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10/06/2006 - Trasmissione Non Stop

DA "CANZONI CONTRO LA GUERRA"

Un sito dedicato alla canzone antimilitarista e pacifista di tutte le epoche e di tutti i paesi.
Una trasmissione di Radio Dissident in occasione dell’anniversario dell’entrata dell’Italia fascista nella II guerra mondiale (10 giugno 1940). Alcuni brani sono disponibili in podcast da Rana - Radi(o)AzioniNonAlienate.

A cura di Lorenzo Masetti e Riccardo Venturi.

1) Ivan della Mea : El me gatt
Una delle più famose canzoni di Ivan Della Mea, facente parte degli "Extra delle CCG" in quanto, come argomento, non propriamente attinente all’antimilitarismo ed al pacifismo. E’ una storia di mala "sui generis", con la terribile punizione riservata ad una vecchia megera ammazzagatti. Nell’ultima strofa, però, con la constatazione che "la giustizia fa torto" in quanto la vecchia "è viva ma il gatto è morto", c’è comunque di che pensare…

2) Davide Giromini: Preghiera in settembre
Di un giovane cantautore e fisarmonicista anarchico carrarese che abbiamo la fortuna di conoscere personalmente. Una canzone che riporta alle cupe atmosfere della guerra partigiana sulle Alpi Apuane e in Lunigiana, come quasi tutte quelle contenute nell’album "Apuamater", da cui proviene.

3) Hun-Huur-Tuu: Enderinasyonal
La versione dell’Internazionale in lingua tuvana (Siberia centrale), con musica del tutto differente e eseguita con l’incredibile tecnica di canto del "Throat Singing" ("Canto di gola"). Il tuvano è lingua turca, sebbene assai diversa dal turco di Turchia. Pur avendo a disposizione il testo originale, ci piacerebbe sapere cosa significa esattamente…

4) Tarujen Saari: Viimeinen Suudelma
"L’ultimo bacio", versione finlandese dell’antica canzone antimilitarista francese "Pierre de Grenoble", che riecheggia anche nell’analoga canzone popolare italiana intitolata "La licenza". "Pierre de Grenoble" fu un cavallo di battaglia del primo gruppo folk-rock francese, i Malicorne di Gabriel Yacoub. La versione finlandese dei bravissimi Tarujen Saari ("L’isola delle Leggende") si distingue per la particolare musicalità dovuta all’uso dell’antico strumento detto hurdy-gurdy.

5) Hannes Wader: Die Moorsoldaten (1934)
Composta clandestinamente da due internati nel lager di Börgermoor, e musicata da un altro internato (Rudi Goguel), fu l’inno degli internati nei lager nazisti di tutta Europa e una delle canzoni della brigata internazionale tedesca Thälmann durante la guerra di Spagna. Nota in spagnolo come "Los soldados del pantano" e in francese come "Le chant du marais"; ma ne esistono versioni in molte altre lingue. L’interpretazione del grande Hannes Wader è accompagnata dal canto di tutto il pubblico.

6) David Broza e Wisam Murad: B’libi ("Nel mio cuore")
Cantata in duo da David Broza (in ebraico) e da Wisam Murad (in arabo). Una canzone per la Palestina terra di tutti che David Broza ha ostinatamente cantato in Israele anche davanti a pubblici decisamente ostili, arrivando ad interpretare lui stesso la parte in arabo al posto di Wisam Murad quando a quest’ultimo era sconsigliato accedere alla sala dove si teneva il concerto. Da notare che la canzone è stata però trasmessa per la prima volta dalla radio dell’esercito israeliano…

7) Gang: La pianura dei sette fratelli
Dall’album "Una volta per sempre": una canzone sui 7 fratelli Cervi, tra le più belle a cura dei mitici fratelli Severini da Filottrano (Ancona), più noti come The Gang. Recentemente riproposta nell’album "Il seme e la speranza", uscito il 1° giugno 2006, ma in una particolare versione affidata al coro delle mondine di Novi di Carpi (Modena).

8) Wolf Biermann: Der Deserteur
La versione tedesca del "Disertore" di Boris Vian. Un autentico capolavoro di Wolf Biermann, cantautore e poeta amburghese, comunista scomodo che volontariamente andò a vivere nella DDR per esserne poi espulso e privato della cittadinanza per le critiche "da sinistra" che rivolgeva al regime di Honecker.

9) Alfredo Bandelli: Da quando son partito militare
Ballata antimilitarista dell’autore de "La violenza", prima operaio carrellista alla stazione ferroviaria di Pisa, poi emigrato in Germania e Svizzera, ed infine operaio alla Piaggio di Pontedera. Fu membro del canzoniere Pisano assieme a Pino Masi e Piero Nissim. Licenziato in tronco dalla Piaggio perché si presentò con una sveglia al collo per protestare contro gli orari di lavoro. Alfredo Bandelli è morto per un male incurabile nel 1994.

10) Vladimir Vysotskij: Ochota na volkov (La caccia ai lupi)
Nell’originale russo. Autenticamente da brividi. La "caccia ai lupi" è la metafora del prigioniero braccato dai suoi aguzzini che cerca di sfuggire pur sapendo che si tratta di un’impresa destinata a fallire. La canzone è inserita anche in coda al "Volo di Volodia", l’album collettivo dedicato a Vysotskij nel 1993 dal Club Tenco e interpretato dai maggiori cantautori italiani (Guccini, Cristiano De André, Finardi ed altri); nell’album canta anche Marina Vlady, che di Vladimir Vysotskij fu la compagna.

11) François Béranger: Combien ça coûte
Uno dei meno conosciuti e più grandi cantautori francesi in una canzone scritta poco prima di morire (1998). In questa fine di millennio cosa contano? I soldi. E basta. Altre considerazioni sono del tutto superflue, e la caratteristica della fine dello scorso millennio si è semplicemente spostata all’inizio del millennio successivo.

12) Massimiliano Larocca: Il nini muart
Da una poesia di Pier Paolo Pasolini: "Il bambino morto". In friulano e italiano. La poesia fu probabilmente ispirata a Pasolini dalla figura del fratello, partigiano della brigata "Osoppo", e scomparso nel tragico e per molti versi ancora oscuro episodio di Porzûs (per il quale chiediamo comunque di NON tenere conto dello stupido filmetto che ne è stato tratto). Massimiliano Larocca, cantautore trentenne fiorentino, l’ha messa in musica e inserita nell’album "Il ritorno delle passioni", accompagnandosi con il bouzouki.

13) Anton Virgilio Savona: Nella testa di Nicola (1972)
Vi ricordate del Quartetto Cetra? Anton Virgilio Savona ne faceva parte di giorno. Di notte scriveva cose come questa, invece. Una canzone in cui si nomina Saverio Saltarelli, studente di 23 anni, ucciso dalla polizia il 12 dicembre 1970 a Milano durante la manifestazione per il primo anniversario della strage di Piazza Fontana.

14) Ahmed Bukhatir: Waqafa l-teflo l-waqdaho ("Il bambino nelle notti").
Non è possibile presentare adeguatamente in poche parole questa canzone. Rimandiamo quindi alla relativa pagina nelle CCG.

15) Pietro Gori: Addio a Lugano.
Nessun bisogno di presentazione per questa che è la più famosa canzone anarchica in lingua italiana, e uno dei più famosi canti anarchici di tutti i paesi. La proponiamo nella bella interpretazione del tenore lirico Joe Fallisi, anch’egli anarchico e tra gli autori della "Ballata del Pinelli".

16) Zuf de Zur: Se il cielo fosse bianco di carta, o Lettera di Chaim
Di Ivan della Mea (1965). Dalla lettera scritta ai genitori di un ragazzo di 14 anni prigioniero nel campo di concentramento di Pustkow, da dove non uscì. La lettera proviene dalle "Ultime lettere dei condannati a morte della resistenza europea" su cui il compositore Luigi Nono basò il suo "Canto sospeso". La proponiamo nell’interpretazione del gruppo Zuf de Zur, per voce femminile.

17) Paz: 28 marzo 1980.
I Paz sono un gruppo romano fondato e diretto da Edoardo Morello. Il 28 marzo 1980 un suo amico, Piero Panciarelli, brigatista rosso, fu ammazzato dalla polizia in via Fracchia, a Genova, assieme ad altri tre compagni che furono sorpresi nel sonno, disarmati. Questa canzone gli è dedicata. E se dovesse suscitare polemiche, non ce ne importa assolutamente nulla.

18) Billie Holiday: Strange Fruit (1939)
Non la presentiamo. E’ stata semplicemente definita la più bella canzone in lingua inglese della storia, probabilmente a ragione. Una canzone terribile, ardua, agghiacciante; come terribile e agghiacciante è la storia della vita di Billie Holiday. Strani frutti pendono dagli alberi del Sud.

19) Massimiliano Larocca, Davide Giromini e Matteo Procuranti: Anima Mundi.
Canzone indefinibile e meravigliosa facente parte dello spettacolo che Massimiliano Larocca ha dedicato a Giordano Bruno, nonché dell’album "Il ritorno delle passioni". Rimando qui:

20) Johannes R. Becher: Auferstanden aus Ruinen ("Risorti dalle rovine").
Un autentico cult: l’inno della DDR. Quante volte lo si sentiva risuonare alle vecchie Olimpiadi: chi non se ne ricorda? Ma nessuno ne conosce esattamente le parole. Leggetene il testo attentamente. Semplicemente una bellissima canzone di pace che ha avuto in sorte di essere l’inno di un paese controverso. Ma era stata scritta nel 1944, in piena guerra. Non va dimenticato.

21) Alessio Lega: Dall’ultima galleria.
Genova, 20 luglio 2001. Basterebbe questa data. Di canzoni sui fatti di Genova e sull’assassinio di Carlo Giuliani ne esistono oramai tante, ma a nostro parere questa resta la più bella. Alessio Lega, salentino emigrato a Milano (dove afferma inaspettatamente di trovarsi benissimo…), anarchico, vincitore di una Targa Tenco. Probabilmente uno dei migliori cantautori "fuori dal mercato".

22) Isabel Parra: Ayúdame Valentina.
Scritta da sua madre, ovvero da Violeta Parra. Una versione abbreviata, e una delle canzoni anticlericali più belle e dure mai scritte. Dedicata a Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio. Il vero "paradiso" deve essere fondato dall’uomo con la sua ragione, non con le assurde credenze e con le baggianate che vanno sotto il nome di "religioni".

23) Davide Giromini: Cannoni del Sagro.
Del Sagro, e non "del Sangro". Canzone indimenticabile, per la fisa di Davide Giromini e il canto di Mattia Bovenzi e Tania Sabinos. Il Sagro è la montagna sopra Vinca, nelle Alpi Apuane, dove il 24 agosto 1944 i nazifascisti di Walter Reder compirono uno dei loro numerosi eccidi di popolazione inerme, di donne, di bambini. All’eccidio è dedicata anche una delle più famose canzoni degli Stormy Six, "Nuvole a Vinca", il cui titolo riecheggia nel testo della canzone di Giromini.

24) Paz: Evviva Evviva. La "sorpresina".
Cantano i Paz su testo di Riccardo Venturi (sic). Non trattatelo troppo male, o insomma fate che cazzo vi pare. La canzone originale è stata scritta in una bizzarra lingua, ma qui è fortunatamente cantata in italiano. E’ dedicata alla parata militare del due giugno.


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