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Certi ragazzi di Tel Aviv

Gianni Siviero
Lingua: Italiano



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(anonimo)


2025
XVII°
17
Ho scritto e gettato una cosa molto lunga,
una sorta d’invettiva, certo uno sfogo,
ma mi ero forse spinto troppo al largo
parlando di scuola e famiglia come cura,
contro ignoranza, patria, e anche confini,
ingredienti che servono a scatenare una guerra.

Secondo me naturalmente, perché, dicevo,
per convincere della gente a uscir di casa,
lasciare famiglia e bottega per andare
ad ammazzare persone che non conosce,
rabbia, idiozia e ignoranza di massa
sono soltanto l’equipaggiamento di base.

L’ignoranza la si trova bell’e fatta,
l’odio lo si introduce narrando storie,
la rabbia la si monta come la panna
basta agitare frottole in teste vuote,
metti tutto in una divisa, dietro una bandiera,
poi “armiamoci e partite” ed ecco la guerra.

Manca ancora l’ingrediente del coraggio
e qui sorge il quesito più importante:
ne serve di più per prendere la mira
e centrare in mezzo agli occhi uno che passa
senza chiedersi chi sia e come la pensa,
o ci vuole più coraggio a dire no?

Non ho dubbi, ce ne vuol molto di più per dire no,
come fanno certi ragazzi puliti a Tel Aviv
rifiutando di trasformarsi in assassini,
e certo qualcuno la chiamerà vigliaccheria,
ma è l’unica ricetta, l’unico utile eroismo,
come quello dell’infermiere, del medico, del pompiere,
l’eroismo è di chi si mette in gioco per salvare.
L’eroismo è di chi si rifiuta di ammazzare.

inviata da DQ82 - 5/12/2025 - 17:00




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