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Battan l'otto

Caterina Bueno
Lingua: Italiano (Toscano valdarnese)


Caterina Bueno

Lista delle versioni e commenti

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Caterina Bueno chitarra e canto
Andrea Degl’Innocenti chitarra

Tratto da
Canti di Maremma e d’Anarchia
Supplemento al n.29 di Avvenimenti – 1997



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[1907 ca.]


battan l'otto spartito


Uno dei più famosi canti di galera italiani, di tradizione toscana, raccolto ancora da Caterina Bueno a San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, nei primi anni '60.

L'informatore di Caterina Bueno si chiamava Renato Porri; nella pagina de La musica dell'altra Italia vengono indicati due autori, "G. Raffaelli e R.Cerretti", ma nessuna notizia abbiamo potuto reperire su di essi. Ci ripromettiamo naturalmente di approfondire le ricerche.

Il canto ha probabilmente origine nei sanguinosi scioperi delle acciaierie di Terni, che ebbero luogo nel 1907 e che provocarono episodi di repressione selvaggia da parte delle forze dell'ordine al servizio dei ceti padronali. Lo sciopero delle acciaierie di Terni fu accompagnato da una serrata; in tutto durò 93 giorni.

Ma fu soltanto un episodio dell'ondata di scioperi che coinvolse tutto il paese nel 1907. Alla fine dell'anno se ne contarono 2258, con la partecipazione di 575.000 lavoratori. Fu, il 1907, il cui la natura repressiva del governo Giolitti si esplicò al meglio.

Oltre allo sciopero degli operai delle Acciaierie di Terni, si ebbero quello dei vetrai di diciotto stabilimenti, quello dei tranvieri a Napoli, quello agrario ad Argenta, durato tre mesi, lo sciopero generale a Bari, lo sciopero dei gassisti a Milano cui seguì lo sciopero generale esteso a Bologna, a Parma, a Cremona e a Torino. Dovunque tumulti, conflitti, saccheggi; occupazioni violente di terre in Puglia dove l'agitazione durò dal settembre al novembre, barricate a Napoli; qua e là morti e feriti.

Caterina Bueno.
Caterina Bueno.
Incisioni
*Canti e inni socialisti 3 EP (Caterina Bueno)
*Caterina Bueno: La veglia
*Canzoniere Internazionale: Gli anarchici
*Avanti popolo: Addio Lugano bella CD (Caterina Bueno
Fonti:

*G. Vettori - Il folk italiano. Canti e ballate popolari
*R. Leydi - I canti popolari italiani

forIl canto, con un nuovo arrangiamento, abbreviato e con un testo leggermente modificato, è stato interpretato anche da Les Anarchistes nell'album "Figli di origine oscura". Ha notorietà internazionale: fa ad esempio parte del repertorio di molte corali di lotta europee, come ad esempio la francese Front Musical d'Intervention.
Battan l'otto ma saranno le nove,
i miei figlioli ma son digiuni ancora
ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare
infame società, dacci mangiare.

Viva il coraggio, ma chi lo sa portare
l'anarchia la lo difenderebbe
ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare
i miei bambini han fame, chiedono pane.

Anch'io da socialista mi voglio vestire
bello gli è i' rosso, rosse son le bandiere
ma verrà qui' giorno della rivoluzione
infame società, dovrai pagare.

Verrà qui' giorno della rivoluzione,
verrà qui' giorno che la dovrai pagare
ma verrà qui' giorno della rossa bandiera
infame società, dovrai pagare.

Bella è la vita, più bello gli è l'onore
amo mia moglie e la famiglia mia
ma viva i' coraggio, ma chi lo sa portare
infame società, dacci mangiare.

Dei socialisti è pieno le galere,
bada governo, infame maltrattore
ma verrà qui' giorno della rivoluzione
infame società, dovrai pagare.

inviata da Riccardo Venturi - 4/4/2007 - 22:05




Lingua: Italiano

Il testo così come cantato da Les Anarchistes in "Figli di origine oscura":
BATTAN L'OTTO

Battan l'otto ma saranno le nove,
i miei figlioli ma son digiuni ancora
ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare
infame società, dacci mangiare.

Anch'io da socialista mi voglio vestire
bello gli è i' rosso, rosse son le bandiere
ma verrà qui' giorno della rivoluzione
infame società, dovrai pagare.

Verrà qui' giorno della rivoluzione,
verrà qui' giorno che la dovrai pagare
ma verrà qui' giorno della rossa bandiera
infame società, dovrai pagare.

Degli anarchisti è pieno le galere,
bada governo, infame maltrattore
ma verrà qui' giorno della rivoluzione,
infame società, dovrai pagare.

inviata da Riccardo Venturi - 4/4/2007 - 23:08




Lingua: Francese

Version française de Riccardo Venturi
5 avril 2007
HUIT HEURES SONNENT

Huit heures sonnent, mais il sera neuf heures,
mes enfants n'ont pas encor' rien mangé
mais vive le courage, mais qui sait-il en avoir?
Infâme société, donne-nous à manger.

Vive le courage, mais qui sait-il en avoir?
L'anarchie saurait le défendre.
Mais vive le courage, mais qui sait-il en avoir?
Mes enfants ont faim, demandent du pain.

Moi aussi je veux m'habiller en socialiste,
le rouge c'est beau, rouges sont les drapeaux.
Mais enfin, le jour viendra de la révolution,
Infâme société, tu vas tout payer.

Enfin le jour viendra de la révolution,
enfin le jour viendra où tu vas tout payer
enfin le jour viendra du drapeau rouge,
Infâme sociéte, tu vas tout payer.

La vie est belle, l'honneur c'est plus beau qu'elle,
j'aime ma femme, j'aime toute ma famille.
Mais vive le courage, mais qui sait-il en avoir?
Infâmé société, donne-nous à manger.

On a rempli les prisons de socialistes,
garde à toi, gouvernement, sale malfaiteur.
Enfin, le jour viendra de la révolution,
infâme société, tu vas tout payer.

5/4/2007 - 19:19


CATERINA, LA TERRA TI SIA PESANTE
di Riccardo Venturi

Caterina Bueno e Maurizio Geri alla Casa del Popolo di Fiesole.
Caterina Bueno e Maurizio Geri alla Casa del Popolo di Fiesole.


Ero seduto su una panchina davanti alla spiaggia di Marina di Campo, stasera. La notizia della morte di Caterina Bueno mi è arrivata per telefono da Manuela, e ho aspettato che aprisse un cavolo di internet point per venire a scrivere qualche riga. Poi ho visto anche il commento di Renato Stecca.

È stata riportata anche sulla mailing list "Fabrizio", la notizia della morte di Caterina. Con il titolo "Che la terra ti sia lieve"; seguono i "messaggi di cordoglio" di Domenici, di Martini, di Chiti.

Ma la terra, per Caterina, non sarà certo lieve con i cordogli dei politicanti, e nemmeno con la fondamentale notizia che era iscritta alla SIAE. E la terra, comunque, non è mai lieve. È sempre pesante. Ne ha saputo qualcosa lei per tutta la sua vita, passata a cercare e scavare canzoni dal fondo della terra.

Dal fondo della terra e delle lotte. È lei che, nei primi anni '60, raccolse da un contadino di San Giovanni Valdarno, Renato Porri, un canto dimenticato nato probabilmente con la repressione degli scioperi alle acciaierie di Terni, nel 1907. Era "Battan l'otto", o "Viva il coraggio".

La "Ninna nanna di Barberino" era un canto che si perdeva nelle viscere della terra, e nella notte dei tempi. Vi compaiono le tre Parche. Il riferimento alla distruzione delle torri riporta alla guerra tra San Gimignano e Barberino Val d'Elsa, che ebbe luogo nel 1114.

E potrei continuare all'infinito; ma forse diventerebbe una specie di "coccodrillo" e tutto voglio fuorché questo. Sono davvero triste, anche perché Caterina era ancora giovane. E una bellissima donna.

L'ho vista una sola volta, alla Malpensata di Bergamo, a un concerto organizzato dal Gruppo Pane e Guerra di Dario Cangelli. Non ci s'era mai visti, ma quando si cominciò finalmente a parlare, alla fine del concerto, dopo due minuti s'era già a parlare dell'isola d'Elba. Proprio quella sera, a quel concerto, aveva cantato delle canzoni di minatori raccolte a Rio nell'Elba. Terra. E terra pesantissima! Migliaia di tonnellate sopra alle spalle di uomini che scavavano nelle sue viscere.

Ed era quella la sua voce. A volte roca. A volte agra. Come quella terra, come questa nostra terra. Come la vita di un altro che dei minatori sapeva, un maremmano anarchico che poi se ne andò a Milano.

No, Caterina, davvero non te li meriti i cordogli dei politicanti e i loro "fiorini d'oro". Gli venisse l'anguinaia! Ti meriti che battano sempre l'otto. Ti meriti che Rodolfo Foscati evada di galera. Ti meriti che chi ti ha conosciuto anche per una sola volta ti ricordi come una parte di sé. Come un albero dalle radici che resteranno, per sempre, abbarbicate alla gravissima, eterna terra.

Un abbraccio, Caterina.

Riccardo.

Riccardo Venturi - 17/7/2007 - 21:48


Caterina Bueno chitarra e canto
Andrea Degl’Innocenti chitarra

Tratto da
Canti di Maremma e d’Anarchia
Supplemento al n.29 di Avvenimenti – 1997



nel video su YouTube ho fatto precedere il canto da due mie ottave

Compagni io vi prego d’ascoltare
di Caterina Bueno i’ vivo canto
che qui d’i’ vero spirto popolare
l’è l’espression sincera e senza vanto.
“Infame società dacci mangiare”
d’i’ mondo intero esprime i’ disincanto.
Quest’urlo ancor funesta i dì presenti
che ancora c’è chi mòr di fame e stenti.

Che della Caterina ‘un si rammenti
sol quando voce avéa “da pollastrella”
perché, se nell’ascolto state attenti,
in Caterina è un popol che favella.
Alla chitarr’è Andrea Degl’Innocenti
che pe’ vent’anni fu la su’ stampella.
Pe’ i’ canto popolar prendiamo esempio
e diffidiam di quei che ne fan scempio.

Giovanni Bartolomei da Prato - 30/11/2016 - 20:39


Questa invece è la versione tratta da CANTI E INNI SOCIALISTI 3
Dischi del sole DS49 del dicembre 1965:



Quella in cui Caterina si autodefiniva "con voce da pollastra"

Giovanni Bartolomei da Prato - 30/11/2016 - 20:44


Marco Rovelli - Davide Giromini - Battan l'otto - Genova, Piazza Carlo Giuliani - 20 luglio 2017

adriana - 22/7/2017 - 10:44




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