Lingua   

Per Serantini

Franco Fortini
Lingua: Italiano




Il cinque di maggio del Settantadue nella città di Pisa
Alcuni miei concittadini agenti della polizia
Scatenati coi fucili rompendogli le ossa
Hanno ammazzato un giovane chiamato Serantini.
A quelli che lo hanno ucciso il governo ha benedette
Le mani con un sorriso
Alla radio hanno parlato dei nostri doveri
Negli anni della mia vita le vittime innocenti
La gente ha altri pensieri
Hanno coperto di corpi i continenti.
E ogni giorno il potere squarcia e distrugge chi
Non accetta chi non acconsente
Chi non si consuma con rabbie e devozione.

Lo so perché io guardo dalle due parti
Come un ridicolo iddio
Non voglio impietosire non lo mostro denudato
Con la fronte nera che i grandi gli hanno spezzato.
E potrei farvi piangere saprei farvi gridare
Ma non serve al difficile lavoro che abbiamo da fare.
Per questo queste parole non sono poesia
Se non per una rima debole che va via
Di riga in riga sibilo o memoria o augurio o rimorso di qualcosa
Che fu gloria o pietà per la nostra feroce storia
Canto che serbò un nome voce che amò una croce.

Non c’è ragione che valga il male né vittoria
Una vita la mia lo sa che tra poco sarà finita.
Ma se tutto è un segno solo e diventano i destini uno solo
E poi portiamo Serantini finché possiamo.

sercadlib



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