Il fumo sui tetti di slesia, storie portate dal vento
Sogni bruciati e dispersi, io c'ero ma non ero lì
Terra rossa e deserto sotto un cielo di stelle sbagliate
Storie mai raccontate, io c'ero ma non ero lì
Sì, c'ero ma non ero lì
Piange il serpente piumato, le vene aperte di un tempo perduto
Terra sedotta e violata, io c'ero ma non ero lì
Lacrime d'acqua salata lungo una rotta di sangue e dolore
Carne strappata e venduta, io c'ero ma non ero lì
Sì, c'ero ma non ero lì
Fratello contro fratello là dove il sole vide il primo passo
odio sul filo di lama, io c'ero ma non ero li
Fede che guida la spada, il canto dei corvi sul monte sicuro
stesso credo ma cuore diverso, io c'ero ma non ero lì
Sì, c'ero ma non ero lì
Rossa di cieca follia l'acqua del fiume che nasce dal cielo
Teschi che sbiancano al sole, io c'ero ma non ero lì
Le tombe dei figli del vento sparse a pioggia lungo il sentiero
Racconto che muta in lamento, io c'ero ma non ero li
Si c'ero ma non ero lì
Io c'ero
Ma non ero lì
Io c'ero ma non ero lì
Sogni bruciati e dispersi, io c'ero ma non ero lì
Terra rossa e deserto sotto un cielo di stelle sbagliate
Storie mai raccontate, io c'ero ma non ero lì
Sì, c'ero ma non ero lì
Piange il serpente piumato, le vene aperte di un tempo perduto
Terra sedotta e violata, io c'ero ma non ero lì
Lacrime d'acqua salata lungo una rotta di sangue e dolore
Carne strappata e venduta, io c'ero ma non ero lì
Sì, c'ero ma non ero lì
Fratello contro fratello là dove il sole vide il primo passo
odio sul filo di lama, io c'ero ma non ero li
Fede che guida la spada, il canto dei corvi sul monte sicuro
stesso credo ma cuore diverso, io c'ero ma non ero lì
Sì, c'ero ma non ero lì
Rossa di cieca follia l'acqua del fiume che nasce dal cielo
Teschi che sbiancano al sole, io c'ero ma non ero lì
Le tombe dei figli del vento sparse a pioggia lungo il sentiero
Racconto che muta in lamento, io c'ero ma non ero li
Si c'ero ma non ero lì
Io c'ero
Ma non ero lì
Io c'ero ma non ero lì
inviata da Dq82 - 2/3/2024 - 13:18
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2024
Io non c’ero ma ero lì
È in questo libro che si parla del famoso bambino con la pagella, che è diventato un simbolo, suscitando pietà collettiva, nonostante la patologa abbia affrontato il tema dei migranti attraverso le autopsie sui corpi recuperati in mare, senza giudizi, solo fatti.
Ci siamo resi conto che osservare i naufragi con metodo scientifico, come se i naufraghi fossero numeri da catalogare, rendeva quei numeri storie.
Forse questa è la giusta modalità per raccontare una tragedia come quella di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e tutte le successive. Tutti sappiamo, tutti vediamo, ma la pietà per le vittime, a tragedia finita, cosa lascia nei sentimenti di noi osservatori privilegiati? Sono anni che sentiamo intorno a questo tema tanta retorica. Anzitutto quella che si riempie di parole come invasione e sicurezza, ma anche accoglienza e umanità. Ovviamente queste ultime sono parole che devono essere scolpite su una pietra, ma non vanno rese parole vuote, non devono servire solo a salvarci l'anima.
Se andiamo per la strada a mostrare l'immagine di un bambino morto su una spiaggia, di un ragazzo annegato con la sabbia nel taschino o di una donna incinta recuperata a riva senza vita, chiunque si commuoverà.
Ma allo stesso tempo, con altre immagini, quelle di gruppi di uomini sul molo, la stessa persona potrebbe indignarsi perché sono "Troppi e ci rubano il lavoro”,
Il tema delle migrazioni si arricchisce sempre di nuovi pareri e opinioni, per questo ci siamo parlati, confrontati, abbiamo fatto letture comuni (da braudel a calasso, da gaiman a graves, fino a erri de luca e alessandro leogrande) e ascoltato storie e musiche.
Poi abbiamo deciso di scrivere delle canzoni che potessero raccontare il viaggio di queste anime in cerca di "Nuova vita”, fin dall'inizio, dalla loro partenza. Insieme alle canzoni, abbiamo pensato potessero essere delle immagini.
Un racconto di suoni e parole che nasce intorno al mediterraneo crocevia antichissimo che ha visto avvicendarsi divinità e leggende ad accompagnare le vite degli abitanti di pianure e montagne, città e deserti. Su questa distesa d'acqua onnipresente si è confuso .
Mito, che ha aiutato gli uomini a sapere dove vivono e a capire come comportarsi. Con il succedersi del tempo, le vicende di questi uomini hanno ceduto il posto ‘ad altre storie, che, unite al dogmi della fede, hanno creato credenze e lasciato spazio alla convinzione che ognuno possa scegliere la propria strada.
In questo modo gli uomini hanno cominciato a viaggiare, muoversi, a migrare, cercando il posto migliore in cui abitare, spesso con le scarpe rotte o addirittura a piedi nudi.
Queste storie prendono vita nelle canzoni e nelle narrazioni attraverso quattro figure trasportate dai venti, come se ci fosse un grande scivolo a congiungere cielo e terra. Maestrale, grecale, libeccio e scirocco confluiscono nello stesso punto: Un ponte nascosto agli occhi umani, sono inviati dalla creatrice, un'entita maternamente divina e lontana, a capire, comprendere e, forse, giudicare. Al centro c'e il libro della storia, a cavallo tra presente, passato e futuro, che prende forma attraverso dei disegni.
Tra una canzone e l'altra, un dialogo e l'altro, il libro cambia pagina e illustra le parole, evoca i ricordi. I quattro leggono ascoltando quello che il libro ha da dire. Poi riflettono, profondamente, intimamente e partecipano al viaggio tra parole e musica.
Di fronte a un olocausto di tale portata, il mondo potrebbe finire. Perché se non salvo l'altro che affoga in mare, chi sono io per meritare di esistere? L'umanità potrebbe scomparire.
Queste quattro figure devono decidere se far tornare un nuovo diluvio universale: Ricominciare da zero oppure concedere all'uomo una nuova opportunità? Troveranno la risposta nel condividere le vicissitudini e le esperienze del viaggio di quattro migranti, quattro storie esemplari che. Vivono nelle pagine del libro che stanno leggendo. Quattro storie che lorenzo menini ha raccolto di persona con interviste fatte a dei rifugiati accolti nel nostro paese. L'unica risposta, alla fine di questo viaggio, è la memoria. Dopo ogni racconto il mondo in qualche modo muta e può modificare l'esistenza di tutti e di tutte, anche nella nostra inconsapevolezza.
Raccontare storie per continuare a far vivere quegli uomini e quelle donne la cui vita si è persa in fondo al mare, raccontare storie perche ogni persona che arriva, che si salva, ha dietro di sé i fantasmi di chi non ce l'ha fatta.
Le storie diventate narrazione e memoria danno forma a questo nostro lavoro, da leggere, guardare e ascoltare.