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Bresci e Caserio

Giuseppina Rettori
Lingua: Italiano (Toscano Fiorentino)


Giuseppina Rettori

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[Registrata il 23 ottobre 2003 a Dicomano
Durata: 3' 42"]

Giuseppina Rettori, nata al Carbonile di Dicomano (Firenze) il 5 maggio 1925, è morta l’8 aprile 2020 a Dicomano, dov’era sempre vissuta. E’ morta a novantacinque anni nel più buio del “lockdown”: non le è stato potuto fare nemmeno il funerale. Per tutta la vita ha cantato le canzoni che conosceva e che aveva imparato, probabilmente, da bambina e da ragazza. Nel 2009, a cura di Marco Magistrali, furono pubblicati due CD contenenti 31 canti registrati da Giuseppina Rettori e accompagnati da un libretto di 32 pagine: Toscana, il canto quotidiano. Giuseppina Rettori: canti di tradizione orale a Dicomano (edizioni NOTA, collana “Geo-sounds of the Earth”, Udine 2009).

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Giuseppina Rettori (1925-2020)
Giuseppina Rettori (1925-2020)


”Gaetano Bresci, allora gliene dico io i’ perché...dov’era quando partì pe’ venire a ammazzà i’ nostro re? Era in America. E l’anarchici, l’era una congiu... che gli avevan fatto, insomma, come ci sono ancora, li chiameranno in un’altra maniera, insomma, delle su’ idee...loro volevano ammazzà i’ nostro re, no...ha’ visto icché dice quella canzone lì...l’imperatore fa l’oste e Umberto i’ locandiere, capito?!? Vede che si ricollega?

L’imperator fa l’oste
E Umberto i’ locandiè’
Andiamo nell’America,
Andiamo nell’America
L’imperator fa l’oste
E Umberto i’ locandiè’
Andiamo nell’America
A servì l’imperatò'.

E...e tirarono a sorte. E’ partì dall’America...aveva ventun anno Gaetano Bresci [1] quando ammazzò i’re...eh...lo misero in carcere. I’ figliolo d’i’ re...quell’altro re che poi s’è avuto...e’ gli andò a trovarlo...dice...”T’ha’ ucciso mio padre, vile!”, gli disse...e lui gli disse: “Io ho ucciso il re”, gni disse..lui… “Non ho ucciso tuo padre” [2]. E già che ci siamo, gni voglio di’ di Sante Caserio, ecco. Sante Caserio, poerìno anche lui, lui gli ammazzò l’imperatore, davvero [3]. Io la so un po’ di chì [4], la dice:

Il ventidue di luglio
Su il far della mattina
Mentre Caserio dormiva ancor
E non pensava a il triste dolor.
Disse svegliandosi: Che cosa c’è?
E’ giunta l’ora d’alzarsi in piè.
Se tu dirai la verità
In cambio avrai la libertà.
Senta, signor prefetto,
E’ bene che le dica
E io faccio il fornaio
E non la fo la spia.
Senta, signor prefetto,
Prima che io morto sia
Voglio questo biglietto
Sia dato a madre mia.
E sarò certo che lei lo avrà
Mi raccomando, per carità.
E cessi il mio soffrire
E datemi la morte

...E a spinta, a for...za….insomma, gli tagliaron la testa, no, che lo misero sotto alla ghigliottina, lo misero...Ecco, quella che so io….che forse la sarà un poìno sgangherata perché ‘un sarà tutto a’ i su’ posto…

inviata da Riccardo Venturi - 4/9/2023 - 13:26




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