Siamo in tanti ad un processo sul lavoro
Siamo qui a buttar via ore per loro
Ci contestano i picchetti ci si accusa di squadrismo
Si contesta il sindacato e il comunismo
L’accusa non conosce la tensione
Che fan le ore davanti ad un portone
Non conosce cos’è lo sciopero
Se ne frega dei diritti
Ci costringe in tribunale a stare zitti
Ma non basta la cravatta per avere credibilità
Puzza il falso a mille miglia e noi soffochiamo qua
Le versioni vanno a pezzi la violenza è questa qua
Tutti in coro una domanda “ma Cefis quanto vi dà?”
Han licenziato quattro delegati
Perché gli uomini di quattro arti son dotati
Due alle gambe due alle mani l’han portato via di peso
E per finire l’hanno pure offeso
Chi ne ha subito i danni è un dirigente
Dei pesci il suo segno è l’ascendente
S’è tuffato all’improvviso su quei quattro delinquenti
Niente acqua ma ossa contundenti
Ma non basta la cravatta per avere credibilità
Puzza il falso a mille miglia e noi soffochiamo qua
Le versioni vanno a pezzi la violenza è questa qua
Tutti in coro una domanda “ma Cefis quanto vi dà?”
Non serve spiegare il falso delle accuse
Siamo innocenti e non porgiamo scuse
Signor giudice ha capito che qui si vuol colpire
La lotta che il sindacato vuole gestire.
Abbiamo vinto con la rabbia e l’entusiasmo
Si progetta per domani “lo squadrismo”
La lotta va avanti non ci si può fermare
Compagni in libertà vogliamo stare
E abbiam fatto una mangiata gioia e vino in quantità
A capotavola c’è un gorilla e vi dico cosa fa
Ha un bambino tra le gambe che paura non ne ha
Che lo guarda dentro agli occhi e vi trova umanità
Siamo qui a buttar via ore per loro
Ci contestano i picchetti ci si accusa di squadrismo
Si contesta il sindacato e il comunismo
L’accusa non conosce la tensione
Che fan le ore davanti ad un portone
Non conosce cos’è lo sciopero
Se ne frega dei diritti
Ci costringe in tribunale a stare zitti
Ma non basta la cravatta per avere credibilità
Puzza il falso a mille miglia e noi soffochiamo qua
Le versioni vanno a pezzi la violenza è questa qua
Tutti in coro una domanda “ma Cefis quanto vi dà?”
Han licenziato quattro delegati
Perché gli uomini di quattro arti son dotati
Due alle gambe due alle mani l’han portato via di peso
E per finire l’hanno pure offeso
Chi ne ha subito i danni è un dirigente
Dei pesci il suo segno è l’ascendente
S’è tuffato all’improvviso su quei quattro delinquenti
Niente acqua ma ossa contundenti
Ma non basta la cravatta per avere credibilità
Puzza il falso a mille miglia e noi soffochiamo qua
Le versioni vanno a pezzi la violenza è questa qua
Tutti in coro una domanda “ma Cefis quanto vi dà?”
Non serve spiegare il falso delle accuse
Siamo innocenti e non porgiamo scuse
Signor giudice ha capito che qui si vuol colpire
La lotta che il sindacato vuole gestire.
Abbiamo vinto con la rabbia e l’entusiasmo
Si progetta per domani “lo squadrismo”
La lotta va avanti non ci si può fermare
Compagni in libertà vogliamo stare
E abbiam fatto una mangiata gioia e vino in quantità
A capotavola c’è un gorilla e vi dico cosa fa
Ha un bambino tra le gambe che paura non ne ha
Che lo guarda dentro agli occhi e vi trova umanità
inviata da Paolo Rizzi - 29/4/2024 - 10:45
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Omaggio ad Anna e ad Elio Petri
Ho scritto questa canzone dopo la prima sentenza di assoluzione, ma purtroppo nelle successive in appello e in cassazione i quattro compagni del consiglio di fabbrica furono licenziati. Sotto la Presidenza Cefis si sono aperte innumerevoli vertenze sindacali, da Porto Marghera dove venivano fatti i fertilizzanti a Montefibre, all’Acna di Cengio. (cronache) Sono più di diecimila lavoratori chimici attualmente colpiti da sospensioni, riduzioni di orario, decurtazione del salario. La Snla ha messo In cassa Integrazione oltre 5 mila dipendenti, la Bemberg di Bolzano ne ha sospesi mille, e Ieri la Montefibre ha annunciato che dalla prossima settimana ridurrà di un'ora l'orario a 4 mila lavoratori. A questi devono aggiungersi centinaia di operai, della Orsi Mangelli di Forlì e di altre aziende dei settori della plastica e della ceramica.
Eugenio Cefis: chi era costui? Succede che di un personaggio dalla reputazione enorme si sappia meno che di un carneade. Cefis, nato nel 1921, militare e partigiano nell’Ossola, dopo la morte di Enrico Mattei (1962) fu il padrone dell’Eni e poi, dal 1971, della Montedison, cioè della chimica (e buona parte della finanza) italiana; fino al 1977, quando improvvisamente decise di lasciare rango e Italia alla volta della Svizzera e del Canada. Morì nel 2004. Ebbe costantemente attorno a sé un’aura di sospetto, rafforzata dalla riluttanza alle apparizioni pubbliche e dalla spregiudicatezza nel maneggiare i giornali e nel comprare gli avversari. Cefis sta al centro di un libro influente come quello di Scalfari e Turani, “Razza padrona. Storia della borghesia di stato” (1974), e soprattutto del romanzo che Pasolini stava scrivendo quando nel 1975 fu ucciso, e pubblicato postumo nel 1992, “Petrolio”.
Tremende una per una, le imputazioni sono state cucite insieme fino a fare di Cefis il principale burattinaio di un’epoca piena di concorrenti, dai politici come Andreotti ai finanzieri mafiosi come Sindona e venerabili maestri come Licio Gelli. Per la realizzazione del video ho usato le immagini del film “La classe operaia va in paradiso “ di Elio Petri.
Studenti in piazza insieme agli operai della ex Gkn per il primo sciopero per il clima del 2024. “Dalle fabbriche alle scuole - Convergenza climatica”, uno dei due striscioni esposti davanti alla sede del consiglio regionale; circa un centinaio i partecipanti. “Siamo qui per ricordare l’urgenza della crisi climatica e quanto poco tempo abbiamo per agire”, ha detto Edoardo Falchini di FfF Firenze. “Insieme a noi c’è la lotta operaia della Gkn per ricordare che è necessaria la transizione ecologica, loro ne sono esempio, collegando la transizione energetica con la reindustrializzazione dal basso della fabbrica con l’obiettivo di realizzare un polo per la mobilità sostenibile e leggera”.
Sciopero per il clima, studenti in piazza: “Il nostro futuro è a rischio”