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Maria Farandouri / Mαρία Φαραντούρη

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[1967]
Testo di Mikis Theodorakis
Da Ο ήλιος κι ο χρόνος ("Il sole e il tempo")

Στίχοι: Μίκης Θεoδωράκης
από “Ο ήλιος κι ο χρόνος”

Lyrics by Mikis Theodorakis
from Ο ήλιος κι ο χρόνος ("The sun and the time")

frd


"Ποτέ ποτέ" (Mai mai) fa parte della canzone-fiume di Mikis Theodorakis - su testo suo - intitolata "Ο ήλιος κι ο χρόνος" (Il sole e il tempo). Fu quasi interamente scritta e musicata durante la detenzione del compositore nella cella n. 4 della Sicurezza Generale di via Bubulina di Atene tra l'agosto e il settembre 1967. Registrazione a Parigi, nel 1971, con Maria Farandouri, Petros Pandìs, Maria Dimitriadi, Andonis Kaloyannis, e Georges Willson (voce recitante in francese) dal vivo di un concerto in Palais de Chaillot. - Gian Piero Testa
Ποτέ ποτέ ποτέ
δεν θα μπορέσω να ξεδιπλώσω
όλες τις σημαίες
Jamais jamais jamais
je ne pourrai déployer tous les drapeaux
πράσινες κόκκινες κίτρινες μπλε μοβ
θαλασσινές
verts rouges jaunes bleus mauves émeraudes

Ποτέ ποτέ ποτέ
δεν θα μπορέσω να μυρίσω όλα τα αρώματα
Jamais jamais jamais
je ne pourrai respirer tous les parfums
πράσινα κόκκινα κίτρινα μπλε μοβ
θαλασσινά
verts rouges jaunes bleus mauves émeraudes

Ποτέ ποτέ ποτέ
δεν θα μπορέσω να αγγίξω όλες τις καρδιές,
όλες τις θάλασσες, τις θάλασσες να ταξιδέψω
Ni entamer touts les cœurs
ni sillonner toutes les mers

Ποτέ ποτέ ποτέ ποτέ
Jamais jamais jamais
δεν θα γνωρίσω την μια σημαία
τη μοναδική εσένα Τάνια
je ne pourrai connaître le seul
l'unique drapeau
δεν θα γνωρίσω την μια σημαία
τη μοναδική εσένα Τάνια
toi o Tania

inviata da Giuseppina Dilillo





Trascrizione fonetica di massima del testo originale
(Le parti in francese sono state mantenute)
POTE POTE

Poté poté poté
δen ϑa boréso na xeδiplóso
óles tis simées
Jamais jamais jamais
je ne pourrai déployer tous les drapeaux
prásines kókjines kjítrines ble mov
verts rouges jaunes bleus mauves émeraudes

Poté poté poté
δen ϑa boréso na myríso óla ta arómata
Jamais jamais jamais
je ne pourrai respirer tous les parfums
prásina kókjina kjítrina ble mov
ϑalassiná
verts rouges jaunes bleus mauves émeraudes

Poté poté poté
δen ϑa boréso na angjízo óles ti karδjés,
óles tis ϑálasses, tis ϑálasses na taxiδépso
Ni entamer touts les cœurs
ni sillonner toutes les mers

Poté poté poté poté
Jamais jamais jamais
δen ϑa γnoríso tin mja siméa
ti monaδikjí eséna Tánja
je ne pourrai connaître le seul
l'unique drapeau
δen ϑa γnoríso tin mja siméa
ti monaδikjí eséna Tánja
toi o Tania

inviata da Riccardo Venturi - 6/1/2009 - 01:03





La versione italiana della canzone, che riproduciamo in questo caso come per il francese, cioè nel corpo del testo greco. La versione è stata effettuata il 29 novembre 2007.

In un primo momento la canzone ci era apparsa difficilmente "contro la guerra" e la avevamo mantenuta in quanto inviata dalla nostra principale esperta di canzoni e cose greche, Giuseppina Dilillo. In seguito alle precisazioni comunicate da Gian Piero Testa, specialmente sulla composizione da parte di Theodorakis in un carcere della dittatura, nel 1967, la cosa ci appare più chiara. [CCG/AWS Staff]]
MAI, MAI

Ποτέ ποτέ ποτέ
δεν θα μπορέσω να ξεδιπλώσω
όλες τις σημαίες
Mai, mai, mai
potrò spiegare tutte le bandiere
πράσινες κόκκινες κίτρινες μπλε μοβ
θαλασσινές
verdi rosse gialle blu viola turchesi

Ποτέ ποτέ ποτέ
δεν θα μπορέσω να μυρίσω όλα τα αρώματα
Mai, mai, mai
potrò respirare tutti i profumi
πράσινα κόκκινα κίτρινα μπλε μοβ
θαλασσινά
verdi rossi gialli blu viola turchesi

Ποτέ ποτέ ποτέ
δεν θα μπορέσω να αγγίξω όλες τις καρδιές,
όλες τις θάλασσες, τις θάλασσες να ταξιδέψω
Né sfiorare tutti i cuori
né solcare tutti i mari

Ποτέ ποτέ ποτέ ποτέ
Mai, mai, mai
δεν θα γνωρίσω την μια σημαία
τη μοναδική εσένα Τάνια
potrò conoscere la sola
l'unica bandiera
δεν θα γνωρίσω την μια σημαία
τη μοναδική εσένα Τάνια
te, Tania.

inviata da Riccardo Venturi - 29/11/2007 - 22:15


"Potè poté" (Mai mai) fa parte della canzone-fiume di Mikis Theodorakis - su testo suo - intitolata "O Ilios ki o Chronos" ( Il sole e il tempo ). Fu quasi interamente scritta e musicata durante la detenzione del compositore nella cella n. 4 della Sicurezza Generale di via Bubulina di Atene tra l'agosto e il settembre 1967. Registrazione a Parigi, nel 1971, con Maria Farandouri, Petros Pandìs, Maria Dimitriadi, Adonis Kaloyannis, e Georges Willson (voce recitante in francese) dal vivo di un concerto in Palais de Chaillot.
Se questo testo ha a che fare con la pace, è un problema di chi sceglie di contribuire a questo sito. Se tutto quanto è genericamente di sinistra, resistenziale, rivoluzionario, no global, no tav, ambientalista e via dicendo, si deve per forza annoverare per ammucchiata nel campo di chi rifiuta la guerra, vada pure. Ma, forse, il campo di chi rifiuta la guerra come strumento per la risoluzione dei problemi internazionali potrebbe restringersi di un bel po', con una delimitazione un po' più rigorosa e, magari, più aperta ad altri contributi. Chi sa.

Gian Piero Testa - 4/1/2009 - 23:23


Carissimo Gian Piero,

Ancora una volta, ovviamente, ti ringrazio personalmente e a nome di tutto il sito per le preziose informazioni relative a questa canzone, che ovviamente andrò a specificare ed inserire nell'introduzione. Però, date alcune tue osservazioni, mi corre l'obbligo di specificarti un po' meglio che cosa sia effettivamente questo sito.

Innanzitutto, chiunque sceglie di contribuire a questo sito, lo fa in piena libertà di opinione (sempre che, ovviamente, motivi precisamente la proposta di una data canzone). E' un sito, questo, effettivamente molto "largo": ti inviterei a tale riguardo a leggere un breve testo da me scritto in occasione della chiusura della primitiva raccolta delle "Canzoni contro la guerra" (aprile 2003), intitolato Postribolo.

Poiché i princìpi di questo sito (canzoni sì "contro" la guerra, ma anche canzoni nella guerra, canzoni di lotta, canzoni del mondo operaio quindi della "guerra del lavoro" eccetera), sono ben chiari, e sono stati sempre ben espressi, devo dirti assai fuori dai denti che non accettiamo nessun "vada pure" da parte di chicchessia, neppure da chi, fattivamente come anche tu stai facendo, contribuisce al miglioramento di questo sito. Ciò che deve "andare pure" si attiene ai princìpi del sito, e non lo decide né Riccardo Venturi, né Gian Piero Testa, né Raperonzolo de' Raperonzoli. Su questo vorrei essere ben chiaro per evitare in futuro sterili polemiche che non hanno ragione di esistere.

Abbiamo scelto sin dall'inizio di non avere una "delimitazione rigorosa" proprio perché la propria idea dell'opposizione ad un sistema intero, e non alla semplice "guerra come risoluzione dei problemi internazionali", è ciò che nel profondo ispira questo sito. Non si chiama "Canzoni contro la guerra come risoluzione dei problemi internazionali". E' un tipo di approccio limitativo nel quale non ci riconosciamo. Ci riconosciamo invece in qualsiasi cosa sia contro l'oppressione del sistema "stato-lavoro", sistema che tra le altre cose genera la guerra.

Seguendo questi princìpi, questa canzone, e specialmente dopo le informazioni relative che ci hai fornito, ne fa pienamente parte; anzi, se in un primo momento l'inserimento di questa canzone da parte di Giuseppina Dilillo non ci era apparso chiaro, le tue precisazioni (specialmente sulla composizione da parte di Theodorakis in un carcere della dittatura) sono servite decisamente a "diradare le ombre".

Ovviamente aspettiamo vivamente che tu ci specifichi meglio quali sarebbero gli "altri contributi" ai quali la "delimitazione più rigorosa" che suggerisci dovrebbe essere più "aperta". Su questo ti pregheremmo di essere più chiaro, anche perché non ci sembra che il nostro sito sia chiuso ai contributi di chicchessia.

Non mi è piaciuto, e per niente, il termine "ammucchiata". Se per "ammucchiata" intendi una congerie di testimonianze tra le più disparate, devo dirti che siamo assai fieri che lo sia. Fermo restando che qualsiasi precisazione tesa a meglio precisare la nascita di una data canzone è ben accetta, ti invitiamo a non porti nei nostri confronti in modo da dirci cosa dobbiamo o non dobbiamo essere. Questo lo sappiamo benissimo e lo abbiamo già deciso da tempo. Se ti sta bene, bene; se non ti sta bene hai il diritto di esprimere le tue opinioni, ma non cambieremo la natura di questo sito né per un Gian Piero Testa esperto di lingua, di canzoni e di cose greche, né per chiunque altro.

Questo è il modo in cui abbiamo fatto questo sito ed in cui lo mandiamo avanti facendoci un culo della madonna ogni santo giorno, a partire dal febbraio del 2003; e ci sta benissimo. Se hai in mente qualcosa di diverso, fattelo da solo e màndatelo avanti; magari potremmo a nostra volta collaborare.

Perdonami la brutalissima chiarezza, ma la ritengo una alta forma di rispetto verso l'interlocutore.

Saluti cari e grazie ancora per i contributi!

Riccardo Venturi - 5/1/2009 - 23:51


Carissimo Riccardo,
sei stato esplicito come, del resto e forse anche un po' troppo, lo sono stato io: e vada pure che mi hai mandato a cagare. In una tessera di partito che ho avuto in tasca per 25 anni e fino a 22 anni fa (non sono più molto giovane...)c'era scritto, tra i doveri: "essere franco e leale coi compagni". E franchi siamo, anche se non più compagni con i timbri e i bollini a posto.
E' evidente che io sono uno dei tanti "sofferenti" della sinistra, nella quale vedo gran confusione (e magari, poi, la confusione è in me) e siccome di questa confusione soffro e talora mi incavolo, ho creduto di scorgere un'ombra della medesima tra i contributi del vostro sito...e mi è sfuggito il colpo contro quell'ombra. Un sito di canzoni contro la guerra, così si intitola il tuo sito: e ci trovo un po' di tutto. Male ho fatto a chiamarlo ammucchiata, potevo dire più educatamente coacervo; forse sono un po' aristotelico e le categorie per me valgono ancora qualcosa per evitare confusioni; forse sono professorale e chiedo di stare al tema: in ogni caso, è un fatto che voi stessi a volte dubitate se un contributo sia o non sia coerente al tema.
Adesso che mi hai spiegato che il sito intende il tema della guerra in modo assai largo, che è dedicato ad ogni genere, quasi, di sofferenza umana, non ho problemi di sorta e, se non mi mandi di nuovo a cagare, vorrei continuare a far qualcosa per il tuo sito. Anzi, ho cercato alcuni giorni fa di mandare delle vecchie canzoni francesi, e quando le ho mandate, mi sono accorto che già c'erano, e meglio documentate di quanto avessi fatto io. Chiedo scusa di ciò. Ma erano un esempio di cosa intendessi per altri contributi, pur strettamente in tema.
Preciso: non sono un "esperto" di musica e poesia greca. Mi ci dedico, è vero, adesso che ho più tempo. Ma sono autodidatta per ciò che riguarda la lingua, e di musica sono abbastanza ignorante. Traduco, per me e per chi li vuol leggere tra i miei amici, quei poeti neogreci che hanno incontrato un musicista per i loro versi. Da un po' di tempo mando le mie traduzioni a un sito, molto bello e niente affatto commerciale che è diventato un grande repertorio di testi greci musicati. Anche lì si trova materiale a profusione che starebbe bene nel tuo sito, perché musica e poesia nella Grecia moderna hanno dovuto fare i conti con la guerra, la guerra civile, le dittature, le galere, i lager, la repressione, la miseria, l'emigrazione e chi più ne ha più ne metta. Se vuoi provo a "specializzarmi" in questo tipo di contributo. Devo solo imparare meglio la tecnica per realizzarlo. Dimmi se ti va.
Fraterni saluti, Piero

gianpiero.testa@fastwebnet.it - 14/1/2009 - 14:18


Carissimo Gian Piero,

Forse non mi conosci. Nel senso che, se realmente avessi voluto mandarti a cacare, ti ci avrei mandato "apertis verbis" e senza tanti giri di parole. Mi ha dato un po' fastidio, è vero, quel termine "ammucchiata", ma te ne devo spiegare meglio il perché, anche se brevemente. Nella sua conclamata "larghezza", questo sito ha pur sempre dei criteri di base, e non puoi immaginare quante canzoni abbiamo respinto e continuiamo a respingere ogni giorno, anche da parte di collaboratori assidui e "storici".

Detto questo, naturalmente la tua proposta non può che trovarmi favorevole, anzi favorevolissimo. Conosco oltremodo bene quel sito di cui parli, la nostra grecista storica (la Dilillo) pure vi collabora e io stesso me lo sono spulciato non so quante volte. E' un vero e proprio "mare magnum" della canzone in lingua greca, se non erro comprende oramai qualcosa come 33.000 titoli e 8.000 traduzioni (cifre in confronto alla quale anche questo sito impallidisce). Avere qualcuno che se ne occupa relativamente ai temi, ancorché "larghi", delle CCG/AWS sarebbe davvero una gran cosa.

Mi scuso con te per la risposta un po' sopra le righe che ti avevo dato, in realtà non sono affatto un "cerbero". I ringraziamenti per quel che hai fatto finora e per quel che sarai disposto a fare per questo sito, ovviamente, li ripeto e anche con maggiore convinzione. Credo che, dopo queste precisazioni, tu abbia ben compreso la particolare natura delle CCG/AWS ed i princìpi che intende esprimere.

Saluti cari, [RV]

Riccardo Venturi - 14/1/2009 - 16:27




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