| Versione italiana di Simone Viburni ("Geordie 78") [2009] |
STRONZO D'OMETTO | Quello stronzo d'ometto |
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Quello stronzo d'ometto non aveva più le ali, | Quello stronzo d'ometto non aveva più ali, |
niente più occhio bendato, ostentando il vestito scuro | Un occhio bendato, e come i grandi ufficiali |
d'un ufficiale giudiziario come si deve. | Sfoggiava un bel vestito scuro. |
Da quando aveva saputo del crac, della bancarotta | Informato del crack, del fallimento |
dei nostri affari di cuore, si era messo in cammino | Dei nostri affari di cuore, ci mise un momento, |
per recuperare tutte le sue carabattole. | Prese le sue cose e se ne andò. |
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Non appena sceso dal suo nero calesse | Non appena sceso dal suo nero calesse, |
ci ha detto: "Vengo a ripigliarmi le mie frecce | Disse: “Son qui a riprendere queste mie frecce |
che ora a voi non servon più." | Che, tanto, a voi non servon più.” |
Senza un'ombra di pena o di malinconia | Senza un'ombra di pena o di malinconia |
l'han visto rimpacchettare la vana panoplìa | Rimpacchettò di corsa la vana panoplìa |
degli innamorati che non giocano più. | D'amori che non giocan più. |
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Quando ha scorto la povera margherita dimenticata | Abbandonata vide la triste margherita |
che un tempo, secondo il rito, avevamo sfogliata | Che un tempo si sfogliava, cosa consueta, |
quando ci si amava un po' o molto di più | Perché si amava un po' di più. |
uno dopo l'altro le ha rinfilato i petali, | Petalo a petalo, la ricompose in fretta, |
ancora il giorno prima avremmo gridato allo scandalo, | Che, solo ieri, avremmo giurato vendetta, |
gli avremmo proprio torto il collo. | A calci in culo preso su. |
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E ci bruciò i trofei, ci bruciò le reliquie, | Così bruciò i trofei e le nostre reliquie, |
i pegni ed i ritratti, le lettere idilliache, | Promesse, ritratti, lettere idialliache, |
e il fuoco ci ebbe un bel daffare. | Il fuoco ebbe un gran da far. |
E io son stato zitto, senza morte nel cuore | Io restavo in silenzio, il cuore di ghiaccio, |
quando con tutto il resto ha passato nel fuoco | Non si scompose quando, come uno straccio, |
una ciocca dei tuoi capelli. | Vide i capelli tuoi bruciar. |
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Infine, per mostrar bene di far tabula rasa | Per fare infin di noi due tabule rase, |
ha cancellato dal muro l'indelebile frase: | Dal muro cancellò l'indelebile frase: |
"Paolo è cotto di Virginia", | “Paolo è cotto di Virginia”. |
Virginia, Ortensia oppure, chissà, era Carolina, | Di Virginia, Ortensia, era forse Carolina, |
dimentico quasi sempre il nome dell'eroina | Dimentico quasi sempre il nome dell'eroina |
quando la commedia è finita. | Quando la commedia va a finir. |
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"Badate a non confondere amore e bagattella, | “Badate a non confondere amore e bagattella, |
a non mischiare troppo la rosa al sempreverde", | Al sempreverde mischiare la rosa più bella.”, |
questo ci ha detto andando via, | Questo ci disse e se ne andò. |
di non trattare come una questione capitale | “Non trattate come fosse un affare capitale |
una piccola e semplice fantasia sentimentale | La più piccola fantasia sentimentale, |
non si fanno più crediti d'ora in poi. | Ché credito più non farò.” |
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Amore mio, non prendere sul tragico il mio lamento | Amore, questo lamento non è poi fatale, |
ché i motivi per cui stasera, mi sento nostalgia | Il motivo per cui sa di sentimentale |
sono i meno nobili che ci siano. | È la meno nobile delle ragioni. |
Senz'altro l'avrei sepolta questa storia | Non ho rivangato questa triste storia, |
se per rinnovare un po' il mio repertorio | Non cerco allori o facile gloria: |
non avessi avuto bisogno di canzoni. | Ma ho pur bisogno di canzoni. |