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(Laboratori didattici alla Scuola media statale A. Gramsci di Roma)


Scritta e musicata nell'aprile 2000 dalla Ii della Scuola Media Statale Antonio Gramsci di Roma, nel corso di un laboratorio didattico tenuto da Mauro Geraci e da Gabriella Santini.
La ballata è stata costruita attraverso le informazioni, sulle condizioni di vita durante la seconda guerra mondiale, che gli alunni hanno preso loro nonni attraverso la distribuzione e la discussione in classe di un questionario.
Ho intervistato mio nonno Giovanni,
lui è nato a Roma tra stenti ed affanni
e dopo la quinta elementare
andò come tutti a lavorare.

Almeno sei figli in ogni famiglia
mangiavano pasta col sugo in bottiglia
mentre la frutta, la carne ed il pesce
se li mangiavano duchi e duchesse.

Di professione disoccupato
versava le tasse ai ladroni di Stato,
a casa la moglie afflitta e distrutta
lavava i panni e sognava la frutta.

Ma quando il nonno faceva un mestiere
se andava bene aiutava il barbiere
fin quando un giorno col Treno del Sole
lascia l'Italia col pianto nel cuore.

Però in Germania non fa più il barbiere,
fa l'operaio, lavora in cantiere.
Intanto a casa la pasta è più asciutta
e sogna ancora la moglie la frutta.

Poco tempo dopo scoppiò il secondo conflitto mondiale. La guerra, signori miei, è un brutt'affare! Macerie, fame, morti, distruzione e per tutti tanto dolore.

Nonno Giovanni ricorda la guerra:
sotto le bombe tremava la terra,
tanta fame, violenze e torture
e nei rifugi tormenti e paure.

"Mio caro nipote perchè ricordare
di quella grave sciagura mondiale?
Io preferisco parlarti dei giochi
che erano belli anche se pochi.

Trottola, picchio, corda e biglie
i giochi comuni delle famiglie,
erano bambole e pentoline
gli unici giochi delle bambine".

Eppure il nonno oggi è contento,
mette la mano sotto al suo mento,
ricorda ancora quando la mamma
gli cantava la ninna nanna.

Cose da poco, cose da niente
per far sorridere allora la gente:
"Semplici conte e filastrocche
che riempivano le nostre bocche".

Filastrocca
Il galletto sul balcone
ripassava la lezione:
"Chicchirichì, cuccurucù..."
non sapeva dir di più.
La cicala e il grillettino
raccordavano il violino
per suonar la serenata
alla bella addormentata.
L'asinello vecchio vecchio
si guardava nello specchio
poi prendeva la sediola
e pian piano andava a scuola.

16/8/2005 - 17:25




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