Kanaouenn soudard
anonyme
Originale | Traduzione italiana di Riccardo Venturi |
KANAOUENN SOUDARD | CANZONE DI UN SOLDATO |
An diweza youhadenn | L'ultimo lamento |
’N em goll war ar mene’, | si perde sul monte, |
Adieu ‘ta kanaouenn | addio, dunque, al canto |
Euz bro gaer a Gerne. | della bella Cornovaglia. |
Adieu eta kaer iliz, | Addio dunque, bella chiesa |
A Gemper-Korantin, | di S. Corentino a Quimper, [1] |
Adieu,ma yaouankiz | addio, giovinezza mia, |
N’am-eus mui da hoarzin. | ho molto di che piangere. |
Euz Palud Santez Anna, | Da Sainte-Anne-la-Palud, [2] |
Euz a grehennou kreh, | dalle alte colline, [3] |
Ne welim mui pesketa | non vedremo più pescare |
E mor Douarnenez. | nel mare di Douarnenez. |
Nag ivez e Sant Kadou, | Né più a San Cadou [4] |
Nag e-barz Kerhaez, | e né a Carhaix balleremo |
Ne zañsfom d’ar biniou, | al suono della cornamusa |
‘Barz al leuriou nevez. | sulle nuove aie da ballo |
Euz Santez-Anna Wened, | Alla Sant'Anna di Vannes |
Ne zeufom mui en-dro, | non ritorneremo più |
Gand kroaziou drezennet, | con le croci a bandello |
En aour kaer ha golo’ | in bell'oro, e con i ceri. |
Ne zeufom mui ahane, | Né da là torneremo più |
Disputi d’oll Breiziz, | a fare a gara con tutti i Bretoni |
Gand kroaziou Sant-Serve’ | con le croci di San Servazio [5], |
Kernevoded hardiz. | dei cornovagliesi arditi |
Kenavo da Rumengol, | Addio a Rumengol [6] |
Kenavo daVulad, | addio a Bulat-Pestivien [7] |
Kenavo da Gastell-Paol, | addio a Saint-Pol-de-Léon [8] |
Kenavo d’ar Veaj vad. | e addio al Bon-Voyage [9] |
Kenavo da Zant-Tujan, | Addio a Sant'Ygeaux [10] |
D’an Aotrou sant Urlou, | e al sire San Gurloës [11], |
D’Itron Varia-Sklêrder | alla Madonna della Clarté [12] |
Ha da’n oll bardoniou. | e a tutti i pardon [13] |
C’hwi, ma mignoned devod, | Voi, miei amici devoti |
Euz a barrez Erge, | della parrocchia di Ergué |
Ti ‘n Itron Varia-Kerzeot | alla Madonna di Kerdevot [14] |
C’hwi ‘yelo adarre. | andrete ancora |
Alumit diou houlaouenn, | Accendete due ceri |
‘Tal an aoter eno. | sull'altare che c'è là dentro, |
Ha lavarit eur bedenn, | e dite una preghiera |
Evid paotred ho pro. | per i ragazzi del vostro paese |
Red eo eta partial | Bisogna partire |
Ha mond d’an Alger, | e andare in Algeria, |
Inutil eo deom soñjal, | è inutile che pensiamo |
Da zond en-dro d’ar gêr. | di ritornare a casa. |
Hag hervez profesiou | Secondo le profezie, |
‘Benn ar bloaz daou-ugent, | in capo all'anno '40, |
Gand brezel ha kleñvejou, | con la guerra e le malattie |
Ar bed ‘cheñcho a benn. | il mondo cambierà tutto |
Eun dra ‘deu d’am hoñsoli, | Ma una cosa mi consola, |
Rag ni on-eus klevet | è che abbiam sentito dire |
E-leh iam da gombati | che là dove andiamo a combattere |
N’eus nemed Morianed. | non ci sono che dei negri |
O laza n’eo ket pehed | Ammazzarli non è peccato |
Rag n’int ket kristenien, | perché non sono cristiani, |
Nompas evel Saozoned, | non sono come gli inglesi |
Or gwall enebourien. | che sono i nostri peggiori nemici. |
[2] A Sainte-Anne-la-Palud (bretone: Palud Santez Anna "Palude di Sant'Anna"), nel comune di Plonévez-Porzay, si svolge un famoso pardon (v. n. 10)
[3] Non ce l'ho fatta a tradurre «alte montagne», come vorrebbe il testo. La «montagna» più alta della Bretagna misura 327 metri.
[4] Altro santo bretone. San Cadou (o Cadoc, Catuod, Catoc, Cazout), in latino Cadochus è veneratissimo in Bretagna e ha dato il nome a decine di chiese, cappelle, parrocchie e località. Di provenienza gallese, sarebbe nato nel 522 nel Glamorgan (ma i primitivi bretoni venivano, probabilmente, tutti dal Galles e dalla Cornovaglia britannica). Per l'epoca della presupposta nascita, appartiene pure lui ai «Santi Fondatori» dell'epoca della migrazione. Nel testo, è incerto se la menzione del santo si riferisca a una località o a una festa parrocchiale (probabilmente, a entrambe le cose).
[5] S. Servazio di Tongres non è un «santo bretone»: vissuto nel IV secolo, era di origine armena ed è una figura pienamente storica. Morì a Maastricht nel 384; fu evangelizzatore del Belgio dopo il Concilio di Nicea. E' comunque venerato anche in Bretagna in mezzo ai santi locali. Qui la canzone si deve riferire ad una qualche «processione atletica» basata sul trasporto di croci (presumibilmente pesanti).
[6] Il pardon di Rumengol (la località si trova nel comune di Le Faou) è tra le più celebri feste bretoni basate sul pellegrinaggio. A Rumengol si trova la chiesa di Nostra Signora di Rumengol, monumento storico del XVI secolo; vi si venera la «Madonna di Rumengol», una statua lignea (in legno di quercia) del XV secolo. A Rumengol si trova anche la «Fontana della Madonna»: fu costruita nel 1792, in piena Rivoluzione Francese, e si dice -naturalmente- che sia miracolosa.
[7] Bulat-Pestivien è un piccolo comune di 478 abitanti nelle Côtes-d'Armor. Ha un bellissimo complesso parrocchiale con tanto di pellegrinaggio e pardon.
[8] Saint-Pol-de-Léon, detta storicamente in bretone Kastell-Paol, è una cittadina di circa 7000 abitanti nel Finistère. Celebre per i «campanili gemelli» della cattedrale, detta Kreiskêr («centro città»). Prende nome da un altro «santo fondatore» della Bretagna, o «santo bretone»: San Paolino Aureliano, o St. Pol Aurélien, o St. Pol de Léon. Costui sarebbe stato, manco a dirlo, il primo vescovo della città e dell'intero Léon, nel VI secolo. Di origine patrizia (ne fa testimone il suo nome estremamente latinizzato), sarebbe però nato in Galles, nel Glamorgan, nell'anno 490 (in una località chiamata Pen Ohen «testa di bove»). Mi sta parecchio simpatico, perché per un certo periodo stette sulla «mia» isola di Ouessant (Enez Eussa), dove diede nome al suo capoluogo, Lampaul. Anche il santuario di San Paolino Aureliano fa parte del Tro Breizh.
[9] La chiesa, con relativo pardon (uno dei principali della Bretagna) della «Nostra Signora del Buon Viaggio» (francese: Notre-Dame du Bon-Voyage; bretone: Itron-Varia ar Veaj-vat) si trova in un luogo già ben famoso nella nostra «Sezione Bretone»: Plogoff. Che a Plogoff, di fronte all'oceano mare, si sentisse il bisogno di augurare il «buon viaggio» a chi si metteva in quel mare, magari con la protezione della Madonna, è piuttosto logico...
[10] Sant Tujan è una cosa complicata. In primis, St. Ygeaux un paesino di 168 abitanti (con relativa parrocchia e pardon) nel dipartimento delle Côtes-d'Armor; in bretone, però, il paesino si chiama Zintijo, dal vago sapore messicano. Sembra che, per strani accidenti del clima bretone (che è assai particolare), goda di temperature quasi mediterranee (si sottolinei il «quasi»). Ma il santo? Mi spiace, qui mi sono dovuto arrendere. Le uniche notizie che sono riuscito a raccattare oramai in «orario gaspardiano» sono però legate proprio al clima: l'espressione bretone drouk Sant Tujan significa infatti «accesso improvviso di collera, vampata d'ira» e sembra legata proprio al caldo che farebbe a St. Ygeaux in estate.
[11] San Gurloës, vissuto nell'XI secolo e morto nel 1057, a differenza di altri «santi bretoni» è una figura storica. Noto in bretone come Sant Urlou (ovviamente con una «mutazione»), il sant'uomo fu il primo abate della Santa Croce di Quimperlé a partire dal 14 settembre 1029, nominato da Orscand vescovo di Vannes. Appena morto, fu fatto beatificare a furor di popolo, cosa che fu recepita dal papa Gregorio VII; indi per cui si tratta in questo caso di un santo riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa Cattolica & Apostolica Romana. Però, come per tutti i santi bretoni, qualcosa si particolare ci deve essere. Pur essendo «mutato» in base alle complesse regole morfosintattiche bretoni, il nome Urlou (da un originario Gourlou) addivenne a essere omofono col termine bretone per la «gotta». Di qui a farne il «santo della gotta», il passo fu brevissimo. Ne fu dichiarato il santo guaritore per eccellenza, mentre la gotta stessa venne chiamata drouk Sant Ourlou «il male di San Gurloës».
[12] La Clarté (in bretone: Ar Sklaerder) è una frazione del comune di Perros-Guirec, nelle Côtes-d'Armor. E' nota per la Cappella di Nostra Signora della Clarté di Perros-Guirec, stupenda chiesa del XV secolo. Nell'agosto del 1944, le truppe alleate, dopo lo sbarco in Normandia, avevano progettato di bombardare Mez Gouez, un campo fortificato a 200 metri dalla Cappella; come rappresaglia, i tedeschi avevano puntato i cannoni su Perros-Guirec, minacciando di radere al suolo il paese. Il 7,8 e 9 agosto 1944, però, la Madonna inviò sul paese una fittissima nebbia (caso frequente: io stesso mi ci sono trovato nel mezzo un 31 luglio, non si vedeva nulla a Le Conquet), impedendo così la distruzione. Il 10 agosto i tedeschi si arresero senza opporre resistenza.
[13] E dopo tanti riferimenti, eccoci a spiegare un po' che cosa sia esattamente un pardon, in Bretagna. In questo caso ci affidiamo alla breve, ma esauriente, voce di Wikipedia italiana:
"Un pardon (reso talvolta in lingua italiana come "perdono") è una processione religiosa, simile ad un pellegrinaggio, tipica della regione francese della Bretagna (Francia nord-occidentale), che ebbe probabilmente origine intorno al XV secolo e che viene organizzata annualmente (in genere in una data compresa nel periodo fine primavera-inizio autunno) da ogni singolo comune in onore del santo patrono, della Vergine Maria (soprattutto in occasione della Festa dell'Assunzione, ma anche di altre ricorrenze mariane) o di Sant'Anna. Tra i pardons più famosi, figurano quello di San Ivo a Tréguier e quello di Sant'Anna ad Auray (26 luglio). Sono inoltre comunemente annoverati tra i "pardons" anche i pellegrinaggi chiamati troménies , il più famoso dei quali è la Grande Troménie di Locronan, che si svolge ogni 12 anni in luglio. Il termine "pardon" significa letteralmente "perdono" ed indicava in origine le indulgenze, ovvero le remissioni dai propri peccati, che il papa concedeva ai fedeli nel Medioevo. Prima della processione vera e propria, i fedeli assistono ad una messa, che generalmente si svolge all'aria aperta. Durante il pardon , i fedeli sfilano con indosso il costume tradizionale bretone, scalzi e a digiuno, portando stendardi che raffigurano il proprio santo patrono o la propria parrocchia, croci e statue di santi, oltre che la Gwenn ha Du (la bandiera bretone), ed intonando preghiere e canti in lingua bretone. Al termine delle cerimonie religiose, i partecipanti si lasciano andare in serata ad un festeggiamento di tipo laico, noto come fest-noz ("festa della notte"). Un tipo particolare di pardon ha luogo nelle località costiere, dove si assiste al cosiddetto "pardon del mare" (pardon de la mer): in occasione di questo tipo di pardon, ha luogo, oltre alla processione, la benedizione delle barche ormeggiate sul porto. In alcune località, può inoltre aver luogo in occasione di un pardon anche un "festival del raccolto" (in bretone: gouel an eost ), con la rievocazione delle antiche attività agricole. "
[14] La cappella di Notre-Dame de Kerdévot si trova nel comune di Ergué-Gaberic (in bretone: An Erge Vras), nel Finistère. Fu edificata nel XV secolo in ringraziamento per la Madonna, che aveva protetto Ergué da una pestilenza che aveva decimato la popolazione del vicino paese di Elliant. Il nome "Kerdevot" significa "Luogo di Devozione".