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Fatigué

Renaud
Lingua: Francese


Renaud

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Album "Mistral Gagnant" (1985)

Paroles: Renaud Séchan. Musique: Renaud Séchan, Franck Langolff

renaud mistral gagnant


Nel 1985 Renaud viene invitato dal Partito Comunista Francese ad esibirsi a Mosca in un concerto per il festival della gioventù. Salito sul palco canta Déserteur, la sua reinterpretazione ecologista e ironica del capolavoro di Vian.

Quando comincia a cantare "quando i russi e gli americani faranno saltare in aria il pianeta" vede 3000 persone alzarsi contemporaneamente e lasciare gli spalti. Ovviamente Renaud non crede ai suoi occhi e, finita la canzone, abbandona il palco in preda all'ira. La televisione francese riprende tutto il dietro le quinte, in cui lui si sfoga dicendo di essersi sempre impegnato per la classe operaia francese e di non poter credere ai propri occhi.

Racconta poi di essere stato nei giorni precedenti (già abbondantemente seccato dal trattamento da sorvegliato speciale al quale le forze dell'ordine e il governo l'avevano costretto) seduto su una panchina, davanti alla statua di Lenin. Lì aveva notato i pioppi nei pressi della statua e aveva cominciato a scrivere quella che poi sarebbe stata Fatigué.

peuplier
Jamais une statue ne sera assez grande
Pour dépasser la cime du moindre peuplier
Et les arbres ont le cœur infiniment plus tendre
Que celui des hommes qui les ont plantés
Pour toucher la sagesse qui ne viendra jamais
Je changerais la sève du premier olivier
Contre mon sang impur d'être civilisé
Responsable anonyme de tout le sang versé

Fatigué, fatigué
Fatigué du mensonge et de la vérité
Que je croyais si belle, que je voulais aimer
Et qui est si cruelle que je m'y suis brûlé
Fatigué, fatigué

Fatigué d'habiter sur la planète Terre
Sur ce brin de poussière, sur ce caillou minable
Sur cette fausse étoile perdue dans l'univers
Berceau de la bêtise et royaume du mal
Où la plus évoluée parmi les créatures
A inventé la haine, le racisme et la guerre
Et le pouvoir maudit qui corrompt les plus purs
Et amène le sage à cracher sur son frère

Fatigué, fatigué
Fatigué de parler, fatigué de me taire
Quand on blesse un enfant, quand on viole sa mère
Quand la moitié du monde en assassine un tiers
Fatigué, fatigué

Fatigué de ces hommes qui ont tué les indiens
Massacré les baleines, et bâillonné la vie
Exterminé les loups, mis des colliers aux chiens
Qui ont même réussi à pourrir la pluie
La liste est bien trop longue de tout ce qui m'écœure
Depuis l'horreur banale du moindre fait divers
Il n'y a plus assez de place dans mon cœur
Pour loger la révolte, le dégoût, la colère

Fatigué, fatigué
Fatigué d'espérer et fatigué de croire
A ces idées brandies comme des étendards
Et pour lesquelles tant d'hommes ont connu l'abattoir
Fatigué, fatigué

Je voudrais être un arbre, boire à l'eau des orages
Pour nourrir la terre, être ami des oiseaux
Et puis avoir la tête si haut dans les nuages
Pour qu'aucun homme ne puisse y planter un drapeau
Je voudrais être un arbre et plonger mes racines
Au cœur de cette terre que j'aime tellement
Et que ces putains d'hommes chaque jour assassinent
Je voudrais le silence enfin et puis le vent

Fatigué, fatigué
Fatigué de haïr et fatigué d'aimer
Surtout ne plus rien dire, ne plus jamais crier
Fatigué des discours, des paroles sacrées

Fatigué, fatigué
Fatigué de sourire, fatigué de pleurer
Fatigué de chercher quelques traces d'amour
Dans l'océan de boue où sombre la pensée

Fatigué, fatigué

inviata da Lorenzo Masetti - 30/8/2008 - 16:52



Lingua: Italiano

Versione italiana di Daniel Bellucci
Nizza (è stato il mio cantante tra i miei 13 e 16).

ho cambiato il futuro di "je changerai" con un condizionale "cambierei", mi sembra più giusto (anche in francese).
Correzione accolta!
STANCO

Non mai una statua sarà così grande
da sorpassare il qualunque pioppo
e gli alberi hanno il cuore infinitamente più tenero
di quello degli uomini che li han piantati
per toccare la saggezza che non verrà mai
cambierei la linfa del primo ulivo
con il mio sangue impuro di essere civile
responsabile anonimo di tutto quel sangue versato

Stanco, stanco
Stanco della menzogna e della verità
che credevo sì bella, che volevo amare
e che è sì crudele che mi sono bruciato
Stanco, stanco

Stanco di vivere sul pianeta Terra
su quel granello di polvere, su quel misero sassolino
su quella finta stella persa nell'universo
culla della stupidaggine e regno del male
ove la più evoluta tra le creature
ha inventato l'odio, il razzismo e la guerra
ed il potere maledetto che corrompe anche i più puri
e porta il saggio a sputare sul proprio fratello

Stanco, stanco
Stanco di parlare, stanco di tacere
quando è ferito un bambino, stuprata sua madre
quando la metà del mondo ne assassina un altro terzo
Stanco, stanco

Stanco di quegli uomini che han ammazzato gli indiani
massacrato le balene, ed imbavagliato la vita
sterminato i lupi, messo dei collari ai cani
che sono pure riusciti ad infradiciare la pioggia
è proprio troppo lungo l'elenco di tutto quanto mi nausea
dal banale orrore del semplice fatto di cronaca
non ho più abbastanza spazio nel cuore
per ospitare la rivolta, il disgusto e l'ira

Stanco, stanco
Stanco di sperare e stanco di credere
a quelle idee agitate come gli stendardi
per le quali tanti uomini han conosciuto il macello
Stanco, stanco

Vorrei essere un albero, attingere all'acqua dei temporali
per nutrire questa terra, essere amico degli ucccelli
eppoi avere la testa così in alto tra le nuvole
che nessun uomo potrà piantarci una qualunque bandiera
Vorrei essere un albero ed affondare le radici
fino al cuore di questa terra che amo così tanto
e che questi stronzi di uomini ogni giorno assassinano
vorrei il silenzio finalmente eppoi il vento

Stanco, stanco
stanco di odiare e stanco di amare
soprattutto non dire più nulla, non gridare mai più
stanco dei discorsi, delle parole sacre

Stanco, stanco
stanco di sorridere, stanco di piangere
stanco di cercare qualche traccia d'amore
nell'oceano di fango ove affonda il pensiero.

Stanco, stanco

inviata da Daniel Bellucci - 31/8/2008 - 13:18




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