Lingua   

El pover Luisin

anonimo
Lingua: Italiano (Lombardo)


Lista delle versioni e commenti



Si tratta di un canto lombardo successivo alle guerre d'indipendenza italiana. La versione che qui presentiamo risale circa al 1880.


Nata dopo la guerra del 1859, questa canzone milanese, divenuta popolarissima, è probabilmente di discendenza colta. E’ tra le più belle canzoni risorgimentali di quel filone che si ispira alla guerra vista dalla parte di chi rimane ad aspettare, spesso inutilmente, il ritorno della persona cara. Il termine "condiziòn' veniva usato dai milanesi, oltre che nell'accezione normale, per indicare il lutto. Il “bord de condizìòn” è quindi il bordo listato a lutto.

Milanese

Presente in tutte le raccolte a stampa di autori milanesi, El pover Luisin è stata registrata in disco da diversi cantanti (si veda ad es. “Memoria di Milano” di Maria Monti e la “Milanese” vol. 2 di Nanni Svampa).


Commento tratto da “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)

(Bernart Bartleby)
Un dì per sta cuntrada
pasava un bel fiö
e un masulin de ros
l'ha trà in sül me pugiö
e un masulin de ros
l'ha trà in sül me pugiö.

E per tri mes de fila
e squasi tüti i dì,
el pasegiava semper
dumà per vedèm mi
el pasegiava semper
dumà per vedèm mi.

Vegnü el cinquantanöv,
che guera desperada!
e mi per sta cuntrada
l'hu pü vedù a pasà
e mi per sta cuntrada
l'hu pü vedù a pasà.

Un dì piuveva, vers sera,
s'ciupavi del magun
quand m'è rivà 'na lètera
cul bord de cundiziun
quand m'è rivà 'na lètera
cul bord de cundiziun.

Scriveva la surela
del pover Luisin
che l'era mort in guera
de fianc al Castelin
che l'era mort in guera
de fianc al Castelin.

Hin già pasà tri an,
l'è mort, el vedi pü,
epür stu pover cör
l'è chi ancamò per lü
epür stu pover cör
l'è chi ancamò per lü

inviata da Riccardo Venturi



Lingua: Italiano

Versione italiana
IL POVERO LUIGINO

Un giorno per questa contrada
passava un bel ragazzo
e un mazzolino di rose
ha gettato sul mio balcone
e un mazzolino di rose
ha gettato sul mio balcone.

E per tre mesi di seguito
e quasi tutti i giorni
passeggiava sempre
soltanto per vedermi
passeggiava sempre
soltanto per vedermi.

Venuto il cinquantanove,
che guerra disperata!
e per questa contrada
non l'ho più visto passare
e per questa contrada
non l'ho più visto passare.

Un giorno pioveva, verso sera,
scoppiavo col magone
quando m'è arrivata una lettera
bordata di nero a lutto
quando m'è arrivata una lettera
bordata di nero a lutto.

Scriveva la sorella
del povero Luigino
che era morto in guerra
di fianco al Castellino
che era morto in guerra
di fianco al Castellino.

Son già passati tre anni,
è morto, non lo vedo più,
eppure questo povero cuore
e ancora qui per lui
eppure questo povero cuore
e ancora qui per lui.

Ma cosa cavolo è il Castelin di cui si parla in questa canzone?

Franco Brera - 10/5/2008 - 12:28


refuso: il povero Luigino nell'ultima strofa anche se è morto non è un mostro

Silva - 10/5/2008 - 16:15


Dal sito del gruppo musicale Pane e Guerra:

"Un'antica e struggente canzone milanese, scritta in seguito alla guerra del 1859, che rovescia completamente la bolsa retorica indipendentista e risorgimentale che tuttora passa a livello educativo. El pover Luisin è un soldatino che probabilmente, essendo di Milano, ha servito nel 1859 l'esercito del Kaiser. Ma nella canzone dell'innamorata non c'è odio nè presa di parte, non vengono neppure citati Italia o Austria: c'è solo il rimpianto per un amore spezzato.

La provenienza colta della melodia si intuisce dalla chiara impronta mitteleuropea dell'incipit, un walzer che richiama alla mente il tema della "Vltava" ("La Moldava") di Bedrich Smetana."

Bartleby - 22/6/2011 - 15:31


Il Castelin sara' il combattente Bartolomeo Bessi Castellini, forlivese. Cercalo sull'internet,

Antonio - 31/8/2011 - 01:57


Castelin potrebbe indicare il colle e la torre di Castellino Tanaro, in provincia di Cuneo, ricordati anche dal Carducci nell’ode Bicocca di San Giacomo a proposito di un altro evento bellico:

là da quel varco, onde sfidando vibra
l’esile torre il Castellino, urlando
arabe torme dilagâr fin dove
Genova splende.


La torre era stata eretta a difesa contro le incursioni saracene: v. la nota di Giambattista Salinari nell’ed. commentata di Rime e ritmi a cura di Manara Valgimigli e dello stesso Salinari (Bologna, Zanichelli, 1964, pag. 49).

L.L. - 27/3/2015 - 11:20


Saluti a tutti voi.
Secondo me il "Castelin" della canzone è la parte rimanente del castello di Orazio Gonzaga situato in Piazza Castello a Solferino, poco distante dalla Rocca.
Ora di questo castello rimane ben poco.
La canzone potrebbe riferirsi a questo castello chiamandolo "Castelin" e quindi sarebbe questo il luogo della morte del Pover Luisin.

Gianbattista - 24/9/2018 - 21:12




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