Για πιάσε γύφτο σφυρί κι αμόνι
και κάτσε φτιάξε μια φυλακή
για να χωρέσουν οι μαύροι πόνοι
που δε χωράνε μες στην ψυχή
Δεν είναι νύχτα για να περάσει
δεν είναι μέρα για να διαβεί
ειν’ η ζωή μου σ’ αυτήν την πλάση
σαν μια Μεγάλη Παρασκευή
Για πιάσε γύφτο σφυρί κι αμόνι
και κάτσε φτιάξε χρυσό κλουβί
να φυλακίσω αυτό τ’ αηδόνι
μπας και γλυκάνει η Κυριακή
Δεν είναι νύχτα για να περάσει
δεν είναι μέρα για να διαβεί
ειν’ η ζωή μου σ’ αυτήν την πλάση
σαν μια Μεγάλη Παρασκευή.
και κάτσε φτιάξε μια φυλακή
για να χωρέσουν οι μαύροι πόνοι
που δε χωράνε μες στην ψυχή
Δεν είναι νύχτα για να περάσει
δεν είναι μέρα για να διαβεί
ειν’ η ζωή μου σ’ αυτήν την πλάση
σαν μια Μεγάλη Παρασκευή
Για πιάσε γύφτο σφυρί κι αμόνι
και κάτσε φτιάξε χρυσό κλουβί
να φυλακίσω αυτό τ’ αηδόνι
μπας και γλυκάνει η Κυριακή
Δεν είναι νύχτα για να περάσει
δεν είναι μέρα για να διαβεί
ειν’ η ζωή μου σ’ αυτήν την πλάση
σαν μια Μεγάλη Παρασκευή.
inviata da Riccardo Gullotta - 10/9/2024 - 00:06
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Μετέφρασε στα ιταλικά / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
android2020
android2020
PERCHÉ IL FABBRO FERRAIO PRESE INCUDINE E MARTELLO
Perché il fabbro ferraio prese incudine e martello
e, -stai buono- costruì una prigione?
Perché ci stessero dentro i tristi dolori,
e non stessero dentro il cuore.
Non c'è notte che passi,
non c'e giorno che passi,
la vita mia è in questo creato
come un Venerdì Santo.
Perché il fabbro ferraio prese incudine e martello
e, -stai buono- costruì una gabbia dorata?
Perché io possa chiudervi questo usignolo,
che forse addolcirà la domenica.
Non c'è notte che passi,
non c'e giorno che passi,
la vita mia è in questo creato
come un Venerdì Santo.
Perché il fabbro ferraio prese incudine e martello
e, -stai buono- costruì una prigione?
Perché ci stessero dentro i tristi dolori,
e non stessero dentro il cuore.
Non c'è notte che passi,
non c'e giorno che passi,
la vita mia è in questo creato
come un Venerdì Santo.
Perché il fabbro ferraio prese incudine e martello
e, -stai buono- costruì una gabbia dorata?
Perché io possa chiudervi questo usignolo,
che forse addolcirà la domenica.
Non c'è notte che passi,
non c'e giorno che passi,
la vita mia è in questo creato
come un Venerdì Santo.
inviata da Riccardo Gullotta - 10/9/2024 - 00:07
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Μετέφρασε στα ιταλικά / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 10-9-2024 09:53
Riccardo Venturi, 10-9-2024 09:53
A conferma che, oramai, manca poco ad essere mandato in pensione, direi che “Android 2020” se l’è cavata più che bene. Non ha capito soltanto una cosa: quel piccolo για iniziale non è la comune preposizione για “per”, ma un για “collaterale”, una popolare interiezione che potrebbe essere resa con “su, forza, gnàmo” et similia. L’androide è stato quindi fuorviato, ed ha preso dei normali imperativi aoristi (πιάσε, φτιάξε) per degli aoristi indicativi. Insomma, come dire: l’androide ha fatto un errore comprensibile, diciamo da principiante avanzato (advanced beginner). Lo scuso senz’altro, quando stavo imparando il greco ne ho fatti ben di peggio. Solo, ohimé, che la cosa risale a 45 anni fa. Allora gli androidi si trovavano solo nei libriccini di Asimov... [RV]
Su, piglia un fabbro, un martello e un'incudine
Su, piglia un fabbro, un martello e un’incudine,
Sièditi e fabbrica una prigione,
Ché ci stian dentro le nere pene
Che dentro all’anima non ci stanno.
Manco una notte che passi,
Manco un giorno che scorra via:
La mia vita in questo mondo
E’ come un venerdì santo.
E allora, piglia un fabbro, un martello e un’incudine,
Sièditi e fabbrica una gabbia d’oro,
Perché vi rinchiuda quest’usignolo,
Così, forse, s’addolcisce la domenica.
Manco una notte che passi,
Manco un giorno che scorra via:
La mia vita in questo mondo
E’ come un venerdì santo.
Su, piglia un fabbro, un martello e un’incudine,
Sièditi e fabbrica una prigione,
Ché ci stian dentro le nere pene
Che dentro all’anima non ci stanno.
Manco una notte che passi,
Manco un giorno che scorra via:
La mia vita in questo mondo
E’ come un venerdì santo.
E allora, piglia un fabbro, un martello e un’incudine,
Sièditi e fabbrica una gabbia d’oro,
Perché vi rinchiuda quest’usignolo,
Così, forse, s’addolcisce la domenica.
Manco una notte che passi,
Manco un giorno che scorra via:
La mia vita in questo mondo
E’ come un venerdì santo.
@Riccardo Venturi: Usque ad finem (ben lontani da legionari e necrofili)
La parola pensione si addice ai comuni mortali, ad esempio il sottoscritto (fruitore non pentito da una ventina d’anni). Per i personaggi, tra cui certi filologi, il termine sembra un ircocervo. Insomma se il filologo , nella fattispecie fine grecista, ha disponibilità di tempo troverà materia e testi abbastanza meritevoli della sua attenzione. Gli estimatori della cultura antimilitarista e delle traduzioni / interpretazioni eccellenti non chiedono di meglio.
A breve proporrò una canzone di Theodorakis che, salvo sviste, non é nel sito : Φεύγω μακριά πατρίδα μου.
Ringrazio sin d’ora.
La parola pensione si addice ai comuni mortali, ad esempio il sottoscritto (fruitore non pentito da una ventina d’anni). Per i personaggi, tra cui certi filologi, il termine sembra un ircocervo. Insomma se il filologo , nella fattispecie fine grecista, ha disponibilità di tempo troverà materia e testi abbastanza meritevoli della sua attenzione. Gli estimatori della cultura antimilitarista e delle traduzioni / interpretazioni eccellenti non chiedono di meglio.
A breve proporrò una canzone di Theodorakis che, salvo sviste, non é nel sito : Φεύγω μακριά πατρίδα μου.
Ringrazio sin d’ora.
Riccardo Gullotta - 10/9/2024 - 14:43
@ Riccardo Gullotta
Beh, quanto all'ircocervo, sono un ircocervo che ha recuperato la vista ma rimango pur sempre un ircocervo, mi dovresti vedere ora...Quanto alla canzone di Theodorakis, ti suggerirei prima di controllare mediante l'opzione di ricerca ("Cerca nell'archivio"). Il fatto è che il buon Gian Piero Testa aveva l'abitudine di inserire album interi nella stessa pagina (quelle che chiamava "spatafiate"), dimodoché molte canzoni sono sperse in quelle pagine intestate non alla singola canzone, ma all'album. Ti ripeto, non lo so, controllerò anche io ma è un caso che si è verificato spesso. Saluti cari!
Beh, quanto all'ircocervo, sono un ircocervo che ha recuperato la vista ma rimango pur sempre un ircocervo, mi dovresti vedere ora...Quanto alla canzone di Theodorakis, ti suggerirei prima di controllare mediante l'opzione di ricerca ("Cerca nell'archivio"). Il fatto è che il buon Gian Piero Testa aveva l'abitudine di inserire album interi nella stessa pagina (quelle che chiamava "spatafiate"), dimodoché molte canzoni sono sperse in quelle pagine intestate non alla singola canzone, ma all'album. Ti ripeto, non lo so, controllerò anche io ma è un caso che si è verificato spesso. Saluti cari!
Riccardo Venturi - 10/9/2024 - 15:49
×
[1973]
Στίχοι / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Lefteris Papadopoulos [Λευτέρης Παπαδόπουλος]
Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Apostolos Kaldaras
Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Yorgos Dalaras
'Αλμπουμ / Album :
Βυζαντινός Εσπερινός
Apostolos Kaldaras, uno degli ultimi compositori di rebetiko, produsse tra le tante opere due album particolarmente apprezzati: Μικρά Ασία / Asia Minore nel 1972 e Βυζαντινός εσπερινός / Vespri bizantini nel 1973. Furono un atto per ricordare il cinquantenario delle tragedie : l’esodo di 1.200.000 profughi Greci dopo la disfatta dell’esercito greco nell’Asia Minore e il genocidio dei Greci del Ponto, circa 350mila vittime. Racconta il compositore di avere vissuto le sofferenze dei rifugiati: “La maggior parte delle madri non permettevano ai loro figli di giocare con i bambini dei profughi perché mal vestiti, a piedi nudi e portavano i segni evidenti della loro tragedia”. Le canzoni dei due album sono espressioni di un dolore mai elaborato del tutto e di una fine malinconia.
[Riccardo Gullotta]