Beati noi che dal cimitero
ne siamo usciti vivi
con in faccia un giorno di giugno
e a fianco gli uomini e il mare
e la piazza e le bandiere
la bara e noi a cantare
"Bella ciao" e "L'internazionale"
che strano funerale.
Genova Pisa Livorno Roma
uniti senza parlare
e una vita sopra le spalle
e un'altra vita da fare
e la gente trovata perduta
insieme per lavorare
quanto sangue quanto sangue
che si deve versare.
Beati noi che dal cimitero
ne siamo usciti vivi
con in faccia un giorno di giugno
e a fianco gli uomini e il mare
e la strada e la strada
e lasciarsi portare
quanto sangue quanto sangue
che si deve versare
ne siamo usciti vivi
con in faccia un giorno di giugno
e a fianco gli uomini e il mare
e la piazza e le bandiere
la bara e noi a cantare
"Bella ciao" e "L'internazionale"
che strano funerale.
Genova Pisa Livorno Roma
uniti senza parlare
e una vita sopra le spalle
e un'altra vita da fare
e la gente trovata perduta
insieme per lavorare
quanto sangue quanto sangue
che si deve versare.
Beati noi che dal cimitero
ne siamo usciti vivi
con in faccia un giorno di giugno
e a fianco gli uomini e il mare
e la strada e la strada
e lasciarsi portare
quanto sangue quanto sangue
che si deve versare
inviata da Maria Cristina - 22/5/2008 - 13:32
Non so dove ma sono sicurissimo di aver letto che la canzone riguarda i funerali del grande Giovanni Pirelli, erede eretico della grande famiglia industriale milanese e militante/finanziatore dei Dischi del Sole e di molte altre iniziative della sinistra degli anni '60, oltre che curatore con Piero Malvezzi delle "Lettere di condannati a morte della Resistenza". Pirelli morì in un'incidente d'auto a Genova nell'aprile del 1973: nella canzone c'è una città di mare, c'è un giugno che potrebbe essere benissimo un aprile (la Marini ha una memoria che è notoriamente un colabrodo) e il disco è del 1975...
Gigi - 12/3/2009 - 00:37
×
La canzone è tratta dall'album "I treni per Reggio Calabria" (Dischi del sole, 1975).