Αρκαδία IX [Η μητέρα του εξόριστου]
Mikis Theodorakis / Mίκης ΘεοδωράκηςTraduzione (letterale) italiana di Riccardo Venturi | |
Mikis Theodorakis ΑΡCADIA ΙX La madre del deportato (Poesia di Kostas Kalazis) - Zatouna 1969 Se anche ti han chiuso i barbari le porte e ti hanno cinto il capo con le spine li attende, figlio mio, la stessa sorte per mano di un dio vendicatore. In questa città torbida ed oscura non voglio, figlio, che tu vada a morte; sono rimasta sola ed ho paura e in mezzo a questa strada morirò. Non darmi, figlio mio, questa penitenza obbligando i miei occhi a stare aperti, sei l'ultimo mio figlio e la tua assenza per secoli infiniti graverà. Diventerò più querula del vento e simile a uno spettro andrò vagando; giunge da fuori fino a me il lamento del cane che ti piange disperato. Andrò vagando e m'interrogheranno montagne, valli, piane ed i torrenti, al mio passar le fonti seccheranno e il fuoco nel mio petto avvamperà. Chiederanno di te le stelle e il sole la luna chiederà del mio bel figlio ma la mia bocca non avrà parole né il corpo la sua pace troverà. In questa nera mia disperazione ho avuto la tua lettera sí amara, come suona straziante la tua voce ritorna, figlio, aspetto solo te. Torna da me, io spiegherò le ali per stringerti al mio cuor teneramente e la gioia infinita, senza eguali d'averti accanto ancora proverò. Quante volte ho nutrito la mia morte l'ho nutrita di me fino a saziarla ora basta, mio Dio, con questa sorte ch'io riveda mio figlio e poi verrò. | LA MADRE DEL DEPORTATO E anche se i barbari ti han chiuso le porte e t'hanno messo una corona di spine lo stesso proiettile, figlio mio, li coglierà lanciato da un dio sconosciuto. In questa città nera non voglio, figlio mio, che trovi morte solitaria, mi rode la disperazione di essere ammassata morta in mezzo alla strada. Non mi dare, figlio mio, un tale dolore, non voler che i miei occhi restino aperti. Se anche il mio figlio amato mi abbandonerà, sarà così per secoli infiniti. Più scura della notte diverrò, mi trascinerò proprio come un fantasma, sento adesso da fuori come un lamento del tuo cane che piange disperato. Io mi trascinerò e mi faran domande montagne, vallate, campi e corsi d'acqua, al mio passaggio le fonti seccheranno, nel mio petto arderanno i fuochi. Mi faran domande le stelle, la luna e il sole, ma non posso rispondere. Sventura! Tutto questo ti toccherà ben presto, il mio corpo non troverà mai riposo. Ho ricevuto la tua lettera amara, quanto erano brutte le notizie; vieni, virgulto mio, io ti aspetto. Vieni e spiegherò vaste le mie ali, e ti ci avvolgerò amorevolmente, il mio cuore sentirà una dolcezza infinita quando ti avrà vicino, figliolo mio. Tante volte ho nutrito la morte, le ho preparato cibi ricchi e sazianti. Rimango qui da vecchia per prendere qualcosa di te, mio Dio, e poi basta. Come stabilito dalle Autorità in materia di contatti e dichiarazioni passibili di causare disturbo alla sicurezza ed alla tranquillità della Nazione, nonché di suscitare l'animo di altri individui ad azioni contrarie alle Leggi dello Stato, STABILIAMO E ORDINIAMO il prolungamento del Suo confino per la durata di anni uno in questo luogo ritenuto scevro da pericoli. |