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Un aviatore irlandese prevede la sua morte

Angelo Branduardi
Lingua: Italiano


Angelo Branduardi

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Angelo Branduardi, Un aviatore irlandese prevede la sua morte


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[1992]
Da una poesia di William Butler Yeats
Tradotta Luisa Zappa, moglie di Branduardi
Dal disco "Branduardi Canta Yeats"

snupi


Càpita a volte che in questo sito ci sia qualche disaccordo sugli inserimenti; i casi sono piuttosto rari, ma ci sono. Ad esempio, RV non è d'accordo sull'inserimento di questa canzone, ma un conto è quanto scrive come RV, un altro quando fa l'amministratore del sito. Come RV esprime le sue “idee al riguardo”; come amministratore del sito si limita a prendere atto, e a pensare sanamente che, magari, altri possano -del tutto legittimamente e doverosamente- pensarla in modo radicalmente differente da lui. Così per questa canzone, o meglio si dovrebbe dire per la poesia da cui è tratta. La quale non viene affatto cancellata, e il RV amministratore tiene a precisare al suo contributore, DonQuijote 82, di non prendersela per certe intemperanze del RV “on his own”; in fondo è un bravo ragazzo anche se ha il vizio di vedere fascisti e fascismi dappertutto (ohimé, ben coadiuvato in questo dai rii tempi che viviamo). Che altro dire su questa canzone? E' ben tradotta, ben cantata, ben tutto. Però viene inserita nel percorso sulle CCG di destra, e qui l'amministratore RV e il RV “lui di persona” sono d'accordo. Per sdrammatizzare un po' la cosa (la quale, poi, di per sé non è per nulla un dramma), entrambi i RV hanno deciso di illustrare la pagina con un altro aviatore, uno assai più preferibile al gran poeta nazionale che voleva essere seppellito sotto il Ben Bulben; senza per questo sminuire Yeats, ci mancherebbe altro, e neanche l'album di Branduardi che contiene altre cose molto belle come i Cigni di Coole e Innisfree, l'isola sul lago. Ma, per quanto riguarda gli aviatori, le aviazioni, le aviate e le aviaggini, in questo sito si tifa rigorosamente per Snoopy.


Nota storica sull'aviatore in questione.

Robert Gregory era figlio di Lady Gregory (nome notissimo della cultura irlandese), grande amica di W. Yeats.
Arruolato nel 1914, Robert passò ai Royal Flying Corps (poi R.A.F) nel 1916; nel 1918 fu trasferito, con vari Squadrons britannici, al fronte italiano.
La sua morte fu causata da "friendly fire", fu abbattuto per errore da un aviatore italiano. E' sepolto nel Cimitero Maggiore di Padova.
Non intendo occuparmi del dibattito pro o contro la presenza della canzone di Branduardi in questa pagina; mi interesso della presenza britannica in Italia durante la Grande Guerra, dunque il mio contributo è solo di carattere storico; il fatto che mi interessi di WW1 non significa necessariamente che io sia guerrafondaio.
Detto questo, amo Snoopy, Branduardi, la musica irlandese e il mio colore preferito è il rosso. Cordialità.

http://ireland.wlu.edu/landscape/Group...
http://ireland.wlu.edu/landscape/Group...
(Francesco Brazzale)
Io lo so che sarà là, da qualche parte tra le nuvole,
sarà là che incontrerò alla fine il mio destino;
io non odio questa gente che ora devo combattere,
e non amo questa gente che io devo difendere;
il mio paese è Kiltartan Cross,
la mia gente i suoi contadini,
nulla di tutto ciò può renderli più o meno felici.
Nè la legge nè il diritto mi spinsero a combattere,
non fu la politica, nè l'applauso della folla.
Un impulso di gioia fu, un impulso solitario
che mi spinse un giorno a questo tumulto fra le nuvole;
nella mia mente ho tutto calcolato, tutto considerato,
e gli anni a venire mi sono sembrati uno spreco di fiato,
uno spreco di fiato gli anni che ho passato
in paragone a questa vita, a questa morte.

inviata da DonQuijote82 - 3/2/2009 - 12:17




Lingua: Inglese

La poesia originale

interpretata dai Waterboys in "An Appointment with Mr. Yeats" (2011) e dagli ShamRocks in "Ye Olde Chariot" (2017) col titolo Kiltartan Cross
AN IRISH AIRMAN FORESEES HIS DEATH

I know that I shall meet my fate
Somewhere among the clouds above;
Those that I fight I do not hate,
Those that I guard I do not love;
My country is Kiltartan Cross,
My countrymen Kiltartan's poor,
No likely end could bring them loss
Or leave them happier than before.
Nor law, nor duty bade me fight,
Nor public men, nor cheering crowds,
A lonely impulse of delight
Drove to this tumult in the clouds;
I balanced all, brought all to mind,
The years to come seemed waste of breath,
A waste of breath the years behind
In balance with this life, this death.

inviata da DonQuijote82 - 3/2/2009 - 12:18




Lingua: Italiano (Lombardo ticinese)

Versione dei Vad Vuc

UN AVIATORE IRLANDESE PREVEDE LA SUA MORTE
«An irish airman forsees his death»
(W.B.Yeats - Trad. dialettale di M.Carobbio, S.Cereghetti, D.Cuffaro / M.Carobbio, S.Pau-Lessi)

Al su che incuntraru ul me destin
Che ‘l vola via lassü da na quei part fra i nür;
Quii che cumbati a i odi mia,
Par quii che difendi g’hu mia d’amuur

Ul mè paes l’è Kiltartan Cross,
E i me paesan da Kiltartan i ènn pori gent,
Nissüna fin la g’ha farà dann,
O i a farà püssée cuntent.

Nissün òbilg, nissün pulitic,
nissüna leeg o gent che punta m’ha fai cumbatt
Na sulitaria vöja da piasé
A stu catanaj in dii nür la m’ha purtaa

Hu compesaa tütt e i ann che vegn ma paran
Fiàa trasaa, e fiàa trasaa anca i ann pasàa
In equilibri cun questa vita,
questa mort.

inviata da DonQuijote82 - 8/1/2011 - 01:28


Mi sia permesso qualche più ragionevole dubbio sull'inserimento di questa canzone tratta dalla poesia di Yeats. Non ci vedo proprio niente "contro la guerra", sebbene l'aviatore irlandese affermi di "non amare la gente che deve difendere" e di "non odiare la gente contro cui deve combattere". Ciononostante lo fa per soddisfare il suo "impulso solitario", ma non cambiano certo i risultati: dagli aerei, ora come allora, si sganciavano bombe che cadevano sulla testa di chi stava là sotto. E' una poesia nel pieno gusto estetizzante e romantico di Yeats, l'"uomo solo fra le nuvole" che cerca la morte perché la vita gli sembra noiosa, uno "spreco di fiato"; e, in questo, il suo spirito è pienamente fascista (e, non per niente, l'aviazione e il volo sono tra i miti fondanti del fascismo, nati con le "grandi gesta" degli aviatori durante la I guerra mondiale). La poesia di Yeats esprime un'indifferenza totale verso la vita e verso la morte, e la loro subordinazione all' "impulso di gioia" del singolo. Dal punto di vista mio personale, conoscendola sia come poesia sia nella versione cantata dal "menestrello", l'ho sempre trovata sinceramente raccapricciante; del resto, ripeto, pur conoscendola benissimo ci sarà stato un motivo per cui non l'avevo mai inserita prima (così come c'è per il fatto che William Butler Yeats sia generalmente molto amato dei destroni). Poi fate voi! Certo, io stesso a volte ho approvato canzoni quantomeno dubbie se non addirittura dichiaratamente provenienti dall'area di destra, ma con motivazioni ben precise; questa canzone, e la relativa poesia, mi sembrano soltanto un inno all'indifferenza nel nome di una specie di romanticismo personalistico che ha fatto il suo bel numero di morti; e magari l'aviatore irlandese è sopravvissuto!

Riccardo Venturi - 3/2/2009 - 16:27




Lingua: Italiano

Gradirei che DonQuijote82 sia avvisato di questo tuo commento, RV. L'inserimento di questo testo nel nostro archivio richiederebbe delle motivazioni, e qualora le motivazioni non fossero chiare, bisognerebbe accompagnare il suddetto con tanto di commento. L'utente Don non ha motivato, quindi per il momento - fino a motivazioni da definirsi - metterei in capo alla pagina una grande insegna con scritto: CANZONE PER LA GUERRA.
Va', posso ancora capire che un tedesco piccolo-borghese dia manforte nei campi di sterminio per la salvaguardia della razza ariana. Non giustificabile, di certo, ma comprensibile, per una concomitanza di fattori che vanno dal carisma e la capacità organizzativa di Hitler e soci all'odio collettivo, sedimentato per millenni, di stampo cristiano, contro gli ebrei deicidi.
Non riesco, però, a concepire un aviatore che va gettando bombe per impulsi di gioia (leggasi: sadismo inconscio), né costretto da un falso ideale, né da una legge ingiusta, né da un personale tornaconto. Soprattutto perché gli sarebbe difficile prenderne una in faccia, a casa sua, col sorriso sulle labbra.
Faccio notare, inoltre, che nell'archivio non esistono solo canzoni CONTRO la guerra, ma anche NELLA guerra, come testimonia il nome del percorso a cui è stata aggiunta la canzone, per cui possono essere eventualmente anche PER la guerra. Per cui, a parer mio, la canzone sì rimane, ma bisogna chiarire fin da subito in incipit che non si tratta di una CCG, ma è ospitata in qualità di controparte tra le CCG. E ciò si dovrebbe fare con casi simili.

Aggiungo alla pagina una canzone di Giorgio Gaber, che noi apprezziamo. Riguarda alcuni combattimenti aerei ripetuti tra Snoopy e il Barone Rosso...
SNOOPY CONTRO IL BARONE ROSSO

Achtung Achtung!
Vuoi cantare la storia di Barone tedesco di Grande Germania?

Questa è la storia senza pietà
Che accadde in Germania tanto tempo fa
Un rombo ed un tuono in cielo si udì
L’uccello di guerra nacque così
In cerca di gloria qualcuno partì
E col suo apparecchio veloce salì
Ma lassù più di uno la sua vita lasciò
Il Barone Rosso tutti sterminò

Uno dieci cento e forse anche di più
Tutti gli aerei cadevano giù
E su nel cielo c’era solo lui
Il dannato Barone non sbagliava mai

Ogni speranza piano piano svanì
Quando un giorno un eroe in cielo salì
Era un piccolo cane col nasone all’insù
Il suo nome era Snoopy non so dirvi di più
Il Barone Rosso lo attaccò
Ed in cielo la battaglia divampò
Il piccolo Snoopy fu abbattuto così
Il Barone tedesco roteando sparì

Uno dieci cento e forse anche di più
Tutti gli aerei cadevano giù
E su nel cielo c’era solo lui
Il dannato Barone non sbagliava mai

Ah ah ah ah ah!
Piccolo stupido cane, alles caput!

Col paracadute Snoopy si salvò
E alla vendetta si preparò
Decollò col suo aeroplano ma il Barone fuggì
Se guardate nel cielo sono ancora lì

Uno dieci cento e forse anche di più
Tutti gli aerei cadevano giù
E su nel cielo c’era solo lui
Il dannato Barone non sbagliava mai

Uno dieci cento e forse anche di più
Tutti gli aerei cadevano giù
E su nel cielo c’era solo lui
Il dannato Barone non sbagliava mai

inviata da [ΔR-PLU] - 30/4/2009 - 19:28


Sicuramente è una canzone anomala, e tra l'altro bisogna ricordare che gli Irlandesi nella seconda guerra mondiale si schierarono con i nazisti in funzione anti inglese.
Detto questo la canzone non dice "mi piace lanciare le bombe" a me ricorda molto il "in fondo a me a me piaceva volare" de "Il mio nome è mai più" di LigaJovaPelù (che seppur un'operazione commerciale 1- era una bella canzone contro la guerra senza se e senza ma 2- ha permesso a Emergency di costruire ospedali).

DonQuijote82 - 8/1/2011 - 01:33


Sostenere che "gli Irlandesi nella seconda guerra mondiale si schierarono con i nazisti in funzione anti inglese" significa operare una grossolana semplificazione della storia recente.

In realtà durante "the Emergency" il partito al governo fece allegramente reprimere le manifestazioni pubbliche -pro Alleati o pro Asse che fossero; il movimento fascista era stato incarnato da poche centinaia di "blue shirts" messe insieme da un certo O'Duffy, antisemita d'accatto e cattolico nazionalista il cui progetto naufragò per mancanza di un substrato sociale che lo sostenesse.
Il contributo irlandese al fascismo europeo si concretizzò nell'invio del grosso delle "blue shirts" a sostegno dei franchisti. Prima, però, fecero in tempo a far spazientire il partito di governo, che le mise fuorilegge dalla sera alla mattina.

I materiali disponibili fanno in generale propendere per un sostanziale sbilanciamento della Repubblica a favore degli Alleati, il cui sforzo bellico fu aiutato tra l'altro esportando derrate alimentari e fornendo assistenza alle navi inglesi; i rapporti con l'Asse furono limitati agli omaggi formali strettamente indispensabili ed al mantenimento delle ambasciate.
Da notare che il Regno Unito nel 1940 aveva offerto ad Eamon de Valera nientemeno che la riunificazione territoriale dell'isola, a patto che l'Eire fosse entrata in guerra. L'offerta fu rifiutata.

La popolazione irlandese favorevole all'Asse, minoranza assoluta nonostante tutto, si sfogò con piccole vendette dal sapore nazionalista. La disponibilità della contea di Galway ad accogliere nel 1976 i resti di William Joyce, l'antisemita speaker noto come Lord Haw Haw, è stato probabilmente l'ultimo gesto di questo genere.

Io non sto con Oriana - 9/1/2011 - 12:27


Vorei dire al signor Venturi che l'aviatore di cui parla Yates è morto, la poesia di Yates parla del figlio della prima amante dello scrittore morto nella grande guerra, non è una poesia fascista per niente.

24/3/2011 - 01:40


X Io sto con Oriana

Durante la Seconda guerra mondiale l'IRA pensava di ottenere sostegno dalla Germania nazista nella propria lotta contro gli Inglesi e Séan Russell si recò a Berlino per cercare di ottenere armi e finanziamenti ma morì a bordo del sommergibile tedesco che nel 1940 lo stava riportando in patria. In Irlanda furono scoperti contatti tra l'IRA e alcune spie tedesche ma questi contatti non approdarono mai a nulla di concreto. Nel 1942 ci fu anche una ripresa dell' attività dell'IRA nell'Irlanda del Nord, stroncata rapidamente dalle autorità. L'IRA era stata severamente danneggiata dalle dure misure repressive prese sia a nord che a sud del confine e alla fine della Seconda Guerra Mondiale la situazione dell' organizzazione era disastrosa, con moltissimi militanti internati e scarsissima capacità militare.

DonQuijote82 - 24/3/2011 - 13:55


Grazie a Francesco Brazzale per il suo contributo storico; naturalmente nessuno di noi pensa che che occuparsi della Prima guerra mondiale significhi automaticamente essere un guerrafondaio; tutt'altro.

CCG/AWS Staff - 16/2/2014 - 22:28


Leggo da RV: "...dagli aerei, ora come allora, si sganciavano bombe che cadevano sulla testa di chi stava là sotto" e "...un aviatore che va gettando bombe per impulsi di gioia (leggasi: sadismo inconscio)"
Non era esattamente così, se non altro perchè durante la WW1 i velivoli furono, almeno fino all'ultimo anno di guerra, per lo più ricognitori e caccia e solo i tedeschi si fecero notare bombardando l'Inghilterra, ma con gli Zeppelin.
Lo stesso Kaiser si oppose peraltro (finchè potè) ai suoi generali essendo contrario al bombardamento terroristico sulle città; esisteva ancora, con tutte le virgolette del caso, una specie di atteggiamento "cavalleresco" dal sapore risorgimentale.
Dunque gli aviatori, compreso il nostro,erano una specie di "cavalieri dell'aria" che duellavano tra loro e infatti sono noti ad esempio i casi (italiani) di intendimenti a non usare i proiettili traccianti che in soldoni incendiavano il velivolo avversario, per non dover assistere alla scena dell'aviatore che si gettava nel vuoto piuttosto di ardere vivo a bordo. I vari Barone Rosso, Baracca, Ruffo di Calabria, Barker, etc, erano persone di questo tipo, le loro memorie sono eloquenti; poi, ovviamente, erano in guerra.
Nel '18 l'Italia (!) cominciò a produrre i famosi Caproni, biplani e triplani poi prodotti anche da altri paesi che cominciarono a sganciare effettivamente bombe su obiettivi militari. Il resto poi è noto, dal bombardamento totale sulla città di Dresda, del tutto priva di obirttivi militari (WW2) a Enola Gay, al Vietnam, agli attuali missili "intelligenti" (!).
Ecco, volevo solo contribuire alla lettura di affermazioni un pò superficiali, pur animate da seri intenti. Convengo comunque sulla lettura del "fenomeno aviazione" in chiave "fascista" in senso storico/culturale; basti pensare a Marinetti, Futurismo e Aeropittura, e poi D'Annunzio. Il culto della macchina, della velocità, dell'azione, lo sprezzo del pericolo, non mi dilungo oltre. Miti poi assolutamente fascisti.
Ma concludo in modo leggero, tornando all'immagine di apertura:
https://www.youtube.com/watch?v=Hj69Vp7m7T0
Enjoy!!

Francesco Brazzale - 14/6/2015 - 22:08


Riccardo Venturi ha interpretato correttamente la canzone.
Non solo la poesia incarna la fascinazione del volo come tensione dell'individuo di chiara matrice romantica e fascista, ma la visione dell'intera vita che si sublima nell'istante dell'attacco lo collega al Bushido e alla visione di Mishima.
La lotta che si autolegittima "al di la del bene e del male" (non odio chi devo combattere, non amo chi devo difendere) ha poi dei collegamenti con la fisolofia nietzscheana.

Per concludere questo pezzo è intrinsecamente fascista e filomilitarista proprio perché identifica il valore della lotta in sé come arte e bellezza, a differenza di letture più materialiste o liberiste della guerra che invece cercano sempre delle giustificazioni di tipo economico o morale.

Marco - 14/5/2016 - 00:31


Per chi fosse interessato, qui c'è la storia di quella volta che a vedersela brutta non fu Snoopy, ma direttamente Charlie Brown.

Charles L. Brown nel 1943 era un giovanissimo pilota dell'USAF; per l'equipaggio che comandava e per il suo B17 era la prima missione.
L'obiettivo era la fabbrica degli FW190 tedeschi a Brema, e la città era guardata da duecentocinquanta postazioni antiaeree e da centinaia di caccia. Proprio la contraerea centrò il bombardiere di Charlie Brown, danneggiandolo in modo piuttosto serio. Poi toccò ai caccia, che con ripetuti attacchi nel corso di dieci minuti uccisero il mitragliere di coda e ferirono l'operatore radio, un altro mitragliere e lo stesso Brown. L'aereo ebbe tre motori danneggiati e il timone fracassato.
Mancava l'ultimo tocco.
Da un campo di volo a terra videro l'aereo. Franz Stigler decollò e avvicinò il bombardiere; vide che l'equipaggio ferito non era più un pericolo per nessuno e si ricordò di cosa diceva spesso Gustav Rödel, che era stato suo superiore: "Voi siete pilota di caccia prima, dopo, sempre. Se sento dire che uno di voi ha sparato a qualcuno che scende col paracadute, lo ammazzo con le mie mani".
Stigler non sparò.
Affiancò l'aereo perché nessuno lo bersagliasse; ad urla e a gesti cercò di far capire a Brown che era il caso di atterrare e di consegnarsi prigionieri, o di cercare di raggiungere la Svezia. Brown non capì del tutto le intenzioni di Stigler; ordinò che venisse tenuto sotto tiro ma nessuno aprì il fuoco. Stigler capì, attese che il bombardiere fosse uscito dal tiro della contraerea tedesca, fece il saluto e tornò indietro.
Il B17 atterrò alla base di provenienza nel Regno Unito dopo aver attraversato quattrocento chilometri di mare del Nord. Brown raccontò durante il debriefing di missione quello che era successo, ma gli fu raccomandato di non fare pubblicità alla cosa: episodi come quello potevano far diffondere idee sbagliate sul conto dei piloti tedeschi.
Stigler non disse nulla. Nella Germania del 1943 certi scrupoli potevano costare la corte marziale.

Io non sto con Oriana - 17/9/2016 - 15:57


Francesco Brazzale - 7/2/2018 - 21:20




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