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Salvatore Giuliano

Del Sangre
Lingua: Italiano


Del Sangre

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Del Sangre, Salvatore Giuliano


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(Del Sangre)


[2000]
Testo di Luca Mirti
Musica di Luca Mirti e Marco "Schuster" Lastrucci
Album: "Ad un passo dal cielo"

pisciottagiuliano


Una canzone molto controversa dei Del Sangre, che inseriamo dopo che sono tornati, almeno per una volta, ad eseguirla in pubblico lo scorso 28 dicembre a Arcola (SP), su esplicita richiesta di un personaggio di eccezione che "è venuto da Torino per sentirla": Giorgio Olmoti. La canzone è preceduta da un'introduzione di Francesco Senia, del quale riportiamo anche un commento comparso il 25/09/2007 sulla mailing list "Fabrizio":

Luca Mirti e Marco "Schuster" Lastrucci, i Del Sangre.
Luca Mirti e Marco "Schuster" Lastrucci, i Del Sangre.
Il confine sugli scogli...
Di Francesco Senia, 25 settembre 2007.

Il mio amico Luca Mirti ha scritto una canzone, un capolavoro, che però oramai i Del Sangre non cantano più. "Salvatore Giuliano" è una canzone che definire "scomoda" è poco! E' una canzone sul bandito Giuliano e, credo, gli sia stata suggerita dalla visione di film (non quello di Rosi, ma lì Giuliano è "invisibile"), e da alcune letture. La canzone, presentata in qualche centro sociale, a suo tempo, ha provocato un certo genere di reazioni, sicuramente un po' troppo scomposte. E Luca ha smesso di cantare quella canzone in pubblico. Non so se a torto o a ragione, in quanto la decisione è sua, ma non posso fare a meno di sentirmi defraudato di una bella canzone, e della sua esecuzione pubblica, anche se dal testo "discutibile". E poi, perché discutibile? Solo perché salta l'episodio di Portella della Ginestra, assumendo la tesi "innocentista" per cui a sparare non sarebbe stato Giuliano? O discutibile perché disposto a farsi carico del "mito" Giuliano? "Se nascessi ieri, combatterei ancora accanto a te".
Ma qui si parla della rivolta dell'individuo contro lo stato, non di stragi mafiose! Si parla del diseredato contro il ricco, del docile che finalmente scatta contro il prepotente, della vendetta sociale! Di quel che, in Sicilia, via via ha preso figura in Antonino Di Blasi detto Testalonga, nei fratelli La Mattina, in Francesco Paolo Versalona, in Salvatore Giuliano.
Insomma, banditi!
Persino Buttitta, che ne "La vera storia di Salvatore Giuliano" non è affatto tenero e afferma:

"Iu nun sugnu prufeta né nduvinu,
dicu ca lu briganti Giulianu
fici lu iocu chi fa lu pallinu,
ca di na manu passa a n'autra manu"

quando si tratta di descrivere il clima e le ragioni che fanno di Giuliano un bandito, così lo descrive:

"Era un picciottu cu li sensi sani,
n'arma pulita, un ciriveddu nettu:
unu di ddi picciotti paisani
cu lu cori na cascia di carrettu;

si taliava mannava faiddi,
sidd'era notti astutava li stiddi."

E ancora:

"Poviru figghiu, c'agghiutti cutugnu!
La sorti certi voti è na caina,
custrinci l'omu a fari zoccu un sugnu,
lu metti ntra na gaggia, lu ncatina.

E Turiddu partiu, mari in timpesta!
L'arma dintra lu saccu e focu ntesta!"


Così come in "Giù la testa" Juan mette in guardia Sean a proposito dei banditi che diventano generali, Come Pancho Villa, i problemi di Giuliano cominciano quando accetta di essere arruolato da Finocchiaro Aprile nell'Evis, l'esercito separatista. Da questo momento in poi, ogni mossa diventa quasi una mossa obbligata. Uno zugzwang! Ma Giuliano ci crede a modo suo:

"Nun vulemu cchiù sbirri e priputenti,
ma na famigghia di Siciliani
chi travagghiunu e manianu cuntenti
senza lagnusi supra li custani:

schiavi di nuddu, libbiri, patruna
di zoccu avemu, e zoccu Diu nni duna!"

Nel 1946, lo stato concede l'autonomia alla Sicilia e i risultati delle elezioni politiche del 2 giugno confermano che i siciliani non sono affatto separatisti. Le cosche mafiose si ritirano dal movimento separatista. Giuliano rimane solo e si sente tradito. Si incontra con i baroni agrari, con mafiosi e politicanti. Lo convincono a combattere con le armi i partiti della sinistra!
Seguirà Portella della Ginestra, e l'assalto armato a camere del lavoro e sedi dei partiti di sinistra. Il governo gli manda contro l'esercito, e Giuliano si rende conto di essere stato ingannato da baroni, mafia e politicanti.

"All'innumani scinni a Partinicu,
trova li mafiusi nni la chiazza,
e nta un minutu, ntempu chi lu dicu,
ci spara e cincu nterra nn'arimazza."

"A sti nfamuna li corna ci sgangu,
ordini un nni ricivu cchù di nuddu;
lu me nnomu jttaru nni lu fangu
e nni lu sangu pi sta genti abbuddu;

tuttu lu munnu mi sputa e mi pista,
orbu haiu statu, orbu, senza vista."

E scrive al giornale comunista:

"Egregiu diritturi, lei si sbagghia,
sugnu briganti misu a prima lista,
ma nun sugnu mimicu a cu travagghia;
a la Purtedda nun sparavu ju,
e ci lu giuru quantu è vero Diu!"


Il resto parla della morte di Giuliano, ed è la verità della canzone di Luca. La morte costruita a tavolino, e poi rappresentata trascinando il morto nel cortile. E tutto il resto.

"L'arba a Castilvitranu s'arruspigghia
cu Giuliano tra gli occhi e li cigghia"

Quello che manca è l'immagine che Buttitta dà della madre quando vede il figlio morto:

"la matri d'un briganti matri resta:
lu lampu luci, e porta la timpesta!"

E madre di Giuliano è la Sicilia, in cui, con tutte le contraddizioni, la storia di Giuliano si iscrive. Storia di bandito, con cui forse potrebbe valere la pena combattere, dall'inizio.
Per cambiare la fine!
Lo sguardo nel sole che spacca la terra a metà
Terra di figli affamati di libertà
Sfidasti la legge colpendo lo stato nel cuore
E per la tua causa gettasti sul piatto il tuo onore
E da Montelepre alle porte di Roma
Il tuo nome bussò
Portato dal vento per bocca di un di un popolo che disse no.

Oh, oh……Bandito!
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora per te
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora con te.

Gridasti al potere la tua sete di libertà
Togliendo ricchezze per fame a chi fame non ha
E per la tua gente donasti il tuo sangue e il tuo amore
Per l’indipendenza il tuo fiume di rabbia e dolore
E sputasti in faccia a un regime mafioso
Che ti condannò
Per chiuderti gli occhi un fratello di sangue in denaro comprò.

Oh, oh……Bandito!
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora per te
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora con te.

Oh, oh……Bandito!
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora per te
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora con te.

Nel buio di un torrido luglio qualcuno sparò,
all’albero di Monreale il tuo sogno impiccò
Mostrando il tuo corpo ai signori di Castelvetrano
Disteso in cortile una falsa pistola alla mano
Chi vive ricorda che pezzo pagasti la tua liberà
Bandito Giuliano
La partita è aperta e il tuo sogno vivrà.

Oh, oh……Bandito!
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora per te
Se nascessi ieri combatterei ancora, ancora con te.

inviata da CCG/AWS Staff - 2/1/2008 - 16:08


Commento volentieri il testo della canzone perché, dopo tante bugie vergognose che ho letto e sentito su S.G., finalmente uno spiraglio... Credo fermamente che S.G. dovrebbe essere ricordato come un eroe , non come l'assassino che non è. Ciò che mi dispiace è che le cose vadano al contrario: chi dice stupidaggini continua e fa proseliti, chi dice la verità viene fermato. Non sarebbe corretto giudicare la scelta di non cantare più questo capolavoro di canzone, ma sarebbe scorretto anche non esprimere il mio disappunto. Che peccato! Spero che l'autore ci ripensi.

Serafina Palminteri - 24/8/2008 - 10:23


La canzone dei Del Sangre,non più cantata dagli autori, è finalmente conosciuta dai monteleprini e non solo.
Splendido testo!

M. A.

Maria - 10/11/2008 - 21:32


In realtà, Maria, qualche (poca) volta i Delsangre l'hanno ricantata, su insistenza di amici e con una sorta di introduzione in cui spiegano tutto il suo percorso molto accidentato. Speriamo che leggano questa pagina, e che ci ripensino definitivamente. Saluti cari.

CCG/AWS Staff - 10/11/2008 - 22:42


Finalmente qualcuno coi propri occhi giudica le gesta di Giuliano nella maniera più sublime che si possa fare. Finalmente gli artisti seguendo le orme di De Andrè, pongono la loro arte al servizio dei personaggi socialmente scomodi perchè profeti della verità. A Giuliano va riconosciuto il suo spirito rivoltoso difronte a uno stato indifferente e parassita al cospetto di una sicilia sempre martoriata in mano al connubbio mafia/politica.
Credo che Salvatore Giuliano è per noi siciliani ciò che Che Guevara è stato per Cuba, solo che la storia la scrive chi vince, e putroppo in sicilia ha vinto la mafia travestita di politica e alta borghesia! Ringranziando i Del Sangre, volevo chiedere il favore di aiutarci a ripristinare una figura fin qui denigrata, perchè ancora oggi ai potenti fa comodo così...farò di tutto affinchè la vostra posia arrivi ai cuori dei ciechi e indifferenti, fate di tutto affinchè rendiate giustizia a chi ha combattuto per la libertà! Grazie!!
Di Maria Pietro di Montelepre

20/6/2009 - 16:10


Voglio sperare che il testo della canzone e anche alcuni commenti siano semplicemente poco informati. Tuttavia qualche dubbio è giustificato visto che le ricerche su questo personaggio di G. Casarrubea sono state pubblicate nel 1997 con il titolo "Portella della ginestra". nei libri successivi, fino al più recente intitolato "Lupara nera" vengono alla luce fatti e misfatti, trame e strategie di lotta politica contro lo stato repubblicano italiano e, in merito a questo personaggio, la sua organica partecipazione militare e politica con le trame della destra eversiva italiana.
Un Che Guevara fascista? Certo in questo paese confuso e disorientato anche questa abbiamo sentito!

Leonardo - 18/8/2009 - 11:31


ce ne vorrebbero tanti di giuliani oggi in questo mondo sporco e malvagio ma se trovassimo il coraggio di essere ognuno giuliano nel propio paese sono un grande ammiratore di turiddu giuliano e o un ricordo suo che non potro mai dimenticare

uolf - 25/9/2009 - 19:00


le storie deghi accaduti un tempo venivano dette dai cantastorie mi ritengo fortunata ad avere il disco grazie per altre notizie

anna maria - 5/12/2009 - 23:02


volevo agiugere che sono di castelvetrano

5/12/2009 - 23:04


La canzone musicalmente è splendida, cantata in maniera professionale come pochi sanno fare. L'ho conosciuta per caso, cercando qualcosa che riguardasse la figura di Salvatore Giuliano. Devo ammettere che tra i tanti libri, articoli, 3 film, articoli e inchieste, trasmissioni televisive, questi cinque minuti e mezzo rappresentano qualcosa di impressionante. E se fosse vero? La canzone non accenna al fatto che ha inchiodato il giovane di Montelepre al rango di freddo assassino che ha sparato su inermi contadini compiendo una strage disumana: undici morti, decine di feriti. L'autore del testo si è forse distratto? Credo di no, anzi! non parla di Portella semplicemente perchè si è convinto che Giuliano non c'entri nulla. E come la mettiamo col processo di Viterbo? Turiddu e la sua banda sono stati condannati in tutti e tre i gradi di giudizio. Capitolo chiuso. Eppure su quella vicenda fu imposto il segreto di Stato, fino al 2016. A quale scopo, se la condanna stabilì che trattavasi di "semplice strage" cioè non politica, in quanto gli autori furono considerati semplici banditi, anche se feroci assassini? I giudici hanno condannato e i politici hanno apposto il segreto di stato. Sino a quando non si saprà la verità, sarà legittimo il beneficio del dubbio. In anni più recenti un altro personaggio, Bettino Craxi, è stato condannato definitivamente come un volgare ladro e malfattore, ma oggi la sua tomba viene visitata persino dalle più alte Istituzioni della Repubblica Italiana. La sua figura di statista è stata rivalutata. Fermo restando le differenze abissali tra i due condannati, dobbiamo convincerci che la sicilianità è un castigo?

siciliano doc. - 23/4/2010 - 23:39


E' una canzone molto bella. Ascoltandola si prova una forte emozione e viene il desiderio di ricominciare a lottare per la giustizia vera e la vera libertà. Forse non abbiamo abbastanza fame.
Laura

laura - 18/8/2010 - 23:33


Sono stato attratto sempre da questa storia che è poi della Sicilia intera.
Sarà che sono siciliano e noi tutti siamo assetati di giustizia, abbiamo combattuto da sempre contro le ingiustizie che abbiamo subito dalla Politica a dai quei deliquenti che hanno agito nel nome di "mafia" a non far progredire questa terra e la "nostra Gente".

Des - 25/7/2011 - 12:11




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