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Φεύγω μακριά πατρίδα μου

Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης


Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης

Lista delle versioni e commenti


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Févgo makriá patrída mou
[1959]

Ποίημα / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Dimitris Christodoulou [Δημήτρης Χριστοδούλου]

Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Mikis Theodorakis

Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Grigoris Bithikotsis[Γρηγόρης Μπιθικώτσης]

'Αλμπουμ / Album : Αρχιπέλαγος

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Dimitris Hristodoulou fu membro della Resistenza, fece parte dell’EAM, fu fatto prigioniero dagli inglesi nel 1944. E’ una figura tra le meno conosciute nel panorama della letteratura greca moderna. Eppure pubblicò 27 raccolte di poesia, 15 novelle, 5 racconti. Scrisse anche 13 sceneggiature teatrali. Scrisse i testi di parecchie canzoni per Mikis Theodorakis, Stavros Xarchakos, Manos Loisos, Christos Leontis, Linos Kokkotos, Mimis Plessas, Giorgos Zampetas. Il videoclip è notevole, nell’ultima parte sono presenti parecchi riferimenti all’attualità. Anche questa canzone è colma del dolore di chi parte per non ritornare. Il ritornello parla dell’amarezza dello sguardo rivolto alla costa con accenti e note musicali che rimangono impressi.
[Riccardo Gullotta] 
Φεύγω μακριά πατρίδα μου,
φεύγω και το μαντήλι
να μην το φέρεις στο γιαλό,
να μη μου φέρεις δείλι.

Πικρά ειν’ τα μάτια του γιαλού
γι αυτόν που ταξιδεύει
γι αυτόν που πάει στην ξενιτιά
και μια φωνή γυρεύει.

Αδειάσανε τα χέρια μου
και γέμισαν τα μάτια
δάκρυα, πόνο, μοναξιά
και η καρδιά φαρμάκια.

Πικρά ειν’ τα μάτια του γιαλού
γι αυτόν που ταξιδεύει
γι αυτόν που πάει στην ξενιτιά
και μια φωνή γυρεύει.

Να του φωνάξει απ’ τη στεριά
καλέ μου γύρνα πίσω
θα σου χαρίσω την αυγή,
μ’ αστέρια θα σε ντύσω.

Πικρά ειν’ τα μάτια του γιαλού
γι αυτόν που ταξιδεύει
γι αυτόν που πάει στην ξενιτιά
και μια φωνή γυρεύει.

inviata da Riccardo Gullotta - 10/9/2024 - 15:19




Lingua: Italiano

Μετέφρασε στα ιταλικά / Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 10-9-2024 19:16
Parto lontano, patria mia

Parto lontano, patria mia, [1]
Parto in esilio, e il fazzoletto
Non lo riportare a riva,
Non mi riportar la sera.

Amaro è mirar dal mare
La costa, per chi ha da viaggiare,
Per chi va in terra straniera [2]
In cerca d’una voce.

Mi si son svuotate le mani,
Mi si sono empiti gli occhi
Di lacrime, pena, solitudine
E di tormento al cuore.

Amaro è mirar dal mare
La costa, per chi ha da viaggiare,
Per chi va in terra straniera
In cerca d’una voce.

Ecco, gli grida da terra:
Amore mio, torna indietro!
Ti farò dono dell’alba,
Ti vestirò di stelle.

Amaro è mirar dal mare
La costa, per chi ha da viaggiare,
Per chi va in terra straniera
In cerca d’una voce.
[1] Il greco è lingua al tempo stesso sottile e indefinita. Nell’antichità classica, φεύγω (imparentato strettamente col latino fugio) voleva dire quasi esclusivamente “fuggire, scappare”; nella lingua moderna, come ad esempio c’insegna un altro capolavoro theodoraciano, Το τρένο φεύγει στις οχτώ, vuol dire quasi sempre “partire” (nessuno si sognerebbe mai di dire che il treno “fugge” alle otto). Ciononostante l’antico senso della fuga si è, a volte, mantenuto; cosicché l’imperativo aoristo, φύγε, significa “vattene via, togliti di mezzo, lèvati di ‘ulo”. Qui, il bravo traduttore si trova nel dilemma: la storia alla base della canzone ci dice che si tratta di una partenza in esilio, cioè di una fuga bella e buona; ho preferito però mantenere il senso della “partenza”, del partire in esilio. Per i fieri Elleni, dire “fuggo, scappo”, sarebbe un disonore, anche se vi si è costretti perché sennò ti fanno la pelle o ti mandano a Makronissos. Insomma, questa è una pura “testata”: su questioni del genere, fatte di una singola parola, io e il Testa stavamo al telefono per due ore di fila, rigorosamente alle una di notte. E il tempo fugge, o parte. Anche, spero, un’occasione per andare a riascoltarsi la canzoncina del treno che parte alle otto per Katerini, cantata dalla Dimitriadi. Con la doppia versione, di “GPT” e mia. Senza contare che il greco si fa capire anche da chi non ne ha mai imparata mezza parola.

[2] Un’altra parola, ξενιτειά (o ξενιτιά, tanto si pronuncia allo stesso modo) che, oltre ad essere pressoché intraducibile per tutte le connotazioni che ha, è una delle dieci o venti “parole chiave” della lingua greca. Prendi un dizionario qualsiasi, e leggi: πάω στην ξενιτειά, “vado all’estero”. Poi continui: “terra straniera”. Giustissimo, ma i dizionari non dicono quel che sottintende questa parola: L’ Elleno parte sempre per motivi non piacevoli. L’esilio, la fuga, l’emigrazione, il lavoro. Il greco è quasi sempre costretto a partire dalla Grecia. La ξενιτειά è terra ostile, dove si va a morire senza poter più rivedere la terra dei padri (πατρίδα), il paese natio (χωριό), la mammina (μανούλα) e gli amici (φίλοι). Chi parte in terra straniera va verso la morte, tanto più che c’è da attraversare la θάλασσα (parola straniera quanto mai, perché da millenni vuol dire “mare” in greco senza che si sappia da quale altra lingua pelasgica, cioè straniera quanto mai, sia provenuta). Ed anche la Libertà parte in esilio, spesso, in Grecia, fin dai tempi della “Biondina”, la Ξανθούλα di Solomòs...

10/9/2024 - 19:17




Lingua: Francese

Version française – JE PARS AU LOIN, MA PATRIE – Marco Valdo M.I. – 2024
D’après la version italienne de Riccardo Venturi – Parto lontano, patria mia – 2024
D’une chanson grecque – Φεύγω μακριά πατρίδα μου – Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης – 1959
[1959]

Poème : Dimitris Christodoulou [Δημήτρης Χριστοδούλου]
Musique : Mikis Theodorakis
Interprétée par : Grigoris Bithikotsis[Γρηγόρης Μπιθικώτσης]
Album : Αρχιπέλαγος

LE RIVAGE  <br />
Michalis Oikonomou - 1930
LE RIVAGE
Michalis Oikonomou - 1930



Dimitris Hristodoulou fut membre de la Résistance, fit partie de l'EAM, et fut fait prisonnier par les Britanniques en 1944. Il est l'une des figures les moins connues de la littérature grecque moderne. Et pourtant, il publia 27 recueils de poésie, 15 romans et 5 nouvelles. Il écrivit aussi 13 scénarios de théâtre. Il écrivit les textes de plusieurs chansons pour Mikis Theodorakis, Stavros Xarchakos, Manos Loisos, Christos Leontis, Linos Kokkotos, Mimis Plessas, Giorgos Zampetas. Le clip vidéo est remarquable, et dans la dernière partie, on trouve plusieurs références à l'actualité. Cette chanson est aussi empreinte de la douleur de ceux qui partent pour ne plus revenir. Le refrain parle de l'amertume du regard tourné vers la côte avec des accents et des notes de musique qui restent gravés.
[Riccardo Gullotta].
JE PARS AU LOIN, MA PATRIE

Je pars au loin, ma patrie,
Je pars en exil et ne ramène
Pas mon mouchoir sur le rivage,
Ne me ramène pas la nuit.

Amère est la vue du rivage
Pour qui voyage,
Qui, à l'étranger, s’en va
Chercher une voix.

Mes mains sont vides,
Mes yeux sont embrumés
De larmes, de douleur, de solitude,
Mon cœur est empoisonné.

Amère est la vue du rivage
Pour qui voyage,
Qui, à l'étranger, s’en va
Chercher une voix.

De la terre, elle m’appelle :
Mon amour, reviens !
Je te donnerai le matin,
Je te vêtirai d'étoiles.

Amère est la vue du rivage
Pour qui voyage,
Qui, à l'étranger, s’en va
Chercher une voix.

inviata da Marco Valdo M.I. - 12/9/2024 - 16:55




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