Előüzent Ferenc Jóska
anonyme
Originale | Traduzione italiana della versione cantata Zoltán Kallós |
ELŐÜZENT FERENC JÓSKA Előüzent Ferenc Jóska, legény kell a háborúba, kedves barátom. Viszik legénységnek szépit, országunknak ékességit, kedves barátom. Leányok keserű búba, legények a háborúba, kedves barátom. Galacvári templom alja, zászlókkal van támogatva, kedves barátom. Fekete zászlók lobognak, a leányok szépen sírnak, kedves barátom. Előüzent az ellenség, kössön kardot a legénység, kedves barátom. Kardot kötött a legénység, sok anyának keserűség, kedves barátom. | CECCO BEPPE HA MANDATO A DIRE Cecco Beppe ha mandato a dire: Ci voglion ragazzi per la truppa, 1 Caro amico mio. Il nemico ha mandato a dire Che i ragazzi cingan la spada, 2 Caro amico mio. E i ragazzi cinsero la spada, Tante madri ne ebbero dolore, Caro amico mio. I ragazzi alla guerra, Le ragazze in amara tristezza, Caro amico mio. La base della chiesa di Galambvár È puntellata di bandiere, Caro amico mio. Sventolano nere bandiere, Le ragazze piangono tanto, Caro amico mio. Non piangete, voi belle ragazze, Tornerà la vostra colomba, Caro amico mio. Tornerà chi è ancora vivo, Resterà là chi è morto, Caro amico mio. Ma sul bel prato di Galambvár Giace il mio innamorato, Caro amico mio. Giacete anche voi, bei fiori, Siete vissuti, non avete sofferto, Caro amico mio. Avete versato il vostro sangue, Il vostro corpo avete chiuso nella terra, Caro amico mio. |
[1] Izen e eléizen sono varianti di üzen, előüzen „dichiara, manda a dire”. In ungherese i verbi non si nominano all'infinito, ma alla III persona singolare del presente indicativo della coniugazione soggettiva (ogni verbo ha tre coniugazioni differenti: soggettiva o intransitiva, oggettiva o transitiva, e „io --> te”, szeretlek „ti amo”).
[2] La parola legény alla lettera vuol dire „giovanotto, ragazzo”; ma, come molte parole ungheresi, ha spesso un senso collettivo („l'insieme dei ragazzi, i ragazzi”). L'astratto legénység significa: „i ragazzi”, „la truppa”, „l'equipaggio di una nave” (crew). Qui, chiaramente, è sia „i ragazzi” che „la truppa”. In questi versi c'è anche l'infernale imperativo ungherese (kössön) che copre anche il congiuntivo italiano. Arrivati a quel punto della grammatica ungherese parecchi hanno meditato il suicidio.