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In diên tijd

Wannes Van de Velde
Lingua: Neerlandese (Aentwaerps [Fiammingo di Anversa / Antwerp Flemish])


Lista delle versioni e commenti


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[1986]
Nell'album "Tussen De Lichten"
Testo in fiammingo di Anversa trovato su Antwerpse.be

Tussen De Lichten
In diên tijd ware we tege
tege staat en status quo
tegen eiligdoem en keuning
tege rijkswacht VMO (*)
in diên tijd dróege we truie
lange truien en nen baard
mor vandaag draagd iedere pater
de zjendaerm de zjeneraal
baard en trui gelak a 't niks is
niemand denkt nog on schandaal

In diên tijd zogde gezichte
meh nog kleur en lijnen oep
en ge kost iemand erkenne
on z'n stem of z'ne kop
in diên tijd adde w'een tronie
of een bakkes meh' gevuul
mor vandaag zen de gezichte
iênen uniformen bóel
lak de polletiek affiche
meh' diên bloête konde smóel

In diên tijd worde betrokke
nau is alles ons gelijk
óe da' z'ons zoe koeienere
we zen braef gelak e lijk
zie' de katten uit de boême
onzen tijd duur et nog wel
da' der na ons aender kome
da's de regel van et spel
'k lig er echt ni' van te droême
blaasd den bóel dus mor nor d'el

En altijd dezelfde woorde
in de culturelen brei
oep de radio kunde 't oêre
oek de kijkers zen erbij
eigentijds milieubewuster
of oemda we mense zijn
lot ze vör mij paart mor steke
iêl un nief realiteit
want ik kan ni' góe' geloêven
in oew Übermenschlichkeit

Solidair zen, oêr ek róepe
brengd de waerkers on de macht
lot den arbeider regere
ten bewijze van z'n kracht
keerd z'eruit die stoute baze
meh un óeren en un joeng
kamerade 't zal ni bate
't is gelijk wa da' ge zoeng
wie regeerd zen de meniêre
meh' de wapes en de poeng

'k Ston te vlóeken en te vitte
lak nen ouwe liberaal
en ik zing et ni miêr zitte
'k zeg adieu on allemaal
trekt de zon de wolken ope
boven onze vadergrond
vind ek stront meh iêlder oêpe
groêt en klein en kakelbont
in de velden en de stede
tot plezier van m'nen ond
(*) Vlaamse Militanten Orde, organizzazione fiamminga di estrema destra, attiva in Belgio tra gli anni '50 e '80.

10/7/2024 - 21:51



Lingua: Italiano

Versione italiana / Italiaanse versie / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 11-7-2024 17:52

Voi credevate che le canzoni, come chiamarle, di “resa generazionale” esistessero soltanto in italiano o in francese; niente affatto. Esistono anche in neerlandese, e addirittura nel dialetto anversano. Ce lo dimostra questa (amara e bella) canzone di Wannes van de Velde scovata dal nostro anonimo intimatore, che è del 1986 e che non si può purtroppo ascoltare perché, almeno per ora, non si trova uno straccetto di video del tubo o un arcaico mp3 o qualcosa del genere. Nella mia personale “ripartizione” tra “traduzione” e “versione”, stavolta ho dovuto ricorrere a quest’ultima: in diversi punti ho dovuto “interpretare”. Ho messo però qualche breve nota per chiarire alcuni punti.
A que' tempi

A que’ tempi s’era contro
Lo stato e lo status quo,
Contro i’ papa e contro i’ re,
Contro le ronde fasciste. [1]
A que’ tempi si portava maglioni, [2]
Maglioni lunghi e il barbone,
Ma, oggi, barbe e maglioni lunghi
Li portan tutti come se niente fosse,
Anche il gendarme e il generale…
E nessuno pensa sia scandaloso.

A que’ tempi, le facce avevano
Ancora un aspetto e un colore,
Potevi riconoscer qualcuno
Dalla voce oppure dalla testa…
A que’ tempi ci s’aveva una ghigna [3]
O un viso con qualche sentimento,
Ma, oggi, le facce sembrano
Tutte quante uniformi e uguali,
Come i manifesti elettorali
Con quelle facce tutte ben rasate.

A que’ tempi eri coinvolto,
Ora, per noi, è tutto uguale;
Ci maltrattan talmente tanto
Ch siamo buoni come cadaveri.
Sembriamo pesci fuor d’acqua, [4]
Il nostro tempo dura ancora
E poi altri verranno dopo di noi;
Questa è la regola del gioco,
Non ho più niente da sognare
E quindi mando tutto affanculo.

E sempre le stesse parole
Nella brodaglia culturale:
Lo puoi sentire alla radio,
Ci sono anche gli spettatori moderni
Con maggiore coscienza ambientale…
Beh, visto che siamo esseri umani,
Per me si può anche lasciar stare
Tutta la loro nuova realtà,
Però no, non riesco a credere
Nel vostro superomismo. [5]

Sento gridare alla solidarietà
E di portare gli operai al potere,
E al governo i lavoratori
Come prova della loro forza,
Di sbarazzarsi di quei pessimi capi
Con le loro puttane e i loro figli…
Compagni, non servirà a nulla,
E non importa quel che cantavate:
Chi governa, sono i signori
Con le armi e coi quattrini.

Sto qui a imprecare e a lamentarmi
Come un vecchio liberale,
Ho smesso di cantare
E dico addio a tutti.
Il sole squarcia le nuvole
Sopra il nostro patrio suolo,
Mi sento uno stronzo di belle speranze
Grandi, piccole e colorate,
Nei campi e nelle città,
Con gran piacere del mio cane.
[1] Si rimanda alla nota [1] al testo originale. Qui ho reso un po’ per rendere l’idea, non facilmente coglibile in italiano. La Rijkswacht, nel Belgio di lingua fiamminga, è quel che è la Gendarmerie in Francia: un corpo militare incaricato del servizio di polizia per la popolazione civile. Tale corpo non esiste più in Belgio, assorbito dalla Polizia Nazionale; qui ci si riferisce evidentemente alle “ronde” effettuate dall’organizzazione di estrema destra VMO fino a tutti gli anni ‘80 del XX secolo, quasi fosse una vera e propria “Gendarmeria”.

[2] Il maglione lungo di lana, più o meno colorato, faceva parte dell’iconografia del giovane di estrema sinistra (o “sessantottino”, sebbene nei Paesi Bassi -ad esempio- un movimento di protesta studentesco si fosse sviluppato ben prima del 1968. Costava poco e teneva caldo, proprio come l’Eskimo qui da noi. Di converso, l’iconografia del giovane fascistello prevedeva faccine ben rasate e un abbigliamento abbastanza “corretto”. Non funzionava così sempre: c’erano sessantottini ben rasati e in giacca e cravatta, così come c’erano fascisti ben barbuti. Nei paesi del Nord Europa, il maglione lungo di lana ha un nome abbastanza curioso, ad es. neerlandese trui o svedese tröja (vacker tröja “bel maglione lungo”), islandese treyja (l’Islanda è da sempre specializzata nella produzione di tale capo di abbigliamento in lana). Il tutto può risalire al latino troga (forse di origine gallica), che indicava una tunica monastica in crine di cavallo.

11/7/2024 - 17:53




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