Çok yorgunum [1]
Beni bekleme kaptan
Çok yorgunum
Beni bekleme kaptan
Seyir defterini başkası yazsın
Seyir defterini başkası yazsın
Çınarlı, kubbeli, mavi bir liman
Beni o limana
Çıkaramazsın
Beni o limana
Çıkaramazsın
Çınarlı, kubbeli, mavi bir liman
Beni o limana
Çıkaramazsın
Beni o limana
Çıkaramazsın
Çok yorgunum
Beni bekleme kaptan
Beni bekleme kaptan
Çok yorgunum
Beni bekleme kaptan
Seyir defterini başkası yazsın
Seyir defterini başkası yazsın
Çınarlı, kubbeli, mavi bir liman
Beni o limana
Çıkaramazsın
Beni o limana
Çıkaramazsın
Çınarlı, kubbeli, mavi bir liman
Beni o limana
Çıkaramazsın
Beni o limana
Çıkaramazsın
Çok yorgunum
Beni bekleme kaptan
[1] Le ripetizioni figurano nella canzone non nell’originale
inviata da Riccardo Gullotta - 12/3/2025 - 19:40
Lingua: Inglese
English translation / Ingilizce çeviri / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Rukiye Uçar
Rukiye Uçar
THE BLUE HARBOUR [1]
I am very tired; do not wait for me, captain.
Have someone else keep the ship's log.
A blue harbour with plane trees and domes.
You cannot take me to that harbour...
I am very tired; do not wait for me, captain.
Have someone else keep the ship's log.
A blue harbour with plane trees and domes.
You cannot take me to that harbour...
[1] It is the original title of the poem
inviata da Riccardo Gullotta - 12/3/2025 - 19:44
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italyanca çeviri / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
SONO MOLTO STANCO (PORTO AZZURRO)
Stanco, sono davvero stanco. Capitano, non aspettarmi
Il diario di bordo fallo tenere a qualcun altro
Un porto azzurro di platani e cupole
A quel porto non mi ci puoi portare
Stanco, sono davvero stanco. Capitano, non aspettarmi
Il diario di bordo fallo tenere a qualcun altro
Un porto azzurro di platani e cupole
A quel porto non mi ci puoi portare
inviata da Riccardo Gullotta - 12/3/2025 - 19:46
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Şiir / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Nâzım Hikmet
Müzik / Musica /Music / Musique / Sävel :
Cem Karaca
Album: Die Kanaken
lo pane altrui, e com'è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale
[Dante, Paradiso XVII)
I quattro versi della poesia Mavi liman "Porto azzurro" furono composti da Nâzım Hikmet in esilio nel 1957. Si riferiva a Istanbul. Sul viale del tramonto era ormai certo che non ce l’avrebbe fatta a rivedere la sua terra. Cem Karaca non poteva trasporre meglio in musica una sensazione, più che una confessione, di tutti quelli che non solo vivono in esilio ma vivono l’esilio.
Segue l’ultima strofa della poesia di sette strofe di Hikmet, Vasiyet "Testamento" del 1953:
- öyle gibi de görünüyor -
Anadolu'da bir köy mezarlığına gömün beni
ve de uyarına gelirse,
tepemde bir de çınar olursa
taş maş da istemez hani...
"Compagni, se muoio prima di quel giorno [1]
– Ed é sempre più probabile–
Seppellitemi nel cimitero di un villaggio in Anatolia,
e se ce n'è uno a portata di mano,
un platano potrebbe stare al di sopra
non avrei bisogno di una lapide o altro"
[1] è precisato nel secondo verso della poesia: kurtuluştan önce yani "il giorno della Liberazione".
La sua volontà non fu rispettata. Sin dalla sua morte , nel 1963, i suoi resti giacciono nel cimitero di Novodevičij [Новодевичье кладбище] a Mosca. La cittadinanza turca gli fu restituita nel 2009. [Riccardo Gullotta]