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Lettera (di Nicola Sacco)

LeTormenta
Lingua: Italiano



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Siamo sempre più legati al materialismo e più consumiamo, più concetti come lotta, ideali, etica, morale, giustizia, uguaglianza vanno svanendo inghiottiti dal mercato globale e così rimaniamo impassibili alle continue violenze che ogni giorno ci circondano, nella nostra realtà quotidiana, nazionale, europea, mondiale e che non cessano mai.
Considero la lettera di Nicola Sacco una sorta di passaggio di consegna alle generazioni future (nella figura di suo figlio), nel continuare ciò che stavano portando avanti i compagni di quel tempo che avevano a loro volta ereditato e raccolto da quelli passati…se noi rappresentiamo il futuro…credo che abbiamo altamente deluso le aspettative dei nostri “padri”; siamo per lo più generazioni senza radici, persi nel caos del consumo, dei media, in sogni di arrivismo nella società del lavoro non più divisa in classi, ma più verosimilmente in caste, l’illusione di essere liberi ci consola, ci fa sentire vivi e fortunati di non essere come quei primitivi che vivono alla giornata, nutrendosi con ciò che la natura offre loro per vivere, completamente disinteressati (o forse semplicemente più saggi per aver capito la vita) a ciò che il progresso mira, ricchezza e profitto per pochi e così queste realtà stanno svanendo schiacciate dal peso delle multinazionali, una storia che si ripete dai tempi del colonialismo, ma si continua ad avanzare, ad avere fiducia nel progresso, nella ricerca, nella scienza, che troverà la soluzione di un problema innescandone un altro… Intanto il silenzio regna, è forse la paura di perdere le nostre sicurezze, i nostri comfort, la nostra tranquilla quotidianità? Possiamo davvero essere così egoisti? Rimanere indifferenti a ciò che stanno facendo, senza muovere nemmeno un dito, spendere almeno una parola? Non dobbiamo forse raccogliere quella speranza di libertà costata a milioni di persone umiliazione, fatica, sacrificio, violenza fisica e psichica, morte, anni di lotte e fame di chi è venuto prima di noi e che anche per noi ha combattuto e sofferto? Non abbiamo forse l’obbligo di combattere per noi stessi e le generazioni future? Con che dignità, con che coraggio riusciremo a sostenere i loro sguardi? Aiuteremo l’oppresso, il debole, il perseguitato o non vogliamo più che siano nostri amici? Se non adesso, quando? Se non sarai tu, chi sarà per te?Apri gli occhi e stringi i pugni,ed è solo il primo passo…
Dal sito ufficiale
Possono bruciare i nostri corpi,
non possono distruggere le nostre idee
esse rimangono per i giovani del futuro,
per i giovani come te
ricorda figlio mio la felicità dei giochi
non tenerla tutta per te
cerca di comprendere con umiltà il prossimo,
aiuta il debole
aiuta quelli che piangono
aiuta il perseguitato, l'oppresso
loro sono i tuoi migliori amici.

inviata da adriana - 29/2/2008 - 18:43




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