È mia figlia che stringe la mia mano,
in silenzio camminiamo
fino a dove la frontiera
segna l'unico confine
tra l'inferno e la speranza,
un domani senza nome
e i giocattoli lasciati in una stanza.
È mio padre che procede
a testa alta tra due ali di ferocia,
tra la gente che lo insulta
con gli sguardi più cattivi
ed i mitra già spianati,
ecco gli ultimi del mondo,
ecco guarda i nostri nemici.
È mia madre che sorride alla paura
per far sì che la paura
non sia il filo del ricordo,
da una terra fino all'altra
e dall'uno all'altro mare
con fatica e dignità.
È mia madre come un angelo caduto
nella polvere del tempo
dentro una città in macerie,
un passato già perduto
e un futuro che nessuno
forse ci restituirà.
È mio fratello a piedi nudi
in mezzo al fango,
con il volto insanguinato,
con il cuore incattivito,
animale in una gabbia
muta di filo spinato,
guarda in faccia il mondo intero
ed il mondo ha già dimenticato.
È mia sorella nell'imbuto
di quel campo dove il cielo
è un buco nero che divora
anche il silenzio,
dove Dio muore ogni giorno,
gli uomini aspettano il vento
e non resta altro che un'eco disperata
tra pareti di cemento.
È mia figlia occhi azzurri come l'aria,
i capelli profumati come questa terra scura
che mi scivola dai polsi e dalle labbra,
figlia vedi, non conoscono mia età.
È mia figlia in alto sopra le mie spalle
che mi insegna già a guardare oltre il peso del dolore,
oltre gli uomini in divisa,
il recinto, la frontiera, con coraggio e dignità.
È mia figlia in alto sopra le mie spalle
che mi insegna già a guardare oltre il peso del dolore,
oltre gli uomini in divisa,
il recinto, la frontiera, con coraggio e dignità.
in silenzio camminiamo
fino a dove la frontiera
segna l'unico confine
tra l'inferno e la speranza,
un domani senza nome
e i giocattoli lasciati in una stanza.
È mio padre che procede
a testa alta tra due ali di ferocia,
tra la gente che lo insulta
con gli sguardi più cattivi
ed i mitra già spianati,
ecco gli ultimi del mondo,
ecco guarda i nostri nemici.
È mia madre che sorride alla paura
per far sì che la paura
non sia il filo del ricordo,
da una terra fino all'altra
e dall'uno all'altro mare
con fatica e dignità.
È mia madre come un angelo caduto
nella polvere del tempo
dentro una città in macerie,
un passato già perduto
e un futuro che nessuno
forse ci restituirà.
È mio fratello a piedi nudi
in mezzo al fango,
con il volto insanguinato,
con il cuore incattivito,
animale in una gabbia
muta di filo spinato,
guarda in faccia il mondo intero
ed il mondo ha già dimenticato.
È mia sorella nell'imbuto
di quel campo dove il cielo
è un buco nero che divora
anche il silenzio,
dove Dio muore ogni giorno,
gli uomini aspettano il vento
e non resta altro che un'eco disperata
tra pareti di cemento.
È mia figlia occhi azzurri come l'aria,
i capelli profumati come questa terra scura
che mi scivola dai polsi e dalle labbra,
figlia vedi, non conoscono mia età.
È mia figlia in alto sopra le mie spalle
che mi insegna già a guardare oltre il peso del dolore,
oltre gli uomini in divisa,
il recinto, la frontiera, con coraggio e dignità.
È mia figlia in alto sopra le mie spalle
che mi insegna già a guardare oltre il peso del dolore,
oltre gli uomini in divisa,
il recinto, la frontiera, con coraggio e dignità.
inviata da Dq82 - 14/1/2025 - 12:59
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2024
Canzoni d’amore per un paese in guerra
Ho scritto questa canzone dopo aver visto, tempo fa, una foto di un padre con la sua bambina sulle spalle, mentre sullo sfondo si vedevano le guardie di frontiera armate fino ai denti, a protezione del confine. Ricordo che pensai: e se fosse mia figlia? Se quelle persone in fuga fossero mia madre, mio padre, mia sorella, mio fratello? Così è nata. Racconta uno dei grandi temi di tutte le epoche, non solo della nostra. Ho provato a mettermi nei loro panni, e a raccontare la loro Odissea di esseri umani.
Lineatrad 137/2024