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Volta la carta

Fabrizio De André
Lingua: Italiano


Fabrizio De André

Lista delle versioni e commenti


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(Fabrizio De André)


fabfuma
[1978]
Testo e musica di Fabrizio De André e Massimo Bubola
Lyrics and music by Fabrizio De André and Massimo Bubola
Album: "Rimini"
Rimini

Riarrangiata nel 1979 dalla PFM nei celebri concerti pubblicati poi nel disco "Fabrizio De André in concerto - Arrangiamenti PFM"

Gli altri sono tutti scappati

Volta la cartaIn una ben conosciuta canzone di De André (Volta la carta - 1978), tratta da una antica rima popolare genovese, Fabrizio con la sua sapiente mano ribadisce il suo fermo pensiero contro la guerra, che si risolve solo con l'abbandono del campo di battaglia da parte dei soldati, scappati dall'inferno che li aspetta, o ne troviamo un'interessante analogia nel già citato testo di Cohen The Captain del 1984

"Siamo solo io e lei
Gli altri sono tutti scappati in ritirata"

"volta la carta viene la guerra
per la guerra non c'è più soldati
a piedi scalzi son tutti scappati"


È interessante riportare le versione in lingua genovese di questa antica rima, seppur le strofe non siano esattamente le stesse, ma abbiano come comune denominatore le guerra e la morte:

vorta la carta e se vedde a morte
A morte a scure a gente
vorta la carta e se vedde ciu niente.


Il testo in genovese riportato ci serve a ribadire quanto Fabrizio amava dire a proposito delle traduzioni, e in questo particolare caso proprio e proposito di due canzoni di Cohen che era solito eseguire in concerto, nel 1993.

“A me è sempre sembrato opportuno, quando non si è abbastanza in vena per assumersi in proprio la responsabilità e l'onere di un'opera propria che ci si metta a fare delle traduzioni. Si raggiungono nell'immediato due scopi precisi: quello di esercitarsi e quello di dimostrarsi anche soggettivamente umili.

Io credo che ci sia bisogno di umiltà in qualsiasi mestiere si scelga di fare nella propria vita.

Si può anche poi raggiungere uno scopo più importante, quello di essere utili a tutti, divulgando quel poco o quel molto di poesia, di cultura, che esiste in alcune canzoni di alcuni nostri colleghi che si esprimono in lingua diversa dalla nostra. Ognuno ha il suo modo di tradurre, io naturalmente ho il mio. Di solito non bado molto alla letteralità della traduzione, anzi direi che me ne fotto proprio, a volte addirittura elido; mi interessa di più entrare nello spirito della canzone e attraverso la canzone magari, se ci riesco, entrare addirittura nello spirito, nella forma mentale della persona, dell'autore che l'ha scritta, confortato in questo senso da quanto diceva il nostro maggiore critico letterario del '900 Benedetto Croce, che distingueva le traduzioni in due categorie; quelle brutte e fedeli e quelle belle e infedeli.
E io di fronte a quello che personalmente e modestamente reputo il bello, sono disposto a qualsiasi tipo di infedeltà."


Ebbi a scrivere tempo fa un pensiero su Fabrizio De André, che voglio riportare in chiusura:

“Dico grazie a De André. Grazie perché mi hai fatto conoscere Cohen. Grazie perché ho imparato la poesia. Grazie per la tua musica, per la tua poesia e un giorno te lo ho detto. Ricordi Fabrizio? Grazie per avermi fatto conoscere Cohen. E tu mi hai abbracciato".


Mariano Brustio, Due chitarre contro la guerra da "Ma la divisa di un altro colore"
C'è una donna che semina il grano
volta la carta si vede il villano
il villano che zappa la terra
volta la carta viene la guerra
per la guerra non c'è più soldati
a piedi scalzi son tutti scappati

Angiolina cammina cammina sulle sue scarpette blu
carabiniere l'ha innamorata volta la carta e lui non c'è più
carabiniere l'ha innamorata volta la carta e lui non c'è più.

C'è un bambino che sale un cancello
ruba ciliege e piume d'uccello
tirate sassate non ha dolori
volta la carta c'è il fante di cuori
Il fante di cuori che è un fuoco di paglia
volta la carta il gallo si sveglia.

Angiolina alle sei di mattina s'intreccia i capelli con foglie d'ortica
ha una collana di ossi di pesca la gira tre volte in mezzo alle dita
ha una collana di ossi di pesca la conta tre volte intorno alle dita.

Mia madre ha un mulino e un figlio infedele
gli inzucchera il naso di torta di mele
Mia madre e il mulino son nati ridendo
volta la carta c'è un pilota biondo
Pilota biondo camicie di seta
cappello di volpe sorriso da atleta

Angiolina seduta in cucina che piange, che mangia insalata di more.
Ragazzo straniero ha un disco d'orchestra che gira veloce che parla d'amore
Ragazzo straniero ha un disco d'orchestra che gira che gira che parla d'amore.

Madamadorè ha perso sei figlie
tra i bar del porto e le sue meraviglie
Madamadorè sa puzza di gatto
volta la carta e paga il riscatto
paga il riscatto con le borse degli occhi
piene di foto di sogni interrotti

Angiolina ritaglia giornali si veste da sposa canta vittoria
chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria
chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.

inviata da DonQuijote82 - 27/9/2011 - 17:16




Lingua: Inglese

Versione inglese cantabile di Simon Evnine, Professore Associato di Filosofia all'Università di Miami.

ariminum
TURN THE CARD OVER

In the fields sowing grain there's a girl,
turn the card over and you'll see the churl
the churl hoes the ground till he's sore
turn the card over here comes the war
for the war there are no more recruits
they've all vanished with holes in their boots

Angiolina is starting to preen herself
in those little blue shoes she has on
a policeman has fallen in love with her
turn the card over and now he is gone
a policeman has fallen in love with her
turn the card over and now he is gone

There's a boy climbing over a gate
looking for cherries and feathers to take
he throws stones at things, he has no cares
turn the card over the Jack of Hearts stares
the Jack of Hearts who is all show
turn the card over and hear the cock crow

Angiolina is weaving between her braids
leaves of nettle as six o'clock chimes
she's got a necklace made out of some peach stones
she winds it around her fingers three times
she's got a necklace made out of some peach stones
she counts it through her fingers three times

My mother has a mill and a wandering son
she gets his nose sugared up with a bun
my mother and her mill were born full of laughter
turn the card over there's a blond race car driver
a blond race car driver, silk shirts
a fox fur hat athlete's smirk

Angiolina is in the cantina she's crying
and eating a blackberry salad
a foreign boy's got an orchestral LP
that spins quickly and plays a love ballad
a foreign boy's got an orchesteral LP
that spins quickly and plays a love ballad

Madamadorè has lost her six daughters
they all now work in bars down by the water
Madamadorè has the stink of a cat
turn the card over she pays for them back
she pays for them back with the bags under her eyes
full of photos of dreams unrealized

Angiolina is cutting up papers,
she's dressed as a bride, she sings a brave story
she calls by their true name her memories
turn the card over she's covered in glory
she calls by their true name her memories
turn the card over she's covered in glory

inviata da Maria Cristina Costantini - 24/7/2012 - 13:09




Lingua: Inglese

La versione inglese di Dennis Criteser [2014]
Dal blog Fabrizio De André in English

De Andrè and Bubola weave a story of a young girl who falls in love with an American pilot into strands of other references to pop songs (Angiolina, Madamadorè) and films ("a policeman fell in love with her" references Pane, amore e fantasia, for example). - Dennis Criteser
TURN THE CARD OVER

There’s a woman who sews the wheat,
turn the card over, you’ll see a peasant,
a peasant who tills the earth’s plain,
turn the card over, there comes a war,
for the war there are no more soldiers,
barefoot, they’ve all fled.

Angiolina walks, she walks
in her blue shoes.
A policeman charmed her,
turn the card over and he’s no longer there.
A policeman did charm her,
turn the card over and he's no longer there.

There’s a boy who climbs over a gate,
he pilfers sweet cherries and bird feathers,
he throws stones and has no sorrows,
turn the card over, there's the Jack of Hearts,
Jack of Hearts who's a flash in the pan,
turn the card over, the rooster awakens.

Angiolina at six in the morning
weaves some nettle leaves into her hair.
She has a necklace of peach stones
that she turns three times 'round her fingers.
She has a necklace of peach stones,
she counts it three times between her fingers.

My mother has a mill and an unfaithful son,
she sweetens his nose with an apple pie.
My mother and the mill were both born laughing,
turn the card over there’s a blond pilot,
a blond pilot, tops of silk,
cap of fox fur, smile of an athlete.

Angiolina seated in the kitchen,
who cries, who eats a mulberry salad.
A young foreign boy has a disc of an orchestra
that spins fast, that speaks of love.
A young foreign boy has a disc of an orchestra
that spins and spins, that speaks of love.

Madame Dorè lost six daughters
midst the bars of the port and its allures.
Madame Dorè knows the stink of a cat,
turn the card over and she pays the ransom,
she pays the ransom with the bags under her eyes,
full of photos of dreams interrupted.

Angiolina is cutting up magazines,
dressed as a bride, of victory she sings.
She calls forth her memories with their names,
turn the card over and it ends in glory.
She calls forth her memories with their names,
turn the card over and it ends in glory.

inviata da Riccardo Venturi - 23/2/2016 - 19:12




Lingua: Francese

Traduction française de M.R.
Traduzione francese di M.R.
TOURNE LA CARTE

Il y a une femme qui sème du blé
tourne la carte on voit le paysan
le paysan qui pioche la terre
tourne la carte la guerre arrive
pour la guerre il n'y a plus de soldats
ils se sont tous enfuis pieds nus.

Angiolina marche marche
avec ses souliers bleus
carabinier l'a séduite
tourne la carte et il n'y est plus
carabinier l'a séduite
tourne la carte et il n'y est plus.

Il y a un enfant qui grimpe sur une grille
vole des cerises et des plumes d'oiseaux
lance des pierres, il n'a pas mal
tourne la carte c'est le valet de coeur.
Le valet de coeur qui est un feu paille
tourne la carte le coq te réveille.

Angiolina à six heures du matin
se tresse les cheveux avec des feuilles d'ortie
elle a un collier de noyaux de pêches
qu'elle fait tourner trois fois dans ses doigts
elle a un collier de noyaux de pêches
qu'elle compte trois fois autour de ses doigts.

Ma mère a un moulin et un fils infidèle
elle lui sucre le nez de tarte aux pommes
ma mère et le moulin sont nés en riant
tourne la carte il y a un pilote blond
Pilote blond chemises de soie
chapeau en renard sourire d'athlète.

Angiolina pleure assise dans la cuisine,
elle mange une salade de mûres.
Garçon étranger a un disque d'orchestre
qui tourne vite qui parle d'amour
garçon étranger a un disque d'orchestre
qui tourne qui tourne qui parle d'amour.

Madamadorèe a perdu six filles
entre les bars du port et ses merveilles
Madamadorèe connait le relent du chat
tourne la carte et paye le rachat
paye le rachat avec les poches des yeux
pleines de photos de rêves brisés.

Angiolina découpe les journaux,
s'habille en mariée chante victoire
elle appelle les souvenirs par leur nom
tourne la carte et ça finit bien
elle appelle les souvenirs par leur nom
tourne la carte et ça finit bien.

inviata da M.R. - 2/8/2012 - 19:54




Lingua: Francese

Version française – TOURNEZ LA CARTE – Marco Valdo M.I. – 2019, augmentée de deux autres versions CONCETTA et ARLEQUIN.
Chanson italienne – Volta la carta – Fabrizio De André – 1978
Texte et musique : Fabrizio De André et Massimo Bubola

Dialogue Maïeutique

Tarot - La Mort

Ici, Lucien l’âne mon ami, je vais d’abord te poser une devinette à propos de ces comptines, car sous la chanson de De André, se cachent des comptines populaires plus anciennes. Voici la devinette : qu’évoquent pour toi – qui est familier des arcanes les plus secrets – la carte, la mort, la guerre le vilain bêcheur, le valet de cœur, l’amoureux.

Oh, dit Lucien l’âne, c’est une devinette bien simple. C’est le tarot.

Eh bien exactement, cette comptine, c’est un tarot. Mais, dit Marco Valdo M.I., un tarot divinatoire évidemment, comme en avait fait fabriqué un le premier de la lignée des Visconti-Sforza, prolongeant ainsi l’existence d’un jeu milanais du siècle précédent (sans doute le XIVe). La comptine doit être lue – dans toutes les versions – comme une séance de tirage de cartes, destinée à prédire l’avenir. Comme ici, il y a trois versions et que celle de Fabrizio De André porte le titre de « TOURNEZ LA CARTE », j’ai donné un titre aux autres versions pour m’y retrouver. Il y a donc trois versions : TOURNEZ LA CARTE (Angiolina) ; CONCETTA et ARLEQUIN. Cela dit, tu connais mon goût pour les comptines et pour Arlequin. J’ai d’ailleurs commencé une série (actuellement inachevée) de chansons dont le principal personnage est Arlequin, conçues sous la forme de comptines où la ritournelle est d’ailleurs tirée d’une comptine enfantine du répertoire des enfants :

« Oui, Monsieur Po, oui, Monsieur Li,
Oui, Monsieur Chi,
Oui, Monsieur Nelle,
Oui, Monsieur Polichinelle. »

Je m’en souviens très bien, Marco Valdo M.I. mon ami, elle commençait à Marengo et présentait notamment, « L'Amoureuse d'Arlequin ». J’attends d’ailleurs la suite avec une certaine impatience. Mais, je t’en prie, poursuis.

Donc, Lucien l’âne, on a ici trois versions d’une même comptine italienne – en italien, on dit filastrocca ; j’insiste sur le « ici », car il en existe forcément d’autres ; par exemple, la version de Caterina Bueno – La donnina che semina il grano [No alla guerra], très proche de CONCETTA. Sur le fond, toutes évoquent la guerre, les soldats, la mort. J’ajouterais volontiers que souvent les cartes sont sollicitées quand il s’agit de connaître le destin de celui qui part à la guerre, même si tous savent que cartes ou pas, on revient de là que si on le doit ou pour mieux dire encore – car il n’est pas de destin écrit par avance – si on le peut. C’est d’ailleurs pour ça qu’ils se donnent de l’espoir avec les cartes, mais les cartes – si belles et si futées soient-elles, ne peuvent rien contre le hasard, seul guide de la destinée. Évidemment, derrière tout ça, court l’angoisse et la superstition qui en découle. Enfin, pour ce qui est de mes versions, elles se démarquent quelque peu de la version italienne dont elles sont chacune respectivement issue. Il y a par exemple, certaine allusion à une certaine Annie, bien connue de Serge Gainsbourg – La chanson s’intitule naturellement « Les sucettes » et c’est, à sa façon, une comptine, mais comme toutes les comptines, elles a au moins un double sens.

« Tournez la page : voici les sucettes à l’anis,
Elles sont si bonnes les sucettes d’Annie. »


Oui, j’imagine, Marco Valdo M.I., que les soldats aussi ; surtout, si on lit « Tournez la page » au second degré ; autrement dit, la page est tournée, la guerre est finie. Enfin, je conclus ainsi, car on n’en finirait plus avec cette comptine. Quant à nous, cartes ou pas cartes, nous poursuivons notre tâche et nous tissons le linceul de ce vieux monde superstitieux, croyant, crédule et cacochyme.

Heureusement !

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
TOURNEZ LA CARTE

Une femme sème le grain.
Tournez la carte, on voit le vilain ;
Le vilain qui bêche la terre.
Tournez la carte, arrive la guerre ;
Plus de soldats pour la guerre,
Tous ont fui les pieds à l’air.

En chaussures bleues, marche Angiolina
Le carabinier est amoureux,
Tournez la carte : il n’est plus là.
Le carabinier est amoureux,
Tournez la carte : il n’est plus là.

Un enfant escalade la grille,
Il vole des plumes et des cerises.
Jetez des pierres, il n’a pas peur.
Tournez la carte : c’est le valet de cœur,
Le valet de cœur est un feu de paille ;
Tournez la carte : le coq s’éraille.

À six heures du matin, Angiolina
Tresse ses cheveux de bouts de bois.
Elle tourne un collier de noyaux de pêche
Trois fois entre ses doigts.
Elle tourne un collier de noyaux de pêche
Trois fois entre ses doigts.

Ma mère a un moulin et un fils bonhomme,
Elle tartine son nez de tarte aux pommes,
Ma mère et le moulin tournent en riant.
Tournez la carte, un pilote blanc,
Pilote blanc en uniforme noir,
Sourire d’athlète, chapeau de renard.

Assise dans la cuisine, Angiolina pleure
Et mange de la salade de mûres.
Un garçon étrange met un disque
Qui tourne vite en parlant d’amour ;
Le garçon étrange est un disque ;
Il tourne, tourne et parle d’amour.

Madameadorée a perdu six filles
Dans les bars du port et ses tortilles.
Madameadorée voit son chat qui meurt.
Tournez la carte et payez votre dû,
Payez le dû avec des pleurs
Pleins de photos de rêves perdus.

Angiolina lit les nouvelles du front,
S’habille en mariée, chante la victoire,
Elle appelle ses souvenirs par leur nom,
Tournez la carte : c’est la gloire,
Elle appelle ses souvenirs par leur nom,
Tournez la carte : c’est la gloire.

CONCETTA

La petite dame sème le grain.
Tournez la carte : on voit le vilain,
Le vilain bêche la terre.
Tournez la carte : c’est la guerre,
La guerre avec tous ces soldats.
Tournez la carte : les malades sont là,
Les malades avec toutes leurs douleurs.
Tournez la carte et voici le docteur.
Le médecin soigne les douleurs.
Tournez la carte : voilà Concetta,
Concetta court et s’en va.
Tournez la carte : voilà Lucia,
Lucia fait quelques pas.
Tournez la carte : le coq est là,
Et le coq donne le la.
Tournez la carte : voici la mort,
La mort pour tous les humains.
Tournez la carte : on ne voit plus rien !

ARLEQUIN

La petite dame sème le lin
Tournez la page : voici un bambin.
L’enfant joue par terre
Tournez la page : c’est la guerre,
La guerre avec tous ces soldats.
Tournez la page : les malades sont là,
Les malades avec toutes leurs douleurs.
Tournez la page : voilà le docteur,
Le médecin qui passe entre les lits
Tournez la page : voici les sucettes à l’anis,
Elles sont si bonnes les sucettes d’Annie.
Tournez la page : voilà les pavés ;
Les pavés sur le chemin empilés.
Tournez la page : voilà Lucia ;
Lucia dans sa robe de lin
Tournez la page : voici Arlequin ;
Arlequin marche sur les mains.
Tournez la page : le coq est là,
Et le coq donne le la.
Tournez la page : voici les portes d’airain,
Par les portes passent les humains.
Tournez la page et il n’y a plus rien !

inviata da Marco Valdo M.I. - 25/8/2019 - 22:40




Lingua: Italiano (Piemontese)

Traduzione in piemontese di Bruno e Giorgio Raiteri
CANTI RANDAGI 1995, La ciapa rusa

canranda

Devis Longo (canto, tastiere, midi wind controller, sax soprano)
Maurizio Martinotti (ghironde)
Patrick Novara (piva, piffero, flauti, clarinetto, percussioni)
Bruno Raiteri (violino)
Beppe Greppi (organetto)


VIRA LA CARTA

J'é 'na dona c'a la sernna al gran
vira la carta ta s-ciari 'l vilan
al vilan ca'l sapa la tera
vira la carta la 'riva la uera
a la uera j'é pu mija ad suldà
a scapineta i son tuti scapà
Argiulina camina camina
con i so scarpeti blu
carabiné l'à 'nnamurala,
vira la carta e lu a j'è pu

j'è 'na masnà c'a la monta in cancel
cacia ciresi e piummi d'usel
al tira prej l'a mija ad dulur
vira la carta j'é 'l fant ad cor
al fant ad cor a l'è 'n fo'd paja
vira la carta al gal la sgaja
Angiulina ses uri la matin-na
s'antursja j cavej con foj d'urtija
l'à 'na culan-na ad ganoj 'd persi la
vira trej voti an mes a j di

Me mari l'à 'n mulin e 'n fio traditur
aj pucia al nas ant la turta ad pum
me mari e 'l mulin a j son nasi ridinda
vira la carta a j'è 'n biond aviatur
biond aviatur, camisi 'd seda, capé ad vulp,
suris da atleta
Angiulina setaja 'n cusin-na
la pians e la mangia salada ad mori
al fio frusté l'à 'n discu d'urchesta
c'al gira c'al gira e 'l parla d'amur

Madama Doré l'à perdi ses fiji
'nt al picli dal port e 'l sò meravij
Madama Doré lìà spusa 'd gat
vira la carta e paga al riscat
paga al riscat cun al bursi 'd j occ
pin-ni 'd foto e 'd sogn svanì
Angiulina la taja j giurnal
a 's vest da spusa la canta vitoria
ciama i ricord cun al so nom
vira la carta la finis an gloria

inviata da DonQuijote82 - 27/9/2011 - 21:48




Lingua: Spagnolo

Versione spagnola di Santiago
GIRA LA CARTA

Hay una mujer que siembra el trigo
gira la carta, se ve un campesino,
el campesino que zapa la tierra
gira la carta, viene la guerra
para la guerra no hay más soldados
con los pies descalzos todos escaparon.

Angiolina camina, camina sobre sus zapatos azules
un carabinero la enamoró, gira la carta, y él ya no está
un carabinero la enamoró, gira la carta, y él ya no está.

Hay un niño que salta un portón
roba cerezas y plumas de pájaro
lanza piedras y no tiene dolores
gira la carta, hay un soto de corazones
el soto de corazones que es una flor de un día
gira la carta el gallo se despierta.

Angiolina a las seis de la mañana se trenza el cabello con hojas de ortiga
tiene un collar de huesos de durazno que gira tres veces entre los dedos
tiene un collar de huesos de durazno, lo cuenta tres veces entre los dedos.

Mi madre tiene un molino y un hijo infiel
le azucara la nariz de pastel de manzanas,
mi madre y el molino nacieron riéndose,
gira la carta, hay un piloto rubio,
piloto rubio camisa de seda,
sombrero de zorro, sonrisa de atleta.

Angiolina sentada en la cocina llorando, comiendo ensalada de moras.
Muchacho extranjero tiene un disco de orquesta que gira veloz y que habla de amor
Muchacho extranjero tiene un disco de orquesta que gira, que gira y que habla de amor.

Madamadorè ha perdido seis hijas
entre los bares del puerto y sus maravillas
Madamadorè conoce el hedor del gato
gira la carta y paga el rescate,
paga el rescate con las bolsas de los ojos
llenas de imágenes de sueños interrumpidos.

Angiolina recorta periódicos, se viste de novia, canta victoria,
llama a los recuerdos por su nombre, gira la carta y termina en gloria,
llama a los recuerdos por su nombre, gira la carta y termina en gloria.

inviata da Santiago - 29/9/2016 - 05:13




Lingua: Italiano

La Donnina che semina il grano…

La prima filastrocca di questo nostro libro non è propriamente una filastrocca, non è nemmeno una favola: "Fata Ricotta" è una 'foletta'.

Definire la foletta è difficile, perché è una via di mezzo tra favola, fiaba e filastrocca, possiede lo schema strutturale della favola classica (inizio, crisi, soluzione), e allo stesso tempo la concatenazione, il ritmo, il divertimento proprio della filastrocca.

In pratica la foletta è una filastrocca dilatata, nata per poter raccontare a bambini ancora troppo piccoli delle storie con un ritmo scherzoso e paradossale, "per divertirli e tenerli buoni quando si vestono o si spogliano, per rassicurarli ripetendone i versi,per esercitare la loro memoria, per insegnare nuovi vocaboli…". Ma anche per dar loro, sin da quando li si cambia sul fasciatolo, il senso di una storia, del pericolo e, anche se solo con il tono, poter dire che c'è sempre il modo di trasformare gli ostacoli in opportunità di volo.
In fondo 'basta solo una parola, basta dirla e poi si vola, e se la dici in allegria, ti diventa una poesia…"

Ma quel che distingue la foletta da una favola, non è l'articolazione, o l'intreccio, o la brevità, è invece il tono: sempre paradossale e scherzoso, con un passo cadenzato, con un meccanismo di divertimento e di gioco. La foletta ha una concatenazione tale che se si dimentica un passaggio non si riesce ad arrivare fino in fondo: è un gioco di sinestesia tra immagini, note e parole.

La Donnina che semina il grano


La "Donnina che semina il grano…" è quindi una 'foletta', ne ha tutte le caratteristiche, anche se la storia che vi si racconta non è propriamente una storiella: "è la storia del mondo". C'è in essa la leggerezza, la rapidità, la precisione, la visibilità e la molteplicità che rendeva felice il Calvino delle "lezioni americane". In quattro righe riesce a raccontare l'origine del mondo: dalla dea madre ad un campo fecondo, al villano che zappa la terra ed ecco che arriva la guerra (riferimento a Caino?).
E poi si apre alla molteplicità:la guerra, i soldati, i malati, il dolore, il dottore ed ecco Concetta. E' una ballata che rappresenta ogni 'brutto' della vita, ma in modo così logico e paradossale che non c'è nulla di crudele. E poi i bambini che van per i campi, i lampi, lo spavento, il convento, la preghiera, i pazzi, lo spettro e Lucia. Sempre si parte da una donna e ad una donna si arriva, quasi a indicare la figura rassicurante della mamma. C'è Lucia che fa il vestitino (fata Ricotta si chiama Lucia?), Arlecchino che fa gli sgambetti, i galletti che cantano forte… "volta la carta e si vede la Morte". Persino la morte assume le rassicuranti sembianze di una mamma!
"La morte che falcia la gente, volta la carta e non si vede più niente." Quel niente che sembra solo una pagina bianca ( in oriente il bianco è il colore del lutto) in realtà è un 'passare sul ponte' (come quando il bimbo si appresta al sonno) verso un mondo che non conosciamo ancora, che diciamo 'vuoto' solo perché l'uomo non è in grado di vedere l'oltre.

Quel bianco, quel niente, quel vuoto non è il puro nulla, ma è un 'pieno' strapieno di cose che forse riusciamo a carpire soltanto nel sogno, o nella preghiera, o nella meditazione. Gli orientali lo chiamano "Sunyata", mentre Italo Calvino direbbe che è "quella tensione verso il fuori, l'altrove, l'altrimenti,che altro non è che uno stato di desiderio."
In tale contesto "la Donnina che semina il grano…" non è solo una foletta o una ballata, ma una meditazione verso "qualcosa che è senza dover essere", il vuoto-pieno insomma. Carlo Lapucci parla della 'Donnina' come di un "mandala vocale di carattere ripetitivo e rigido come quello del Rosario: nei quindici punti corrispondenti ad altrettanti misteri, ripercorre la storia della salvezza, la vita dell'Uomo, il viaggio del Verbo nella carne." Secondo lui la filastrocca è un 'mandala', ovvero un disegno circolare.

'Mandala' è un termine sanscrito che significa 'cerchio'. Si tratta di disegnare, rilassandosi, un piccolo cerchio, in cui si rappresenta se stessi, e poi continuare, allargandosi a cerchi concentrici, fino a disegnare l'Universo. Tutto ciò ha un'attinenza diretta con la salute perché quel segno, diceva Jung, sorge spontaneamente sotto la forma di immagini interiori come tendenza della psiche alla autoguarigione.

(Si potrebbe pensare che il 'mandala' sia un concetto tipicamente orientale, mentre invece appartiene ad ogni cultura. Basti pensare ai rosoni gotici delle nostre chiese, o ai 'cerchi' degli atzechi, o ai labirinti dei cretesi…)

Ecco allora che ogni filastrocca si collega spontaneamente ad un'immagine, o meglio ancora ad un segno che man mano sembra "una gallina sul comò", e poi nella sua ripetitività, diventa circolare. Il verso "Ambarabà ciccì coccò…" ad esempio è una linea immaginaria, come uno scarabocchio nel vuoto, una piega nell'aria tracciata dall'inconscio con un gesto tutto naturale.
E viceversa uno scarabocchio può diventare filastrocca. Nella 'Donnina che semina il grano' ad esempio una linea segna l'orizzonte tra cielo e terra, tra visibile e invisibile, Man mano diventa donna, villano, guerra, dolore, malattia, morte. Poi si fa circolare e ritorna a capo, facendoci ritrovare la stessa fatina dell'incipit (Fata Lucia Ricotta!): è un 'mandala'. Infine, nel bianco autunnale del saggio ChiPò,si ritrova lo stesso concetto di vuoto-pieno che ha dato inizio alla nostra ricerca. Il segno si spiega da se.

Se ora come farmacista iniziassi a parlare di gesto, segno e salute sarei costretto a ripetere, filastrocca per filastrocca, tutte le cose già dette. Il segno infatti, più della parola, riesce a rappresentare, 'universalmente' l'equilibrio uomo-ambiente di cui stiamo parlando, diventa esso stesso filastrocca.

In questo non c'è nulla di nuovo: l'aspirazione di cancellare la differenza tra segno e vita infatti non è una nuova, come non lo è il tentativo di esprimere l'intima connessione tra arte e salute. Dallo sgorbio di un bimbo ad un segno di Mirò c'è la stessa tendenza al ricordo, la stessa divertita ricerca tra realtà e ritmi universali.

E se la linea appare semplice, infantile, o 'naif', non significa che il disegno nasca come mera azione spontanea. Dietro lo sgorbio di un bimbo c'è uno studio, un ricordo, un'esperienza che viene da lontano, forse persino ancestrale. Difficile per un adulto fare uno scarabocchio come quello di un bimbo,così semplice e complesso, così leggero e molteplice.
Cosa volete allora che dica un farmacista: il disegno è un atto terapeutico, è lo stare in equilibrio con il proprio corpo, perché son le dita che disegnano, guidate da una mano, in stretto contatto con il cervello, che in quel momento si è fatto un po' universo.

Il disegno è il prolungamento di un gesto, di un batter d'occhi, di un momentaneo contatto con la natura, che grazie all'aiuto di una matita e del bianco di un foglio, si fa scarabocchio creando comunicazione, perché di là c'è sempre un lettore, ovvero l'altro, il diverso. Così l'equilibrio diventa dinamico, tra corpo, mente e ambiente. E questa è la definizione OMS di Salute.
Ad un certo punto ci siamo guardati e abbiamo pensato: "Occorrerebbe equilibrare parole, salute e disegni facendo in modo che nascano insieme!".

Allora ci siamo chiesti: "E se noi, nel mortaio di farmacia, miscelassimo, con 'metodo geometrico', più sostanze scientificamente dimostratesi efficaci, equilibrando parole e disegni, otterremo un buon farmaco?"

Filastrocche.it
Volta la carta

La donnetta che semina il grano
Volta la carta e si vede il villano
Il villano che zappa la terra
Volta la carta e si vede la guerra
La guerra con tanti soldati
Volta la carta e si vede i malati
I malati con tanto dolore
Volta la carta e si vede il dottore
Il dottore che fa la ricetta
Volta la carta e si vede Concetta
Concetta che fugge via
Volta la carta e si vede Lucia
Lucia che fa un bel balletto
Volta la carta e si vede il galletto
Il galletto che canta forte
Volta la carta e si vede la morte
La morte con tanta gente,
Volta la carta e non si vede più niente!

inviata da DonQuijote82 - 27/9/2011 - 17:29




Lingua: Italiano

Altra versione della filastrocca
La donnina che semina il lino
volta la pagina e vedi un bambino;
Il bambino che gioca per terra
volta la pagina e vedi la guerra;
la guerra con tanti soldati
volta la pagina e vedi i malati;
i malati con tanto dolore
volta la pagina e vedi il dottore;
il dottore che passa tra i letti
volta la pagina e vedi i confetti;
i confetti che son tanto buoni
volta la pagina e vedi i mattoni;
i mattoni ammucchiati per via
volta la pagina e vedi Lucia;
la Lucia con la veste di lino
volta la pagina e vedi Arlecchino;
Arlecchino che fa lo sgambetto
volta la pagina e vedi il galletto;
il galletto che canta più forte
volta la pagina e vedi le porte;
dalle porte ci passa la gente
volta la pagina e non vedi più niente.

inviata da DonQuijote82 - 27/9/2011 - 17:50




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