maar ik zie door je heen
en ik kijk door je hoofd
zoals ik kijk door het water
dat loopt door de goot

Je monteert de trekker
die anderen moeten overhalen
dan kijk je rustig toe
hoe het dodental oploopt
je verstopt je in je villa
terwijl het bloed van jonge mannen
uit hun lichaam stroomt
en verdwijnt in de grond

Je hebt de grootste angst gezaaid
die ooit kan worden gezaaid
de angst om kinderen
op deze wereld te zetten
en voor het bedreigen van
mijn ongeboren kind zonder naam
je bent niet waard
het bloed dat door je aderen stroomt

Wat weet ik nou
om buiten mijn beurt te praten
misschien zeg je dat ik nog jong ben
misschien zeg je dat ik onervaren ben
maar er is één ding dat ik weet
hoewel ik jonger ben dan jij
zelfs Jezus zou nooit hebben
vergeven wat jij nu doet

Mag ik je één vraag stellen
smaakt je geld je zo goed
zal het je vergeving kunnen kopen
denk je dat het zou kunnen
ik denk dat je zal merken
als de dood zijn tol komt eisen
dat al het geld dat je hebt verdiend
nooit je ziel terug kan kopen

En ik hoop dat je sterft
en dat die dag snel komt
dan zal ik je kist volgen
in de bleke namiddag
en ik kijk hoe men je neerlaat
in je diepe groeve
en ik blijf staan boven je graf
tot ik er van zeker ben dat je dood bent.

inviata da Riccardo Venturi - 4/12/2007 - 00:19




Lingua: Polacco

POLACCO / POLISH - Sylwester Szweda - Andrzej Orzechowski

La versione polacca di Andrzej Orzechowski e Sylwester (Sylwek) Szweda, interpretata da quest'ultimo. Cantabile e scaricabile liberamente da questa pagina. Dal Sito ufficiale di Sylwester Szweda.

The Polish version by Andrzej Orzechowski and Sylwester (Sylwek) Szweda, performed by the latter. Singable and freely downloadable from this page. From Sylwester Szweda's official website.

Tłumaczenie: Sylwek Szweda & Andrzej Orzechowski 01.10.2005
Przekład poetycki: Sylwek Szweda 01.10.2005
W schronisku PTTK A.A. Dworaczków w Wetlinie
MISTRZOWIE WOJNY

Mistrzowie od wojen, specjaliści od bomb
Skryci za biurkami wymądrzają się wciąż,
Mistrzowie od śmierci, specjaliści od zła,
Zdejmijcie swe maski, pokażcie swą twarz.

Wy co całe miasta ścieracie na pył,
Bawicie się światem jakby wasz tylko był,
Wciskacie swe brudy w każdą ludzką dłoń,
A gdy jest już gorąco to zmywacie się stąd.

Jak Judasz powtarzacie swoją starą śpiewkę,
Sprzedajecie Jezusa za srebra sakiewkę,
Gdzie tylko się da prowadzicie do kłótni -
Widzę to przez wodę płynącą w mej studni.

Wy co ciągniecie za sznurki, by inni strzelali,
Potem siadacie na tyłach każąc chłopcom iść dalej.
Nie obchodzą was ciała leżące pokotem
I krew młodych ludzi wymieszana z błotem.

Na świat rzuciliście strach, by nie rodzić dzieci,
Nagie noworodki dziś wrzuca się do śmieci
I te nienarodzone bez żadnego imienia.
Niegodniście krwi płynącej w waszych żyłach.

Przyjrzyjcie się sobie i temu co robicie,
Nie muszę kończyć szkół, by po prostu to widzieć,
Więc przestańcie wreszcie nienawiść wokół szerzyć
Łudząc ciągle się tym, że wybaczy wam Jezus.

Ciekawi mnie jeszcze tylko ta rzecz jedna:
„Czy myślisz za forsę wykpić się od piekła ?”
W tym dniu kiedy śmierć zapuka do twych drzwi
Nie pomogą pieniądze, nie pomoże już nic.

I tylko mam nadzieję, że złożą was w pudle,
Będę szedł w kondukcie w to blade południe,
Potem stanę nad grobem, by upewnić się całkiem,
Że już was nie spotkam, bo będziecie martwi.

inviata da CCG/AWS Staff - 3/4/2009 - 23:53




Lingua: Polacco

POLACCO / POLISH [2]- Martyna Jakubowicz - Michał Kłobukowski

Versione polacca dall'album Tylko Dylan (2005)
tylko
Specjaliści od wojny

Chodzcie, chlopcy od bomb
chodzcie chlopcy od kul
chcecie zburzyc moj dom
zabrac zielen z mych pol
lecz ja widze wasz plan
nie osleplam, o nie
tak jak widze w strumieniu
to, co lezy na dnie

jak Judasz Iszkariota
próbujecie nas zwiesc
kazda wojne wygramy
trzeba tylko chciec
w waszych domach jest cicho
w nich nie straszy huk dzial
gdy krew mlodych ludzi
wyplywa z ich cial

niszczycie kazda radosc
tak jak depcze sie kwiat
jak zabija sie dziecko
zanim przyjdzie na swiat
za ten grzech najstraszniejszy
o, bogowie bez skaz
nie ominie was kara
kiedy przyjdzie wasz czas

chce wam zadac pytanie
tak lubicie swój szmal
czy on kupi wam laske
gdy sie skonczy wasz bal?
i jedno wiem dobrze
choc niewiele mam lat
nawet Bóg by was nigdy
nie wypuscil zza krat
chce widziec was w grobie
niech ukryje was cien
slonce bladym porankiem
powita ten dzien
az do bramy cmentarza
za konduktem chce isc
az sie calkiem upewnie,
ze nie wskrzesi was nikt

inviata da Dq82 - 19/10/2016 - 13:19




Lingua: Portoghese

PORTOGHESE / PORTUGUESE - sconosciuto/unknown

Una versione portoghese, da questa pagina

Portuguese version available at this page
SENHORES DA GUERRA

Venham seus senhores da guerra
Vocês que constroem as grandes armas
Vocês que constroem os aeroplanos da morte
Vocês que constroem todas as bombas
Vocês que se escondem atrás das paredes
Vocês que se escondem atrás das mesas
Eu só quero que vocês saibam
Que eu enxergo através de suas mascaras

Você que nunca fez nada
A não ser criar para a destruição
Você brinca com meu mundo
Como se fosse seu pequeno brinquedo
Você coloca uma arma em minha mão
E se esconde da minha vista
E se vira e corre longe
Quando as rajadas de balas voam

Como um Judas do passado
Você mente e engana
Uma guerra mundial pode ser vencida
Você quer que eu acredite
Mas eu enxergo através de seus olhos
E eu enxergo através de sua mente
Como enxergo através da água
Que escorre pelo meu ralo

Vocês aprontam os gatilhos
Para os outros atirar
Então vocês se afastam e assistem
Enquanto a contagem dos mortos aumenta
Vocês se escondem em suas mansões
Enquanto o sangue dos jovens
Escorre pelos seus corpos
E são enterrados na lama

Vocês jogaram o pior dos medos
Que possa ser lançado
Medo de trazer crianças
Para o mundo
Por ameaçarem meu filho
Ainda por nascer e sem nome
Vocês não valem o sangue
Que corre pelas suas veias

O quanto que eu sei
Para falar fora de hora?
Você pode dizer que sou jovem
Você pode dizer que sou inculto
Mas há uma coisa que eu sei
Embora eu seja mais novo que você
Nem Jesus jamais poderia
Perdoar o que você faz

Deixa eu te fazer uma pergunta
Será que seu dinheiro é mesmo tão forte?
Poderia comprar seu perdão?
Você acredita que pode?
Acho que irá descobrir
Quando sua morte te encontrar
Que todo o dinheiro do mundo
Não comprará de volta sua alma

E eu espero que você morra
E sua morte logo virá
Seguirei seu caixão
Na tarde pálida
E assistirei enquanto eles lhe abaixem
Para seu leito de morte
E ficarei de pé sob seu túmulo
Até ter certeza que estiver morto.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Reto-Romanzo

RETOROMANCIO (ROMANTSCH GRISCHUN) / SWISS ROMANCHE - Emil Schavut

Versione retoromancia grigionese ("Romantsch grischun") di Emil Schavut
Emil Schavut's Swiss Romanche version

Ricevuta il 4 aprile 2005
Received on April 4th, 2005
SIGNURS DA LA GUERRA

Vegni, vus, signurs da la guerra,
vus che fabritgais tuttas las armas
vus che fabritgais eroplans da mort
vus che fabritgais las grondas bumbas
vus ch’as zuppais davos ils mirs
vus ch’as zuppais davos las maisas
jau vi be che sappias che sun bun
a vesair tras vossas mascras.

Vus che n’avais mai fatg autramain
che construir per disfar,
vus giugais cun mes mund
sco sch’el è voss giugaret
ma mettais in’arma el maun
e as zuppais da mes egls
e as volvais e curris lunsch
cura svelt sgolan las ballas

Sco Judas en temps passads
schais manzegnas ed engianais
sa po gudagnar ina guerra mundiala,
vulais che jau vus craja
ma jau ves tras voss egls
e ves tras voss tscharvels
sco ves tras l’aua
che curra giu per il bischen

Vus chargiais tuts ils schluppets
per che tirian ils auters
e suenter as tschentais e guardais
cur il dumber dals morts crescha
as zuppais en voss chastè
entant ch’il sang dals giuvens
i squitta dals corps
e sfundra in la lozza

Vus, ch’avais propagà la pir anguscha
che possia mai vegnir pensada:
metter uffants sin il mund
per smanatschar mes uffant
che n’è nat e n’ha betg num
vus na meritais betg il sang
che as scurra en las avainas

E quantas chaussas jau sai
per discurrer cur na ma tutga?
Pudessas dir che sun giuven
e che na sun betg versà
ma dat ina chaussa che sai
er sche sun pli giuven de vus:
gnanc Gesù pudess mai
perdunar quel che faschais

As poss far ina dumonda?
A tg’è bun voss daner?
A cumprar il perdun?
Cartais ch’el saja bun?
Ma i vegnis ad encleger
cur suna vossa ura
che tut voss daner
na paja betg l’olma

E jau sper che morias
che vossa mort arrivia prest
vegn a suandar voss vaschè
en il sblatg suentermezdi
a vegliar ch’as mettian bain
giu en voss letg da mort
e vegn a star là fin che
sun tschert ch’essas morts.

inviata da Riccardo Venturi - 4/4/2005 - 12:58




Lingua: Rumeno

ROMENO / ROMANIAN - Alexandru Andries

Versione romena cantata da Alexandru Andries nell'album "Alb negru"
Romanian version by Alexandru Andries from the album "Alb negru"

Alexandru Andries.
Alexandru Andries.


La grafia è stata riportata a quella ufficiale corrente, con la differenziazione tra [ â ] nel corpo di parola e [ î ] all'inizio ed alla fine.
STAPÂNII RĂZBOIULUI

Hei, stăpâni de război
Cu pistoalele-n mâini,
Cu alai de-avioane
Şi cu gloanţe în pâini,
Voi, ascunşi după ziduri
Şi păziţi de birouri,
Văd prin măştile voastre ca prin nişte găuri!

N-aţi făcut niciodată
Decât gropi şi dezastre,
Jucărie e lumea
În minţile voastre,
Voi îmi puneţi în mână
Un pistol şi fugiţi,
Vă ascundeţi departe când de gloanţe auziţi.

Ca şi Iuda sânteţi,
Mincinoşii de voi,
Tare mult vreţi să cred
Că e bine-n război,
Că-i uşor de luptat
Şi că vom câştiga,
Da' minciuna-i prea mare şi plata prea grea ...

Voi faceţi doar puşca,
Alţii trag pentru voi:
Cei pe care-i uitaţi
Prăvăliţi în noroi ...
Şi când staţi şi adunaţi
De-a ieşit vreun folos
Nu simţiţi că-i de sânge cifra cea mai de jos?

Spaima cea mai cumplită
Aţi adus-o cu voi:
Să nu vrei s-ai copii
Pentru vreun alt război!
Şi de-aceea v-o jur:
Eu copii n-o să am,
Dar şi zidul de piatră pentru mine-i un geam.

Puteţi zice orice:
Că sânt tânăr şi prost,
Că nu ştiu nimic,
Că n-am nici un rost ...
Un lucru tot ştiu,
Şi vi-l spun răspicat:
Nimic din ce faceţi nu va fi iertat!

Şi vă-ntreb înc-un lucru:
La ce bun munţi de bani,
Peste munţi de eroi,
Peste munţi de duşmani ?
E-o pată de sânge
Pe ei, aşa grea,
Că nici apa din ceruri nu o poate spăla!

Eu tot sper să muriţi,
Să se-ntâmple curând,
La mormintele voastre
Voi sta-n primul rând !
Peste voi, tot pământul
Îl voi bătători,
Să fiu sigur că-n groapă veţi încremeni!

4/9/2005 - 14:45




Lingua: Russo

RUSSO / RUSSIAN - "Polouact Polouactov"

La traduzione russa proviene da Music Action, sito antimilitarista russo di canzoni, video e testi che, anche per l'espressa dichiarazione, possiamo considerare "gemello" di "Canzoni contro la Guerra"

This Russian translation is reproduced from Music Action, an antimilitarist Russian website of videos and lyrics inspired explicitly by "AntiWar Songs" and that we can see as our "twin site".
МАСТЕР ВОЙНЫ

Где ты, мастер войны,
Кто создал пистолет,
Кто создал истребитель,
Кто создал Литтл Бой,
Тебя прячет бетон,
Тебя прячет подвал,
Я хочу, чтоб ты знал,
Твоя рожа видна.

Ничего ты не строил,
Только все разрушал,
Для тебя целый мир -
Тренировочный зал.
Ты выдал мне пистолет
И пропал с моих глаз,
Развернувшись, сбежал,
Когда пуля взвилась.

Ты как Искариот
Врешь без краски стыда,
Что в войне мировой
Можно выиграть всегда.
Но я вижу сквозь ложь
Твоих пристальных глаз,
Как я вижу сквозь воду,
Как я вижу сквозь газ.

Ты приказ отдаешь,
Чтоб открыли огонь,
Наблюдая из бункера
Смерти бешеной вонь.
От огня ты укрылся,
Когда юная кровь
Вытекала из тел,
Впитывалась в песок.

Ты принес в этот мир
Лишь чудовищный страх -
Страх рожать вновь детей
Для твоих злых забав.
За угрозу ребенку,
Что еще не рожден,
Расплатиться нельзя,
Нечем долг отдавать.

Сколько мне нужно знать,
Чтобы спорить с тобой,
Ты считаешь, я молод,
Говоришь - неучен.
Но одну вещь я знаю,
В свои скромные дни -
Не простит и Иисус
Прегрешенья твои.

Так ответь на вопрос:
Почему ты решил
Будто деньги помогут
Тебе жизнь получить.
Ведь ты скоро узнаешь,
Взглянув в смерти в глаза,
Что все золото мира
Не спасет от суда.

Я дождусь - ты умрешь,
А ты скоро умрешь,
И пойду я за гробом
Ясным солнечным днем,
И тебя похоронят,
И опустят на дно
Грязной ямы, и я
Буду там, чтобы знать, что ты мертв.

inviata da Riccardo Venturi - 27/3/2009 - 04:57




Lingua: Serbo

SERBO / SERBIAN - Riccardo Venturi

Trascrizione serba di Riccardo Venturi basata sulla versione croata di Monia Verardi
Serbian transcription by Riccardo Venturi based on the Croatian version by Monia Verardi
ГOCПОДAPИ PATA

Дoђите гocподapи paта!
Bи, коjи изгpaдите велика opужja
Ви, коjи изгpaдите смтоносне авионе
Ви, коjи изгpaдите све бомбе
Ви, коjи се сакривате иза зидова
Ви, коjи се сакривате иза писађих столова
Xoћу само да знатe да могу
Да видим кpoз вашe мacке

Bи, коjи нисте никада ништа paдили
Ocим да изградите да paзорите
Ви се играте c мojим cветом
Као да je вaшa мaлена играчка
Bи cтавите opyжje y мojy pyкy
И caкpиватe ce oд мojих oчиjy
И oкpeтaте и далеко тpчите
Кaда брзи меци лете

Кao cтapи Jyда
Bи лазeте и прeварите
Bи xoћете дa вepyjeм
Да можe да ce поведи jeдан cветcки paт
Aли видим кpoз вaшe oчи
Aли видим кpoз вaш мозак
Кao видим кpoз водy
Кoja тече кроз клоаку

Bи натоваpитe oбаpaч
За онe кojи мораће да пуцajy
Пocле ceдитe и глeдате
Дoк бpoj мртавацa pacте
Bи, кojи ce caкpиватe y вашим палачима
Дoк крв младића
Tече из њиxoвиx тела
И покопана je y блатy

Bи cтe yзpoкoвали наjгopи cтpax
Кojи би никaда могао да ce ширe
Cтpax да ce poде децу
У oвoм cвeту
Зaто што ви прeтитe мojeм
Hepoћeном и неимeновaном дететy
Bи не вpeдите oну крв
Коja тече y вашим вeнама

Штa могy ja да знам
Дa oвако гoворим кaдa ниcaм на peду
Bи ћeтe peћи дa caм млaд
Bи ћeтe peћи дa дoвoљно не знам
Aли има jeдне cтвари кojy дoбpo знам,
Иaко caм млаћи oд ваc:
Дa не би ни Иcyc
Hикад oпроштио што ви paдите

Xoђy да вac питам:
Je ли ваш новац oнaj толико вpeдан?
Xoће ли да кyпи oпpoштaj за вac?
Mиcлите ли cтвapно да би могao?
Mиcлим да откриђeте
Кaд cмpт заxтeвађe цecтapину
Да cви ваши новци
нећe мoћи дa вaм вpaте дyшy.

И нaдам ce дa yмpeђeтe
И да ћe вaшa cмpт да дoђe ycкopo
Пpaтићy вaш лec
У блeдо поподне
И гледаћy док ћe да вac cпустите y гpoб
И cтajaћy нa вашeм гpoбy
Дoкле нећy да бyдем сигypaн дa cтe мpтви.

15/9/2005 - 10:09




Lingua: Spagnolo

SPAGNOLO / SPANISH [1] Autore sconosciuto/Unknown author

Una versione spagnola da questa pagina

Spanish version available at this page
LOS SEÑORES DE LA GUERRA

Vamos, señores de la guerra
que construís todas las armas
y todos los aviones asesinos,
que construís las enormes bombas
y os escondeis detrás de los muros
y de las mesas de los despachos,
quiero veros la cara
Nunca haceis nada
pero construís solo para destruir,
jugais con mi mundo como
si fuera vuestro pequeño juguete
y me poneis un arma en las manos
y me ocultais la mirada
y girais y os vais más lejos
aun cuando empiezan las balas a volar
Como Judas mentís y decís
que una guerra mundial se puede ganar
no os creo porque veo a través
de vuestros ojos y vuestro cerebro
como veo a través del agua cuando llueve
preparais los gatillos para que otros disparen,
entonces os ocultais y vigilais
Os escondeis en vuestras mansiones
donde la sangre joven que tuvisteis
se ha escapado de vuestros cuerpos
y esta escondida en el fango
habeis creado el peor miedo que se puede sentir:
el miedo a que traigamos niños al mundo
y amenazais a mi hijo
que no ha nacido aun y no tiene ni nombre
pero ya tengo experiencia y sé que direis
que lo que digo no tiene sentido,
que no es mi turno,
que soy demasiado joven
pero sé una cosa aunque creas
que soy demasiado joven:
sé ya que jesucristo no olvidará lo que haceis,
¿puedo preguntaros una cosa?
¿es vuestro dinero tan bueno
que puede compraros el perdón?
penais que podría ser
pero cuando murais todo el dinero
que habeis avaramente apilado
no salvará vuestra alma
cuando muera vuestro cuerpo
y espero que sí, que murais,
que sea pronto.
yo seguiré vuestro ataúd en una pálida tarde
y vigilaré cómo le bajan a su tumba
y sobre ese sepulcro estaré de pie
hasta que esté completamente
seguro de que habeis muerto.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Spagnolo

SPAGNOLO / SPANISH [2] - Autore sconosciuto/Unknown author

Un'altra versione spagnola, da questa pagina

Alternative Spanish version from this page
LOS SEÑORES DE LA GUERRA

Venid señores de la guerra
Vosotros que construís todas las armas
Vosotros que construís los aviones de la muerte
Vosotros que construís las grandes bombas
Vosotros que os escondéis detrás de las paredes
Vosotros que os escondéis detrás de los escritorios
Yo sólo quiero haceros saber
Que puedo ver a través de vuestras máscaras

Vosotros que nunca hacéis nada
Sino construir para destruir
Vosotros jugáis con mi mundo
Como si fuera vuestro juguetito
Vosotros ponéis un arma en mi mano
Y os ocultáis de mi vista
Y os dais la vuelta y corréis más lejos
Cuando vuelan las veloces balas

Como el Judas de la antigüedad
Vosotros mentís y engañáis
Que una guerra mundial puede ganarse
Es lo que queréis que me crea
Pero veo a través de vuestros ojos
Y veo a través de vuestra mente
Como veo a través del agua
Que se va por el desagüe

Vosotros ajustáis los gatillos
Para que otros disparen
Luego retrocedéis y observáis
Cuando el número de los muertos se hace mayor
Os ocultáis en vuestras mansiones
Mientras la sangre de los jóvenes
Fluye fuera de sus cuerpos
Y es enterrada en el lodo

Vosotros habéis lanzado el peor miedo
Que pueda nunca arrojarse
Miedo a traer niños al mundo
Por amenazar mi bebé
Que aún no ha nacido ni tiene nombre
No merecéis ni la sangre
Que corre por vuestras venas

Cuánto más tengo que saber
Para discutir fuera de turno
Podréis decir que soy muy joven
Podréis decir que soy un ignorante
Pero hay una cosa que sé
Aunque soy más joven que vosotros
Ni siquiera Jesús hubiera nunca
Perdonado lo que vosotros hacéis

Dejadme haceros una pregunta
Es vuestro dinero tan bueno
Comprará él vuestro perdón
Pensáis que podría hacerlo
Pienso que os daréis cuenta
Cuando llegue la hora de vuestra muerte
Todo el dinero que hicisteis
Nunca comprará otra vez vuestra alma

Y espero que muráis
Y que vuestra muerte venga pronto
Seguiré vuestro ataúd
En la pálida tarde
Y miraré mientras sois bajados
Hacia vuestro lecho de muerte
Y permaneceré de pié sobre vuestra sepultura
Hasta estar seguro de que estáis muertos.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Spagnolo

SPAGNOLO / SPANISH [3] -Autore sconosciuto/Unknown author

Ulteriore versione spagnola, da questa pagina

A third Spanish Version, from this page
SEÑORES DE LA GUERRA

Venid señores de la guerra,
vosotros que fabricáis todas las armas,
vosotros que fabricáis mortíferos aviones,
vosotros que fabricáis todas las bombas,
vosotros que os escondéis tras muros,
vosotros que os escondéis tras escritorios,
sólo quiero que sepáis
que veo a través de vuestras máscaras.

Vosotros que no habéis hecho nada
salvo construir para destruir,
vosotros jugáis con mi mundo
como si fuera vuestro juguetito,
vosotros ponéis un arma en mi mano
y os quitáis de mi vista,
y os volvéis y corréis lo más lejos
cuando las balas vuelan raudas.

Como el Judas de antaño
mentís y engañáis,
una guerra mundial puede ser ganada
queréis que me crea,
pero veo a través de vuestros ojos
y veo a través de vuestro cerebro
como veo a través del agua
que corre por mi desagüe.

Vosotros ajustáis todos los gatillos
para que otros disparen,
luego os apartáis y esperáis
cuando las listas de muertos aumentan,
vosotros os escondéis en vuestra mansión
mientras la sangre de los jóvenes
se escapa de sus cuerpos
y se hunde en el barro.

Vosotros habéis extendido el peor miedo
que jamás pueda ser gritado,
miedo a traer hijos
a este mundo,
por haber amenazado a mi hijo
nonato y sin nombre;
no valéis la sangre
que corre por vuestras venas.

Cuánto sé yo
para hablar así a destiempo,
puede que digáis que soy joven,
puede que digáis que soy ignorante,
pero hay algo que sé,
aunque sea más joven que vosotros,
y es que ni siquiera Jesús jamás
perdonaría lo que hacéis.

Permitidme haceros una pregunta,
¿es bueno aquél dinero vuestro?
¿comprará vuestro perdón?
¿creéis que lo haría?
Me parece que descubriréis
cuando vuestra muerte cobre su peaje,
que todo el dinero que hicisteis
nunca desempeñará vuestra alma.

Y espero que muráis,
y que vuestra muerte vendrá pronto,
seguiré vuestro ataúd
en la pálida tarde,
y esperaré mientras sois bajados
a vuestro lecho de muerte,
y me quedaré sobre vuestra tumba
hasta que esté seguro de que estáis muertos.

inviata da Riccardo Venturi - 22/5/2005 - 18:14




Lingua: Spagnolo

SPAGNOLO / SPANISH [4]
SEÑORES DE LA GUERRA

Venid, señores de la guerra
los que fabricáis armas,
los que fabricáis bombarderos,
los que fabricáis grandes bombas,
los que os escondéis detrás de las paredes
Los que os escondéis detrás de vuestros escritorios
quiero que sepáis
que puedo ver a través de vuestras máscaras.

Vosotros que nunca habéis hecho nada
que no sirva para destruir
jugáis con mi mundo
como si fuera un juguete vuestro
Ponéis un arma en mi mano
y os ocultáis a mi vista
y cuando las balas empiezan a surcar el aire
dais la vuelta y salís corriendo.

Como el Judas de antaño
mentís y engañáis.
Queréis hacerme creer
que una guerra mundial puede ganarse
pero veo a través de vuestros ojos
y de vuestros cerebros
como veo a través del agua sucia
que sale por el desagüe

Sostenéis los gatillos
para que otros disparen,
luego retrocedéis y observáis
y cuando los muertos empiezan a aumentar
os escondéis en vuestros palacios
mientras la sangre de los jóvenes
escapa de sus cuerpos
y se entierra en el barro.

Habéis traído el peor temor
que imaginarse pueda
el miedo a traer niños
a este mundo.
Por amenazar a mi hijo
que no ha nacido ni tiene nombre
no merecéis la sangre
que corre por vuestras venas.

¿ cuanto tengo que saber
para poder hablar sin vuestro permiso ?
Vosotros podéis decir que soy joven.
Podréis decir que soy ignorante pero aunque
más joven que vosotros
hay algo que si se
ni siquiera Jesús
perdonaría lo que hacéis.

Dejad que os haga una pregunta
¿ tan bueno es vuestro dinero
que os comprará el perdón ?
¿ de verdad lo creéis ?
Cuando llegue vuestra hora
sé que os daréis cuenta
de que todo el dinero que hicisteis
no salvará vuestra alma.

Espero que muráis
y la muerte os llegará pronto.
Seguiré vuestro ataúd
en la pálida tarde
y observare como os bajan
a la tumba
y permaneceré de pie sobre ella
para estar seguro de vuestra muerte.

inviata da giorgio - 3/4/2010 - 10:20




Lingua: Svedese

SVEDESE / SWEDISH [1] - Roland von Malmborg

La versione svedese di Roland von Malmborg, da questa pagina

Swedish version by Roland von Malmborg, from this page

Roland von Malmborg in veste di cantastorie e burattinaio. Roland von Malmborg as street singer and puppet showman.
Roland von Malmborg in veste di cantastorie e burattinaio. Roland von Malmborg as street singer and puppet showman.


NOTA: La versione è piuttosto una riscrittura con alcuni riferimenti alla realtà svedese, particolarmente alle numerose fabbriche di armi (come la Bofors) che hanno sede nella "neutrale" Svezia. La versione proviene dall'album Vårt klotrunda fosterland del 1969.

NOTE: This version is rather a reshaping of the song than a translation, as it includes strong "local" reference to Swedish facts, f.ex. the several armament plants (like Bofors) having its headquarters in "neutral" Sweden. This version was released in the 1969 album Vårt klotrunda fosterland.
KRIGETS HERRAR
(Masters of war)
Bob Dylan
Svensk text: Roland von Malmborg


Ni mördandets herrar, ni mästare i krig,
utan samvetsspärrar i er blodiga intrig.
Varken klingande titlar, PR-uppbåd
eller blanka skrivbord kan dölja era dåd.

Ni stämplar de milda som aggressionshämmade barn.
Den medicin ni bjuder ger er vatten på er kvarn.
Det ska lekas krig år efter år.
Barnasinnen tvingas in i våldets spår.

Ni får oss förbereda krig i en värld fylld av nöd.
Medan hatet gror bland dem som ropar efter bröd.
Från en hungrande värld resurser ni tar
till dessa vansinnen som kallas "försvar".

Försvarets Fabriksverk, Celsiusdirektör Svärd,
säj, en levande människa, vad är hon värd?
Kanske några kronor om hon bor långt bort?
Mänskoliv räknas inte när vi kör på export.

Staten har tillsatt en krigsmaterielinspektör
som ser till att Sverige blir med där som mänskor dör
Till öst och väst svenska vapen, blott betalningen är god.
För att jag är svensk bär mina händer blod.

Säj, herr direktören, Bofors högsta dignitär,
Granater och krut, vilka lyckträffar de är.
Se alla miljarder som ur tårar simmar in.
Tänk vad blod och lik gör aktieportföljen stinn.

Men vem blir beordrade att döda och dö?
Att kämpa med de djungler som växer från ert frö.
Förtvivlad ungdom, utan rösträtt eller val.
Ni sitter vid skrivbord, medan de förgås i kval.

Ni har skapat en fruktan, så hemsk att klä i ord:
Fruktan att föda barn till denna vår jord.
Ni hotar våra små, ofödda, utan namn,
som jag inte, ännu, fått hålla i min famn.

Vem jag tror att jag är, som talar så här?
Som klär i ord, vad miljontals tigande bär.
Måste man vara militär eller kunna politik
för att få protestera mot att världen fylls med lik?

Om vi kallar oss Kristna, hur tror vi då Jesus var?
Var hans lära som vår, ja då var han barbar.
Då hade Golgata blitt slagsmål, med mord till hans försvar
Men han älskade alla och hans minne lever kvar.

Till sist: Krigets herrar, jag hatar inte er.
Men jag hatar det mörker åt vilket ni er ger
som villiga redskap för att få profit och makt.
Medmänniska, res dej, bli värd mer än förakt.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Svedese

SVEDESE / SWEDISH [2] - Mikael Wiehe

tottaochwiehe


La recente versione svedese di Mikael Wiehe (2005) da lui eseguita nell'album di cover tradotte "Totta & Wiehe: Dylan", uscito nel 2006.
Il testo è ripreso da Enn Kokk.



Mikael Wiehe's Swedish cover traslation of "Masters of War" (2005) included in the album "Totta & Wiehe: Dylan" (2006).
Lyrics are reproduced from Enn Kokk
NI SOM TJÄNAR PÅ KRIG

Ni som tjänar på krig
och på att människor dör
Ni som tillverkar vapnen
som slår ihjäl och förstör
Ni som säljer gevären
och kanonerna med
Jag vet var ni finns
och jag vet vem ni är

Ni sitter bakom skrivbord
i eleganta kvarter
Och ni leker med världen
som om världen var er
Sen är det alltid nån annan
nån annan än ni
som ska marschera och dö
i era smutsiga krig

Ja, det är alltid dom unga
som ni skickar till slakt
medan ni sitter hemma
i era slott och palats
Och ni talar om ära
och ni talar om mod
Men det enda dom får är ångest
och gyttja och blod

Ja, ni hycklar och ljuger
och ni kör era spel
Men jag ser rakt igenom
era lögner och svek
Ni talar om frihet
och om demokrati
Och så handlar det bara
om simpel profit

Och ni skickar missiler
mot kvinnor och barn
mot gamla och sjuka
som inte har nåt försvar
Ni är liksom gamar
som lever på lik
Fast ni slipper ju höra
dom sårades skrik

Och ni hotar vår framtid
och våra ofödda barn
med bakterier och gifter
med plutonium och uran
Och ni kanske har pengar
och ni kanske har makt
men det enda jag känner
för er är förakt

Jag måste ställa en fråga
Tror ni silver och guld
kan köpa er fria
från ansvar och skuld
Tror ni era mäktiga vänner
kommer att va er till hjälp
den dan när ni brinner
i helvetets eld

Ja, jag hoppas ni dör
och att det inte går fort
Att ni får pinas och plågas
för det ni har gjort
Och den dagen ni dör
blir en underbar dag
Och jag ska gå dit där ni ligger
och jag ska pissa på er grav

inviata da Riccardo Venturi - 13/9/2007 - 00:53




Lingua: Tedesco

TEDESCO / GERMAN - Riccardo Venturi

Versione tedesca di Riccardo Venturi
Deutsche Fassung von Riccardo Venturi
21 giugno / 21. Juni 2005

Sembra quasi impossibile, ma di “Masters of War” non è stato possibile reperire alcuna traduzione tedesca in rete (forse anche perché recentemente è uscito in Germania un volume contenente la traduzione di tutte le canzoni di Bob Dylan, volume ovviamente coperto da copyright). Provvediamo quindi autonomamente.
KRIEGSHERREN

Kommt doch ihr Kriegsherren
ihr, die ihr große Kanonen erzeugt
ihr, die ihr Todesflugzeuge erzeugt
ihr, die ihr alle Bomben erzeugt
ihr, die ihr euch hinter Mauern versteckt
ihr, die ihr euch hinter Büros versteckt
ich will nur, daß ihr es wißt:
daß ich durch eure Masken sehn kann.

Ihr, die ihr nichts anders getan habt
als bauen um dann alles zu zerstören
ihr spielt mit meiner Welt
als sie euer Spielzeugchen wäre
mir steckt ihr ein Gewehr in die Hände
und versteckt euch vor meinen Augen
und und macht euch aus dem Staube
wenn die Ballen rasch fliehn

Wie Judas in der alten Zeit
lügt ihr und betrügt ihr
“Man kann einen Weltkrieg gewinnen”
und ihr wollt, daß ich euch glaube.
Ich kann doch durch eure Augen
und auch durch euren Kopf sehn
sowie ich durch das Abwasser
seh’, die in die Kloake abfließt.

Ihr ladet die Waffen
die andere tragen müssen
dann ihr nehmt Platz und schauen
während die Opferanzahl steigt.
Ihr bleibt in eure Paläste versteckt
während das Blut der jungen Leute
aus ihren Körpern durchfließt
und den Schlamm rot färbt.

Ihr habt die allerschlimmste
Furcht verursacht,
die Furcht, Kinder
auf die Welt zu bringen.
Weil ihr mein namenlose
ungeborne Kind bedroht
seid ihr dem Blut nich wert,
das in euren Adern fließt.

Wer bin ich, die ich sprech
wenn ich nicht dran komm?
Ich mag wohl zu jung sein,
ich bin ja unerfahren.
Ich weiß doch eine Sache
auch wenn ich jünger bin:
selbst Jesus vergäbe euch nicht
dafür, was ihr tut.

Ich will euch ein’ Frage stellen:
ist euer Geld so wertvoll
damit ihr Vergebung kauft?
Glaubt ihr, daß es genügt?
Ihr werdet ja es lernen
wenn der Tod euch verlangt
daß das Geld euch nichts nützt
um die Seele freizukaufn.

Und ich hoffe, daß ihr sterbt
und daß ihr so bald sterbt.
Ich werd eurem Sarg folgen
im bleichen Nachmittag.
Und dort werd ich zuschaun
daß man euch ins Grab senkt,
und ich bleib bei eurem Grab
sicherzustellen, daß ihr tot seid.

21/6/2005 - 03:34




Lingua: Tedesco

TEDESCO / GERMAN [2] - Ihre Kinder

La versione tedesca dei Ihre Kinder, nell'album "Heute" del 1984
Dal sito della band

Heute
MEISTER DER ANGST

Ihr Meister der Angst
nennt euch Militär,
ihr baut Todesmaschinen
zu Luft, Land und Meer.
Versteckt euch hinterm Schreibtisch
oder im Aufsichtsrat,
doch es gibt kaum jemand,
der euch nicht erkannt hat.

Nie was andres getan,
als immer nur zerstören -
ihr spielt mit der Welt,
als würde sie euch nur gehören.
Ihr gebt mir 'n Gewehr
doch ihr versteckt euch vor mir.
Und wenn's euch zu heiß wird,
dann verschwindet ihr hier!

Ihr und betrügt
für Judas-Lohn -
ihr glaubt an den Sieg
der ganzen Menschheit zum Hohn.
Doch in eure Augen
und in euer krankes Gehirn
seh ich auch durch das Panzerglas
vor eurer Stirn.

Ihr schärft alle Zünder,
und dann Feuer frei!
Ihr lehnt euch zurück
und trinkt euren Whisky dabei.
Ihr seht es mit an im Fernsehn
zuhaus am Kamin -
und unser Blut quittiert euren Gewinn.

Ja, ihr schafft unsre Ängste
mit unserem Geld -
auch die Angst vor der Frage:
setze ich ein Kind in die Welt?
Es wäre verloren, bevor's geboren ist -
ihr seid es nicht wert,
daß Blut in euch fließt!

Aber was weiß ich schon,
euch zu kritisieren -
hab ja keine Erfahrung,
und hab nie promoviert.
Aber eins ist mir klar,
und eins weiß ich sehr gut:
daß nicht einmal Jesus verzeiht,
was ihr tut!

Noch eine Frage -
was bring euer Gold -
kauft es euch Vergebung,
wenn der Teufel euch holt?
Na, ihr werdet ja sehn,
wenn es dann soweit ist -
es hilft euch kein Geld
und es hilft keine List

Und ich hoff-, ihr krepiert -
und ich hoff', es ist bald!
Und ich folg eurem Sarg
an einem Regentag, und mir ist kalt.
Doch ich schau genau zu,
wie man euch alle vergräbt -
und ich bleib, bis ich sicher bin,
daß keiner mehr lebt!

inviata da B.B. - 23/3/2020 - 13:30




Lingua: Tedesco

TEDESCO / GERMAN [3]- Drüsi Hörbar

Versione tedesca in equiritmica, poetica, rimata, cantabile di Drüsi Hörbar, da Lyrics Translate
MEISTER DES KRIEGS

Kommt, ihr Meister des Kriegs,
ihr Kanonengießer,
ihr Kampfjeterfinder,
ihr Bombenhändler!
In euren noblen Büros,
in eurem Bunkerverhau,
sollt ihr es wissen,
dass ich euch durchschau'!

Ihr, die ihr nie And'res
erschuft als Gewalt,
ihr zerstört meine Welt,
ihr spielt mit ihr Ball.
Uns gebt ihr Gewehre,
ihr könnt abhau'n und kneifen,
macht euch aus dem Staub,
wenn die Kugeln dann pfeifen.

Wie Judas dereinst
lügt ihr und betrügt.
Ihr wollt, dass wir glauben,
wir gewännen den Krieg.
Doch durch eure Augen
seh' ich euch hinter die Stirn,
wie durch glasklares Wasser,
direkt bis ins Hirn.

Ihr montiert den Abzug,
mit dem Andere schießen,
schaut ganz entspannt zu,
wenn Opferzahlen sprießen.
Ihr könnt euch ja prima
in euren Villen verstecken,
während draußen im Schlamm
junge Menschen verrecken.

Ihr verbreitet Entsetzen,
habt den Mut uns genommen,
jetzt fürchten wir uns,
Kinder zu bekommen.
Ihr bedroht jedes Ungeborene,
auch mein namenloses Kind.
Ihr seid das Blut nicht wert,
das noch in euch rinnt.

Was weiß denn ich schon,
was rede ich hier?
Ich sei viel zu jung,
unerfahren, sagt ihr.
Doch eins weiß ich genau,
in meinem jungen Leben:
Selbst Jesus könnt' euch nie
eure Taten vergeben.

Bleibt noch diese Frage:
Hat dein Geld wohl die Macht,
dir Vergebung zu kaufen?
Hast du das schon bedacht?
Du wirst es erfahren,
wenn man zum Sterben dich bettet,
dass all dein Geld
deine Seele nicht rettet.

Ich hoff', dass du stirbst,
dass es dich bald erwischt,
dann folg' ich dem Sarg,
im fahlen Dämmerlicht.
Ich seh' zu, wie sie schaufeln
im letzten Abendrot.
Ich bleibe noch länger,
bis ich weiß, du bist tot.

inviata da Luke Atreides - 8/7/2021 - 01:05




Lingua: Ungherese

UNGHERESE / HUNGARIAN - Riccardo Venturi

Versione ungherese di Riccardo Venturi – 13 dicembre 2006
Hungarian version by Riccardo Venturi – December 13, 2006
A magyar nyelvbe fordította Riccardo Venturi december 13-án, 2006.

Il 2006 è stato il 50° anniversario della rivolta ungherese contro l’oppressione stalinista. Vorrei dedicare questa traduzione all’Ungheria, un paese che amo assieme alla sua bellissima lingua –che studio da quasi trent’anni!- senza dimenticare che il pericolo, adesso, è tornato a chiamarsi fascismo.

2006 a sztálinista elnyomatás elleni magyar forradalom 50. évfordulója volt. Ezt a fordítást akarnék dedikálni Magyarországnak, egy országnak amelyet szeretek a nagyszerű nyelvével együtt, amit majdnem 30 év óta tanulok. De ne felejtjük el, hogy a veszély neve ma újra fasizmus. [RV]
HÁBORÚ URAI

Rajta, háború urai,
ti, akik nagy lövegeket gyártotok
ti, akik gyilkos repülőgépeket gyártotok
ti, akik minden bombát gyártotok
ti, akik a fal mögé bújotok
ti, akik az íróasztalok mögé bújotok
ezt csak akarom, hogy tudjátok
hogy láthatok az álarcatokon át.

Ti, akik soha nem tettetek semmit
kivéve építeni a rombolásért,
ti játszotok a világommal
mintha a kis játékotok volna
ti puskát adtok a kezembe
és a szemem elől bújotok el
és eszeveszetten futtok
mikor hull a golyó villámgyorsan

Mint Júdás a régi korban
ti hazudtok és becsaptok
egy világháborút nyerhetünk meg
ezt akarnátok, hogy elhiggyem
de én a szemeteken át láthatok
és a koponyátokon át láthatok
mint láthatok a csatornába
lefolyó vízen át

Ti töltötök a fegyvéreket,
melyekkel másoknak lőni kell
aztán leültek és néztek
míg nő a halottak száma
és a palotaitokba elbúvtok
míg az ifjúság vére
a testéből folyik ki
és a sárba temetkezik

Ti okoztátok a legrosszabb félelmet
amely valaha elharapózhat,
gyermekek világrahozásától
való félelmet.
Mivel fenyegetitek a névtelen
gyermekem, aki még nem született,
nem éritek a vért,
amely folyik az ereitekben.

Ki vagyok én, hogy beszéljek
amikor nem vagyok a soros ?
Egyetértünk, fiatal vagyok,
egyetértünk, elég nem tudok.
De van egy dolog, amit tudok
bár nálatok ifjabb vagyok :
ezt tudom, hogy a tetteiteket
még Jézus sem bocsátná meg.

Tőletek akarok valamit kérdezni :
Mi a pénzetek értéke ?
Azzal-e bocsanátot vasáróltok ?
Gondoljátok-e meg, hogy lehet ?
De ezt látni fogjátok,
amikor a halál behajtja a vámot
hogy az egész pénz, melyet gyűjtöttétek
nem jó a lelketek visszavasárolására.

És remélem, hogy meghaltok
és hogy a halál gyorsan utolértelek
a koporsótokat ki fogom sérni
egy halvány délutánban.
És nézni foglak mialatt a sírba
leeresztik a koporsótokat
és a sírotoknál meg fogok állni
amíg a halálotokban biztos vagyok.

13/12/2006 - 21:55




Lingua: Italiano (Veneto)

VENETO / VENETIAN - Lorenzo Zamponi ["Xyz"]

Versione in lingua veneta di Lorenzo Zamponi ("Xyz")
Dal newsgroup it.fan.musica.guccini, 4 novembre 2005

Venetian version by Lorenzo Zamponi ("Xyz")
From Usenet newsgroup it.fan.musica.guccini, November 4, 2005

Giusto per dare un senso a una mattinata in casa, ecco la versione veneta di Masters of war, per il sito delle CCG. Solite avvertenze: non conosco la grafia esatta della mia lingua, e molte voci cambiano di chilometro in chilometro. Come sempre, in questi casi ho scelto quelle che mi sembrava stessero meglio...

Lorenzo.
SIORI DEA GUERA

Vegnì, siori dea guera
Voaltri che faxì tuti i s'ciopi
Voaltri che faxì i reoplani dea morte
Voaltri che faxì e grose bombe
Voaltri che ve scondé dadrìo i muri
Voaltri che ve scondé dadrìo e toe
Go solche da dirve
Che so bon de vedarve, dadrìo e vostre mascare

No gavì mai fato gnente altro
Che metar su e butar xó
Voaltri soghé col me mondo
Come se 'l fuse un sogheto
Me metì un s'ciopo in man
E ve scondé dai me oci
E ve volté e scampé via
Co' i baini i taca voear

Come Giuda, chea volta,
Coe busìe me ciavé
A gran guera se vinse,
e voì che ghe creda!
Ma mi veo inte' i vostri oci
E veo inte' e vostre teste
Come che veo inte' l'acqua
Che a va xó pa'l secer.

Voaltri cariché i s'ciopi
E chealtri ga da sparar
Dopo ve senté e vardé
Co' l conto dea morte el crese
Ve sconde inte' e vostre ville
Mentre che el sange dei xovani
Core via dai 'so corpi
E 'l xé cuerto dal paltan.

Voaltri gavì semenà a pexo paura
Che se posa mai dar
A paura de metar
Al mondo i putei
Par far paura al me ceo
Che 'l ga 'ncora da nasar, e no 'l ga nome
Voaltri no vaì gnanca
El sangue che gavì inte' e vene.

Cosa ghi'n sòi mi
Pa' parlar co' no me toca?
Podì dirme che só xovane
Podì dirme che só 'gnorante
Ma ghe xé na roba che so
Anca se só pì xovane de voaltri
Gnanca Cristo no'l perdonarìa
Mai queo che faxì.

'asì che domande 'na roba soea
I vostri schei ghea farà
A comprarve al perdono?
Pensì sul serio che sia cusì?
Mi penso che scopriré
Co' a morte se ciaparà 'l suo
Che tuti i schei che gavì fato
No' i comprarà indrìo a vostra anima.

E mi spero che morì
E chea vostre morte a vegna presto
Mi seguirò a vostra casa
Dopo meodì, co' chea luxe trista,
E vardarò mentre i ve mete xó
Nel vostro leto de morte
E starò là, in pìe, sua vostra tomba,
finche no sarò sicuro che si morti.

inviata da Riccardo Venturi - 4/11/2005 - 16:49


DYLAN NEGA L'EVIDENZA / DYLAN DENIES EVIDENCE

«Take Masters Of War. Every time I sing it, someone writes that it's an antiwar song. But there's no antiwar sentiment in that song. I'm not a pacifist. I don't think I've ever been one. If you look closely at the song, it's about what Eisenhower was saying about the dangers of the military-industrial complex in this country. I believe strongly in everyone's right to defend themselves by every means necessary»
(Interview with Robert Hilburn, Los Angeles Times, 2001/9/16)

Eisenhower Speech

«A vital element in keeping the peace is our military establishment. Our arms must be mighty, ready for instant action, so that no potential aggressor may be tempted to risk his own destruction...

This conjunction of an immense military establishment and a large arms industry is new in the American experience. The total influence — economic, political, even spiritual — is felt in every city, every statehouse, every office of the federal government. We recognize the imperative need for this development. Yet we must not fail to comprehend its grave implications. Our toil, resources and livelihood are all involved; so is the very structure of our society. In the councils of government, we must guard against the acquisition of unwarranted influence, whether sought or unsought, by the military–industrial complex. The potential for the disastrous rise of misplaced power exists, and will persist. We must never let the weight of this combination endanger our liberties or democratic processes. We should take nothing for granted. Only an alert and knowledgeable citizenry can compel the proper meshing of the huge industrial and military machinery of defense with our peaceful methods and goals so that security and liberty may prosper together.»
(Dwight D. Eisenhower in his Farewell Address to the Nation on January 17, 1961)


*

«Prendiamo Masters of war. Tutte le volte che la canto c'è qualcuno che scrive che si tratta di una canzone contro la guerra. Ma non c'è nessun sentimento contro la guerra in quella canzone.
Io non sono un pacifista. Credo di non esserlo mai stato.
Se presti attenzione alla canzone scopri che si tratta di quello che Eisenhower andava dicendo in merito ai rischi del complesso bellico-industriale nel nostro Paese. Credo profondamente che sia diritto di tutti difendersi in tutti i modi necessari»
(Intervista a Robert Hilburn, del Los Angeles Times, pubblicata il 16 settembre 2001)

« Un elemento vitale nel mantenimento della pace sono le nostre istituzioni militari. Le nostre armi devono essere poderose, pronte all'azione istantanea, in modo che nessun aggressore potenziale possa essere tentato dal rischiare la propria distruzione...

Questa congiunzione tra un immenso corpo di istituzioni militari ed un'enorme industria di armamenti è nuovo nell'esperienza americana. L'influenza totale nell'economia, nella politica, anche nella spiritualità; viene sentita in ogni città, in ogni organismo statale, in ogni ufficio del governo federale. Noi riconosciamo il bisogno imperativo di questo sviluppo. Ma tuttavia non dobbiamo mancare di comprendere le sue gravi implicazioni. La nostra filosofia ed etica, le nostre risorse ed il nostro stile di vita vengono coinvolti; la struttura portante della nostra società.

Nei concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro.

Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo presumere che nessun diritto sia dato per garantito. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra l'enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici ed obiettivi a lungo termine in modo che sia la sicurezza che la libertà possano prosperare assieme.. »
(Eisenhower, Discorso di addio alla nazione del presidente, 17 gennaio 1961)

4/9/2005 - 22:20


Non è, a mio parere, "negare l'evidenza": si tratta semplicemente di un classico esempio delle numerose e fluttuanti "evoluzioni" di molti grandi artisti (prendiamo anche il caso di Wolf Biermann e delle sue recenti prese di posizione in favore dell'invasione angloamericana dell'Iraq, poi a loro volta regolarmente "corrette" e "smentite"...). Come sempre, restano le loro canzoni. Le quali, fortunatamente, quasi sempre scappano di mano a chi le ha scritte, e vivono una loro vita autonoma.
Ci importa qualcosa della dichiarazione di Bob Dylan del 2001? A me personalmente, niente. "Masters Of War" non è semplicemente una "canzone contro la guerra": è la canzone contro la guerra, in assoluto. Dylan, per il resto, può tranquillamente dirne ciò che gli pare, come può "convertirsi", poi "sconvertirsi"...

In my opinion, this is not "denying evidence". It is, however, a definitely typical example of the many and fluctuating "evolutions" of several great artists (as in the case of Wolf Biermann with his recent position in favor of the Anglo-American invasion of Iraq, later regularly "rectified" and "denied"...). The songs they've composed, that's all what remains, as always. Happily enough, the songs nearly always slip their authors and live their independent life. Should we attach any importance to Dylan's declaration of 2001. Not at all, in my opinion. "Masters Of War" is not "an" antiwar song, it is the antiwar song par excellence. Dylan may well say whatever he wants about it, just like he may be "converted", and then "de-converted"...

Riccardo Venturi - 5/9/2005 - 16:35


VERSIONE DEI PEARL JAM / PEARL JAM VERSION



Da segnalare la versione di questa canzone che Eddie Vedder e Mike McReady dei Pearl Jam (accompagnati da G.E. Smith) hanno cantato in occasione del concerto tributo a Dylan per i suoi trent'anni di carriera (30th anniversary concert celebration)

Vedder ha cambiato la frase "you put a gun in my hand" con "you put a drug in my head".

*

Eddie Vedder and Mike McReady, members of Pearl Jam, sang this song during Dylan's 30th anniversary concert celebration with G.E. Smith.

Vedder changed the words "you put a gun in my hand" in "you put a drug in my head"

Ed Vedder singing "Masters of War"The riveting acoustic rendition of "Masters Of War" by Pearl Jam's Eddie Vedder and Mike McCready, was arguably the evenings most pleasant surprise. These two young Dylan fans didn't need any loud Seattle sonics to get across Dylan's pointed protest classic from "The Freewheelin' Bob Dylan." Vedder, who blissfully watched rehearsals for the concert from the front row of a nearly empty Madison Square Garden, proved with his wonderfully intense interpretation that when it comes to a great song, there's no such thing as a generation gap.
(liner notes)


A proposito di parole cambiate nelle canzoni dei Pearl Jam, ho letto che Eddie Vedder nella canzone d'amore Wishlist ha cantato sul finale un verso inedito:
"I wish I was the president so I could stop the war"
(fonte: The sky I scrape)

*

Pearl Jam are used to change some words in their song, for example Eddie Vedder often ended the love song Wishlist
with the verse "I wish I was the president so I could stop the war"
(see The sky I scrape)

Lorenzo Masetti


La peggiore esecuzione di "Masters of War"?

bob-dylan-grammy-1991


Già nel 1964 Dylan aveva smesso di cantare dal vivo "Masters of War". Canzoni come quelle erano "menzogne che dipingono la vita in bianco e nero" cantava nella famosa "My Back Pages", canzone che segnava la prima presa di distanza dalle sue origini di cantautore di protesta.

Dylan ricominciò a cantare "Masters of War" dal vivo negli anni 80. Teneva più di 100 concerti all'anno, e per riempire le serate rispolverò tutto, anche il repertorio più vecchio.

La canzone mandava in visibilio il pubblico, era la migliore canzone di protesta mai scritta. Ma niente di quello che era successo negli anni '80 poteva dare un'idea di cosa sarebbe accaduto il 21 febbraio del 1991 ai Grammy Awards quando un Dylan cinquantenne fu invitato per ricevere un premio alla carriera.

La serata cadde proprio nel mezzo della prima guerra in Iraq - un intervallo dalle dirette dei bombardamenti su Baghdad. "Uncle Bobby" fu presentato da Jack Nicolson, e apparve sul palco con una band elettrica, tutti in vestiti scuri. Sembravano dei gangster che avevano passato gli ultimi dieci anni nello steso bar aspettando il grande colpo.


(Masters of War comincia al minuto 6:07)

Fu un'esibizione vergognosa, ma allo stesso tempo una delle migliori della carriera di Dylan. Cantò la canzone in una versione elettrica, accelerata e completamente irriconoscibile. All'inizio era completamente impossibile capire di che canzone si trattasse. Qualcuno pensò che stesse cantando in ebraico. Biascicò le parole come se la narrativa fosse totalmente irrilevante. Distruggendo la struttura delle strofe e attaccando il primo verso della strofa all'ultimo della precedente, la melodia originale trasformata in un declamare monotono interrotto solo dall'assolo di chitarra elettrica, finché apparvero delle singole parole —"Judas," "Guns," "Die"— che illuminarono la notte come proiettili traccianti. Oltretutto, per quanto questo possa essere un particolare insignificante dato il livello di comprensione delle parole, in quell'occasione Dylan salta ben tre strofe (fondamentali) passando direttamente all'ultima strofa dopo l'assolo di chitarra elettrica.

In seguito chiesero a Dylan, perché in questa occasione speciale, avesse scelto di cantare "Mastes of War"

"C'è una guerra," rispose.

E perché hai biascicato le parole, gli chiesero.

"Avevo il raffreddore", rispose.

traduzione/adattamento parziale da un articolo di Greil Marcus

21/8/2016 - 01:14


JESUS FORGIVE!!

Christian Dylan


Secondo fonti ben informate sembra che a partire dalla sua conversione al cristianesimo alla fine degli anni '70 Dylan non canti più la strofa che contiene il verso "Even Jesus would never forgive what you do" tutte le volte che esegue "Masters of War" (a quanto pare Dylan è tuttora cristiano, nonostante un riavvicinamento all'ebraismo a metà anni '80).

La ragione, naturalmente, sarebbe che per un cristiano la frase è ovviamente blasfema dato che un uomo non può certo decidere cosa Gesù possa perdonare e cosa no...

Da parte nostra ci auguriamo che Gesù possa perdonare l'autore di questa bellissima canzone di non cantarne più questa strofa fondamentale!

CCG Staff - 21/8/2016 - 12:05


Masters of War su Broadside #20 del febbraio 1963, illustrata da Suze Rotolo

broadside 20


Suze Rotolo (1943-2011), all'epoca la fidanzata di Dylan, è la ragazza che cammina al fianco del cantante nella foto di copertina dell'album The Freewheelin' Bob Dylan

CCG Staff - 26/10/2016 - 17:23


Mi viene segnalata da Carlo Cesaretti la seguente notizia comparsa su "Maggie's Farm", il sito italiano di Bob Dylan:

MASTERS OF WAR E GEORGE W. BUSH

Al Liceo di Boulder in Colorado il Servizio Segreto indaga su una band scolastica che esegue "Masters of War" con presunte minacce di morte al presidente Bush e requisisce il testo della canzone.

Boulder, Colorado - I genitori e gli studenti si sono detti offesi per il nome che la band voleva darsi e per la canzone scelta.
Gli studenti si difendono dicendo che volevano eseguire "Masters of War", durante l'evento chiamato Boulder High School Talent Exposé, solo perchè sono fans di Bob Dylan e per esprimere le proprie opinioni.
Ma aluni studenti ed i loro genitori hanno dichiarato che durante le prove la celebre strofa finale della canzone di Dylan ("And I hope that you die, and your death will come soon...") veniva trasformata in "E spero che il presidente Bush muoia...". La minaccia di morte al presidente è un crimine federale e per questo motivo il Servizio Segreto è stato chiamato ad investigare nella scuola. Gli studenti
hanno negato di aver mai cambiato le parole della canzone.

"E' solo la canzone di Bob Dylan. Stavamo solo cantando una canzone di Bob Dylan... Se qualcuno ha pensato che fosse riferita al presidente Bush ha tratto delle conclusioni personali", ha dichiarato Allysse Wojtanek-Watson, cantante della band. "Non abbiamo mai detto niente a proposito di uccidere Bush. E' una follia." ha dichiarato il leader della band Forest Engstrom. Engstrom ha dichiarato che voleva eseguire "Masters of war" dopo aver visto Dylan in concerto a Denver il mese scorso. Ha detto che l'esibizione sarebbe stata dedicata a suo nonno, un veterano contrario alla guerra in Iraq.

Il Direttore della scuola, Ron Cabrera, ha detto che gli agenti del Servizio Segreto lo hanno interrogato per venti minuti ed hanno requisito il foglio con il testo della canzone. La band ad un certo punto aveva pensato di darsi il nome di "TaliBand" ma il nome è stato bocciato dopo la protesta degli studenti che ritenevano offensiva la natura del nome (in inglese Taliban sta ovviamente per Talebano).
Alcuni si sono lamentati del fatto che la scuola abbia permesso l'esibizione ritenendo che gli studenti vengono manipolati dagli adulti per promuovere un punto di vista di estrema sinistra. Le cariche della scuola hanno invece preso le difese degli studenti escludendo qualsiasi volontà di incitamento ad uccidere Bush. (da "The Denver Channel")

(No comment).

Riccardo Venturi - 15/11/2004 - 09:18


Ho trovato questo sito per caso e mi complimento. Volevo dire che la versione di Masters of War cantata in italiano io l'ho sentita alla fine degli anni sessanta nell'interpretazione di Rudy Assuntino (che cantava canzoni di protesta e che poi non mi è più capitato di ascoltare). Dovrei avere da qualche parte il 45 giri. Per inciso: per me "quella" era la canzone contro la guerra. Bob Dylan non lo conoscevo ancora...
Cordialmente, Vincenzo Masotti (allora a Bologna oggi a Varese)

vincenzo masotti - 24/11/2004 - 18:25


Anche su Maggie's Farm, il sito italiano su Bob Dylan, si trovano notizie di questa versione di Rudy Assuntino. Ma sembra che sia uguale o quantomeno molto simile a "l'uomo che sa" qui attribuita a Franco Damiani. Chi ne sa di più?

Lorenzo Masetti - 24/11/2004 - 22:52


MASTERS OF WAR IN CASERMA - di Sandro

da Maggie's Farm - Sito Italiano su Bob Dylan

Per la serie "When we first met", non vi voglio raccontare il mio primo incontro con Bob, bensì la storia di come ho fatto conoscere Bob a uno sconosciuto.
Correva l’anno 1993 e il sottoscritto era alle prese con quella esperienza che riguardava noi maschietti e che ora per fortuna dei nuovi pargoli è diventata facoltativa: il servizio militare. Chi fra voi ha avuto la sventura di incappare nelle grinfie dell’esercito sa benissimo che ci si deve inventare di tutto per far passare il tempo; e allora che cosa di meglio se non un po’ di CD e qualche libro? Va da sé che un dylaniano come il sottoscritto si era riempito l’armadietto di ogni cimelio del buon Bob. Fra questi un libro, del quale non ricordo il titolo e nemmeno l’autore, con una raccolta selezionata di testi e poesie di Dylan con traduzione a fronte. Fatto sta che questo libro comincia a girare fra le camerate, e l’incredibile è che un sacco di persone vengono da me e mi chiedono chi sia questo Bob Dylan, se ho qualcosa da fargli ascoltare, se ho altri libri a casa. Figuratevi il mio stupore, non dimenticate che sto parlando del servizio militare, certo un ambiente non molto aperto dal punto di vista culturale; sto parlando di persone che parlavano di calcio, donne e pornografia per dieci ore al giorno, gente che faceva fatica a leggere uno scontrino fiscale tanto era pigra nella lettura. Ebbene, da quel giorno ho cominciato a far girare un po’ di cassette, CD e altro materiale di Bob; da non credere, per qualche giorno nella mia cameretta non si parlava di altro: e secondo te questa poesia cosa significa, e questo pezzo di Masters of war ci fa proprio incazzare con l’esercito, ecc. Eh già ragazzi, proprio Masters of war: e qui sta il trucco che adesso vengo a spiegarvi. Quando il primo commilitone (ammazza che brutta parola) mi ha chiesto di dare un’occhiata al libro che stavo leggendo mi sono detto: adesso questo prende il libro, vede che ci sono dentro una sfilza di poesie e come minimo me lo butta dalla finestra; bisogna che cominci a leggere qualcosa che lo possa sconvolgere. E allora, visto che eravamo lì da soli tre mesi e altri nove ci attendevano, visto che ci continuavano a ripetere che in caserma dovevamo
azzerare la vita civile perché eravamo dei “soldati”, visto che ci facevano marciare per quattro/cinque ore al giorno sottozero (eravamo in Friuli in pieno dicembre, che fortuna eh?), e visto che eravamo tutti un po’ depressi mi sono detto: con tutte queste sensazioni negative che abbiamo dentro e la rabbia che abbiamo verso l’esercito, vuoi vedere che se gli faccio leggere Masters of war miscelo tutto quanto e gli faccio esplodere una bomba dentro? Così ho messo il segnalibro nella pagina di Masters e gli ho detto di cominciare da lì. E in effetti la lettura di Masters lo ha letteralmente sconvolto, la sera dopo il ragazzo (non ricordo più il nome, so solo che era di Bergamo e fino a quel momento la sua cultura musicale si fermava alla disco music) è tornato nella mia camera e ha cominciato a sproloquiare contro l’esercito, e questi ci stanno prendendo tutti per i fondelli, e qui stiamo buttando alle ortiche un anno della nostra vita (ovviamente i termini erano più coloriti). Da quel momento il libro di Bob ha cominciato a girare di mano in mano, e ogni volta Masters provocava dei veri e propri terremoti emotivi. Adesso concludo raccontandovi il gran finale: un giorno il libro torna fra le mie mani e da lì nel mio armadietto.
Ormai le scosse di terremoto si erano assestate, chi era interessato al libro se lo era già letto; e invece un giorno il libro sparisce dal mio armadietto. Tenete conto che di solito a militare spariscono soldi, vestiti, documenti. A me avevano rubato un libro di Bob, quindi tutto sommato non potevo certo lamentarmi, anzi era un modo come un altro per diffondere il messaggio. Il bello è che il “ladro”, non contento del semplice furto, ha pensato bene di battere a macchina tutto il testo di Masters of war e di appenderlo in bella vista nella bacheca della caserma, dove di solito venivano esposti i turni di guardia.
Figuratevi il pandemonio: sergenti, tenenti, capitani e graduati vari imbufaliti in caccia del responsabile del misfatto. E nessuno, dico nessuno, che abbia mai fatto un nome e nemmeno un cognome. Poi il foglio è sparito dalla bacheca, io non ho più rivisto il mio libro e la storia è stata piano piano dimenticata.
E io, ancora adesso, voglio ringraziare quell’intrepido neo dylaniano che ha osato sfidare l’esercito esponendo in una caserma il semplice testo di Masters of war.
Questa è la piccola storia che volevo raccontarvi, credo più interessante e divertente del mio primo incontro con Bob (il filmato del concerto di Raitre, roba già scritta mille volte). Un ultimo commento, direttamente per Bob: caro mio, quando tu ci racconti che Masters of war non è una canzone antimilitare e che l’hai scritta perché c’era da farci sopra un sacco di soldi, io non me la bevo. Eh no, io ho visto coi miei occhi ciò che può provocare quella canzone se messa nelle mani giuste al momento giusto. Quindi, tu continua pure a provocarci e spiazzarci con le tue dichiarazioni contrastanti, ma io ti assicuro che non credo a una sola parola di quello che dici quando scendi da quel palco: è da lì che parla il vero Bob Dylan.
Ah, un’ultima cosa: mia figlia di 15 mesi ha incontrato per la prima volta Bob all’età di… meno 6 mesi.
Nel senso che era ancora nella pancia della mamma quando siamo andati al concerto al Forum del 2002. Che dite, un bel record no?
Sandro

22/3/2005 - 23:54


Non so dove altro urlare la mia rabbia e allora lo faccio qui, in coda all'immortale Masters of War di Dylan...

Pensano di lavarsi le mani ritirando le truppe dall'Iraq; pensano di lavarsi la coscienza banfando di conferenze di pace per l'Afghanistan; pensano di prenderci per il culo facendo altisonanti dichiarazioni in favore della moratoria mondiale della pena di morte e partecipano anche alle relative manifestazioni;... e poi autorizzano le aziende italiane a vendere all'estero tante armi quante non ne hanno mai vendute prima: + 61% rispetto all'anno scorso (allora c'era un governo di destra, mi pare di ricordare... e oggi?), il dato più eclatante nell'ultimo ventennio!!!

Prodi, guerrafondaio di merda! Infame ipocrita e sepolcro imbiancato! Ha ragione Gino Strada...

Qui il Rapporto della Presidenza del Consiglio:
http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA...

Qui alcuni commenti:
http://unimondo.oneworld.net/article/v...
http://unimondo.oneworld.net/article/v...
http://canali.libero.it/affaritaliani/...

Il mio personale commento: governo Prodi, vai a fare in culo!

Alessandro - 9/4/2007 - 14:04


Un ultimo saluto (chiaramente senza alcun rimpianto) al nostro amico Jörg Haider non lo vogliamo dare?

Non so se questa sia la canzone più adatta per una simile commemorazione, ma a me quando ho letto la notizia è venuta subito in mente l'ultima strofa. Certo avrei anche potuto scegliere una canzone sulle stragi naziste durante la seconda guerra mondiale, ricordando le volte che il soggetto in questione si è profuso in elogi per l'operato delle SS...

Alberto - 13/10/2008 - 09:52


Ma certo che glielo diamo, all' "infimo di Carinzia", un ultimo vaffanc saluto; e glielo diamo, in modo oltremodo cònsono, con quanto reperito sul sito del Centro Popolare Autogestito CPA-Firenze Sud:

Ein Verkehrsunfall

haider


"Jörg Haider, il terrore degli sloveni, il castigatore degli allògeni, l'elogiatore del Terzo Reich, l'amico dei Galan, il modello dei borgomastri antimoschea, è stato riconsegnato all'eternità verso le una del mattino di un sabato qualunque, su una strada vicino a Klagenfurt.
Lo sforzo con cui blogger e siti "amici" hanno cominciato ad arrampicarsi sugli specchi nel tentativo di dare la colpa agli sloveni o agli ebrei (ma come...! Ora neanche quelli del Mossad rispettano più lo shabbàt?! Non c'è proprio più religione!) è a suo modo lodevole, ma non tiene conto del fatto, piuttosto fondamentale, che il corpo dei primati superiori non è fatto per sopportare un multiribaltamento a centoquaranta all'ora. Neanche il suo debole industrial-politicante per le macchinine belle robuste è valso ad evitare che il gauleiter della Carinzia finisse vittima, tornando a casa da un night club, in una di quelle "stragi del sabato sera" che i suoi emuli di qua dal confine fan finta di contrastare multando e incarcerando qualunque cosa che respiri. Certi comportamenti è bene li adottino i poveri, i non ammanicati, sotto pena di questo e di quest'altro: sono roba da elettori ai quali si raccontano vagonate di balle a tutte le ore del giorno; gli Übermenschen della politica legge & ordine sono al di sopra delle regole, anche di quelle della più elementare prudenza.
Secondo la Bundespolizei, che in materia di limiti di velocità è sempre stata poco meno che paranoica e che ora può contare anche su controlli elettronici da grandefratello, Haider aveva superato di settanta chilometri i limiti di velocità in vigore per quel tratto di strada. E s'è stiantato come si sarebbe stiantato chiunque altro, senza bisogno di scomodare il Mossad."

CCG/AWS Staff - 13/10/2008 - 16:13


Mi scuso fin d'ora per prolungare ulteriormente l'OT su questo sotto-uomo e sui suoi sostenitori, che forse non meriterebbero tale profusione di kilobytes a loro dedicati, ma a commento del post precedente mi pare il caso di riportare questa notiziuola che dovrebbe (e dico dovrebbe) mettere la parola fine alla questione.

Ohibò, ma ora chi glielo dice al Blondet? Quel Blondet che, neanche 48 ore dopo la dipartita del suo idolo, già sentenziava ostentando sicumera: "***Siamo sicuri*** che Haider sia stato eliminato da un kidon, nel modo più classico, simulando un incidente d’auto".
Forse che le forze occulte dell'ebraismo internazionale hanno inventato nuovi sofisticatissimi marchingegni che riescono ad alterare il livello alcolico nel sangue delle loro vittime per depistare le immagini? E magari riescono anche a plagiare con qualche diavoleria la mente del delfino di Haider per fargli ammettere pubblicamente che si è trattato solo di un incidente?

Io mi tengo incollato al suo blog (che normalmente, inutile dirlo, mi fa schifo frequentare) perché sono troppo curioso di vedere cosa si inventerà questa volta!

Alberto - 16/10/2008 - 12:00


O Alberto, mi sembra inutile ricordarti chi sia il nazista antisemita Blondet, che vedrebbe complotti giudeo-plutocratici anche se, una mattina, lo multassero perché ha fatto cacare il cane su un marciapiede. Direi, anzi, che sarebbe stato ben strano se quel povero mentecatto non avesse colto l'occasione per tirare su il suo bel complottino... (Saluti, RV)

Riccardo Venturi - 16/10/2008 - 14:46


Il "povero mentecatto" e' l'autore di uno dei volumi piu' completi e veritieri sull'11 settembre intitolato "11 settembre, colpo di stato in Usa" con tanto di dati e fonti scritte a pie' di pagina. Prima di offendere gratuitamente la gente leggetene i libri. Saluti
(Carmine F)

L'ho letto, quel libro. Una completa idiozia "complottista" nel più puro stile di Blondet, che per altro -per la cronaca- è pure "creazionista". Un libro non è di per sé "autorevole" perché presenta dati e fonti "scritte a pie' di pagina", le fonti possono essere piegate quando e come si vuole al proprio cervello bacato. Non ti immagini nemmeno quanti dati e fonti a pie' di pagina avesse l'edizione standard del Mein Kampf. Ad ogni modo Blondet resta uno schifoso antisemita e un nazista, e non ho nessun problema nel ribadirlo questa e altre centomila volte; oltre che, ovviamente, un povero mentecatto. Mi sembra che tu sia stato abbondantemente pagato, e puoi tornartene tranquillamente ai deliri di quel coglione. Saluti e buon pie' di pagina. [RV]

17/10/2008 - 21:53


Coglione è chi crede (e mi rivolgo a te) che chi abbia le idee diverse dalle proprie sia un "nazista". Se stiamo a questo livello(visto che ho un parente morto per mano dei tedeschi a Cefalonia) non posso dirmi di certo pagato ma offeso
(Carmine F)

Mi sembra d'aver dato di coglione al camerata Blondet, non a te. Ma se ti senti così tanto in comunione di intenti con quel figuro da sentirti pure "offeso" e dal dare del coglione a chi non lo aveva dato a te personalmente, beh, non posso che prendere atto, e mandarti con sommo piacere in quel posticino dove non batte mai il sole. Se vuoi puoi sfidarmi a duello o querelarmi, poiché ho sufficiente coraggio per non nascondermi dietro a un'iniziale: Riccardo Venturi, via dell'Argingrosso 65/C, 50142 Firenze, tel. 055/9060723. Ora fammi e facci il santo piacere di scomparire di qui, ché questo non è il posto né per dei nazisti né per i loro difensori, ancorché parenti di un caduto di Cefalonia (con la speranza che un caduto per mano nazista non abbia a rigirarsi troppo nella tomba per un suo pronipote cui, evidentemente, piace così tanto un riconosciuto antisemita); ché, d'altronde, scompari comunque, dato che nessun commento ti verrà più pubblicato. Senza nessun saluto. [RV]

18/10/2008 - 02:02


Di fronte alla morte non voglio scrivere quello che ho sempre pensato del personaggio Heider, comunque penso che guidando in quella maniera Heider poteva investire la macchina di qualche innocente e aumentare il numero delle vittime, come purtroppo succede spesso quando c'è un ubriaco al volante. Fortunatamente questa volta è morto solo lui.

Silva - 18/10/2008 - 11:30


Dopo Miriam Makeba, morta il 10 novembre scorso durante un concerto anti-camorra a Castel Volturno, ieri, 2 dicembre, ci ha lasciati un'altra grande voce femminile: Odetta.

Odetta, afroamericana, nata nella profonda Alabama nel 1930, è stata cantante, attrice, chitarrista e songwriter, una delle più note interpreti soprattutto in ambito folk, blues e spirituals.
Come la Makeba, anche Odetta ha sempre accompagnato e connotato la propria attività artistica con un forte impegno politico, tanto da meritarsi l'appellativo di "The Voice of the Civil Rights Movement".

Voglio ricordare Odetta, di cui le CCG/AWS al momento mi pare non ospitino canzoni, postando l'mp3 con la sua intensa interpretazione di "Masters Of War" di Dylan, dall'album del 1965 "Odetta Sings Dylan".

Alessandro - 3/12/2008 - 12:41


C'era un'altra versione in Italiano che cominciava pressappoco così: Voi padroni del mondo, voi che fate i fucili... al momento non riesco a trovarne il testo, appena ci riesco lo invio.

DonQuijote82 - 6/12/2008 - 11:06


s
(MARTA)

Manteniamo questo commento come il più breve in assoluto di tutto il sito. Siamo molto sensibili ai record, e questo a Marta non glielo leva nessuno! [CCG/AWS Staff]

27/5/2009 - 19:44


Holger Terp - 26/12/2009 - 16:11


L’antimilitarismo dylaniano in Masters of War si appunta soprattutto sul noto assunto che storicamente ha sempre mosso i “Signori della Guerra”: “Armiamoci e partite...” - i potenti preparano e dichiarano le guerre, e “i ragazzi” le devono combattere col loro sangue, sacrificandovi le proprie innocenti esistenze. Masters of War si traduce in una lunga invettiva, veemente e diretta come una denuncia-arringa, al tempo di un ritmo cantilenante e ipnotico sottolineato da un’armonica graffiante e ficcante come una lama. Mai, prima di allora, dalla ribalta pop si era ascoltata una ballata di denuncia così esplicitamente polemica.
Per attaccare frontalmente i “Signori della Guerra”, il menestrello Dylan si fa rabbioso accusatore, abbandonando qualunque forma di allegorico lirismo, qualunque tipo di introspezione, e scrive e canta un testo in grado di contrapporsi agli atroci soprusi guerrafondai del potere.

http://www.antoniogramsci.com/angelamo...

DoNQuijote82 - 15/2/2012 - 08:45


Here's a great cover version of the song by The Staple Singers:

Juha Rämö - 27/10/2016 - 13:36


La versione dei The Roots cantata nelle prime strofe sulla melodia di The Star Spangled Banner

17/11/2016 - 21:19


Nel giorno della morte del più allegro premio Nobel della letteratura di ogni tempo, arriva anche l'annuncio del primo premio Nobel per la letteratura a un cantautore folk/rock. A vent'anni dalla prima candidatura, il comitato dei Nobel a Stoccolma ha conferito il premio a Bob Dylan per aver "creato una nuova espressione poetica nell'ambito della tradizione della grande canzone americana".

Nobel Dylan


Certamente qualcuno storcerà il naso. Il nostro Krzys si chiederà polemicamente perché non abbiano dato il Nobel a Leonard Cohen. Noi ci limitiamo a dirci contenti di avere una delle CCG fondamentali scritta da un premio Nobel per la letteratura. Aspettiamo con impazienza il discorso di Dylan a Stoccolma, chissà se bisserà l'indimenticabile performance di quando gli consegnarono il premio alla carriera ai Grammy Awards nel 1991.

CCG Staff - 13/10/2016 - 14:30


Tralasciando volutamente i "cordogli" per la scomparsa di Dario Fo (così come le non poche meschinità di piccoli ometti che essa ha suscitato), corre l'obbligo di segnalare quantomeno la "polemica" avviata da tale Alessandro Baricco; il quale si è chiesto "che cosa c'entri Bob Dylan con la letteratura". Ora, uno potrebbe casomai domandarsi che cosa c'entri il sig. Alessandro Baricco, con la letteratura, nonostante egli scriva dei "libri" (luoghi ove la letteratura, se così è lecito chiamarla, si trova tra l'altro sempre di meno). Ma così è. Dal punto di vista squisitamente "letterario" (le virgolette sono, come è noto, una mia bruciante passione), non nascondo neppure io che -se autore di canzoni doveva essere-, forse il neo-ottantenne Leonard Cohen lo avrebbe meritato maggiormente; ma, fortunatamente, io non assegno premi Nobel né mi sono mai sognato di farlo neppure come daydream alla fermata dell'autobus. Quanto a Dario Fo, mi era venuto oggi da farmi una delle risate da lui peraltro caldamente auspicate; avevo pensato che egli è stato il primo (e penso resterà l'unico) Premio Nobel che abbia mai condotto "Canzonissima" (edizione 1962, assieme alla moglie Franca Rame). Mi è venuto quindi da pensare che, da questo preciso momento, Pippo Baudo può cominciare sia a sperare nel Nobel, sia toccarsi le parti basse per la dipartita del suo antico collega poi "nobelato". Dario Fo est mort, vive Dario Fo; e va bene così, consegnato alla storia con tutto quel che è stato (ivi compresi i giovanili trascorsi repubblichini e i senili entusiasmi pentastellati). Come sempre, "in medio stat virtus". Sembra che oggi, nel Consiglio Comunale di Firenze, a Dario Fo sia stato negato il "minuto di silenzio" di prammatica per l'opposizione dei consiglieri di Fratelli d'Italia e di Forza Italia; i quali non hanno perso l'occasione per rivalersi di analoga negazione allorché, pochi mesi fa, era scomparso l'attore Giorgio Albertazzi. Mi sovviene che, per l'altrettanto scomparso Carmelo Bene, dare a qualcuno di "Giorgio Albertazzi" era l'insulto supremo. Tutto ciò potrebbe, chissà, fornire del materiale a Bob Dylan per una bella canzone che non ci sarà benauguratamente mai. Ma ve lo immaginate se avessero sbagliato, a avessero invece dato a Bob Dylan il premio nobel per la fisica (cosa possibile a mio parere, se a Henry Kissinger o a Menachem Begin è stato dato il premio per la "pace")? Del resto, io -e con molte ragioni- il premio Nobel per la letteratura lo avrei visto parecchio bene a poeti autentici come Albert Einstein o Alan Turing. Saluti.

NB. Debbo un pochino rettificare la traduzione dell'espressione svedese con cui è stato conferito il premio Nobel a Bob Dylan. La traduzione è sensibilmente scorretta; in realtà suona "[...] che ha creato nuove espressioni poetiche nell'ambito della grande tradizione americana della canzone".

L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 13/10/2016 - 22:38


O un qualche Fabrizio De André per esempio. Ma lasciamo stare.
Tanto, il fiume continua a scorrere.
Sereno

krzyś

krzyś - 15/10/2016 - 05:41


Krzys il premio Nobel si assegna a chi è ancora vivo. Perché altrimenti anche Dante Alighieri l'avrei visto bene...

Lorenzo - 15/10/2016 - 10:08


Beh, Fabrizio de André è morto nel 1999 e il premio Nobel, se non erro, si assegna dal 1901 (il primo per la letteratura, sempre se non erro, fu attribuito a tale Sully-Prudhomme). Forse pan Krzysztof Wrona intendeva dire questo. A dire il vero, ora che ci penso, il Nobel si assegnava pure già prima del 1981, vale a dire quando è morto Georges Brassens, e anche prima del 19 gennaio 1980, quando è morto Piero Ciampi (il cui eventuale discorso davanti agli accademici svedesi sarebbe stato, immagino, imperdibile). E Vladimir Vysotskij? A mio parere, comunque, nei prossimi anni succederà altre volte, ed è finalmente una presa d'atto. Leonard Cohen se lo deve beccare, ma anche Francesco Guccini e Leòn Gieco mica ce li vedrei male...però seguire lo gnè gnè di certi scrittorucoli da strapazzo alla Baricco non ha prezzo, per tutto il resto c'è Mastercard.

L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 15/10/2016 - 23:13


Dylan


“Altri impegni”: Bob Dylan non smentisce la sua fama eccentrica e dunque non sarà presente alla cerimonia di consegna del premio Nobel che si terrà a Stoccolma il prossimo 10 dicembre.

L’Accademia spiega di aver ricevuto una lettera dal musicista: “Avrebbe voluto ricevere il premio di persona ma altri impegni rendono la cosa sfortunatamente impossibile. Dylan ha voluto sottolineare – spiega un comunicato dell’Accademia stessa – di sentirsi estremamente onorato per questo premio Nobel”.

****

The Nobel Prize in Literature may be the world’s most important literary award, but not everyone who wins can make it to the ceremony.

Among the reasons given by past laureates for failing to travel to Stockholm to accept the award: being gravely ill and in a wheelchair (Harold Pinter, 2005); being so anxious and agoraphobic that you are “not suited as a person to be dragged into public” (Elfriede Jelinek, 2004); and being a Soviet dissident terrified to leave the country because you might not be allowed back in (Aleksandr Solzhenitsyn, 1970).

Bob Dylan’s excuse? “Pre-existing commitments.”

[...]

“Yesterday evening the Swedish Academy received a personal letter from Bob Dylan, in which he explained that due to pre-existing commitments, he is unable to travel to Stockholm in December and therefore will not attend the Nobel Prize Ceremony,” the group said on its website.

It is unclear what commitments Mr. Dylan might be referring to. His official website lists no tour dates after Nov. 23.

As if to mitigate what looks like extreme rudeness from Mr. Dylan, the academy said there were no hard feelings and that the only requirement for a literature winner is to deliver a lecture within six months of the ceremony.

“He underscored, once again, that he feels very honored indeed, wishing that he could receive the prize in person,” the academy said, pointing out that no one forfeits the award by failing to be there to receive it.

“The prize still belongs to them,” the academy said, mentioning Ms. Jelinek and Mr. Pinter, “just as it belongs to Bob Dylan.”

New York Times

CCG Staff - 16/11/2016 - 23:42


Più che eccentrico, direi stronzo.
Se voleva fare l'eccentrico, il Nobel lo rifiutava.
Io glielo revocherei, per darlo postumo a Cohen.
Almeno il buon vecchio Leonard ha un motivo vero per non poterlo andare a ritirare...

Amo Dylan, ma se un giorno dovessi incontrarlo gli darei volentieri un pugno in faccia, così, perchè anch'io sono un eccentrico...

Bernart Bartleby - 17/11/2016 - 07:52


Era la notizia che aspettavo.
Ora così ho tre settimane per studiare bene la parte, prepararmi, trovare un buon truccatore e andarci io, a Stoccolma, a ritirare il premio Nobel.
Preparerò anche un discorsino in yiddish, naturalmente; così non ci capisce nessuno un cavolo, ma pazienza.
Non nascondo che quell'assegnuccio di un milione di dollari circa mi fa un porcaccio comodo.
Ringrazio Bob Dylan per gli accordi intrapresi quando gli ho scritto: "Se ti rifaccio la pagina su Blowin' in the Wind anche con la traduzione in maltese, ci posso andare io a Stoccolma a ritirà i' premio...?"
" 'E 'un mi pare 'i vero!", mi ha risposto.
Grazie Bob. E se Bernart Bartleby ti vuole pigliare a cazzotti, ti difendo io!
W i' premionòbel!!

Riccardo Venturi - 17/11/2016 - 14:46


Bravo Riccardo!
Questo è l'inciucio del secolo!
Già che ci sei, quando a Stoccolma ti faranno visitare la galleria dei premi Nobel, sputacchia sulle foto di Begin, Sadat, Obama, Carter, Annan, Rabin, Peres, Arafat, De Klerk, Gorbačëv, Kissinger, ecc.

B.B. - 17/11/2016 - 15:08


Ma scherzi, erano già mesi che ero in contatto con mr Zimmerman (che poi vorrebbe dire "carpentiere" e questo aggiunge credibilità, perché l'aspetto di un carpentiere ce lo dovrei avere, anche se mi si attaglierebbe meglio quello del boscaiuolo) per tutta la storia. Preventivamente avevo preso qualche accordo anche con Leonard, però, purtroppo, il Nobel non glielo hanno dato e poi ci ha pensato l'Innominabile. Per i prossimi anni, c'è già qualche contatto con Guccini, che è un serio candidato; d'accordo, passerà ora qualche anno con un po' di Nobel a poeti birmani, romanzieri delle isole Cayman e drammatughi boliviani, poi ritocca di sicuro a un cantautore e attualmente non vedo altri possibili se non Guccini. Il che mi faciliterebbe il compito, visto che Guccini lo so fare benino e la stazza è più o meno quella.

Un appunto, però: le gallerie con Begin, Sadat ecc. mi sa che sono a Oslo, non a Stoccolma. Beh, un saltino a Oslo potrei anche farlo, mica è lontana da Stoccolma. Potrei anche fare il Bob Dylan ambasciatore della pace, comparire con un nodoso randello d'ulivo e cominciare a distribuire tanta pace nel mondo...

Naturalmente contate sul fatto che parte del premio Nobel a Bob Dylan® verrà da me devoluta per questo sito, specialmente per organizzare corsi di aggiornamento affinché, ad esempio, DQ 82 impari a scrivere in maiuscolo i titoli delle traduzioni, oppure affinché Marco Valdo M.I. riduca gli abissi tra un paragrafo e l'altro, per entrare nei quali oramai ci vuole il batiscafo.

Salud. Ora devo andare a preparare il discorso per Stoccolma, lo scriverò prima qui affinché possiate capire. Pace e amore per tutti.

Riccardo Venturi - 17/11/2016 - 15:54


Secondo me la scelta di Dylan risponde a questa scena di Nanni Moretti

Dq82 - 17/11/2016 - 17:26


Bisogna lavorà
Bisogna prodù
La Fabbrica non si può
Fermà
Produce anche
Qualche Bob Dylan

krzyś - 18/11/2016 - 01:38


Ecco il discorso per il Nobel di Dylan (Banquet Speech) che ha fatto leggere all'ambasciatore USA in Svezia, Azita Raji. Peccato perché aspettavamo il discorso scritto da Riccardo...

Bob Dylan - Banquet Speech

Traduzione italiana

11/12/2016 - 23:51


Vabbè, lo scriverò per quando daranno il Nobel a me, su. Questione d'aspettare ancora un pochino :-P

Riccardo Venturi - 12/12/2016 - 01:10


Riccardo Venturi's Banquet Speech
Stockholm (Sweden), December 10, 2017

Illustrissimi membri della Reale Accademia Svedese,

Permettetemi innanzitutto di scusarmi con Voi tutti per l'abbigliamento tenuto in occasione di questa cerimonia; non avendo potuto reperire un frac che mi stesse a pennello, e più che alto dato l'elevatissimo costo per l'affitto del suddetto, ho ripiegato su una camicia da boscaiuolo pagata tre euri al mercatino dell'Isolotto, e su un pajo di gìnz rammendati a dovere dalle sante mani di mia madre.

Come tutti Voi saprete, Illustrissimi Signori, è inveterato costume di chiunque venga premiato con il Nobel per la Letteratura di presentarsi quassù (o di farsi rappresentare, come è avvenuto lo scorso anno per Bob Dylan) affermando di essere del tutto sorpreso, nonché commosso e pure un po' imbarazzato, dell'assegnazione del massimo riconoscimento esistente al mondo per chi svolga un'attività creativa. Mi consentirete quindi, almeno quest'anno, di deviare un po' da tale specie di regola, o consuetudine: devo infatti comunicarvi, senza il benché minimo imbarazzo e con ancor minore sorpresa, che io mi aspettavo fin dalla più tenera età di ricevere il Premio Nobel. Come dirvi: ne ero assolutamente certo, e, santiddìo, me ne avete fatto aspettare, di tempo. E che aspettavate, che fossi un vecchio oramai rincoglionito e accompagnato a Stoccolma dalla badante? Ma vedo che, finalmente, vi siete decisi e per questa volta ve la passo.

Come ho testé detto, già quando, all'età di quattordici o quindici anni mi ritiravo nella cantina condominiale che mi fungeva da minuscola stanzetta (permettendomi di avere una certa qual indipendenza, già allora stipata di libri e munita di tutto il nécessaire per fugaci incontri con una ragazzetta), la mia mente era rivolta al Premio Nobel; insomma, dovevo soltanto avere un po' di pazienza e lavorare per vincerlo.

Col tempo, va detto, mi sono però persuaso che, se Premio Nobel doveva essere, non sarebbe mai arrivato per le solite strade. E che diavolo, sono buoni tutti a vincerlo scrivendo grandi opere, poesie immortali, romanzi in sessanta volumi (come il Placido Don, che è valso a Michajl Šolochov il record di Premio Nobel più mortalmente palloso della storia), drammi furibondi, misteri buffi e, dallo scorso anno, anche divertenti canzonette americane); prima dei miei vent'anni avevo già deciso che avrei vinto il Premio Nobel in una maniera non propriamente tradizionale, ovvero quella di non scrivere assolutamente nulla. Restando, cioè, un perfettissimo sconosciuto, penando per mettere insieme il pranzo con la cena, dedicandomi serenamente ad attività rivoluzionarie come -ad esempio- dormire, scrivendo grammatiche islandesi e bretoni e prendendo gagliardamente per il külo iddìo, la patria, la famiglia e anche e soprattutto Voialtri, Illustrissimi membri della Reale Accademia Svedese.

Tutto questo, naturalmente, non poteva che portarmi, un giorno o l'altro, ad essere da Voi insignito dell'ambito premio, per il quale immensi letterati di tutto il mondo si affannano per una vita, e per dichiarare poi di essere pure sorpresi e commossi. Sono certo che apprezzerete, quindi, la mia estrema sincerità nel dichiararVi la mia incrollabile fiducia che ha sempre fatto di me un naturale predestinato a ricevere il Premio Nobel senza praticamente fare un cazzo dalla mattina alla sera (attività che, per la sua opposizione al lavoro di qualsiasi genere, sarebbe di per sé degna non solo del Premio Nobel per la letteratura, ma anche di quello -vero- per la Pace invece di darlo ad assassini matricolati come spesso è avvenuto qua vicino, a Oslo).

E' quindi con la massima goduria che ricevo da Voi, Illustrissimi, questo riconoscimento assieme, naturalmente, all'assegno di circa ottocentomila dollari (!!!!) che mi permetteranno di passare un'ottima vecchiaja e che mi guarderò bene dal devolvere in beneficienza, carità, filantropia ed altre stronzate consimilari. Poiché, anzi, ho tutta l'intenzione di continuare a non fare un accidente da mane a sera per tutto il tempo che mi resta da vivere, vorrei gentilmente pregarvi, magari fra una decina d'anni, di volermene dare un altro, di Premio Nobel; conscio che non si può darlo due volte per la medesima disciplina, andrebbe bene anche quello per la Chimica, o per la Fisica, o per quello che volete, anche per la Gastronomia o per la Pittura Rupestre. Sappiate che non lo disdegnerei affatto. Se poi, spinti da comprensibili scrupoli, voleste, Illustrissimi, assegnarmi un Premio Nobel effettivamente basato su riconosciute e reali attività del Sottoscritto, potreste (anche ora, tanto che ci siete) insignirmi del Premio Nobel per le Parole Crociate, disciplina nella quale -come sono solito dire- non temo rivali al mondo a parte la Daniela -k.d.-. Però ho paura che non siate particolarmente propensi, visto che non siete riusciti a darlo nemmeno a Alan Turing, celeberrimo cruciverbista.

Concludo, naturalmente, ringraziandoVi tutti uno ad uno, pregandoVi di indicarmi la cassa per il ritiro dell'assegnone e volandomene di corsa a casa perché, porca paletta, qui fa un freddo della madonna. Ma il signor Nobel non poteva affidare l'assegnazione del Premio alla Reale Accademia di Cuba, o di qualche atollo dei Mari del Sud...? Fy fan!...! Evviva il Situazionismo e Forza Viola! (Applausi, lancio di uova sode e Biff à la Lindström, brusii, minacce tipo "ora ti s'aspetta fòri, merdaiòlo", rutti, coregge, mòccoli)

12/12/2016 - 17:12


BENEEE!!! BRAVOOO!!! BISSS!!!
CLAP, CLAP, CLAP!!! (applausi scroscianti)
FORZA VIOLA E FORZA GRANATA!!! (squadre gemelle... noialtri qui ce la siamo appena presa nel gnau, ma risorgeremo!)

(Scusa Riccardo, ma tu ci vai proprio a ritirare il Nobel? No, perchè posso pensarci io, ti leggo il discorso e ti ritiro anche l'assegno, eh?!?... Tu stai a casina tua, che ci pensa a tutto il tuo B.B.! Ti porto anche un bel julskinka, i pepparkakor e una cassa di birra artigianale

Fidati di me, son mica Gentiloni!

Bernart Bartleby - 12/12/2016 - 20:42


Ma figurati se non mi fido, Bernart, vai pure che a me tutto quel diàccio® mi fa rècere! Ti aspetto naturalmente poi a casa mia con lo julskinka, coi pepparkakor (che vendono pure all'IKEA qui a Sesto Fiorentino ma vabbè...) e con la cassa di birra...e naturalmente con l'assegno! Anche perché vorrei ricordarti che sono parecchio grosso...ovviamente ti reitero tutta la mia fyducia®! Forza Viola & Forza Toro, Torino è GRANATA e basta...!!!

Riccardo Premionòbel Venturi - 13/12/2016 - 00:25


Discours de remerciement pour le prix Nobel
Stockholm (Sweden), December 10, 2017

Riccardo Venturi’s Banquet Speech (EN FRANÇAIS)
Très illustres membres de l’Académie Royale Suédoise,

Vous voudrez bien avant tout excuser avec la tenue que je porte à l’occasion de cette cérémonie ; n’ayant pas pu trouver un frac à queue de pie qui m’aille, et le coût très élevé du-dit, je me suis rabattu sur une chemise de bûcheron payée trois euros au marché de quartier de l’Isolotto, et sur une paire de gìnz raccommodés par les saintes mains de ma mère.

Comme vous le savez tous, Très illustres Sires, c’est une coutume irréfragable que quiconque qui est récompensé par le prix Nobel de Littérature se présente ici (ou de se faire représenter, comme s’est produit l’an passé avec Bob Dylan) en affirmant être entièrement surpris, ému et même fort gêné par l’attribution de la plus grande reconnaissance existante au monde pour ce qui touche à l’activité créatrice en matière littéraire. Vous me permettrez donc, au moins cette année, de dévier un peu de cette sorte de règle ou de coutume ; je dois en effet vous révéler, sans le moindre embarras et avec encore moins de surprise, que je m’attendais depuis plus l’âge tendre à recevoir le Prix Nobel. Comment vous dire : j’en étais absolument certain, et, sacrédieu, vous m’en avez fait attendre, du temps. Et qu’attendiez-vous, que je sois devenu un vieux maintenant racorni et accompagné à Stockholm d’une gouvernante ? Mais je vois que, finalement, vous vous y êtes décidés et pour cette fois, je vous pardonne.

Comme je viens de vous le dire, déjà quand, à l’âge de quatorze ou quinze ans, je me retirais dans la cave de la copropriété qui servait de minuscule chambrette (en me permettant d’avoir une certaine indépendance, déjà alors remplie de livres et munie de tout le nécessaire pour de fugaces rencontres avec une jeune fille), mon esprit était tourné vers le Prix Nobel ; en somme, il me suffisais seulement d’avoir un peu de patience et de travailler pour le gagner.

Avec le temps, cela doit être dit, je me suis cependant persuadé que, s’il devait y avoir un Prix Nobel, ce ne serait jamais par les voies ordinaires. Et que diable, ils l’ont tous obtenu en écrivant de grandes œuvres, des poésies immortelles, des romans en soixante volumes (comme Le Don paisible, qui a valu à Michajl Šolochov le record du Prix Nobel le plus mortellement chiant de l’histoire), des drames furibonds, des mystères amusants et, l’an passé, même d’amusantes chansons américaines). Avant mes vingt ans, j’avais déjà décidé que j’aurais le Prix Nobel d’une manière pas exactement traditionnelle, ou bien en n’écrivant absolument rien. C’est-à-dire en restant un très parfait inconnu, en peinant pour m’assurer le déjeuner et le dîner, en me consacrant sereinement à des activités révolutionnaires comme, par exemple, dormir, en écrivant des notices grammaticales islandaises et bretonnes et en prenant vigoureusement comme cibles Dieu, la patrie, la famille et même et surtout Vous autres, les très illustres Membres de l’Académie Royale Suédoise.

Tout ceci, naturellement, ne pouvait que me conduire, un jour ou l’autre, à être honoré du Prix, pour lequel d’immenses hommes de lettres du monde entier se démènent toute une vie, pour déclarer ensuite qu’ils sont surpris et émus. Je suis certain que vous apprécierez, donc, mon extrême sincérité quand je vous ai déclaré mon inébranlable confiance qui a toujours fait de moi un être naturellement destiné à recevoir le Prix Nobel sans pratiquement rien faire du matin au soir (activité qui, pour son opposition au travail de n’importe quel genre, serait en soi digne non seulement du Prix Nobel pour la littérature, mais même de celui – vrai – pour la Paix au lieu de le donner à des assassins matriculés comme souvent ce fut le cas ici tout près à Oslo).

C’est donc avec le plus grand plaisir que je reçois de vous, Très Illustres, cette reconnaissance en même temps que, naturellement, le chèque d’environ huit cent mille dollars (! ! ! !) qui me permettront de passer une excellente vieillesse et dont je me garderai bien de les distribuer à des œuvres de bienfaisance, charité, philanthropie et autres conneries du genre. Comme, au contraire, j’ai l’intention de continuer à ne pas faire une rame du matin au soir pour le temps qu’il me reste à vivre, je voudrais gentiment vous prier, d’ici peut-être une dizaine d’années, de bien vouloir me donner un autre Prix Nobel. Conscient du fait qu’on ne peut pas le donner deux fois pour la même discipline, celui pour la Chimie, ou pour la Physique, ou pour ce que vous voulez, même pour la Gastronomie ou pour la Peinture rupestre me conviendrait aussi bien. Vous devez savoir que je ne le dédaignerais pas du tout. Si ensuite, poussés par de compréhensibles scrupules, vous vouliez, Très Illustres, m’attribuer un Prix Nobel effectivement basé sur des activités reconnues et réelles du Soussigné, vous pourriez (même maintenant, tant que vous y êtes) m’attribuer le Prix Nobel pour les Mots Croisés, discipline dans laquelle – comme je suis coutumier de le dire, je ne crains pas de rivaux au monde à part Daniela - k.d. -. Cependant j’ai peur que vous ne soyez pas particulièrement enclins, vu que vous n’avez pas réussi à le donner même à Alan Turing, lui-même très célèbre cruciverbiste.

Je conclus, naturellement, en vous remerciant tous un à un, en vous priant de m’indiquer la caisse pour le retrait des chèques et en m’envolant dans la foulée chez moi parce que, putain con, ici il fait un froid de la madone. Au fait, monsieur Nobel ne pouvait pas confier l'attribution du Prix à l’Académie Royale de Cuba, ou de quelque atoll des Mers du Sud… ? Fy fan ! … ! Vive le Situationisme et Forza Viola ! (Applaudissements, lancement d’œufs durs et de biffs à la Lindström, chahut, menaces genre « maintenant viens dehors, foutu con ! », rots, pets, crachats)

Marco Valdo M.I. - 15/12/2016 - 21:12


Mentre sembra che Dylan abbia ritirato il premio Nobel, ma di nascosto, arriva la notizia della morte di Don Hustein, l'autore dello scatto immortalato nella copertina di The Freewheelin' Bob Dylan.

Don Hunstein è stato uno dei fotografi ufficiali della Columbia per trent'anni. Suoi gli scatti alla seduta d'incisione di "Kind of Blue" e "Nefertiti", di Miles Davis e di Billie Holiday​ per "Lady in Satin"

Per volontà di Glenn Gould Don Hunstein era l'unico fotografo autorizzato a fotografarlo.
Tra i tantissimi grandi che aveva fotografato, anche Leonard Bernstein, Duke Ellington, Tony Bennett, Barbra Streisand, Aretha Franklin, Dizzy Gillespie​, Billy Straihorn e Janis Joplin.

Bob Dylan and Suzie Rotolo in West Village, New York City, February 1963. Photograph: Don Hunstein.
Bob Dylan and Suzie Rotolo in West Village, New York City, February 1963. Photograph: Don Hunstein.

2/4/2017 - 21:58


Dice che però non l'ha trovato, il premio Nobel a Stoccolma. Gli accademici gli hanno detto che s'era già presentato un tizio verso dicembre...

Riccardo Venturi - 3/4/2017 - 00:32


Era barbuto?
Grizzly?
Un omone a cui, pur nel dubbio, non ci si azzardò proprio chiedere le generalità?
Non cantò naturalmente...e allora improvvisiamo noi per lui:

Quest'avventura del Venturi
tra una lingua ed un dialetto
perbacco, duri! e, che duri!
e qui lo affermo con rispetto

Tra quelli dal potere offesi
somiglia all'uomo di una volta
"d'antan" direbbero i francesi
e barba folta è segno di rivolta

Non siam vicini, nè distanti
in questi che son si, tempi duri
dunque tra malicorni e bretonanti
lunga vita al buon Venturi

A wir galon
Flav Kadorvrec'her

Flavio Poltronieri - 3/4/2017 - 10:24


Macchè....dice che era senza barba, con gli occhi azzurri e coi riccioli biondi tipo Massimo Ciavarro nei primi fotoromanzi che faceva per Grand Hôtel:

ciavagrand


Però dice anche che quel tipo lì è abile nei travestimenti e ha detto che era il gemello giovane di Bob Dylan...

Riccardo Venturi - 3/4/2017 - 11:42


Compagni, la versione che dal sito dei Comunisti Italiani era importata come tradotta da Fernanda Pivano, in pieno stile dilibertiano, mente.

Imperocché proviene sì dal celebre "Blues, ballate e canzoni" del 1972, il quale è generalmente noto come opera di Fernanda Pivano, ma non è.
A quella silloge, la Pivano non altro fece che l'introduzione.
La traduzione e la cernita dei testi colà presenti sono invece opera di Stefano Rizzo. Che nonostante la natività torinese e il cognome, dubito abbia a che fare con Marco Rizzo, ex-Comunista Italiano.

Salvo Lo Galbo - 25/7/2017 - 12:52


Grazie Salvo, correggiamo subito l'errore di questi "compagni che sbagliano".

CCG Staff - 25/7/2017 - 13:29


Credo che si tratti di questo Stefano Rizzo, classe 1946, giornalista, docente universitario e per molti anni funzionario della Camera dei Deputati.

B.B. - 25/7/2017 - 13:47


Oggi Radio Margherita passava una canzone della quale ho colto subito l'ispirazione da "Masters of war". Particolarmente alla strofa forse più suggestiva: "You've thrown the worst fear/ that can ever be hurled/ fear to bring children/ into the world".

Si trattava, ho poi cercato, di "Futuro", interpretata da Orietta Berti per il Festival di Sanremo del 1986, piazzatasi addirittura sesta. Uno scempio in pieno stile sanremese, specie considerando che al suo seguito si posizionarono Sergio Endrigo con "Canzone italiana" e gli Stadio con la bellissima "Canzone alla radio" scritta da Luca Carboni che rimase una perla ma che invece al Festival arrivò ultima. Beh, insomma, la canzone faceva:

"A voi russi o americani
io non delego il suo domani,
su mio figlio non metterete le vostre mani!"


Non era granché, affatto. Il testo era firmato o cofirmato da Umberto Balsamo, convintissimo almirantiano, e perciò - con una spocchia tutta comunista - non rendo l'onore a quel brano di proporre per esso una pagina apposita in questo sito. Via libera a chi volesse...

Mi interessa solo citarla per rendere chiaro quanto lontano possa arrivare l'eco di Dylan e di questa canzone in particolar modo; un arsenale inesauribile di spunti e ispirazioni per cose più o meno riuscite, ad opera di più o meno degni autori.

Per quanto il Dylan che poi fu ho ragione di credere che sarebbe andato forse più d'accordo con un Balsamo che con me. "The times" cambiano, si sa, e più frequentemente per il peggio.

Salvo Lo Galbo - 18/4/2018 - 15:15


Un’altra grande cover di Dylan che non è disponibile in streaming. Per ascoltarla dovete recuperare una clip del tour dei Roots del 2007, come questa registrata al Coachella. Si apre con il cantante-chitarrista “Captain” Kirk Douglas che recita il primo verso sulla melodia dell’inno americano. Poi la band si lancia in un groove violento e barcollante che esplode in un break funk-jazz basato sulla chitarra di Douglas, la batteria di Questlove e i fiati di Tuba Gooding, Jr. Insieme indirizzano la rabbia politica di Dylan in una nuova direzione.
rollingstone.it

Dq82 - 14/10/2020 - 18:28




Lingua: Italiano

Versione di Deborah Kooperman
Misciùmeret (Parole e musiche per ricordare la Shoah) (2016)

MISCIUMERET

Venite padroni di guerra
voi che avete costruito le bombe, i fucili
voi vi nascondete dentro le vostre ville
e dietro le vostre scrivanie
mentre noi giovani andiamo a fare la guerra
voi state lì a guardare ed è il nostro sangue
che scorre in mezzo al fango
e dite che siamo troppo giovani per capire
però c'è una cosa che capiamo molto bene
quello che avete fatto voi
Cristo non lo perdonerebbe mai

inviata da Dq82 - 6/2/2021 - 17:53


I cantori dell’Afghanistan adesso vanno confinati nel disprezzo eterno
di Alessandro Robecchi

Ero tentato di scrivere al direttore per chiedergli – invece dello spazio di questa rubrichina – una pagina, o due, o tre, per elencare tutti gli insulti ricevuti negli anni da quelli, come me e molti altri, che alla guerra in Afghanistan (e in Iraq) sono sempre stati contrari. Utopisti, imbelli, amici dei talebani (qualche imbecille col botto lo ha detto anche ieri), comprese insolenze di stampo fascista (malpancisti, panciafichisti), più analisi geopolitiche dei puffi, più rapporti amorosi (ed economici) con la Cia e il Pentagono, più le accuse di tradimento dell’Occidente. Insomma, mi limito a questa minuscola sintesi delle infamie ricevute per vent’anni. Anche ieri, su Repubblica, Francesco Merlo ci ricordava che “il pacifismo assoluto è un’utopia infantile e qualche volta pericolosa”, ed ecco sistemato anche Gino Strada (ciao, Gino).

Siamo abituati agli insulti, anche se alcuni – recentissimi, di ieri – suonano davvero intollerabili (ah, sei contento che gli americani si ritirano! E le donne? E i bambini? Sei come i talebani!), argomenti di poveri disperati che preferiscono fare la figura dei coglioni piuttosto che ammettere un errore politico durato due decenni.

Paradossalmente, la vergogna non riguarda solo una guerra criminale e sbagliata, ma anche il suo grottesco epilogo. Speravano, tutti gli “armiamoci e partite”, che l’esercito del governo fantoccio resistesse almeno tre mesi. Cioè: fatevi sbudellare per permetterci di scappare con più agio. La risposta – comprensibile – è stata “col cazzo”, e mentre i militari da noi così efficacemente addestrati (ahah, ndr) si arrendevano, i loro capi, da noi così generosamente coperti di soldi, scappavano oltre confine, e chi s’è visto s’è visto.

Avendo letto qualche libro di storia, avevamo imparato che chi perde una guerra viene sostituito, cacciato, sommerso dal disprezzo, insomma, il famoso “vae victis”, guai ai vinti. E invece no. Perché i cantori della guerra persa non hanno perso per niente. Ne escono vittoriosi, più ricchi e più grassi – insieme ai feroci talebani – anche tutti gli apparati militari occidentali, che per vent’anni sono stati ricoperti d’oro per sostenere il più grande affare del mondo: la guerra al terrorismo. Tremila miliardi di dollari, è costato tutto questo scempio di vite, per lo più intascati da contractors privati, produttori di bombe, lobbisti delle armi, consulenti strategici, Pentagono, servizi segreti. Con tremila miliardi di dollari, in vent’anni, si potevano consegnare ad ogni afghano centomila dollari in contanti, trasformando quel paese in una specie di Svizzera o Lussemburgo. Invece i soldi sono passati da una tasca all’altra degli invasori – una partita di giro – e per gli afghani bombe e terrore. I “signori della guerra” (cfr, Bob Dylan, 1963) siedono a Washington e nelle cancellerie occidentali, nei giornali che hanno insultato per vent’anni (e continuano tutt’ora) i pacifisti, nelle lobby degli armamenti, tra tutti i parlamentari che per vent’anni hanno finanziato e rifinanziato le missioni armate all’estero chiamandole “missioni di pace” e “umanitarie”, e si è visto. Non si farà fatica a ricordare nomi e cognomi, da Bush a Blair giù giù fino ai pensosi corsivi di oggi che ci spiegano, in clamorosa malafede, che la guerra era giusta, peccato per come è finita. Ecco, segnarsi i nomi, almeno quello, in modo da non votarli mai più, non leggerli mai più, da confinarli nel disprezzo eterno. Non sarà un risarcimento, ma almeno un piccolo esercizio di dignità personale.

daniela -k.d.- - 18/8/2021 - 10:35


I toni del signor Robecchi sono obiettivi e piuttosto condiscendenti. Il 15 agosto del 2021 è stata una di quelle giornate in cui la consapevolezza di AVERE RAGIONE, e di averla da venti e più anni poteva senz'altro indurre a considerazioni fuori misura.
Il gazzettame non ha comunque gran che da temere.


"...I bet you won't fall on your face, your belly will hold you in place!"


(Iron Maiden, 1992).

Io non sto con Oriana - 19/8/2021 - 09:07


Condivido ogni parola, ogni segno di punteggiatura e ogni spazio bianco di quello che ha scritto Robecchi. Anche troppo signore, è vero.

Maria Cristina - 20/8/2021 - 13:00


Dq82 - 5/3/2022 - 18:04


2/5/2023 - 00:26


da "Costruire per distruggere : Pensare e cantare la Guerra"
Giorgio Brianese (Università Ca’ Foscari Venezia) - 2017

... Una cosa la so
anche se sono più giovane di voi
che nemmeno Gesù potrà mai
perdonare quello che fate...


Sono versi di Masters of war, una canzone che è una violentissima invettiva contro la violenza della guerra. Non basta nemmeno, al giovane Bob Dylan, che il ‘peccato’ dei signori della guerra sia imperdonabile persino agli occhi della misericordia cristiana: Dylan «procede nella strofa conclusiva a desiderare esplicitamente la morte dei fabbricanti d’armi:

E spero che moriate,
e che la morte vi colga presto.
Seguirò la vostra bara
in un pallido meriggio,
resterò a vedervi calare
nel vostro letto di morte,
e rimarrò sul bordo della fossa
finché sarò sicuro che siete proprio morti.


I hope that you die. Spero che moriate. Una espressione così fortemente ed esplicitamente violenta che taluni interpreti, quando si accostano a questa canzone, omettono l’ultima strofa (Joan Baez, ad esempio; altri invece, come Eddie Vedder, la cantano fino in fondo), come se le parole di Dylan, qui, fossero di una violenza così inaudita da non poter essere nemmeno pronunciate senza farle per ciò stesso ricadere nella stessa logica violenta di quella guerra contro la quale vengono scagliate.
Ma, «come ha scritto Greil Marcus, quello che ha tenuto in vita Masters of War è, in fondo proprio quell’‘I hope that you die’, il fatto che la canzone tocca i limiti oltre i quali nemmeno la libertà di parola potrebbe più proteggerla, ma dà a chiunque la canti la possibilità di raggiungerli».
È dunque una canzone, quella di Bob Dylan, che ci conduce al limite (come peraltro spesso accade quando si ha a che fare con le sue composizioni): al limite del dicibile e, in un certo senso, anche al limite dell’opposizione alla guerra, al limite delle possibilità del nostro essere ‘contro’.

20/5/2023 - 00:21




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