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Porta Lame

Mulini a Vento
Lingua: Italiano


Mulini a Vento

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2024
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Mulini a vento - Ricordi di Viaggio


Dieci tracce di inediti mantenendo un'attenzione prioritaria alle storie della lotta di Resistenza (Monte Sole, Zelinda Resca, Porta Lame, La partigiana in tailleur su Penelope Veronesi) insieme a dediche alla letteratura ("Don Chisciotte", "Il processo" ispirata a Pasolini e "Cemento amato" a Rodari); importante per noi era ricordare il dramma del Mediterraneo ("buon viaggio") e una dedica alle esperienze comunitarie che stanno lasciando il passo ad un individualismo solitario ("Ricordo"). Un lavoro con uno sguardo verso un futuro da costruire aggrappandoci alle radici più salde e più umane che conosciamo.

Ricordo - Monte Sole - La partigiana in tailleur - Zelinda - Cemento Amato - Buon viaggio - Il Processo - Porta Lame - Zoolandia - Don Chisciotte



La battaglia di Porta Lame costituisce un episodio nell'ambito della resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.

Venne combattuta il 7 novembre 1944 nei pressi di Porta Lame a Bologna e vide impegnati da una parte contingenti provenienti dai distaccamenti della 7ª GAP e dall'altra forze della Repubblica Sociale Italiana e tedesche. Nonostante la superiorità di queste ultime, i partigiani riuscirono a sfuggire al progressivo accerchiamento delle proprie postazioni provocando poi numerose perdite tra le file nemiche.

In vista di un'azione imponente nel centro cittadino i distaccamenti della 7ª GAP avevano installato due basi, la principale (230 unità), guidata da Giovanni Martini "Paolo" con Ferruccio Magnani "Giacomo" commissario politico, nei sotterranei dell'ospedale Maggiore distrutto dai bombardamenti alleati, e una seconda di 75 unità guidata da Bruno Gualandi "Aldo" con Lino Michelini "William" commissario politico in uno stabile presso il vicolo del Macello in prossimità dell'area dell'ex porto fluviale della città. Alle 6:15 del 7 novembre, scoperta casualmente la base di via del Macello da parte dei tedeschi, ebbe inizio la prima fase dello scontro. Le forze tedesche e fasciste misero in atto un piano di attacco coordinato, spostando e restringendo il perimetro d'azione, e intensificando la pressione sui nemici con l'uso di armi a tiro lungo (mortai, pezzi da 88 mm) in più luoghi utili e protetti. Nel tardo pomeriggio venne impiegato anche un carro armato Tiger che stava operando nel vicino fronte.

Quando, dopo più di dieci ore di combattimento le truppe tedesche occuparono i locali delle basi gappiste, esse erano già state evacuate, visto che gli occupanti avevano ripiegato secondo un piano predisposto verso altre basi localizzate nella prima periferia, portando con sé armi e feriti e facendo perdere le proprie tracce grazie all'abbondante uso di fumogeni.

Contemporaneamente ebbe inizio la seconda fase della battaglia, quando le formazioni gappiste insediate tra le rovine dell'ospedale Maggiore, seguendo le direttrici di un piano tattico predisposto a questo fine, circondarono il grosso delle forze nemiche che si erano concentrate attorno al cassero di Porta Lame. La rapidità dell'attacco simultaneo non consentì alcuna reazione ordinata da parte delle truppe tedesche. Al termine dello scontro il bilancio dei caduti sarebbe stato di 11 morti tra le file repubblichine, 2 tedeschi, di 13 appartenenti alle formazioni partigiane e 1 civile.

Nei giorni successivi allo scontro la possibilità di un'azione congiunta tra forze partigiane ed Alleate era destinata a non concretizzarsi: il 13 novembre 1944 il generale britannico Harold Alexander dichiarava con un proclama radiofonico che l'offensiva sulla linea Gotica poteva considerarsi momentaneamente esaurita. In seguito alla mancata insurrezione si registrarono diversi episodi di rappresaglia nei confronti dei partigiani: le infiltrazioni di agenti di polizia e alcune delazioni, oltre che la scoperta di altre basi gappiste, provocarono numerose perdite tra i reparti della 7ª GAP.

L'avanzata attraverso la Pianura Padana subiva quindi una battuta d'arresto che sarebbe durata fino alla primavera del 1945, quando, sotto la spinta della nuova offensiva, il contingente alleato avrebbe sfondato in maniera definitiva la linea Gotica portando alla battaglia di Bologna e alla rapida liberazione di tutto il nord Italia.
Quell'8 settembre L'Italia si spezza
e al Sud Gli alleati che puntano a nord
Che il Duce è tornato
il paese è diviso
Chi sale sui Monti
Chi invece a Salò

il generale Alexander che avanza
E nessuno che informa che si fermerà
quei Partigiani non sanno dei piani
e già sono arrivati e nascosti in Città
il 7 novembre di notte al macello
al maggiore son lì
l'ultimo quarto di luna
in quell'autunno di martedì

il comandante in battaglia di nome fa William
la morte o la libertà
e la Bolero tradita dobbiam vendicare
vendetta compagni sarà
Le rappresaglie sui monti
nei loro discorsi e di come il nazismo cadrà
noi da una parte Alexander dall'altra
domani Bologna Si libererà
Il Garibaldi combatte è il grido che li guiderà
che il Garibaldi combatte senza paura
per la Libertà

Il generale Alexander dice che si fermerà
quei partigiani caduti senza sapere per la Libertà

inviata da Dq82 - 12/4/2024 - 16:07




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