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La ninna nanna de la guerra

Cantacronache
Lingua: Italiano (Laziale Romanesco)


Cantacronache

Lista delle versioni e commenti


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Da una poesia di Trilussa
(ottobre 1914)
Musica: Canto popolare piemontese (Feramiù)

Didascalia Questa canzone pacifista scritta da Trilussa nell'ottobre 1914, è stata raccolta sul campo tre volte, ricordata da torinesi come cantata durante la prima guerra mondiale, mentre da Torino partivano le tradotte dei soldati, o in trincea, su una melodia che aveva la propria matrice in una vecchia canzoncina piemontese intitolata "Feramiù" (ossia rottamaio ambulante), di cui un frammento raccolto dice:

"Sac e peis ad 'nans e 'ns la schina / braje e giaca e capelfrust / o o o capel frust...."

Le versioni della "Ninna-nanna della guerra" che sono state raccolte sono prive dei primi dieci versi della poesia di Trilussa, quelli cioè che si potevano prestare a un'interpretazione nazionalistica.

Che la poesia avesse raggiunto una certa popolarità non solo a Torino lo testimoniavano i versi apocrifi che le erano stati aggiunti, raccolti a Sant'Arcangelo di Romagna: "Tu avevi un babbo bello / ti voleva tanto bene / nel partire t'ha baciato / e t'ha stretto forte al seno / Dopo un anno di trincea / ebbi nuova ch'era morto / Fai la nanna, figlio biondo / che il tuo padre più non torna / E sull'orlo del mondo / tu andrai a predicare / Per supremo d'ironia / sarai figlio di un eroe''.

Tuttavia non si avevano notizie precise sulla diffusione del canto. Il testo della poesia era stato ampiamente pubblicato dai giornali socialisti piemontesi durante la guerra. Venne poi anche ripreso da "L'Ordine Nuovo" del 9 gennaio 1921, preceduto da una nota di Palmiro Togliatti che ne confermava proprio l'ampia diffusione almeno a partire dal '17: "Un gruppo di operai e tecnici dell'officina Lancia è venuto ieri a trovarci e ci ha invitato a commentare le nozze reali italo-germaniche con la pubblicazione della popolare 'Ninna-nanna' di Trilussa. Nell'accontentarli ricordiamo che la poesia è stata scritta nel 1917 (sic), in uno dei più cupi periodi della guerra europea e ha subito avuto un grande successo e una diffusione enorme tra il popolo, quantunque naturalmente in quel tempo il cantarla fosse reato di... disfattismo.
Oggi è disfattista la realtà stessa, che fa succedere sotto gli occhi degli uomini fatti che allora potevano sembrare amare previsioni di un animo esacerbato. Perciò quello che allora era fantasia poetica ben può valere oggi come commento politico".
Segue il testo, riportato tuttavia privo dei primi dieci versi come nelle versioni cantate raccolte e con una grafia dialettale lontana da quella utilizzata da Trilussa. Non vi è quindi dubbio che, in queste pubblicazioni su "L'Ordine Nuovo", esso sia la trascrizione a memoria del canto in uso e non quella della poesia.

Noto come al verso 13 del canto figuri "profitto" - come nelle versioni raccolte sul campo - mentre nel corrispondente verso della poesia di Trilussa figura "vantaggio". Al verso 17 figura "coro" in luogo di "covo" e al 20 "è un giro di quattrini" in luogo di "è un gran giro di quattrini": conseguenza di refusi tipografici o della trascrizione del canto fatta a memoria?

Dal saggio di Cesare Bermani: "L'Ordine Nuovo" e il canto sociale.
Nella rivista "L'impegno", a. XI, n. 1, aprile 1991
© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli.

La prima versione incisa su disco è quella dei Cantacronache, in Cantacronache 4 – Canti del popolo italiano/Canti della Resistenza (1959), cantata da Edmonda Aldini; ma fece parte anche del repertorio di Maria Monti.

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello [*]
Farfarello e Gujermone [**]
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe [***]
che se regge co le zeppe,
co le zeppe dun impero
mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;

che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Ché quer covo dassassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
Note:

* Uno dei diavoli dell'inferno dantesco
** Guglielmo II, l'imperatore tedesco
*** Francesco Giuseppe imperatore d'Austria

inviata da Liuba Casaccia




Lingua: Italiano

Versione diffusa in ambito torinese.

Scritta da un anonimo operaio della Regione Barca di Torino sulla traccia dei noti versi di Trilussa.
Pubblicata da "L'Ordine Nuovo" il 9 ottobre 1921.
Fonte: Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli editore, 2008, pp. 111/112.
Ninna nanna, piglia sonno,
Se tu dormi non vedrai
tante infamie, tanti guai
che succedono pel mondo.

Tra le bombe e i pugnali
dei fascisti criminali.

Ninna nanna, tu non senti
questa turba d'incoscienti,
che calpesta i sentimenti
d'ogni umana civiltà

Incendiando, saccheggiando
devastando e massacrando.

Ninna nanna, tu nulla ascolti,
tu non sai che sono assolti,
che il governo li protegge
calpestando anche la legge.

Che per odio a chi lavora
son capaci d'altro ancora.

Dunque sveglia, cocco bello,
metti fine a 'sto flagello:
spezzar devi con coraggio
le catene del tuo servaggio.

E schiacciare quel cinismo
instaurando il Comunismo.

Se indugi, se tentenni,
se indeciso ti presenti,
la tua sorte per decenni
ti ripiomba a schiavitù.

Ma se invece pronto insorgi
la vittoria tua già scorgi,
la vittoria tua sarà:
Comunismo - Libertà!

inviata da Alessandro - 25/12/2008 - 19:51


Natale de guera
Poesia di Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa, datata 1915.

Ammalappena che s’è fatto giorno
la prima luce è entrata ne la stalla
e er Bambinello s’è guardato intorno.
- Che freddo, mamma mia! Chi m’aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m’ariscalla?

- Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pè compralla…
- E l’asinello mio dov’è finito?
- Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
- Er bove? - Pure quello…
fu mannato ar macello.

- Ma li Re Maggi arriveno? - E’ impossibbile
perchè nun c’è la stella che li guida;
la stella nun vò uscì: poco se fida
pè paura de quarche diriggibbile…-

Er Bambinello ha chiesto:- Indove stanno
tutti li campagnoli che l’antr’anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c’è neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta…

- Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pè vangà la terra
adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la gente…
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi?-

Ner dì così la Madre der Signores’è stretta er Fijo ar core
e s’è asciugata l’occhi cò le fasce.
Una lagrima amara pè chi nasce,
una lagrima dòrce pè chi more…

Alessandro - 16/3/2009 - 23:45


La guerra, poesia di Trilussa, nella raccolta "Cento favole" pubblicata nel 1934 (Anno XII dell'Era Fascista).

Cento favole


Ner mejo che un Sordato annava in guerra
er Cavallo je disse chiaramente:
"Io nun ce vengo!" e lo buttò per terra
precipitosamente.

"No, nun ce vengo - disse - e me ribbello
all'omo che t'ha messo l'odio in core
e te commanna de scannà un fratello
in nome der Signore!

Io - dice - so' 'na bestia troppo nobbile
p'associamme a l'infamie che fai tu;
se vôi la guerra vacce in automobbile,
n'ammazzerai de più!."

Bernart Bartleby - 11/11/2014 - 18:57


Interpretata da Anna Identici:

Riccardo Venturi - 7/1/2015 - 13:37


Interpretata dai (milanesissimi) Gufi:

Riccardo Venturi - 7/1/2015 - 13:45


A questa poesia si è rifatto anche Claudio Baglioni

DonQuijote82 - 17/3/2009 - 13:12


giorgio - 1/6/2010 - 08:00


Interpretata da Gigi Proietti

Joe Fallisi ne dà una buona interpretazione, ma la sua dizione denota chiaramente che non è romano: ne perde la "violenza" più che giustificata di questa stupenda reprimenda della guerra e dei politici farabutti...
Vedete sul Tubo come la recita invece Gigi Proietti: per recitare Trilussa, purtroppo, bisogna esse romani!
Guido

Guido - 7/6/2010 - 17:52


Ora esiste anche una bellissima versione eseguita da Piero Brega (ex Canzoniere del Lazio) nel disco del 2007 di Sara Modigliani "Ma che razza de città" (i dischi del manifesto).

Luigi Piccioni - 28/6/2008 - 18:21


molto bella e propia del'epoca.

lilian - 5/8/2007 - 03:47


Più che propria della sua epoca, mi sembra purtroppo ATTUALISSIMA...

Fede - 2/8/2013 - 16:27


Volevo segnalarvi - e sarebbe magari da mettere in evidenza tra le novità - che dal 30 giugno su RAI Radio 2 è cominciata un'interessante trasmissione musicale dedicata proprio alle canzoni contro la guerra, in occasione del centenario dall'inizio del grande macello del primo conflitto mondiale.
Il programma si chiama "Rataplan" e va in onda dal lunedì al venerdì alle 17.00 su Radio2, come ho già detto. Lo conduce l'ottimo John Vignola, un giornalista e critico musicale molto in gamba e competente, uno che si occupa di musica da moltissimo tempo e che in passato ha avuto anche una sua etichetta discografica, la On/Off Records, che nel 1998 ha lanciato un gruppo oggi molto famoso ed apprezzato, i Perturbazione.

Rataplan
Rataplan Facebook

Bernart Bartleby - 17/7/2014 - 21:13


La versione integrale della poesia di Trilussa cantata in un provino inedito da Claudio Baglioni, molto bella!!!

Dario - 24/1/2017 - 18:28


Versione de la BandaJorona

dq82 - 28/10/2017 - 11:52




Lingua: Italiano

Versione dei Clāmŏr

Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili de li popoli civili
fra la gente che se scanna per un matto che commanna;

Ninna nanna della guerra, ninna nanna della guerra... della guerra.

Che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro,
ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro!

Ninna nanna della guerra, ninna nanna della guerra... della guerra.

Quer covo d'assassini che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello, finchè dura sto macello:

Ninna nanna della guerra, ninna nanna della guerra... della guerra.

fa la ninna, chè domani rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali li rapporti personali.
E riuniti fra de loro senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone!

Ninna nanna, ninna nanna della guerra... della guerra.
Ninna nanna, ninna nanna della guerra... della guerra.

inviata da Dq82 - 2/11/2017 - 12:12




Lingua: Italiano (Laziale Romanesco)

La Versione live di Davide Van De Sfroos

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi non vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu non senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che comanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
che comanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza

o a vantaggio de na fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Ché quer covo dassassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
per li ladri de le Borse.
che prepara le risorse
per li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno complimenti:

Ninna nanna, pija sonno

inviata da Dq82 - 13/12/2017 - 13:10


Versione dei Domus de Jana

L'Illusione d'Esser Salvi (2017)
salvi


Ninna nanna della guerra
Ninna nanna della guerra

Dq82 - 2/6/2021 - 18:15




Lingua: Italiano

Traduzione in Italiano di Marco Serra da lyricstranslate.com
LA NINNA NANNA DELLA GUERRA

Ninna nanna, nanna ninna,
il bambino vuole la tetta:
dormi, dormi, tesoro bello,
se no chiamo Farfarello
Farfarello e Guglielmone
che si mette carponi,
Guglielmone e Francesco Giuseppe
che si regge con le stampelle,
con le stampelle di un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
 
Ninna nanna, prendi sonno
ché se dormi non vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedono nel mondo
fra le spade ed i fucili
dei popoli civili.
Ninna nanna, tu non senti
i sospiri ed i lamenti
della gente che si scanna
per un matto che comanda;
 
che si scanna e che si ammazza
a vantaggio della razza
o a vantaggio di una fede
per un Dio che non si vede,
ma che serve da pretesto
al Sovrano macellaio.

Perché quel covo di assassini
che ci insanguina la terra
sa benissimo che la guerra
è un gran giro di quattrini
che prepara le risorse
per i ladri delle Borse.
 
Fai la ninna, tesoro bello,
finché dura questo macello:
fai la ninna, ché domani
rivedremo i sovrani
che si scambiano la stima,
buoni amici come prima.
Sono cugini e fra parenti
non si fanno complimenti:
saranno ancora più cordiali
i rapporti personali.
 
E riuniti tra di loro,
senza l'ombra di un rimorso,
ci faranno un bel discorso
sulla Pace e sul Lavoro
per quel popolo coglione
risparmiato dal cannone!

inviata da Pluck - 11/3/2022 - 09:26


Giuseppe Di Modugno - 17/3/2022 - 15:24


Versione musicata e cantata da Giuseppe Mereu (in arte Doc Pippus)

17/3/2022 - 15:27


Cambio della guardia a Konpantzia
Gianni Sartori




Nuovo cambio di gestione (“traspaso de poderes” mi suona francamente retorico, eccessivo) del “più piccolo condominio (franco-spagnolo) al mondo”: Konpantzia (Isola dei fagiani). Isoletta basca, in passato nota soprattutto per qualche trattato e diversi matrimoni tra reali di Francia e Spagna.



Strategicamente incastonata nel fiume Bidasoa (lo ricordavo molto inquinato all'epoca delle mie prime incursioni in E.H. negli anni settanta-ottanta), tra Hendaia e Irun, affiora l'isoletta denominata in basco Konpantzia. Conosciuta anche come Isola dell'Ospedale – in quanto sede di un lazzareto, ma anche territorio franco, neutrale per lo scambio di prigionieri - e Isola della Conferenza per il trattato “Pace dei Pirenei” che qui sancì la fine delle ostilità tra Francia e Spagna nel 1659-1660. Ma anche la definitiva divisione tra Ego E.H. e Ipar E.H. (Egoalde e Iparralde, Paese Basco del Sud e Paese Basco del Nord).



Come è noto (ma forse non abbastanza) Euskal Herria è ancora diviso in due dalla frontiera tra Spagna e Francia, i due stati alla cui amministrazione (per qualcuno occupazione) i Paesi Baschi sono storicamente sottoposti.



In base al trattato di Baiona del 1856, ogni sei mesi Madrid e Parigi si alternano nell'esercitare le rispettive sovranità nazionali su questo lembo di territorio basco. Per cui, alla data convenuta, il 31 luglio 2024 si è svolto il semestrale cambio di gestione, in questa circostanza a favore della Francia.



Accompagnata dalle note della banda musicale di Irun, la vicedirettrice dipartimentale Pauline Potier ha assunto la carica formale di “vice-regina” dell'isola. La cerimonia si è svolta di fronte al monumento che in passato aveva assistito sia alla firma di trattati, sia a fidanzamenti e matrimoni di membri illustri delle due case regnanti.



Tra i più notevoli, nel 1615 il fidanzamento ufficiale tra gli eredi dei due regni: Elisabetta di Francia (figlia di Enrico IV) e Filippo IV di Spagna.



Contemporaneamente, l'infanta di Spagna (sorella di Filippo IV) Anna d'Austria veniva promessa al principe Luigi (fratello di Elisabetta di Francia).



Invece nel 1659 Konpantzia era destinata a ospitare il fidanzamento tra Maria Teresa d'Austria (figlia unica di Elisabetta di Francia e di Filippo IV di Spagna) e il re di Francia Luigi XIV, nipote di Filippo IV.



Ma non crediate sia finita qui. Vent'anni dopo, nel 1679 vi si celebrarono le nozze tra Carlo II di Spagna e Maria Luisa d'Orleans. Poi nel 1721 il fidanzamento fra Luigi XV re di Francia e Maria Vittoria di Spagna (che però andarono in bianco).



In ogni caso, a meno che non abbia fatto confusione, un bel casino al limite dell'incesto. Proprio come nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, suggeriva argutamente Trilussa: “so' cuggini, e fra parenti nun se fanno complimenti...” (cercatevi il resto in Ninna nanna della guerra, meglio se nella versione dei Gufi piuttosto che in quella di Baglioni).



Gianni Sartori

Gianni Sartori - 3/8/2024 - 10:52




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