Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare,
parlava un'altra lingua
però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato,
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
E benché non sapesse il nome
e neppure il paese
m'aspettò come un dono d'amore
fino all'ultimo mese.
[versione alternativa: fino dal primo mese.]
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
E stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava a far la donna
con il bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
[versione alternativa: io sono Gesù bambino.]
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
[versione alternativa: io sono Gesù bambino.]
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
[versione alternativa: io sono Gesù bambino.]
e veniva, veniva dal mare,
parlava un'altra lingua
però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato,
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
E benché non sapesse il nome
e neppure il paese
m'aspettò come un dono d'amore
fino all'ultimo mese.
[versione alternativa: fino dal primo mese.]
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
E stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava a far la donna
con il bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
[versione alternativa: io sono Gesù bambino.]
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
[versione alternativa: io sono Gesù bambino.]
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
[versione alternativa: io sono Gesù bambino.]
Lingua: Italiano
La versione presentata originariamente a Sanremo, poi censurata e modificata; è il vero testo originario di Paola Pallottino.
GESU' BAMBINO
[4 MARZO 1943]
Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare
parlava un'altra lingua,
però sapeva amare;
E quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato:
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome
e neppure il paese
mi riconobbe subito
proprio all'ultimo mese
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
E stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava alla Madonna
con il bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le signore
sono Gesù bambino.
[4 MARZO 1943]
Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare
parlava un'altra lingua,
però sapeva amare;
E quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato:
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome
e neppure il paese
mi riconobbe subito
proprio all'ultimo mese
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
E stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava alla Madonna
con il bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le signore
sono Gesù bambino.
Lingua: Italiano
4 MARZO 1943
Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare...
parlava un'altra lingua...
però sapeva amare;
e quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato..
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome
e neppure il paese
mi riconobbe subito
proprio all'ultimo mese
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
e stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava alla Madonna
col bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le puttane
sono Gesù bambino.
Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare...
parlava un'altra lingua...
però sapeva amare;
e quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato..
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome
e neppure il paese
mi riconobbe subito
proprio all'ultimo mese
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
e stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava alla Madonna
col bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le puttane
sono Gesù bambino.
Lingua: Italiano
Il testo originale inviatoci da Paola Pallottino in persona
GESUBAMBINO (4-3-43)
Dice che era un bell'uomo e veniva dal mare
parlava un'altra lingua però sapeva amare
e quel giorno lui prese a mia madre su un prato
l'ora più dolce prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza sul porto
con l'unico vestito ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome o il paese
m'aspettò come un dono fino dal primo mese.
Compiva sedici anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna le cantò a ninna-nanna
e stringendomi al petto che sapeva di mare
giocava alla Madonna col bimbo da fasciare,
E forse fu per gioco o forse per amore
che mi volle chiamare come Nostrosignore.
Della sua breve vita il ricordo più grosso
è tutto in questo nome che io mi porto addosso.
E ancora adesso mentre bestemmio e bevo vino
per i ladri e le puttane sono Gesubambino.
Dice che era un bell'uomo e veniva dal mare
parlava un'altra lingua però sapeva amare
e quel giorno lui prese a mia madre su un prato
l'ora più dolce prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza sul porto
con l'unico vestito ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome o il paese
m'aspettò come un dono fino dal primo mese.
Compiva sedici anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna le cantò a ninna-nanna
e stringendomi al petto che sapeva di mare
giocava alla Madonna col bimbo da fasciare,
E forse fu per gioco o forse per amore
che mi volle chiamare come Nostrosignore.
Della sua breve vita il ricordo più grosso
è tutto in questo nome che io mi porto addosso.
E ancora adesso mentre bestemmio e bevo vino
per i ladri e le puttane sono Gesubambino.
inviata da Paola Pallottino - 4/3/2013 - 12:24
Lingua: Inglese
English Version by Riccardo Venturi
April 10, 2009
April 10, 2009
4 MARCH 1943 [JESUS CHILD]
They say he was a handsome man
and he came, came from the sea,
he spoke a different language
but he knew how to love
And that day he took my mother
on a beautiful meadow,
the sweetest hour
before he was killed.
So she had to stay alone in her room,
her room facing the harbor,
with her only dress becoming
every day shorter and shorter,
And though she did not know his name
and either where he came from,
she kept expecting me like a gift of love
since the first month.
On that day my mother
turned sixteen years old
lullabying me in the tavern
to the tune of the drinking songs,
And hugging me fondly
to her sea-scented breast
she played making a woman
with a baby to be swaddled.
And maybe it was for fun,
or maybe it was for love
that she gave me the name
of our Lord the Savior
The most impressing memory
of her life so short
lies all in this name
that I will bear forever.
And even now that I play cards
and drink red wine,
the harbor folks always
call me Jesus Child.
And even now that I play cards
and drink red wine,
the harbor folks always
call me Jesus Child.
And even now that I play cards
and drink red wine,
the harbor folks always
call me Jesus Child.
They say he was a handsome man
and he came, came from the sea,
he spoke a different language
but he knew how to love
And that day he took my mother
on a beautiful meadow,
the sweetest hour
before he was killed.
So she had to stay alone in her room,
her room facing the harbor,
with her only dress becoming
every day shorter and shorter,
And though she did not know his name
and either where he came from,
she kept expecting me like a gift of love
since the first month.
On that day my mother
turned sixteen years old
lullabying me in the tavern
to the tune of the drinking songs,
And hugging me fondly
to her sea-scented breast
she played making a woman
with a baby to be swaddled.
And maybe it was for fun,
or maybe it was for love
that she gave me the name
of our Lord the Savior
The most impressing memory
of her life so short
lies all in this name
that I will bear forever.
And even now that I play cards
and drink red wine,
the harbor folks always
call me Jesus Child.
And even now that I play cards
and drink red wine,
the harbor folks always
call me Jesus Child.
And even now that I play cards
and drink red wine,
the harbor folks always
call me Jesus Child.
Lingua: Portoghese (Português brasileiro)
Versione brasiliana, di Chico Buarque de Hollanda, del celebre brano di Lucio Dalla, su versi di Paola Pallottino.
Anche in Brasile questo bellissimo brano ha avuto all'epoca grande successo.
Anche in Brasile questo bellissimo brano ha avuto all'epoca grande successo.
MINHA HISTORIA (GESÙ BAMBINO)
Ele vinha sem muita conversa, sem muito explicar
Eu só sei que falava e cheirava e gostava de mar
Sei que tinha tatuagem no braço e dourado no dente
E minha mãe se entregou a esse homem perdidamente
Ele assim como veio partiu não se sabe pra onde
E deixou minha mãe com o olhar cada dia mais longe
Esperando, parada, pregada na pedra do porto
Com seu único velho vestido cada dia mais curto
Quando enfim eu nasci minha mãe embrulhou-me num manto
Me vestiu como se fosse assim uma espécie de santo
Mas por não se lembrar de acalantos, a pobre mulher
Me ninava cantando cantigas de cabaré
Minha mãe não tardou a lertar toda a vizinhança
A mostrar que ali estava bem mais que uma simples criança
E não sei bem se por ironia ou se por amor
Resolveu me chamar com o nome do Nosso Senhor
Minha história é esse nome que ainda hoje carrego comigo
Quando vou bar em bar, viro a mesa, berro, bebo e brigo
Os ladrões e as amantes, meus colegas de copo e de cruz
Me conhecem só pelo meu nome Menino Jesus
Ele vinha sem muita conversa, sem muito explicar
Eu só sei que falava e cheirava e gostava de mar
Sei que tinha tatuagem no braço e dourado no dente
E minha mãe se entregou a esse homem perdidamente
Ele assim como veio partiu não se sabe pra onde
E deixou minha mãe com o olhar cada dia mais longe
Esperando, parada, pregada na pedra do porto
Com seu único velho vestido cada dia mais curto
Quando enfim eu nasci minha mãe embrulhou-me num manto
Me vestiu como se fosse assim uma espécie de santo
Mas por não se lembrar de acalantos, a pobre mulher
Me ninava cantando cantigas de cabaré
Minha mãe não tardou a lertar toda a vizinhança
A mostrar que ali estava bem mais que uma simples criança
E não sei bem se por ironia ou se por amor
Resolveu me chamar com o nome do Nosso Senhor
Minha história é esse nome que ainda hoje carrego comigo
Quando vou bar em bar, viro a mesa, berro, bebo e brigo
Os ladrões e as amantes, meus colegas de copo e de cruz
Me conhecem só pelo meu nome Menino Jesus
Lingua: Portoghese
La versione portoghese (brasiliana) letterale di Pino Ulivi, dal suo sito e dalla pagina di ascolto della canzone:
4 MARÇO DE 1943
Dizem que era um belo homem
e vinha, vinha do mar,
falava uma outra língua
porem sabia amar.
E naquele dia ele possuiu a minha mãe
sobre um belo prado,
a hora mais doce
antes de ser morto.
Assim ela ficou sozinha no quarto,
o quarto no porto,
com o único vestido
a cada dia mais curto.
E apesar de não conhecer o nome
e nem o país,
me esperou como um dom de amor
desde o primeiro mês.
Fazia dezesseis anos naquele dia
a minha mãe,
as estrofes de taverna
as cantou como nana-nenê.
E apertando-me ao peito que sabia,
sabia de mar,
brincava de fazer a dona
com o nenê para enfaixar.
E quiçá foi por brincadeira,
o talvez por amor,
que quis me chamar
como Nosso Senhor.
Da sua breve vida, a lembrança,
a maior lembrança
está toda nesse nome
que eu carrego comigo.
E ainda hoje que brinco com cartas
e bebo vinho,
para gente do porto
me chamo menino Jesus.
E ainda hoje que brinco com cartas
e bebo vinho,
para gente do porto
me chamo menino Jesus.
E ainda hoje que brinco com cartas
e bebo vinho,
para gente do porto
me chamo menino Jesus.
Dizem que era um belo homem
e vinha, vinha do mar,
falava uma outra língua
porem sabia amar.
E naquele dia ele possuiu a minha mãe
sobre um belo prado,
a hora mais doce
antes de ser morto.
Assim ela ficou sozinha no quarto,
o quarto no porto,
com o único vestido
a cada dia mais curto.
E apesar de não conhecer o nome
e nem o país,
me esperou como um dom de amor
desde o primeiro mês.
Fazia dezesseis anos naquele dia
a minha mãe,
as estrofes de taverna
as cantou como nana-nenê.
E apertando-me ao peito que sabia,
sabia de mar,
brincava de fazer a dona
com o nenê para enfaixar.
E quiçá foi por brincadeira,
o talvez por amor,
que quis me chamar
como Nosso Senhor.
Da sua breve vida, a lembrança,
a maior lembrança
está toda nesse nome
que eu carrego comigo.
E ainda hoje que brinco com cartas
e bebo vinho,
para gente do porto
me chamo menino Jesus.
E ainda hoje que brinco com cartas
e bebo vinho,
para gente do porto
me chamo menino Jesus.
E ainda hoje que brinco com cartas
e bebo vinho,
para gente do porto
me chamo menino Jesus.
inviata da Riccardo Venturi - 7/9/2006 - 13:16
Lingua: Spagnolo
Versión en castellano de Alfredo Zitarrosa -extraordinario cantautor uruguayo- registrada en Buenos Aires, Argentina, en 1976 y publicada en Uruguay en 1995. Existen otras versiones en español, basadas en la versión brasileña, al igual que ésta.
Versione spagnola di Alfredo Zitarrosa - straordinario cantautore uruguaiano - registrata a Buenos Aires nel 1976 e pubblicata in Uruguay nel 1995. Esistono altre versioni in spagnolo, come questa basate sulla versione brasiliana.
Versione spagnola di Alfredo Zitarrosa - straordinario cantautore uruguaiano - registrata a Buenos Aires nel 1976 e pubblicata in Uruguay nel 1995. Esistono altre versioni in spagnolo, come questa basate sulla versione brasiliana.
MI HISTORIA
Él llegó sin hablar mucha cosa, no hablaba de más,
eso sí, le gustaba y olía y hablaba del mar,
un tatuaje azul en cada brazo y un oro en un diente,
fueron causa de que ella lo amara perdidamente.
Poco tiempo después él partió, nadie supo hacia dónde,
y en los ojos mi madre empezó a juntar mar y horizonte,
lo esperaba parada, clavada, en la piedra del puerto,
cruel olvido y el viejo vestido, cada día más corto.
Cuando al fin yo nací, tiernamente me envolvió en un manto,
me vistió y me adornó cual si fuera una especie de santo.
Y por no conocer otra cosa, la pobre mujer,
me arrullaba cantando canciones de cabaret.
No tardó en difundir por el barrio que, en aquella cuna,
se dormía y crecía algo más que una simple criatura.
Nunca supe si por ironía o si por amor,
decidió que mi nombre sería el de Nuestro Señor.
Esta historia y mi nombre temido me están esperando,
cuando voy de tugurio en tugurio peleando y cantando,
todo el bajo, todos mis amigos de copa y de cruz
me conocen muy bien y me llaman: el Niño Jesús.
Él llegó sin hablar mucha cosa, no hablaba de más,
eso sí, le gustaba y olía y hablaba del mar,
un tatuaje azul en cada brazo y un oro en un diente,
fueron causa de que ella lo amara perdidamente.
Poco tiempo después él partió, nadie supo hacia dónde,
y en los ojos mi madre empezó a juntar mar y horizonte,
lo esperaba parada, clavada, en la piedra del puerto,
cruel olvido y el viejo vestido, cada día más corto.
Cuando al fin yo nací, tiernamente me envolvió en un manto,
me vistió y me adornó cual si fuera una especie de santo.
Y por no conocer otra cosa, la pobre mujer,
me arrullaba cantando canciones de cabaret.
No tardó en difundir por el barrio que, en aquella cuna,
se dormía y crecía algo más que una simple criatura.
Nunca supe si por ironía o si por amor,
decidió que mi nombre sería el de Nuestro Señor.
Esta historia y mi nombre temido me están esperando,
cuando voy de tugurio en tugurio peleando y cantando,
todo el bajo, todos mis amigos de copa y de cruz
me conocen muy bien y me llaman: el Niño Jesús.
inviata da Osvaldo Butorovich - 26/5/2006 - 19:28
Lingua: Ebraico
Versione ebraica cantabile di Daniel Shalev
Ricevuta il 30 aprile 2006
Ricevuta il 30 aprile 2006
4. מרס 1943
היא אמרה שהיה לו רובה
ושבא מן הים,
שהיה החייל היפה,
היפה מכולם.
הוא לקח את אמי בחצר
ליד הנמל:
השע היפה ביותר,
קצת לפני שנפל.
היא סַפְרָה בחדרה, לבדה,
כל שעה שעוברת,
באותה השמלה ישנה
שכל יום מתקצרת.
וגם כי לא ידעה את השם
ולא את הלשון,
היא חיכתה לי, מתנת אהבה,
מן היום הראשון.
בת שש-עשרה החזיקה
אותי אל החזה,
בעצם, היא לא חיה
הרבה יותר מזה
שירי פונדק היא שרה
והשכיבה אותי לישון
ושחקה "בובות"
אם יופי של "דובון"
ואולי כמו במשחק
משחק של ילדים
נתנה היא את שמי,
את שמו של אלהֹים
הוא היה בחייה הקצרים
הדבר הגדול,
ושניהם כאן איתי נשארים,
לכַבוד ולעול.
וגם היום שאני מהמר
ומיין מסריח,
עוד אומרים לי אנשי הנמל:
"הנה בא המשיח!"
היא אמרה שהיה לו רובה
ושבא מן הים,
שהיה החייל היפה,
היפה מכולם.
הוא לקח את אמי בחצר
ליד הנמל:
השע היפה ביותר,
קצת לפני שנפל.
היא סַפְרָה בחדרה, לבדה,
כל שעה שעוברת,
באותה השמלה ישנה
שכל יום מתקצרת.
וגם כי לא ידעה את השם
ולא את הלשון,
היא חיכתה לי, מתנת אהבה,
מן היום הראשון.
בת שש-עשרה החזיקה
אותי אל החזה,
בעצם, היא לא חיה
הרבה יותר מזה
שירי פונדק היא שרה
והשכיבה אותי לישון
ושחקה "בובות"
אם יופי של "דובון"
ואולי כמו במשחק
משחק של ילדים
נתנה היא את שמי,
את שמו של אלהֹים
הוא היה בחייה הקצרים
הדבר הגדול,
ושניהם כאן איתי נשארים,
לכַבוד ולעול.
וגם היום שאני מהמר
ומיין מסריח,
עוד אומרים לי אנשי הנמל:
"הנה בא המשיח!"
inviata da Riccardo Venturi - 30/4/2006 - 14:43
Lingua: Francese
Versione francese di Daniel Bellucci
Version française de Daniel Bellucci
Version française de Daniel Bellucci
4 MARS 1943
Elle dit que c'était un bel homme
et il venait, il venait de la mer...
il parlait une autre langue...
mais il savait aimer;
et ce jour-là il prit ma mère
dans un beau pré...
l'heure la plus douce
avant de se faire tuer.
Alors elle resta seule dans sa chambre,
sa chambre qui donnait sur le port,
elle portait un seul habit
qui chaque jour devenait un peu plus court,
et bien qu'elle ne connût ni son nom
ni son pays
elle m'attendit comme un don d'amour
dès le premier mois.
elle fêtait ses seize ans
ce jour-là ma maman,
Les histoires de comptoir
elle les chanta comme des berceuses!
et en me serrant contre sa poitrine qui avait l'odeur
qui avait l'odeur de la mer
elle jouait à être femme
avec son fils à langer.
et ce fut peut-être par jeu,
ou peut-être par amour
qu'elle voulut m'appeler
comme notre seigneur.
De sa brève vie, mon souvenir,
mon plus grand souvenir
est contenu dans ce nom
que je porte en moi.
Et aujourd'hui encore lorsque je joue aux cartes
et que je bois du vin
pour les gens du port
je m'appelle l'enfant Jésus.
Et aujourd'hui encore lorsque je joue aux cartes
et que je bois du vin
pour les gens du port
je m'appelle l'enfant Jésus.
Elle dit que c'était un bel homme
et il venait, il venait de la mer...
il parlait une autre langue...
mais il savait aimer;
et ce jour-là il prit ma mère
dans un beau pré...
l'heure la plus douce
avant de se faire tuer.
Alors elle resta seule dans sa chambre,
sa chambre qui donnait sur le port,
elle portait un seul habit
qui chaque jour devenait un peu plus court,
et bien qu'elle ne connût ni son nom
ni son pays
elle m'attendit comme un don d'amour
dès le premier mois.
elle fêtait ses seize ans
ce jour-là ma maman,
Les histoires de comptoir
elle les chanta comme des berceuses!
et en me serrant contre sa poitrine qui avait l'odeur
qui avait l'odeur de la mer
elle jouait à être femme
avec son fils à langer.
et ce fut peut-être par jeu,
ou peut-être par amour
qu'elle voulut m'appeler
comme notre seigneur.
De sa brève vie, mon souvenir,
mon plus grand souvenir
est contenu dans ce nom
que je porte en moi.
Et aujourd'hui encore lorsque je joue aux cartes
et que je bois du vin
pour les gens du port
je m'appelle l'enfant Jésus.
Et aujourd'hui encore lorsque je joue aux cartes
et que je bois du vin
pour les gens du port
je m'appelle l'enfant Jésus.
inviata da Daniel Bellucci 21.04.2007 Nizza - 21/4/2007 - 11:55
Lingua: Francese
La versione francese di Pierre Delanoë interpretata da Dalida.
La version française de Pierre Delanoë interprétée par Dalida.
La version française de Pierre Delanoë interprétée par Dalida.
JÉSUS BAMBINO
Il parait que c'était un bel homme qui venait du large
Sachant comme personne parler d'amour aux femmes
Il offrit à Marie une bague de pacotille
Prit sa jeunesse et repartit sur les vagues
Sans comprendre elle resta dans la chambre d'avril à décembre
Avec sa robe courte de jour en jour plus courte
La fille ne savait pas grand choses des gens et des usages
Elle n'avait connu qu'un homme, l'homme d'un lointain rivage
Elle n'avait que seize ans quand l'enfant vint au monde
De taverne en taverne elle chantait à la ronde
Des refrains de bastringues en croyant que c'était des berceuses
Elle jouait à la Madone, elle n'était pas malheureuse
Elle passait comme une ombre dans le faubourg de Rome
Se prenant pour la vierge, que le ciel lui pardonne
De sa bible il n'est rien resté que l'enfant de la chance
Et que se nom qu'il porte comme une croix immense
Comme un fardeau aussi lourd que le monde posait sur son dos
Ce drôle de nom de baptême
Jésus Bambino
Comme un fardeau aussi lourd que le monde posait sur son dos
Ce drôle de nom de baptême
Jésus Bambino
Il parait que c'était un bel homme qui venait du large
Sachant comme personne parler d'amour aux femmes
Il offrit à Marie une bague de pacotille
Prit sa jeunesse et repartit sur les vagues
Sans comprendre elle resta dans la chambre d'avril à décembre
Avec sa robe courte de jour en jour plus courte
La fille ne savait pas grand choses des gens et des usages
Elle n'avait connu qu'un homme, l'homme d'un lointain rivage
Elle n'avait que seize ans quand l'enfant vint au monde
De taverne en taverne elle chantait à la ronde
Des refrains de bastringues en croyant que c'était des berceuses
Elle jouait à la Madone, elle n'était pas malheureuse
Elle passait comme une ombre dans le faubourg de Rome
Se prenant pour la vierge, que le ciel lui pardonne
De sa bible il n'est rien resté que l'enfant de la chance
Et que se nom qu'il porte comme une croix immense
Comme un fardeau aussi lourd que le monde posait sur son dos
Ce drôle de nom de baptême
Jésus Bambino
Comme un fardeau aussi lourd que le monde posait sur son dos
Ce drôle de nom de baptême
Jésus Bambino
inviata da Matteo - 13/5/2009 - 19:58
Lingua: Greco moderno
Versione greca di Gian Piero Testa
4η ΜΑΡΤΙΟΥ 1943
Αρχαγγέλου με ύφος λέν’ πως ήρθε,
Πως ήρθε απ’το κύμα:
Ξένη η γλώσσα στα χείλη,
Πολλή για έρωτα η πείρα
Κ’ ίδια μέρα αυτός πήρε απ’τη μάνα.
Σ’ ένα περβόλι,
Την χρυσή ώρα
Πριν τον σώριασε ‘να βόλι
‘Αρα έμεινε μόνη σε κάμαρι
Αντικρύ στο γιαλό
Μ ένα φορεματάκι
Κάθ’ημέρα πιο κοντό
Κι αν τ’όνομά του τ’αγνοούσε
Ακόμα και την χώρα,
Δώρο Θεού με είχε
Από την πρώτην ώρα
Χρονών δεκάξι μάνα
Με μπερμπάντικο σκοπό
Τη τέσσερη ενός Μάρτι
Πρωτολίκνισε μωρό
Με σφίγγοντας στο στήθος με άρωμα
Φουσκοθαλασσιάς
Φανταζόταν να‘χει γίνει
Σαν της Βίγλα την Παναγιά
‘Ισως απ’ την αγάπη
Η μάλλον για εξορκισμό,
Αδιάκωπα με φώναζε
Σαν ν’ ήμουν εγώ ο Χριστός
Της συντομής ζωής της, η θύμηση
Η θύμηση πιο βαθειά
Είνε δώ, στο παρατσούκλι
Που ποτέ δε ξεκολλά
Και τώρα ακόμα που πόρνες πηδώ
Και κρασί πίνω
Στο μουράγιο οι χαμάλες
Με λέν Τζεζού Μπαμπίνο
Και τώρα ακόμα που πόρνες πηδώ
Και κρασί πίνω
Στο μουράγιο οι χαμάλες
Με λέν Τζεζού Μπαμπίνο
Και τώρα ακόμα που πόρνες πηδώ
Και κρασί πίνω
Στο μουράγιο οι χαμάλες
Με λέν Τζεζού Μπαμπίνο
Αρχαγγέλου με ύφος λέν’ πως ήρθε,
Πως ήρθε απ’το κύμα:
Ξένη η γλώσσα στα χείλη,
Πολλή για έρωτα η πείρα
Κ’ ίδια μέρα αυτός πήρε απ’τη μάνα.
Σ’ ένα περβόλι,
Την χρυσή ώρα
Πριν τον σώριασε ‘να βόλι
‘Αρα έμεινε μόνη σε κάμαρι
Αντικρύ στο γιαλό
Μ ένα φορεματάκι
Κάθ’ημέρα πιο κοντό
Κι αν τ’όνομά του τ’αγνοούσε
Ακόμα και την χώρα,
Δώρο Θεού με είχε
Από την πρώτην ώρα
Χρονών δεκάξι μάνα
Με μπερμπάντικο σκοπό
Τη τέσσερη ενός Μάρτι
Πρωτολίκνισε μωρό
Με σφίγγοντας στο στήθος με άρωμα
Φουσκοθαλασσιάς
Φανταζόταν να‘χει γίνει
Σαν της Βίγλα την Παναγιά
‘Ισως απ’ την αγάπη
Η μάλλον για εξορκισμό,
Αδιάκωπα με φώναζε
Σαν ν’ ήμουν εγώ ο Χριστός
Της συντομής ζωής της, η θύμηση
Η θύμηση πιο βαθειά
Είνε δώ, στο παρατσούκλι
Που ποτέ δε ξεκολλά
Και τώρα ακόμα που πόρνες πηδώ
Και κρασί πίνω
Στο μουράγιο οι χαμάλες
Με λέν Τζεζού Μπαμπίνο
Και τώρα ακόμα που πόρνες πηδώ
Και κρασί πίνω
Στο μουράγιο οι χαμάλες
Με λέν Τζεζού Μπαμπίνο
Και τώρα ακόμα που πόρνες πηδώ
Και κρασί πίνω
Στο μουράγιο οι χαμάλες
Με λέν Τζεζού Μπαμπίνο
inviata da Gian Piero Testa - 1/10/2009 - 23:51
La version française chantée par Dalida est l'oeuvre de Pierre Delanoë (1918 - 2006), qui écrivit pour nombre de chanteuses et chanteurs français environ 5000 chansons, dont bon nombre de scies...
On reconnaît très bien sa "patte" (mielleuse) dans cette version française - très édulcorée - de la chanson italienne d'origine.
De la version très proche du cinéma réaliste italien, on passe à une sorte de conte de Noël pour patronages et catéchismes.
En somme, c'est comme la souris verte de la comptine : trempez-la dans l'huile, trempez-la dans l'eau, ça fera un escargot tout chaud.
Ainsi Parlait Marco Valdo M.I.
On reconnaît très bien sa "patte" (mielleuse) dans cette version française - très édulcorée - de la chanson italienne d'origine.
De la version très proche du cinéma réaliste italien, on passe à une sorte de conte de Noël pour patronages et catéchismes.
En somme, c'est comme la souris verte de la comptine : trempez-la dans l'huile, trempez-la dans l'eau, ça fera un escargot tout chaud.
Ainsi Parlait Marco Valdo M.I.
Marco Valdo M.I. - 13/5/2009 - 23:16
Bartleby - 1/3/2012 - 13:17
DIDATTICA DEL CONTINGENTE...
OGGI A SCUOLA CON I MIEI ALUNNI RIFLETTEREMO SULLE TUE PIU' SIGNIFICATIVE CANZONI, CARO MENESTRELLO DELLA VITA...UN'ANONIMA INSEGNANTE!
caterinalabate@libero.it
OGGI A SCUOLA CON I MIEI ALUNNI RIFLETTEREMO SULLE TUE PIU' SIGNIFICATIVE CANZONI, CARO MENESTRELLO DELLA VITA...UN'ANONIMA INSEGNANTE!
caterinalabate@libero.it
Al poeta di Piazza Grande:
Inaspettatamente ci hai lasciati
ieri primo giorno di marzo
fra i meandri del sonno
poeta di Piazza Grande
Diverse erano le idee
ma stessa era la fede
nel nostro fratello
che lassù' splende
e che dal cielo
ti ha chiamato
né generazioni
di italiani né io
dimenticheremo
tutte le emozioni
che ci ha donato
Ciao caro Lucio!
P.s: Omaggio personale ad un grande della musica italiana
Inaspettatamente ci hai lasciati
ieri primo giorno di marzo
fra i meandri del sonno
poeta di Piazza Grande
Diverse erano le idee
ma stessa era la fede
nel nostro fratello
che lassù' splende
e che dal cielo
ti ha chiamato
né generazioni
di italiani né io
dimenticheremo
tutte le emozioni
che ci ha donato
Ciao caro Lucio!
P.s: Omaggio personale ad un grande della musica italiana
Bill Foster - 2/3/2012 - 19:25
Hai lasciato un grande vuoto..l'affetto della gente ne è la dimostrazione. ciao Lucio. Pax.
roby87 - 4/3/2012 - 16:02
En mi primer viaje a Italia en busca del lugar donde nació mi padre, conseguí un CD de Lucio Dalla.
Lo escucho ahora y me emociona hasta el llanto.
Mi padre con 20 años de edad estuvo en el frente en la segunda guerra mundial y luego prisionero, volvió a Italia a los 26 años.
La canción 4/3/1943, tan simple y profunda a la vez, me recuerda a todos las personas que conocí en el pequeño poblado donde él nació, cerca del mar.
Gracias Lucio por haberla realizado y gracias a ésta página por tan detallado estudio de la canción.
Saludos
José Alberto
(Me llamaron José por mi abuelo GIuseppe)
Durante il mio primo viaggio in Italia alla ricerca del luogo dove è nato mio padre, ho comprato un cd di Lucio Dalla.
Ascolto ora e sono felice di lacrime.
Mio padre, all'età di 20 anni, fu mandato a combattere nella seconda guerra mondiale e poi prigioniero, rientra in Italia all'età di 26 anni.
1943/04/03 canzone, così semplice e profonda allo stesso tempo, mi ricorda di tutte le persone che ho incontrato nella piccola città dove è nato, vicino al mare.
Grazie Lucio Dalla per aver cantato con tanta dolcezza e grazie a questa pagina facendo uno studio così dettagliato della canzone.
saluti
José Alberto
(Sono stato nominato José onorare il mio nonno Giuseppe)
Lo escucho ahora y me emociona hasta el llanto.
Mi padre con 20 años de edad estuvo en el frente en la segunda guerra mundial y luego prisionero, volvió a Italia a los 26 años.
La canción 4/3/1943, tan simple y profunda a la vez, me recuerda a todos las personas que conocí en el pequeño poblado donde él nació, cerca del mar.
Gracias Lucio por haberla realizado y gracias a ésta página por tan detallado estudio de la canción.
Saludos
José Alberto
(Me llamaron José por mi abuelo GIuseppe)
Durante il mio primo viaggio in Italia alla ricerca del luogo dove è nato mio padre, ho comprato un cd di Lucio Dalla.
Ascolto ora e sono felice di lacrime.
Mio padre, all'età di 20 anni, fu mandato a combattere nella seconda guerra mondiale e poi prigioniero, rientra in Italia all'età di 26 anni.
1943/04/03 canzone, così semplice e profonda allo stesso tempo, mi ricorda di tutte le persone che ho incontrato nella piccola città dove è nato, vicino al mare.
Grazie Lucio Dalla per aver cantato con tanta dolcezza e grazie a questa pagina facendo uno studio così dettagliato della canzone.
saluti
José Alberto
(Sono stato nominato José onorare il mio nonno Giuseppe)
Jose Alberto Bertuccio - 16/8/2017 - 16:53
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Testo di Paola Pallottino
Musica di Lucio Dalla
Lyrics by Paola Pallottino
Music by Lucio Dalla
Album: Storie di casa mia
"Il testo è di Paola Pallottino, all'epoca operatrice nel mondo della pubblicità e poetessa dilettante, poi professoressa universitaria. Il titolo è la vera data di nascita di Lucio Dalla, ma la vicenda non è assolutamente autobiografica." - Da Musica e Memoria di Alberto Truffi
Una canzone che, a rigore, non avrebbe bisogno di nessuna presentazione; probabilmente è nel novero delle dieci canzoni italiane più note (e più belle) di tutti i tempi. Con il testo scritto da Paola Pallottino, figlia del più famoso etruscologo italiano e poi divenuta docente di storia dell'illustrazione al DAMS di Bologna, la canzone arrivò terza al festival di Sanremo del 1971 ed è conosciuta in tre versioni: quella "ufficiale" (censurata, anche nel titolo), quella originale (che si intitolava Gesù Bambino), e quella presentata durante il leggendario tour "Banana republic" con Francesco De Gregori.
Pur presentata alla manifestazione nazional-popolare per eccellenza, la canzone non è il tipico motivo sanremese (introduzione-strofa-ritornello di facile presa-assolo strumentale-finale di largo respiro) ma presenta piuttosto le caratteristiche di una ballata popolare, con quattro strofe uguali, introdotte da un orecchiabile refrain di violino (suonato da Renzo Fontanella).
(Orlando R da Hit Parade Italia)
Gesù Bambino (questo il titolo originale del brano) ha una genesi travagliata. Nata di getto, a detta di Lucio nel corso di una vacanza in Puglia assieme a Paola Pallottino, composta in pochi minuti e sanza ausilio del pianoforte, venne giudicata dai più stretti amici di Lucio bellissima, ma inadatta ad una vetrina come quella di Sanremo, poco consona a simili ballate. Lucio volle fare di testa sua, e nemmeno gli strali censori che ne pretesero il cambio del titolo e di versi sia del refrain che dell'inciso valsero a distoglierlo dall'intendimento: pur di proporre quel pezzo Dalla era disposto anche a scendere a compromessi.
Ebbe ragione. Il pezzo fece il giro del mondo, oltre allo stratosferico successo italiano fu per due anni il best seller del Sudamerica, interpretato da Maria Betania e da Chico Buarque de Hollanda, l'intellettuale della canzone brasiliana.
Il pezzo è antico, nel senso nobile dell'accezione: ha il sapore della ballata, del cantastorie. Lucio stesso ha asserito che si tratta del suo unico pezzo capace di commuoverlo ancora mentre lo canta.
(Maurizio Targa da Hit Parade Italia)