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Τα σύνορα της πατρίδας μου

Katerina Gogou / Κατερίνα Γώγου
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OriginaleTraduzione italiana / Μετέφρασε στα ιταλικά / Italian translat...
ΤΑ ΣΎΝΟΡΑ ΤΗΣ ΠΑΤΡΊΔΑΣ ΜΟΥI confini della mia patria
Τα σύνορα της πατρίδας μου αρχίζουνε
απ'τα ψητοπωλεία του Μινιόν
περνάνε από τα καμένα ξύλα του Περοκέ και πέρα ...
Η ζωή από κει παίζει βρωμικο ξύλο με τη ζωή
στριμώχνει τα καλύτερα παιδιά της σε φαγωμένες σκάλες
τους στρώνει στο " Θανάση " σημαδεμένη τράπουλα από χέρι
τους περνάει μπρασελέ και ματωμένους σουγιάδες
και μπότες γυαλιστερές πορτοκαλιές με 10 πόντους τακούνι
Ζόρικο αντριλίκι τα γεννητικά τους όργανα
τα Άγια των Αγίων κι αλλιώτικο φιλότιμο
ώσπου μια μέρα - Παρασκευή μπορεί -
τους ρίχνει από κοντά επιδέξιους κώλους
καρφώνουνε τον αντρισμό τους
τους φέρνει καπάκι
κι ύστερα ευνουχισμένοι με τη γλώσσα κολλημένη στον ουρανίσκο
με το μαντήλι που σκουπίστηκαν
ένα με την καφέ του ρίγα περιθώριο γύρω γύρω
πνίγουν με ισόβια
φωταγωγημένα καράβια εφοπλιστικά κεφάλαια ξωτικές
θάλασσες Παναμαϊκές σημαίες χρεωμένες τραγουδίστριες
και τα δικά τους ταξίδια στη θάλασσα με καρπουζόφλουδες
το ξεχειλωμένο μαγιό απ το περίπτερο
και την τσατσάρα - πουτάνα ζωή - μαγκιά τους στο πλάι
- κανείς δεν ξέρει
- κανείς δεν είδε
19 20 21 χρονώ και τέλος .
I confini della mia patria cominciano
dalle rosticcerie del Mignon, [1]
passano per i legni bruciati del Perroquet, e via oltre... [2]
La vita, da queste parti, fa a legnate di brutto con la vita,
i suoi ragazzi più belli li ammassa
col culo a terra su scalini sbrecciati,
li mette a un tavolo a giocare a “thanassis” [3]
con un mazzo di carte segnato in mano,
gli mette, ai polsi, manette insanguinate
e, in mano, coltelli a serramanico sporchi di sangue
e, ai piedi, stivaletti lucidi arancioni col tacco 10.
Ci hanno il cazzo sempre incannato,
il Sancta Sanctorum, un'insolita onestà,
finché un giorno -forse di venerdì-
non li fa imbattere di striscio in culi di serie A,
che sforacchiano la loro virilità,
li sbattono e li arrovesciano,
e alla fine, castrati e con la lingua incollata al palato,
col fazzoletto con cui si erano asciugati,
uno con una riga marrone e bordato giro giro,
vanno a affogarsi, come andassero all'ergastolo,
in navi sfavillanti, capitali armatoriali, mari esotici,
bandiere panamensi, cantanti indebitate,
e i loro viaggi per mare in mezzo a bucce di cocomero,
col loro costume da bagno lacero comprato all'edicola,
e il pettine a denti larghi -vita di merda-, con le budella rivoltate,
- nessuno sa niente
- nessuno ha visto niente
19, 20, 21 anni e stop.
[1] Il Mignon era, ma non so se esiste tuttora, una specie di grande magazzino – centro commerciale – mercato dove esistevano molte rosticcerie e chioschi di quel che ora va tanto di moda col nome di “street food”.

[2] Il Perroquet (Περοκέ nella grafia greca), situato in via Odysseos (via Ulisse) al n° 2 nel quartiere di Metaxurgio (“Seteria” in greco), è un teatro storico di Atene, anzi il più antico ancora in attività; i “legni bruciati” (o “travi bruciate”) si riferiscono al fatto che, nella sua storia, ha subito per due volte degli incendi. Non c'è da stupirsene: il Perroquet era celebre per mettere in scena rappresentazioni di valore sociale e politico. Fu inaugurato nell'agosto del 1931, e la sera della prima rappresentazione (l'operetta “Katergara” di Kimonas Kapetanakis), l'attore e cantante principale, il 27 enne Vassilis Avlonitis, si permise, in un'improvvisazione, di prendere in giro il governo di allora (all'epoca della “Seconda Repubblica Ellenica”). Avlonitis fu abbattuto in scena con tre revolverate.

[3] Il “thanassis” è un gioco di carte simile al poker.


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