Quando mi hanno chiamato a Maricoleva
vacanza per non oltre tre giorni a me pareva,
diciott'anni non ancora compiuti,
sogni a stenti, dentro sguardi impauriti
scorre in mente la mia faccia a mensa,
tra divise che dichiarano sul grado la loro opulenza,
l'inquadratore che urla, la carta precetto,
69 sarà il mio nome quando sto sotto l'elmetto...
rispondo annuendo ma la tratta e' iniziata
la trafila per la spina neonata
com'è duro partire, e' duro restare per poi pensare
ai miei vent'anni, ai loro fottuti guadagni
impartendo comandi.
Ma mi domando messo in dubbio da un congedato
non e' in fondo cosi' brutto a tutti e' capitato...
tutto era incerto non ci sto pensando certo,
lo scaglione mi e' lontano non e' ancora il momento
quando...
Quando la patria chiama
(Lettere dalla caserma):
"Il tricolore mi ha chiamato io ho risposto giurando
che proteggerò i confini dell'ordinamento
sacco sulle spalle dentro poco importa che metto
ma quando sono partito un nodo in gola mi portavo
dentro.
L'anno lento l'aria da marcia e' noiosa
non resta che pensare alla propria sposa
ma un segreto lo conosco per restare tranquilli,
non far troppe domande, sbatti i tacchi e obbedirgli.
Nel mondo che c'è intorno a tutto batti la stecca,
tromba o sveglia, la musica e' sempre la stessa
eppoi c'è questo, ci hanno concesso anche la scelta
la difesa non violenta della patria perché...
la patria chiama e chi non parte alla chiamata
non farà il proprio dovere non servendo il paese...
mah! l'unico rammarico e' che non so che fare
se non mi danno un comando, dopo passato l'anno.
La disciplina mi ha insegnato ciò che e' giusto o falso
preso per mano impara a camminare passo passo,
mentre ti scrivo c'è' un casino il capo ha indetto
un'adunata
perché' una recluta... dalle scale si e' buttata!"
Quando la patria chiama
(Lettere dal carcere):
Ed eccomi qua che conto i metri della stanza
lo specchio della nazione in missione in televisione
operazione umanitaria per bambini in Somalia,
fatturati in Italia per saltare in aria...
un ordigno in tanti stanno sudando,
ma niente darò e niente ho dato
a chi mi vorrebbe suo soldato, per marciare
circondando di mura, costruendo e costruire
sbarre a non finire...
Per ciò e per questo che non voglio far la guardia
a un palazzo, a una cultura di merda
rapace anche in tempo di pace...
Di chi le patrie e suoi eroi?
E' di chi smercia nel mercato i pezzi dei cannoni.
Questo e' un mio motivo,
purché mi senta ancora vivo dentro, vivo in cella
dichiarando guerra al vero nemico... a viso aperto,
e non finisce quand'esco,
perché sotto le elezioni mi hanno chiamato lo stesso!
Quando la patria chiama
vacanza per non oltre tre giorni a me pareva,
diciott'anni non ancora compiuti,
sogni a stenti, dentro sguardi impauriti
scorre in mente la mia faccia a mensa,
tra divise che dichiarano sul grado la loro opulenza,
l'inquadratore che urla, la carta precetto,
69 sarà il mio nome quando sto sotto l'elmetto...
rispondo annuendo ma la tratta e' iniziata
la trafila per la spina neonata
com'è duro partire, e' duro restare per poi pensare
ai miei vent'anni, ai loro fottuti guadagni
impartendo comandi.
Ma mi domando messo in dubbio da un congedato
non e' in fondo cosi' brutto a tutti e' capitato...
tutto era incerto non ci sto pensando certo,
lo scaglione mi e' lontano non e' ancora il momento
quando...
Quando la patria chiama
(Lettere dalla caserma):
"Il tricolore mi ha chiamato io ho risposto giurando
che proteggerò i confini dell'ordinamento
sacco sulle spalle dentro poco importa che metto
ma quando sono partito un nodo in gola mi portavo
dentro.
L'anno lento l'aria da marcia e' noiosa
non resta che pensare alla propria sposa
ma un segreto lo conosco per restare tranquilli,
non far troppe domande, sbatti i tacchi e obbedirgli.
Nel mondo che c'è intorno a tutto batti la stecca,
tromba o sveglia, la musica e' sempre la stessa
eppoi c'è questo, ci hanno concesso anche la scelta
la difesa non violenta della patria perché...
la patria chiama e chi non parte alla chiamata
non farà il proprio dovere non servendo il paese...
mah! l'unico rammarico e' che non so che fare
se non mi danno un comando, dopo passato l'anno.
La disciplina mi ha insegnato ciò che e' giusto o falso
preso per mano impara a camminare passo passo,
mentre ti scrivo c'è' un casino il capo ha indetto
un'adunata
perché' una recluta... dalle scale si e' buttata!"
Quando la patria chiama
(Lettere dal carcere):
Ed eccomi qua che conto i metri della stanza
lo specchio della nazione in missione in televisione
operazione umanitaria per bambini in Somalia,
fatturati in Italia per saltare in aria...
un ordigno in tanti stanno sudando,
ma niente darò e niente ho dato
a chi mi vorrebbe suo soldato, per marciare
circondando di mura, costruendo e costruire
sbarre a non finire...
Per ciò e per questo che non voglio far la guardia
a un palazzo, a una cultura di merda
rapace anche in tempo di pace...
Di chi le patrie e suoi eroi?
E' di chi smercia nel mercato i pezzi dei cannoni.
Questo e' un mio motivo,
purché mi senta ancora vivo dentro, vivo in cella
dichiarando guerra al vero nemico... a viso aperto,
e non finisce quand'esco,
perché sotto le elezioni mi hanno chiamato lo stesso!
Quando la patria chiama
inviata da Jack - 15/10/2008 - 10:26
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Forse la migliore canzone antimilitarista che abbia mai sentito soprattutto perché scritta e cantata in tempi non sospetti (1994), molto prima delle guerre scoppiate in Kosovo e in Iraq, in cui l'Italia era "abbastanza" coinvolta. Sentitela e fatela sentire!