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Il mio fiume

Massimo Priviero
Lingua: Italiano


Massimo Priviero

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2024
Diario di vita
diario

Mio nonno paterno era una figura molto centrale nella mia infanzia e nella mia adolescenza. Nato a fine ‘800, giovane soldato valoroso e decorato sul Piave, poi pescatore, operaio, padre di 4 figli, appassionato lettore, da autodidatta, di classici della letteratura. Lo immagino ancora oggi camminare vicino a me, lento nella sua vecchiaia consumata fino alle ultime gocce, un piccolo sigaro toscano che ogni tanto compare, la riva del mare che si mescola con la foce del Piave. I suoi silenzi quando gli chiedevo della sua guerra di ragazzo, i suoi sorrisi quando parlava della nonna e dei figli, tra cui ovviamente mio padre, la sua intatta chiarezza stanca quando toccava con le parole i luoghi della vita dove il destino lo aveva fatto lavorare ogni giorno da mattina a sera. I suoi ideali intoccabili. Il legame indissolubile con la sua e dunque con la mia terra. Che era dentro di lui. E della quale conosceva ogni respiro, ogni luce, ogni ombra, ogni parola.
C’è un fiume che scorre dov’è casa mia
Che poi bacia il mare veloce vedrai
Quand’ero bambino andavo lì sulla riva
Ora un po’ ti racconto se mi ascolterai
Un vecchio un po’ strano era il mio amico migliore
Ma di mio nonno alla fine gran cose non so’
Lui mi diceva lo vedi quel bosco vicino
Lì ho sparato al nemico ma mai racconterò
Ed anche un giorno mi disse so’ che hai musica in cuore
Prendilo come un regalo che ti ha fatto il buon Dio
Magari scrivere canti sarà il tuo mestiere
Capirai lungo il viaggio quale destino è il tuo
Ma ora ho da dirti una cosa importante
Che io spero in mente tu ben fisserai
Ti vedo figlio del mondo e andrai spesso distante
Ma qui c’è la terra tua non scordartelo mai

Disse : ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Qui c’è la terra tua non scordartelo mai

Lui lasciò questo mondo in un giorno d’estate
Come chi non ha il fiato per restare qua
E lo fece vi giuro un po’ sorridendo
Me lo ricordo bene che io stesso ero là
Era più o meno un anno dall’ultima volta
Passata insieme noi due sulla riva del fiume
E lui mi aveva parlato come chi apre una porta
E quello che ha in testa lo vuol dire bene
“Ho combattuto in quel bosco e fui forse il più audace
Ma più sacro del Piave è sacra la pace
Poi l’ideale di un uomo io l’ho fatto mio
Giacomo Matteotti questo era il nome suo
E ho tirato su figli e amato una donna sola
Lavorando da mulo dall’alba alla sera
Ho anche girato il mondo e un po’ questo lo sai
Ma qui c’è la terra mia non lo scordavo mai”

Che ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa è la terra tua non scordartelo mai

Ti dirò che anche adesso dopo tanta mia vita
Ed aver visto paesi e forse mille città
Specie verso il tramonto quand’è primavera
Finisce che a volte io ritorno là
E mi siedo in silenzio sulla riva del fiume
Come se fosse un segreto che ancora abbiamo io e lui
E poi chiudo gli occhi per sentir la sua voce
Che mi dice bambin non scordartelo mai

Che ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa è la terra tua non scordarlo mai
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa è la terra tua non scordartelo mai

inviata da Dq82 - 20/11/2024 - 12:06




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