Lingua   

Ballata per Pier Paolo Pasolini

Paolo Rizzi
Lingua: Italiano


Paolo Rizzi

Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Piante amare in Palestina
(Paolo Rizzi)
Il cielo di Gaza 2023
(Paolo Rizzi)
Profezia
(Pier Paolo Pasolini)


Nel novembre del 1975 avevo 21 anni e scrissi un testo che si chiamava Fuori, prendendo il titolo dal neonato movimento degli omosessuali. Avevo appena concluso il servizio militare proprio a Casarsa della delizia paese natale di Pasolini e, durante quel servizio avevo conosciuto Luigi Cannillo bravissimo poeta che mi fece conoscere la passione culturale e civile dei giovani omosessuali a Milano. Il dicembre scorso a conclusione del centenario di celebrazioni ho ripreso tracce di quel testo e l'ho sviluppato usando come trama la magnifica cinematografia che ho amato frequentare in tutti questi anni.
Questo è il risultato.

Pierpaolo Pasolini è stato autore di canzoni, sul sito ne trovate 6 oltre ad altre a lui dedicate.
a questo link invece trovate presentati i 15 brani interpretati in uno spettacolo teatrale lo scorso anno.

LE CANZONI DI PASOLINI – Teatro Vascello

Io mi sono appassionato di più al suo cinema ed è su questo che ho costruito la ballata a lui dedicata.

Il brano più famoso dei suoi film è: Che cosa son le nuvole musicata da Modugno che trovate a questo link



a quest'altro link trovate una bellissima analisi del testo

tra cui queste parole ispirate all'Otello di Shakespeare

Il derubato che sorride
ruba qualcosa al ladro
ma il derubato che piange
ruba qualcosa a se stesso
perciò io vi dico
finché sorriderò
tu non sarai perduta.


Tornando al cinema, come scrive il critico Angelo Moscariello , Pasolini del suo cinema ha fatto poesia costruendo una nuova metrica di narrazione

"Come è noto, il cinema non è solo una questione di immagini, è soprattutto una questione di prosodia e metrica nel collegamento tra le immagini eseguito tramite il montaggio. La novità introdotta nel cinema da Pasolini all’inizio degli anni ’60 è stata quella di aver applicato al cinema la metrica della poesia al posto di quella della prosa fino ad allora impiegata nei film narrativi. A connotare lo stile del suo cinema, da lui chiamato “cinema di poesia”, sono l’impiego della macchina a mano, le riprese in esterni con luce naturale, il ricorso a lunghi piani sequenza e soprattutto un modo nuovo di utilizzare le giunte nel montaggio, un modo fondato sulla nozione del “ritmema”, quest’ultimo inteso come regolatore in funzione psicologica dei rapporti spazio-temporali tra i contenuti delle singole inquadrature.
Il risultato della riflessione estetica e formale di Pasolini esplode nei primi due film da lui girati come regista, Accattone e Mamma Roma, due esempi sublimi di un cinema mai visto prima dove ad essere poetici non sono i contenuti ma lo stile che rende tale anche una materia “bassa” e la eleva ad una dimensione sacrale (il giovane di Mamma Roma legato su un letto in prigione raffigurato come il Cristo morto del Mantegna). lmprontati al “cinema di poesia” restano anche i successivi La ricotta e Il vangelo secondo Matteo, entrambi “scandalosi” mentre la produzione successiva si apre a contaminazioni con gli stilemi della “nouvelle vague” e al ricorso all’apologo morale (Porcile, Teorema), per poi dedicarsi all’evocazione di una creaturalità rimossa dalla cultura cattolica-borghese e rintracciata nelle favole antiche nella “trilogia della vita” (Decameron, I racconti di Canterbury e I fiore delle Mille e una notte), dalla quale poi abiura per confrontarsi con il Male assoluto in quell’esempio di “cinema della crudeltà” che è Salò."
Non si conosce la verità sull’omicidio al lido d’Ostia
Un sudario di omertà su quel crimine ci angustia
Abbiam perso un gran poeta non ce ne sono tanti al mondo
Il suo ingegno la sua vita per un secolo fecondo
Le borgate di Accattone, Mamma Roma prostituta
La Ricotta al buon ladrone gli ha strozzato la battuta
Del tuo Cristo la passione di Matteo ci hai raccontato
Per tua mamma giù a Casarsa non sei mai resuscitato

Pier Paolo l’hanno ammazzato e ancora non si sa il perché
Pier Paolo l’hanno infangato e una ragione c’è
I tempi non son maturi per affrontare il problema
Meglio la repressione vera forza del sistema
Picchiare gli studenti tacer gli intellettuali
pochi diritti civili e una classe per gli anormali

Totò e Ninetto Uccellacci e uccellini
I funerali di Togliatti gli oppressori e i meschini
“che cosa son le nuvole” Modugno col furgone
Bellezza delle favole mondezza nel cassone
Callas Medea divina l’amore tuo chiedeva
In Edipo re di Tebe il mito dirompeva
Sei partito per l’oriente con Sumurruz in quel di Sana
Del tuo Yemen non c’è più niente solo una guerra sporca e puttana

Pier Paolo l’hanno ammazzato e ancora non si sa il perché
Pier Paolo l’hanno infangato e una ragione c’è In trentatre processi è stato l’imputato
Vilipendio e oscenità lo volevan condannato
Santo laico icona pop insulti o applausi a scroscio
Si va be ma in fondo poi Pasolini è sempre un frocio

C’è un Teorema Pasolini sui borghesi e sul fascismo
Non c’è salvezza ne futuro tutto quanto e consumismo
Nel Porcile di famiglia di nazisti industriali
Fanno sesso i loro figli poi sbranati dai maiali
La sua sfida alla censura fu quel Sodoma a Salò
Pasolini come Dante nell’inferno li mandò
Quel suo film così osceno insostenibile allo sguardo
Fu volerlo proiettare della vita il suo traguardo

Pier Paolo l’hanno ammazzato e ancora non si sa il perché
Pier Paolo l’hanno infangato e una ragione c’è.
Sei stato comunista poi espulso dal partito
Laura Betti amata strega ti dichiara suo marito
Lei è vedova incazzata con il mondo che disprezza
Noi siam orfani privati di tua dolce tenerezza

inviata da Paolo Rizzi - 31/3/2023 - 17:32


A questo link Modugno incontra Pasolini

http://www.centrostudipierpaolopasolin...

Bruno Ciccaglione ricostruisce la genesi del sodalizio musicale e analizza la costruzione del brano.
Inoltre lo contestualizza alle iniziative musicali popolari di quei tempi partendo dal cantacronache.

La stessa giovanissima Giovanna Marini racconta che fu Pasolini a chiederle di cantare una canzone invitandola ad andare a Milano per conoscere le esperienze di ricerca della musica popolare.



L’idea che poesia e canzone (cultura alta e cultura popolare, potremmo dire) potessero trovare una sintesi nuova anche in Italia, aveva già dato luogo ad alcune esperienze, la più nota e significativa è forse quella dei Cantacronache che coinvolse tra gli altri Calvino, Rodari, Fortini, Eco da una parte e Jona, Amodei, De Maria, Margot dall’altra. Ma non sempre i risultati furono all’altezza delle aspettative. La canzone, checché se ne dica, non è una poesia (come si ostinava inascoltato a ripetere De André). Canzoni bellissime hanno dei testi che non reggono ad una analisi del testo in chiave strettamente letteraria e d’altra parte la poesia ha già la propria musicalità senza bisogno di altro. Soprattutto, il modo in cui gli autori della parte musicale e di quella letteraria lavorano insieme è decisivo.

paolo Rizzi - 31/3/2023 - 17:53




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org