Antonio Scurati: Monologo censurato da Telemeloni, precedentemente nota come "RAI"
GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCGLingua: Italiano
Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.
Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L'onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l'ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all'ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
"Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell'infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania". "In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati". "Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del '24, primavera del '44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo" in occasione del 25 aprile 2023)". "Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.
Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L'onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l'ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all'ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
"Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell'infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania". "In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati". "Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del '24, primavera del '44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo" in occasione del 25 aprile 2023)". "Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.
inviata da Dq82 - 20/4/2024 - 21:44
Lingua: Francese
Version française – ANTONIO SCURATI : MONOLOGUE CENSURÉ PAR TELEMELONI, ANCIENNEMENT CONNUE SOUS LE NOM DE "RAI" – Marco Valdo M.I. – 2024
Texte italien – Antonio Scurati: Monologo censurato da Telemeloni, precedentemente nota come "RAI" – Introduction de Riccardo Venturi – 2024
Texte italien – Antonio Scurati: Monologo censurato da Telemeloni, precedentemente nota come "RAI" – Introduction de Riccardo Venturi – 2024
Le retour de flammes tricolores
20 avril 2024. À la date qui, par une coïncidence fortuite, correspond avec l'anniversaire d'Adolf Hitler (1889-1945), l'homme politique autrichien naturalisé allemand, le célèbre écrivain et journaliste napolitain Antonio Scurati - auteur d'une série de romans biographiques à succès centrés sur la figure de Benito Mussolini (1883-1945), homme politique italien d'origine socialiste maximaliste - a l'intention de prononcer un monologue à la télévision, dont le texte est reproduit ci-dessous.
L'écrivain, qui a un contrat avec une grande chaîne de télévision italienne anciennement connue sous le nom de RAI (Radio Audizioni Italiane) et souvent appelée "Servizio Pubblico", se voit refuser la diffusion du monologue pour de prétendus motifs économiques et, en fait, contractuels.
Le fait est que l'ancienne "RAI" - et par conséquent l'ancien service public - s'appelle depuis un certain temps "Telemeloni", en référence à Giorgia Meloni (Rome, 15 janvier 1977), femme politique et mère de famille italienne, et actuelle première ministre, fasciste (je rejette catégoriquement tout type de préfixe, tel que "néo" ou "post", même si Scurati lui-même a apostrophé la susdite Meloni avec l'épithète "post-fasciste", s'exposant ainsi à des "querelles" (procès) comme dans le cas du philologue classique Luciano Canfora).
Le contenu du soliloque, qui commence par rappeler la figure et les actes de Giacomo Matteotti (1885-1924), dont on célébrera bientôt le centenaire de l'enlèvement et de l'assassinat par la brigade fasciste, et dont Benito Mussolini assumera de facto la responsabilité au Parlement en instaurant la dictature fasciste en Italie par le "discours des manipulateurs" du 3 janvier 1925, n'appelle pas d'autres commentaires et sa lecture suffira.
Dans son monologue, l'auteur entendait utiliser le "service public" de la télévision pour diffuser un message clairement antifasciste dans les foyers italiens, dans une République qui prétend être fondée sur une Constitution issue de la Résistance et inspirée par les valeurs démocratiques, bien que son application réelle ait presque toujours été négligée, pour ne pas dire plus.
C'est cette même Constitution qui, entre autres (12ème disposition transitoire et définitive), interdit la reconstitution, sous quelque forme que ce soit, du Parti fasciste dissous. Cette reconstitution est tellement interdite que, dès 1946, la formation d'un parti fasciste a été autorisée sous le déguisement du "Mouvement social italien" (qui, par ailleurs, se référait déjà au nom de la République sociale italienne, connue sous le nom de "République de Salò"). Parti dans lequel s'est déroulé tout le début de l'histoire politique de Giorgia Meloni et dont le symbole (la flamme tricolore adoptée ensuite par le Front national français) se trouve encore à la base de celui de l'actuelle formation à laquelle elle appartient, "Fratelli d'Italia". Nous passons sous silence les nombreuses autres formations de partis et de groupes fascistes, voire nazis dans certains cas, qui sont parfaitement autorisées par la loi.
Soulignant donc le fait que la Constitution de la République italienne, définie - parfois de manière quelque peu exagérée et avec une pointe de nationalisme - comme la "plus belle Constitution du monde", n'est rien d'autre qu'une liste purement esthétique de beaux mots ignorés dans la pratique et l'histoire de ce pays misérable, il va sans dire que le fascisme sans préfixes, une fois revenu au pouvoir, n'a pas l'intention de repartir. Il est venu pour rester et agit en ce sens. Il a même pris le contrôle total de la télévision "de service public", en n'autorisant plus aucune voix d'opposition. C'est pourquoi il convient désormais d'appeler l'ancienne RAI "Telemeloni", en attendant qu'elle s'appelle, avec une glorieuse renaissance historique, "EIAR" ou "Istituto Luce".
Si cela peut être utile, depuis le certes très modeste et discret point d'irradiation qu'est ce site, nous exprimons notre solidarité avec Antonio Scurati et contre la lâche censure dont il a fait l'objet, et précisément dans les environs du 25 avril. Son texte est donc publié dans son intégralité et j'espère qu'il sera traduit dans d'autres langues.
Le « Noël de Rome » de Madame Meloni
Première page du "Manifesto", 21 avril 2024
Il semble que la femme-mère italienne Meloni, présidente du conseil et cheffe du gouvernement et du régime fasciste actuellement en vigueur en Italie (un pays aussi épais et vigoureux que le voulait la DVCE, et où nous nous préparons à donner des enfants à la patrie), dans un élan de démocratie ait publié le texte du monologue d'Antonio Scurati sur l'un de ses comptes sociaux, je ne sais pas si c'est Facebook ou un autre -gram, Instagram, Telegram, Electroencéphalogramme... -. Oui, belle fiha ! Elle tient à montrer qu'elle ne censure rien, et que tout est de la faute de l'écrivain cupide qui ne s'intéresse qu'à l'argent vil. Nous tenons cependant à préciser que c'est une chose de publier un texte sur son compte social privé, et une autre de le diffuser à la télévision d'État - désormais, elle aussi, sur son compte privé. Inversement, on pourrait dire que le compte de Meloni a désormais une fonction de "service public" : Telemeloni, Facemeloni et Instameloni se mélangent. Nous citons ici l'inégalable titre de la première page du "Manifeste" du 21 avril 2024 d'aujourd'hui, qui résume bien l'ensemble. Le 21 avril, comme on le sait, était célébré pendant le Ventennio comme le "Noël de Rome". [Riccardo Venturi].
20 avril 2024. À la date qui, par une coïncidence fortuite, correspond avec l'anniversaire d'Adolf Hitler (1889-1945), l'homme politique autrichien naturalisé allemand, le célèbre écrivain et journaliste napolitain Antonio Scurati - auteur d'une série de romans biographiques à succès centrés sur la figure de Benito Mussolini (1883-1945), homme politique italien d'origine socialiste maximaliste - a l'intention de prononcer un monologue à la télévision, dont le texte est reproduit ci-dessous.
L'écrivain, qui a un contrat avec une grande chaîne de télévision italienne anciennement connue sous le nom de RAI (Radio Audizioni Italiane) et souvent appelée "Servizio Pubblico", se voit refuser la diffusion du monologue pour de prétendus motifs économiques et, en fait, contractuels.
Le fait est que l'ancienne "RAI" - et par conséquent l'ancien service public - s'appelle depuis un certain temps "Telemeloni", en référence à Giorgia Meloni (Rome, 15 janvier 1977), femme politique et mère de famille italienne, et actuelle première ministre, fasciste (je rejette catégoriquement tout type de préfixe, tel que "néo" ou "post", même si Scurati lui-même a apostrophé la susdite Meloni avec l'épithète "post-fasciste", s'exposant ainsi à des "querelles" (procès) comme dans le cas du philologue classique Luciano Canfora).
Le contenu du soliloque, qui commence par rappeler la figure et les actes de Giacomo Matteotti (1885-1924), dont on célébrera bientôt le centenaire de l'enlèvement et de l'assassinat par la brigade fasciste, et dont Benito Mussolini assumera de facto la responsabilité au Parlement en instaurant la dictature fasciste en Italie par le "discours des manipulateurs" du 3 janvier 1925, n'appelle pas d'autres commentaires et sa lecture suffira.
Dans son monologue, l'auteur entendait utiliser le "service public" de la télévision pour diffuser un message clairement antifasciste dans les foyers italiens, dans une République qui prétend être fondée sur une Constitution issue de la Résistance et inspirée par les valeurs démocratiques, bien que son application réelle ait presque toujours été négligée, pour ne pas dire plus.
C'est cette même Constitution qui, entre autres (12ème disposition transitoire et définitive), interdit la reconstitution, sous quelque forme que ce soit, du Parti fasciste dissous. Cette reconstitution est tellement interdite que, dès 1946, la formation d'un parti fasciste a été autorisée sous le déguisement du "Mouvement social italien" (qui, par ailleurs, se référait déjà au nom de la République sociale italienne, connue sous le nom de "République de Salò"). Parti dans lequel s'est déroulé tout le début de l'histoire politique de Giorgia Meloni et dont le symbole (la flamme tricolore adoptée ensuite par le Front national français) se trouve encore à la base de celui de l'actuelle formation à laquelle elle appartient, "Fratelli d'Italia". Nous passons sous silence les nombreuses autres formations de partis et de groupes fascistes, voire nazis dans certains cas, qui sont parfaitement autorisées par la loi.
Soulignant donc le fait que la Constitution de la République italienne, définie - parfois de manière quelque peu exagérée et avec une pointe de nationalisme - comme la "plus belle Constitution du monde", n'est rien d'autre qu'une liste purement esthétique de beaux mots ignorés dans la pratique et l'histoire de ce pays misérable, il va sans dire que le fascisme sans préfixes, une fois revenu au pouvoir, n'a pas l'intention de repartir. Il est venu pour rester et agit en ce sens. Il a même pris le contrôle total de la télévision "de service public", en n'autorisant plus aucune voix d'opposition. C'est pourquoi il convient désormais d'appeler l'ancienne RAI "Telemeloni", en attendant qu'elle s'appelle, avec une glorieuse renaissance historique, "EIAR" ou "Istituto Luce".
Si cela peut être utile, depuis le certes très modeste et discret point d'irradiation qu'est ce site, nous exprimons notre solidarité avec Antonio Scurati et contre la lâche censure dont il a fait l'objet, et précisément dans les environs du 25 avril. Son texte est donc publié dans son intégralité et j'espère qu'il sera traduit dans d'autres langues.
Le « Noël de Rome » de Madame Meloni
Première page du "Manifesto", 21 avril 2024
Il semble que la femme-mère italienne Meloni, présidente du conseil et cheffe du gouvernement et du régime fasciste actuellement en vigueur en Italie (un pays aussi épais et vigoureux que le voulait la DVCE, et où nous nous préparons à donner des enfants à la patrie), dans un élan de démocratie ait publié le texte du monologue d'Antonio Scurati sur l'un de ses comptes sociaux, je ne sais pas si c'est Facebook ou un autre -gram, Instagram, Telegram, Electroencéphalogramme... -. Oui, belle fiha ! Elle tient à montrer qu'elle ne censure rien, et que tout est de la faute de l'écrivain cupide qui ne s'intéresse qu'à l'argent vil. Nous tenons cependant à préciser que c'est une chose de publier un texte sur son compte social privé, et une autre de le diffuser à la télévision d'État - désormais, elle aussi, sur son compte privé. Inversement, on pourrait dire que le compte de Meloni a désormais une fonction de "service public" : Telemeloni, Facemeloni et Instameloni se mélangent. Nous citons ici l'inégalable titre de la première page du "Manifeste" du 21 avril 2024 d'aujourd'hui, qui résume bien l'ensemble. Le 21 avril, comme on le sait, était célébré pendant le Ventennio comme le "Noël de Rome". [Riccardo Venturi].
ANTONIO SCURATI : MONOLOGUE CENSURÉ PAR TELEMELONI, ANCIENNEMENT CONNUE SOUS LE NOM DE "RAI"
La longue mémoire de Giacomo Matteotti
Giacomo Matteotti a été assassiné par des tueurs fascistes le 10 juin 1924. Cinq d'entre eux, tous des squadristes milanais, professionnels de la violence engagés par les plus proches collaborateurs de Benito Mussolini, l'attendaient devant sa maison. L'honorable Matteotti, secrétaire du Parti socialiste unifié, dernier parlementaire à s'opposer encore ouvertement à la dictature fasciste, est enlevé en plein centre de Rome, en plein jour. Il s'est battu jusqu'au bout, comme il l'avait fait toute sa vie. Ils l'ont poignardé à mort, puis ont démembré son cadavre. Ils l'ont plié pour le pousser dans une fosse mal creusée avec une scie de forgeron.
"Mussolini fut immédiatement informé. En plus du crime, il s'est rendu coupable de l'infamie d'avoir juré à la veuve qu'il ferait tout son possible pour lui ramener son mari. Pendant qu'il jurait, le Duce du fascisme gardait les papiers ensanglantés de la victime dans le tiroir de son bureau". "En ce faux printemps, nous ne commémorons pas seulement l'assassinat politique de Matteotti, mais aussi les massacres nazis-fascistes perpétrés par les SS allemands, avec la complicité et la collaboration des fascistes italiens, en 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Ce ne sont là que quelques-uns des lieux où les alliés démoniaques de Mussolini ont massacré de sang-froid des milliers de civils italiens sans défense. Parmi eux, des centaines d'enfants et de nourrissons. Beaucoup ont même été brûlés vifs, certains décapités". "Ces deux anniversaires funèbres concomitants - printemps 24, printemps 44 - proclament que le fascisme a été tout au long de son existence historique - et pas seulement à la fin ou occasionnellement - un phénomène irrémédiable de violence politique systématique meurtrière et massacrante. Les héritiers de cette histoire le reconnaîtront-ils pour une fois ? Tout porte malheureusement à croire que non. Le groupe dirigeant post-fasciste, ayant remporté les élections d'octobre 2022, avait deux voies devant lui : répudier son passé néo-fasciste ou tenter de réécrire l'histoire. Il a sans aucun doute choisi la seconde voie.
Après avoir évité le sujet pendant la campagne électorale, la Première ministre, lorsqu'elle a été contrainte de l'aborder à l'occasion d'anniversaires historiques, s'est obstinée à suivre la ligne idéologique de sa culture néo-fasciste d'origine : elle a pris ses distances avec les actes de cruauté indéfendables perpétrés par le régime (la persécution des juifs) sans jamais renier l'expérience fasciste dans son ensemble, elle a reporté sur les seuls nazis les massacres perpétrés avec la complicité des républicains fascistes, et enfin elle a renié le rôle fondamental de la Résistance dans la renaissance italienne (au point de ne jamais prononcer le mot 'antifascisme' à l'occasion du 25 avril 2023)." "Au moment où je vous parle, nous sommes à nouveau à la veille de l'anniversaire de la Libération du nazi-fascisme. Le mot que la Première ministre a refusé de prononcer résonnera encore sur les lèvres reconnaissantes de tous les démocrates sincères, qu'ils soient de gauche, du centre ou de droite. Tant que ce mot - antifascisme - ne sera pas prononcé par ceux qui nous gouvernent, le spectre du fascisme continuera à hanter la maison de la démocratie italienne.
La longue mémoire de Giacomo Matteotti
Giacomo Matteotti a été assassiné par des tueurs fascistes le 10 juin 1924. Cinq d'entre eux, tous des squadristes milanais, professionnels de la violence engagés par les plus proches collaborateurs de Benito Mussolini, l'attendaient devant sa maison. L'honorable Matteotti, secrétaire du Parti socialiste unifié, dernier parlementaire à s'opposer encore ouvertement à la dictature fasciste, est enlevé en plein centre de Rome, en plein jour. Il s'est battu jusqu'au bout, comme il l'avait fait toute sa vie. Ils l'ont poignardé à mort, puis ont démembré son cadavre. Ils l'ont plié pour le pousser dans une fosse mal creusée avec une scie de forgeron.
"Mussolini fut immédiatement informé. En plus du crime, il s'est rendu coupable de l'infamie d'avoir juré à la veuve qu'il ferait tout son possible pour lui ramener son mari. Pendant qu'il jurait, le Duce du fascisme gardait les papiers ensanglantés de la victime dans le tiroir de son bureau". "En ce faux printemps, nous ne commémorons pas seulement l'assassinat politique de Matteotti, mais aussi les massacres nazis-fascistes perpétrés par les SS allemands, avec la complicité et la collaboration des fascistes italiens, en 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Ce ne sont là que quelques-uns des lieux où les alliés démoniaques de Mussolini ont massacré de sang-froid des milliers de civils italiens sans défense. Parmi eux, des centaines d'enfants et de nourrissons. Beaucoup ont même été brûlés vifs, certains décapités". "Ces deux anniversaires funèbres concomitants - printemps 24, printemps 44 - proclament que le fascisme a été tout au long de son existence historique - et pas seulement à la fin ou occasionnellement - un phénomène irrémédiable de violence politique systématique meurtrière et massacrante. Les héritiers de cette histoire le reconnaîtront-ils pour une fois ? Tout porte malheureusement à croire que non. Le groupe dirigeant post-fasciste, ayant remporté les élections d'octobre 2022, avait deux voies devant lui : répudier son passé néo-fasciste ou tenter de réécrire l'histoire. Il a sans aucun doute choisi la seconde voie.
Après avoir évité le sujet pendant la campagne électorale, la Première ministre, lorsqu'elle a été contrainte de l'aborder à l'occasion d'anniversaires historiques, s'est obstinée à suivre la ligne idéologique de sa culture néo-fasciste d'origine : elle a pris ses distances avec les actes de cruauté indéfendables perpétrés par le régime (la persécution des juifs) sans jamais renier l'expérience fasciste dans son ensemble, elle a reporté sur les seuls nazis les massacres perpétrés avec la complicité des républicains fascistes, et enfin elle a renié le rôle fondamental de la Résistance dans la renaissance italienne (au point de ne jamais prononcer le mot 'antifascisme' à l'occasion du 25 avril 2023)." "Au moment où je vous parle, nous sommes à nouveau à la veille de l'anniversaire de la Libération du nazi-fascisme. Le mot que la Première ministre a refusé de prononcer résonnera encore sur les lèvres reconnaissantes de tous les démocrates sincères, qu'ils soient de gauche, du centre ou de droite. Tant que ce mot - antifascisme - ne sera pas prononcé par ceux qui nous gouvernent, le spectre du fascisme continuera à hanter la maison de la démocratie italienne.
inviata da Marco Valdo M.I. - 21/4/2024 - 19:29
@ Paolo Rizzi
Caro Paolo, come avrai sicuramente visto non abbiamo pubblicato la tua pagina per il semplice motivo che il Monologo di Antonio Scurati era già presente sul sito fin da ieri, nel suo testo integrale. A tale proposito, abbiamo omesso anche di pubblicare il video con il Monologo letto da Roberto Vecchioni e Massimo Gramellini. Ci dispiace senz'altro per Roberto Vecchioni, ma Massimo Gramellini, personaggio supponente e decisamente viscido, non è gradito in questo sito, neppure quando per puro caso fa qualcosa di condivisibile. Grazie e scusaci, a presto!
Caro Paolo, come avrai sicuramente visto non abbiamo pubblicato la tua pagina per il semplice motivo che il Monologo di Antonio Scurati era già presente sul sito fin da ieri, nel suo testo integrale. A tale proposito, abbiamo omesso anche di pubblicare il video con il Monologo letto da Roberto Vecchioni e Massimo Gramellini. Ci dispiace senz'altro per Roberto Vecchioni, ma Massimo Gramellini, personaggio supponente e decisamente viscido, non è gradito in questo sito, neppure quando per puro caso fa qualcosa di condivisibile. Grazie e scusaci, a presto!
Riccardo Venturi - 21/4/2024 - 10:54
Fascia protetta
Prima pagina del "Manifesto", 21 aprile 2024
Pare che donna-mamma-italiana Meloni, presidentessa della consiglia nonché capa della governa e della regima fascista attualmente vigente in Italio (paese màschio e vigoroso così come lo voleva il DVCE, e dove ci si accinge di nuovo a dar figli alla pàtria), in un impeto di democrazzìa abbia pubblicato il testo del monologo di Antonio Scurati su un suo account social, non so se Facebook o qualche -gram, Instagram, Telegram, Elettroencefalogram…-. Sì, bella fiha! Ci tiene a far vedere che lei non censura nulla, e che è tutta colpa dell’avido scrittore che tiene soltanto al vile denaro. Ci permettiamo però di far notare che un conto è pubblicare un testo su un proprio account social privato, ed un altro trasmetterlo sulla televisione di stato -comunque, oramai, anch’essa un suo account privato. Di converso, si potrebbe dire che, oramai, l’account della Meloni ha funzione di “servizio pubblico”: Telemeloni, Facemeloni e Instameloni si confondono. Riportiamo qui l’impareggiabile titolo di prima pagina del “Manifesto” di oggi 21 aprile 2024, che ben sintetizza tutto il fatto. Il 21 aprile, come è noto, si festeggiava durante il Ventennio il “Natale di Roma”.
Prima pagina del "Manifesto", 21 aprile 2024
Pare che donna-mamma-italiana Meloni, presidentessa della consiglia nonché capa della governa e della regima fascista attualmente vigente in Italio (paese màschio e vigoroso così come lo voleva il DVCE, e dove ci si accinge di nuovo a dar figli alla pàtria), in un impeto di democrazzìa abbia pubblicato il testo del monologo di Antonio Scurati su un suo account social, non so se Facebook o qualche -gram, Instagram, Telegram, Elettroencefalogram…-. Sì, bella fiha! Ci tiene a far vedere che lei non censura nulla, e che è tutta colpa dell’avido scrittore che tiene soltanto al vile denaro. Ci permettiamo però di far notare che un conto è pubblicare un testo su un proprio account social privato, ed un altro trasmetterlo sulla televisione di stato -comunque, oramai, anch’essa un suo account privato. Di converso, si potrebbe dire che, oramai, l’account della Meloni ha funzione di “servizio pubblico”: Telemeloni, Facemeloni e Instameloni si confondono. Riportiamo qui l’impareggiabile titolo di prima pagina del “Manifesto” di oggi 21 aprile 2024, che ben sintetizza tutto il fatto. Il 21 aprile, come è noto, si festeggiava durante il Ventennio il “Natale di Roma”.
Riccardo Venturi - 21/4/2024 - 12:11
Hybris meloniana : su Il manifesto di oggi viene riportata la precedente censura operata sul testo commissionato dalla Rai a Terranova sulla questione dei pestaggi dei ragazzi a Pisa in piazza contro le stragi in Palestina e poi non trasmesso. Ne pubblica il testo on line il fatto quotidiano... Eccolo
Caso Scurati, il precedente di Terranova: "Anche il mio monologo non andò in onda su Rai3" - Il suo testo sulle cariche sugli studenti - Il Fatto Quotidiano
Caso Scurati, il precedente di Terranova: "Anche il mio monologo non andò in onda su Rai3" - Il suo testo sulle cariche sugli studenti - Il Fatto Quotidiano
Paolo Rizzi - 21/4/2024 - 16:13
Post Scriptum (o Addendum)
Cento anni dall’assassinio di Giacomo Matteotti. E, in questa pagina dedicata ai media di regime, fanno per puro caso anche cento anni dall’avvio delle trasmissioni radiofoniche regolari in Italia. Il 27 agosto 1924 viene fondata l’URI (Unione Radiofonica Italiana), poi divenuta, nel 1928, EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e, in seguito, RAI. La prima trasmissione radiofonica, con l’avvio delle emissioni, avviene il 6 ottobre 1924. Mio padre, Alberto Venturi, nasce esattamente il 28 ottobre 1924. Il destino lo fa nascere proprio nel giorno dell’anniversario della “Marcia su Roma”.
Cento anni dall’assassinio di Giacomo Matteotti. E, in questa pagina dedicata ai media di regime, fanno per puro caso anche cento anni dall’avvio delle trasmissioni radiofoniche regolari in Italia. Il 27 agosto 1924 viene fondata l’URI (Unione Radiofonica Italiana), poi divenuta, nel 1928, EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e, in seguito, RAI. La prima trasmissione radiofonica, con l’avvio delle emissioni, avviene il 6 ottobre 1924. Mio padre, Alberto Venturi, nasce esattamente il 28 ottobre 1924. Il destino lo fa nascere proprio nel giorno dell’anniversario della “Marcia su Roma”.
Riccardo Venturi - 21/4/2024 - 21:15
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Fonte: Fanpage 20-4-2024
Il fatto è che l’ex “RAI” -e di conseguenza ex-servizio pubblico- è, da alcun tempo, più opportunamente denominata “Telemeloni” dal nome di Giorgia Meloni (Roma, 15 gennaio 1977), donna politica e mamma italiana, attuale presidente del consiglio, fascista (rifiuto categoricamente ogni tipo di prefisso, come “neo-” o “post-”, pur avendo lo stesso Scurati apostrofato la suddetta Meloni con l’appellativo di “postfascista", esponendosi così a sue “querele” come nel caso del filologo classico Luciano Canfora).
Il contenuto del monologo, che si apre ricordando la figura e gli atti dell’on. Giacomo Matteotti (1885-1924), di cui a brevissimo sarà il centesimo anniversario del rapimento e dell’assassinio per mano squadrista e dei quali Benito Mussolini si assumerà di fatto la responsabilità in Parlamento instaurando, col “Discorso dei Manipoli” del 3 gennaio 1925, la dittatura fascista in Italia, non necessita di ulteriori commenti e la sua lettura potrà essere sufficiente.
Lo scrittore, per il suo monologo, intendeva avvalersi del “Servizio Pubblico” televisivo per diffondere nelle case italiane un messaggio chiaramente antifascista, in una Repubblica che si vuole fondata su una Costituzione nata dalla Resistenza e ispirata a valori democratici, pur essendo la sua effettiva applicazione quasi sempre stata trascurata -per usare un eufemismo.
Si tratta della medesima Costituzione che, tra le altre cose (XII disposizione transitoria e finale), vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma del disciolto Partito Fascista. Ebbene, tale ricostituzione è talmente vietata, che fin dal 1946 fu permessa la formazione di un Partito Fascista sotto le mentite spoglie di “Movimento Sociale Italiano” (che, peraltro, già nel nome si rifaceva alla Repubblica Sociale Italiana, nota come “Repubblica di Salò”). Partito nel quale si è svolta l'intero inizio della storia politica di Giorgia Meloni, ed il cui simbolo (la fiamma tricolore poi adottata anche dal Front National francese) campeggia tuttora alla base di quello dell'attuale formazione di appartenenza della suddetta, "Fratelli d'Italia". Si tace sulle altre e numerose formazioni di partiti e gruppuscoli fascisti e in certi casi addirittura nazisti, perfettamente acconsentite dalla Legge.
Sottolineando quindi il fatto che la Costituzione della Repubblica Italiana, definita -a volte un po’ esageratamente e con una punta di nazionalismo- la “Costituzione più bella del mondo”, altro non è, appunto, che un puro elenco assai estetico di bellissime parole disattese nella Pratica e nella Storia di questo disgraziato paese, va da sé che il fascismo senza prefissi, una volta tornato al potere, non ha alcuna intenzione di andarsene di nuovo. E’ venuto per restare e in quest’ottica sta agendo. Anche quella di avere del tutto occupato il “servizio pubblico” televisivo, non permettendo oramai più nessuna voce di opposizione. Per questo è oramai opportuno denominare “Telemeloni” l’ex RAI, in attesa che passi ad essere chiamata, con un glorioso rispolvero storico, “EIAR” o “Istituto Luce”.
Se potrà servire a qualcosa, dal pur modestissimo e recondito punto di irradiazione che è questo sito, esprimiamo la nostra solidarietà a Antonio Scurati ed alla vigliacca censura cui è stato sottoposto, e proprio nelle vicinanze del 25 aprile. Il suo testo viene quindi integralmente pubblicato e ne auspico anche la traduzione integrale in altre lingue. [Riccardo Venturi]