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2025
La collina è libera
La collina

Un racconto potente della battaglia di Costa Pelata (11-12 marzo 1945), preludio alla Liberazione di Voghera, Casteggio, Pavia fino all’arrivo a Milano.

collina


Umberto Negruzzi “Berto”
LA BATTAGLIA DI COSTA PELATA segna la fine dell’ultimo massiccio e coordinato rastrellamento che impegna diverse centinaia di fascisti (GNR, BN, Fiamme Bianche e della famigerata Sicherheit) oltre ad alcuni reparti tedeschi, con tre direzioni d’attacco: da Broni verso valle Scuropasso, da Godiasco verso valle Ardivestra, da Varzi per la zona di Pietragavina. Analoga puntata è effettuata nel tortonese nelle Valli Curone e Grue dalla BN di Alessandria. La prima direttrice investe i partigiani della “Togni” e della “Balladore” che rispondono all’attacco guidato dal colonnello Fiorentini della Sicherheit, che ha attrezzato una corriera ed una autoblindata. Si ripresentano scene di distruzione, razzia e violenza: a Bosco di Montecalvo viene uccisa una bambina di 12 anni Giuseppina Cocchi, a Casone sono fucilati due contadini, Carlo Pisani (54 anni) e Pietro Maini (42 anni), accusati di aiuto ai partigiani. Lungo il percorso la colonna fascista, che si fa scudo di un ostaggio, cattura il partigiano della “Togni” Renato Moretti (21 anni, che verrà fucilato per rappresaglia il 14 marzo a Cigognola su richiesta di Fiorentini, che rifiuta ogni possibile scambio di prigionieri). La reazione dei partigiani, sostenuti ancora una volta attivamente dalla popolazione, riesce a bloccare l’attacco ed a conquistare sia la corriera che l’autoblindata, respingendo i fascisti. Da ricordare anche la rapida apparizione di due aerei (forse inglesi) che scendono a mitragliare le colonne dei rastrellatori, con l’effetto di galvanizzare i partigiani e di sorprendere gli attaccanti. Nel settore di Pietragavina la colonna nazifascista riesce ad occupare Valverde ed a Cascina Riassa uccide Umberto Negruzzi “Berto” di Tovazza, (32 anni), valoroso comandante di un distaccamento della “Crespi” da poco nominato capo di stato maggiore della brigata. Una perdita durissima per la divisione “Aliotta”. Dopo avere raggiunto Costa Cavalieri i rastrellatori sono attaccati dal distaccamento “Missori” della brigata “Casotti” che li respinge su Costa Pelata mentre a Valverde i garibaldini della “Crespi” con i giellisti di Giovanni Antoninetti “Capitano Giovanni” combattono contro il presidio fascista lasciato in paese. Sono fasi convulse, la collinetta viene persa e ripresa più volte, dagli uomini di Luchino dal Verme “Maino”, con scontri ravvicinati. L’autoblindata catturata il giorno prima viene colpita e resa inutilizzabile, mentre una colonna che arriva in soccorso dei fascisti viene attaccata dal distaccamento “Bixio” della “Casotti” che vede cadere il suo comandante, Luigi Migliarini “Vento” (22 anni, nato a Rimini e trasferitosi quasi subito a Roma con la famiglia, entrato nei partigiani dopo l’8 settembre). Agli uomini della “Casotti” giungono in appoggio anche le brigate “Sandri”, “Balladore” e “Togni”. In questa fase cadono Giovanni Antonielli (58 anni) e Giuseppe Bonelli (64 anni) uccisi mentre cercano di salvare la loro cascina colpita dal fuoco dei fascisti, ed è ferito gravemente anche il partigiano Gino Molinari “Pio” (23 anni) - accorso a dare man forte con altri reparti giellisti piacentini, muniti di armi anticarro - che morirà all’ospedale di Bobbio dopo alcuni giorni. La fuga dei rastrellatori da Costa Pelata corrisponde a quella da Valverde: nella fretta fanno caricare dai contadini di Costa Cavalieri i morti ed i feriti, dimenticando anche un caduto che verrà poi recuperato da uno dei contadini, Alessandro Schiavi, mandato da Godiasco dopo aver trattenuto in ostaggio il figlio per la durata del trasporto. La collina è ormai fuori dal controllo dei nazifascisti. La liberazione si avvicina.
pavia.anpi.it
Sulle colline d'inverno,
ancora imbiancate,
il gelo punge forte il fiato,
si mescola il vento.
Oltre la costa il nemico avanza,
il fuoco resiste, la speranza danza.
Sotto il gelo di marzo,
il rumore dei passi

Ta-ta, ta-ra-ra-ra, ta-ra-da-da, ta-ra-ra-ri, da-da-da.

L'autoblinda in fiamme rotola giù,
il fumo copre il cielo,
il rombo dell'aereo.
Ogni nome caduto è inciso nel tempo,
ogni passo un segno di memoria.
Rinasce ancora la nostra storia.

La collina libera,
questo sole nostro è di chi resiste,
il giorno è vicino.
La collina libera,
questo sole nostro è di chi resiste,
il giorno è vicino.
La collina libera.

Hanno preso Renato,
Berto l'hanno ammazzato,
e anche al bosco una bimba di 12 anni.
A Casone son fucilati Pietro e Carlo,
contadini accusati, di aiuto ai ribelli.

Hanno preso Renato,
Berto l'hanno ammazzato,
e anche al bosco una bimba di 12 anni.
A Casone son fucilati Pietro e Carlo,
contadini accusati, di aiuto ai ribelli.

La collina libera,
questo sole nostro è di chi resiste,
il giorno è vicino.
La collina libera.

inviata da Dq82 - 10/12/2025 - 13:35




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