Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Deu so s'iscuru,
deo so sa lughe,
deo so lampu ‘e fogu,
pedra in su muntone,
sonu de paraula,
disizu de carignu,
deo so su misteriu
cuadu in sas intragnas.
Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Deo so sa gherra,
deo so sa paghe,
so sirbone a fua,
so disamistade.
Deo so sos ojos
puntudos che ispìna,
so su tou ammentu,
deo so solidade.
Fuet, fuet su tempus,
fuet che i’su 'entu,
trazat sos anneos
istudados in coro.
Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Deo so su chelu,
deo so sa terra,
so muntone ‘e pedra,
disiperada nurra,
erva de su sartu,
trigu de chisina,
‘olat in mesu ‘e mare
sa ‘oghe mia pitzinna.
Tue ses s'ispera,
ses sa lughe 'e sa die,
tue ses s'ammentu
de sa vida chi fuet.
Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Chie so, chie so
narami chie so, chie so.
Deo so sa gherra,
deo so sa paghe,
so sirbone a fua,
so disamistade.
narami chie so, chie so.
Deu so s'iscuru,
deo so sa lughe,
deo so lampu ‘e fogu,
pedra in su muntone,
sonu de paraula,
disizu de carignu,
deo so su misteriu
cuadu in sas intragnas.
Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Deo so sa gherra,
deo so sa paghe,
so sirbone a fua,
so disamistade.
Deo so sos ojos
puntudos che ispìna,
so su tou ammentu,
deo so solidade.
Fuet, fuet su tempus,
fuet che i’su 'entu,
trazat sos anneos
istudados in coro.
Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Deo so su chelu,
deo so sa terra,
so muntone ‘e pedra,
disiperada nurra,
erva de su sartu,
trigu de chisina,
‘olat in mesu ‘e mare
sa ‘oghe mia pitzinna.
Tue ses s'ispera,
ses sa lughe 'e sa die,
tue ses s'ammentu
de sa vida chi fuet.
Chie so, chie so,
narami chie so, chie so.
Chie so, chie so
narami chie so, chie so.
Deo so sa gherra,
deo so sa paghe,
so sirbone a fua,
so disamistade.
inviata da Lorenzo - 3/9/2024 - 21:52
Lingua: Italiano
Traduzione italiana: Juliefoxy
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CHI SONO
Chi sono, chi sono
dimmi chi sono, chi sono.
Io sono il buio,
io sono la luce,
io sono il lampo di fuoco,
pietra nel mucchio,
suono di parola,
desiderio di affetto,
io sono il mistero,
nascosto nelle viscere.
Chi sono, chi sono,
dimmi chi sono, chi sono.
Io sono la guerra,
io sono la pace,
il cinghiale in fuga,
l'inimicizia.
Io sono gli occhi,
appuntiti come le spine,
sono il tuo ricordo,
sono solitudine.
Fugge, fugge il tempo
Fugge come il vento
porta con sé gli anni
Spenti nel cuore
Chi sono, chi sono,
dimmi chi sono, chi sono.
Io sono il cielo,
io sono la terra,
il mucchio di pietre,
disperato abisso,
erba del campo,
grumo di cenere,
vola in mezzo al mare
la voce mia bambina.
Tu sei la speranza,
sei la luce del giorno,
tu sei il ricordo,
della vita che fugge.
Chi sono, chi sono,
dimmi chi sono, chi sono.
Chi sono, chi sono,
dimmi chi dono, chi sono.
Io sono la guerra,
io sono la pace,
il cinghiale in fuga,
l'inimicizia.
Chi sono, chi sono
dimmi chi sono, chi sono.
Io sono il buio,
io sono la luce,
io sono il lampo di fuoco,
pietra nel mucchio,
suono di parola,
desiderio di affetto,
io sono il mistero,
nascosto nelle viscere.
Chi sono, chi sono,
dimmi chi sono, chi sono.
Io sono la guerra,
io sono la pace,
il cinghiale in fuga,
l'inimicizia.
Io sono gli occhi,
appuntiti come le spine,
sono il tuo ricordo,
sono solitudine.
Fugge, fugge il tempo
Fugge come il vento
porta con sé gli anni
Spenti nel cuore
Chi sono, chi sono,
dimmi chi sono, chi sono.
Io sono il cielo,
io sono la terra,
il mucchio di pietre,
disperato abisso,
erba del campo,
grumo di cenere,
vola in mezzo al mare
la voce mia bambina.
Tu sei la speranza,
sei la luce del giorno,
tu sei il ricordo,
della vita che fugge.
Chi sono, chi sono,
dimmi chi sono, chi sono.
Chi sono, chi sono,
dimmi chi dono, chi sono.
Io sono la guerra,
io sono la pace,
il cinghiale in fuga,
l'inimicizia.
Concordo con Riccardo, non perché gode della mia ammirazione, non perché siamo sempre dalla stessa parte (se ancora esiste una parte!), non perché è un faro, un pozzo e una nuvola ma perché...
- anche se purtroppo lei non c'è più da tanti anni, chi se la ricorda per i suoi successi giovanili di musica leggera, forse nulla sà dell'ultimo decennio musicale della sua breve vita. Verso il finire del secolo scorso improvvisamente, dopo lungo silenzio, se ne uscì con un cd in sardo, la cui prima canzone "Melagranada ruja" mi aveva mandato in tilt fin da quando l'ascoltai dal vivo al Premio Tenco nell'ottobre del 2001, accompagnata da due musicisti e dalla sua chitarra; una decina di anni fa la tradussi pure:
- l'amore per la poesia e la riscoperta delle radici linguistiche della sua terra d'origine l'avevano portata agli inizi degli anni '90 a musicare i testi di alcuni poeti sardi (Antioco Casula, Francesco Masala, Antonio Canu e le ninnenanne tratte dai racconti di Maia Lai) realizzando le canzoni contenute in "Sa oghe de su entu e de su mare" (1993), "Melagranada" (1997) e "Nanas e janas" (2003).
- nei suoi ultimi anni di vita si era impegnata nello studio di Federico Garcia Lorca, lasciando in eredità un lavoro di canzoni originali cantate in spagnolo che saranno pubblicate postume in "Rosa de papel" (in cui figura anche "Pequeno Vals Vienés", che precedentemente il mio amato Leonard Cohen aveva tradotto e interpretato). Per la maggior parte si tratta di poesie del periodo giovanile del grande poeta andaluso tratte dal "Libro De Poemas", da "Primeras Canciones" e dal "Poema Del Cante Jondo", interpretate con spirito flamenco e una voce altrettanto emozionante in costante equilibrio tra i continui chiaroscuri di questi versi...
Flavio Poltronieri
- anche se purtroppo lei non c'è più da tanti anni, chi se la ricorda per i suoi successi giovanili di musica leggera, forse nulla sà dell'ultimo decennio musicale della sua breve vita. Verso il finire del secolo scorso improvvisamente, dopo lungo silenzio, se ne uscì con un cd in sardo, la cui prima canzone "Melagranada ruja" mi aveva mandato in tilt fin da quando l'ascoltai dal vivo al Premio Tenco nell'ottobre del 2001, accompagnata da due musicisti e dalla sua chitarra; una decina di anni fa la tradussi pure:
Marisa Sannia - Melagranàda ruja (testo e traduzione) - InfinitiTesti
Marisa Sannia melagranàda ruja testo e traduzione
- l'amore per la poesia e la riscoperta delle radici linguistiche della sua terra d'origine l'avevano portata agli inizi degli anni '90 a musicare i testi di alcuni poeti sardi (Antioco Casula, Francesco Masala, Antonio Canu e le ninnenanne tratte dai racconti di Maia Lai) realizzando le canzoni contenute in "Sa oghe de su entu e de su mare" (1993), "Melagranada" (1997) e "Nanas e janas" (2003).
- nei suoi ultimi anni di vita si era impegnata nello studio di Federico Garcia Lorca, lasciando in eredità un lavoro di canzoni originali cantate in spagnolo che saranno pubblicate postume in "Rosa de papel" (in cui figura anche "Pequeno Vals Vienés", che precedentemente il mio amato Leonard Cohen aveva tradotto e interpretato). Per la maggior parte si tratta di poesie del periodo giovanile del grande poeta andaluso tratte dal "Libro De Poemas", da "Primeras Canciones" e dal "Poema Del Cante Jondo", interpretate con spirito flamenco e una voce altrettanto emozionante in costante equilibrio tra i continui chiaroscuri di questi versi...
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri - 4/9/2024 - 08:11
Forse hai ragione, io non ero molto sicuro di trovarci il "contro" la guerra quindi l'ho messa tra gli extra ma si può sicuramente spostare.
Lorenzo - 4/9/2024 - 08:39
OK, Lorenzo. In un mondo pieno di clamori e narcisismi, chi si contraddistingue per un approccio discreto o si dedica a qualche forma di artigianato, generalmente non fa proclami in televisione o lezioni a nessuno. La Sannia nonostante il successo precedente, aveva semplicemente preferito ritirarsi dalla "libertà vigilata" che tutte le grandi etichette discografiche impongono.
"Bona sorte nd'est falada in fundu 'e mare, léstu, léstu a la chircare" (La fortuna è caduta in fondo al mare, presto, andiamola a cercare)
"Bona sorte nd'est falada in fundu 'e mare, léstu, léstu a la chircare" (La fortuna è caduta in fondo al mare, presto, andiamola a cercare)
Flavio Poltronieri - 4/9/2024 - 09:08
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Album: Nanas e janas
Testo e musica di Marisa Sannia
Una piccola perla che ho scoperto grazie a David Byrne e alla sua playlist dedicata alla musica italiana, David Byrne Radio Presents: Italy Sings
L'album, il cui titolo tradotto in italiano significa Ninnenanne delle fate, è il terzo della svolta etnica di Marisa Sannia: i testi, scritti quasi tutti dalla cantautrice sono per la maggior parte in lingua sarda, e la Sannia è anche autrice di tutte le musiche e, insieme a Marco Piras, degli arrangiamenti, che si rifanno alla tradizione mediterranea.