Niente può spiegare, non puoi giustificare.
Gli spari sulla gente, l'abisso del dolore,
è difficile pensare, non si può immaginare.
Le grida e le macerie, lo sguardo spaventato,
di quei bambini, si potesse per un attimo volare,
più veloci di ogni aereo militare,
tra le case sbriciolate dalle bombe
e riuscire ad ascoltare quelle voci.
E c'è bu io qui, siamo sempre più da soli.
La notte qui, davvero fa troppa paura,
il lampo e l'urlo degli spari.
E c'è buio qui, non lasciateci da soli.
Morire qui, davvero fa troppa paura,
sbatte troppo forte il cuore.
Potessimo sognare, un istante immaginare,
i giochi nelle strade, i sorrisi e le risate,
di quei bambini, si potesse finalmente superare.
Ogni logica, arroganza militare,
la spietata indifferenza delle bombe,
e riuscire ad ascoltare quelle voci.
E c'è bu io qui, siamo sempre più da soli.
La notte qui, davvero fa troppa paura,
il lampo e l'urlo degli spari.
E c'è buio qui, non lasciateci da soli.
Morire qui, forse fa meno paura
se ti stringono le mani.
Gli spari sulla gente, l'abisso del dolore,
è difficile pensare, non si può immaginare.
Le grida e le macerie, lo sguardo spaventato,
di quei bambini, si potesse per un attimo volare,
più veloci di ogni aereo militare,
tra le case sbriciolate dalle bombe
e riuscire ad ascoltare quelle voci.
E c'è bu io qui, siamo sempre più da soli.
La notte qui, davvero fa troppa paura,
il lampo e l'urlo degli spari.
E c'è buio qui, non lasciateci da soli.
Morire qui, davvero fa troppa paura,
sbatte troppo forte il cuore.
Potessimo sognare, un istante immaginare,
i giochi nelle strade, i sorrisi e le risate,
di quei bambini, si potesse finalmente superare.
Ogni logica, arroganza militare,
la spietata indifferenza delle bombe,
e riuscire ad ascoltare quelle voci.
E c'è bu io qui, siamo sempre più da soli.
La notte qui, davvero fa troppa paura,
il lampo e l'urlo degli spari.
E c'è buio qui, non lasciateci da soli.
Morire qui, forse fa meno paura
se ti stringono le mani.
inviata da Dq82 - 30/1/2025 - 17:35
Di fronte alla immane tragedia in corso ho deciso di ripubblicarla con il suo titolo originario: ho quindi chiesto a Marco Barusso di remixarla e ad una grandissima artista, Alessandra Ravizza (voce dei Rebis), di cantarla con me.
Non mi illudo certo che una banale canzone possa cambiare qualcosa, è forse più un'esigenza personale di sfogare l’angoscia e la rabbia per questa tragedia.
Ma credo che comunque sia importante non tacere, non voltarsi dall'altra parte di fronte ad un simile orrore.
Io l'ho fatto così.
Spero che molti altri artisti, musicisti, intellettuali, esprimano pubblicamente e con forza il loro sdegno e rompano l'ignobile silenzio e l'indifferenza su questo crimine.
Insieme alla canzone ho deciso di realizzare questo videoclip. Quello in corso a Gaza è stato definito come il primo genocidio documentato e filmato in diretta delle stesse vittime. Questo video è stato quindi realizzato semplicemente assemblando alcuni frammenti dei moltissimi filmati che ogni giorno raccontano sui social l'orrore di questo crimine, cercando di aprire gli occhi all’opinione pubblica su questo dramma e sulla complice e ipocrita immobilità dei cosiddetti democratici paesi occidentali.
Sono filmati di reporter e di semplici cittadini; alcuni di loro probabilmente oggi non sono più vivi. Ho volutamente evitato di inserire immagini troppo violente che potessero urtare la sensibilità delle persone. Questo anche perché l’ho ritenuto irrispettoso per le stesse vittime e anche perché, banalmente, il video sarebbe stato censurato. Ma per scegliere quali immagini utilizzare ho dovuto comunque visionare quasi un centinaio di filmati, molti dei quali documentano in maniera agghiacciante il massacro sistematico di uomini, donne e, soprattutto, bambini. Uccisi, orribilmente dilaniati dalle bombe, mutilati, lasciati agonizzare per l'impossibilità di essere curati. È stata un'esperienza terribile, quasi insopportabile. Ma ho sentito che era un mio dovere morale, in quanto essere umano, sia non chiudere gli occhi e non voltarmi dall'altra parte, sia unirmi in qualche modo allo sdegno che questo crimine contro l'umanità sta suscitando in tutto il pianeta. Oltre diecimila bambini innocenti massacrati in soli quattro mesi. Un orrore che non lascia spazio a nessuna giustificazione.
Il brano, cantato da me e Alessandra Ravizza, è stato suonato da Antonio Di Salvo alle chitarre, Roberto Rosa al Basso, Cristiano Carcano alla Batteria e Alessio Briano alle tastiere. La pre-produzione è stata affidata ad Alessandro Mazzitelli, mentre i mixaggi e il mastering sono stati realizzati da Marco Barusso.
Non mi illudo certo che una banale canzone possa cambiare qualcosa, è forse più un'esigenza personale di sfogare l’angoscia e la rabbia per questa tragedia.
Ma credo che comunque sia importante non tacere, non voltarsi dall'altra parte di fronte ad un simile orrore.
Io l'ho fatto così.
Spero che molti altri artisti, musicisti, intellettuali, esprimano pubblicamente e con forza il loro sdegno e rompano l'ignobile silenzio e l'indifferenza su questo crimine.
Insieme alla canzone ho deciso di realizzare questo videoclip. Quello in corso a Gaza è stato definito come il primo genocidio documentato e filmato in diretta delle stesse vittime. Questo video è stato quindi realizzato semplicemente assemblando alcuni frammenti dei moltissimi filmati che ogni giorno raccontano sui social l'orrore di questo crimine, cercando di aprire gli occhi all’opinione pubblica su questo dramma e sulla complice e ipocrita immobilità dei cosiddetti democratici paesi occidentali.
Sono filmati di reporter e di semplici cittadini; alcuni di loro probabilmente oggi non sono più vivi. Ho volutamente evitato di inserire immagini troppo violente che potessero urtare la sensibilità delle persone. Questo anche perché l’ho ritenuto irrispettoso per le stesse vittime e anche perché, banalmente, il video sarebbe stato censurato. Ma per scegliere quali immagini utilizzare ho dovuto comunque visionare quasi un centinaio di filmati, molti dei quali documentano in maniera agghiacciante il massacro sistematico di uomini, donne e, soprattutto, bambini. Uccisi, orribilmente dilaniati dalle bombe, mutilati, lasciati agonizzare per l'impossibilità di essere curati. È stata un'esperienza terribile, quasi insopportabile. Ma ho sentito che era un mio dovere morale, in quanto essere umano, sia non chiudere gli occhi e non voltarmi dall'altra parte, sia unirmi in qualche modo allo sdegno che questo crimine contro l'umanità sta suscitando in tutto il pianeta. Oltre diecimila bambini innocenti massacrati in soli quattro mesi. Un orrore che non lascia spazio a nessuna giustificazione.
Il brano, cantato da me e Alessandra Ravizza, è stato suonato da Antonio Di Salvo alle chitarre, Roberto Rosa al Basso, Cristiano Carcano alla Batteria e Alessio Briano alle tastiere. La pre-produzione è stata affidata ad Alessandro Mazzitelli, mentre i mixaggi e il mastering sono stati realizzati da Marco Barusso.
Dq82 - 30/1/2025 - 17:36
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Gaza è una canzone che ho scritto nel 2009, dopo la sanguinosa operazione militare "Piombo fuso" dell’esercito israeliano e che ho poi pubblicato qualche anno dopo, con la band dei "Subbuglio!", con il titolo "Canzone per i bambini nel buio".
Roberto Grossi