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Het wijnglas

Jean-Louis Pisuisse
Lingua: Neerlandese


Jean-Louis Pisuisse

Lista delle versioni e commenti


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[1918]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Dirk Witte

Jean-Louis Pisuisse (1880-1927)
Jean-Louis Pisuisse (1880-1927)
Dirk Witte (1885-1932)
Dirk Witte (1885-1932)




Se si dovesse selezionare una frase, un giudizio, una “sentenza” comune a tutte le canzoni contro la guerra scritte e cantate, diciamo, negli ultimi tremila anni in ogni paese e in ogni lingua del mondo, questa è senz’altro: “Sembra scritta appena ieri”. Non passano mai di moda, le canzoni contro la guerra: riflettono considerazioni, osservazioni e meccanismi antichi quanto la Terra. Lo si potrebbe naturalmente dire anche per questa canzone olandese, scritta “soltanto” centocinque anni fa, quasi al termine della I guerra mondiale, la “Grande Guerra” che avrebbe dovuto, naturalmente, far finire tutte le altre. Certo, cambiano i nomi, ci son quelli di moda allora come Lloyd George e il Kaiser; ma la sostanza non cambia di una virgola.

A rigore, la canzone dovrebbe essere attribuita interamente a Dirk Hermanus Witte (1885-1932), che è autore sia dei versi che della musica. Dirk Witte fu un importante musicista e cabarettista; prima di morire tragicamente, il 15 novembre 1932, in uno spettacolare incidente stradale (volò con la sua automobile in un canale, il Weespertrekvaart, vicino a Diemen), fece in tempo a scrivere trentatré canzoni che sono considerate i classici dei classici del cabaret olandese, tra cui una famosissima e “licenziosa” canzone che parlava di una ragazza che vendeva pere cotte ai soldati di un battaglione intero, e non solo quelle (provocando, ovviamente, uno scandalo). Viene da pensare che Dirk Witte pensasse proprio a quei soldati nello scrivere Het wijnglas (“Il bicchiere di vino”), canzone di ben diverso tenore, amarissima e, come detto, eternamente attuale. Da una parte si crepa e si fa la fame; dall’altra -quella dei potenti- ci si ingozza a feste e banchetti, si beve e si brinda alla salute di “Dio” e della “Patria”. Esiste niente di più attuale, ancora oggi? Da ogni guerra i ricchi e i potenti escono non soltanto indenni, ma anche più ricchi e potenti di prima; è la gente comune che perde la vita in massa.

Se, qui, ho intestato la canzone a Jean-Louis Pisuisse, non è comunque un caso e neanche un mio capriccio. Il cabarettista Jean-Louis Pisuisse, di lontana origine francese, fu l’interprete di quasi tutte le canzoni di Dirk Witte, formando con lui un binomio pressoché indissolubile. Insieme sono considerati i fondatori del cabaret olandese. In olandese, il cabaret è chiamato generalmente kleinkunst, cioè “piccola arte”, o “arte minore”: una sorta di ammissione di modestia rispetto ad altre forme d’arte musicale, dati i suoi argomenti generalmente più leggeri (un po’ come l’operetta rispetto all’opera). Non è, però, sempre così. L’incursione del cabaret in argomenti tutt’altro che leggeri, con la sua particolare tendenza all’ironia amara e al sarcasmo, è uno dei caratteri fondanti del cabaret; e qui dentro ne abbiamo innumerevoli esempi.

Jean-Louis Pisuisse (1880-1927) è, dai suoi tempi, considerato un po’ il “mostro sacro” del cabaret olandese, e le sue canzoni (ne scrisse anche di sue, sebbene la maggior parte siano state composte da Dirk Witte) non cessano di essere cantate, rappresentate, riproposte nei paesi dove si parla e si comprende la lingua neerlandese. Fu, tra le altre cose, il primo nel suo paese che fondò una vera e propria compagnia teatrale e musicale, inserendovi anche giovani artisti che da lì mossero i primi passi verso il successo. Ebbe una vita tumultuosa, soprattutto dal punto di vista sentimentale: si sposò tre volte, l’ultima con la cantante e attrice belga Jenny Gilliams, anch’essa facente parte della sua compagnia.

Jenny Gilliams, dopo aver avuto una breve relazione con un altro artista della compagnia, il cantante ventisettenne Tjakko Kuiper, aveva sposato Jean-Luis Pisuisse continuando però a vedersi con Kuiper per qualche volta. Dopo che ebbe troncato definitivamente la relazione, Kuiper sorprese Pisuisse e la moglie in piazza Rembrandt, a Amsterdam, il 26 novembre 1927. Li abbatté entrambi a revolverate, rivolgendo poi l’arma verso di sé. [RV]
's Avonds lezen w'in de kranten
Hoe het ging die dag aan 't front
Zoveel honderd weer gevallen
Zoveel duizenden gewond
Zoveel kind'ren zonder vader
Zoveel moeders zonder kind
En we vragen wanneer eens toch
Die ellende een einde vindt

Maar des morgens -welk een vreugde-
Lezen w'in het ochtendblad
Dat er een banket geweest is
In de een of and're stad
Waar Lloyd George weer heeft gedronken
Op de welvaart van het land
Waar de oorlog werd gewonnen
Met het wijnglas in de hand

's Avonds lezen w'in de kranten
Weer een schip getorpedeerd
Zoveel mensen uitgevaren
Zoveel maar teruggekeerd
Zoveel tonnen graan verloren
Zoveel mensen zonder brood
Zoveel vrouwen, zoveel kind'ren
Dichter bij de hongerdood

Maar des morgens -welk een vreugde-
Lezen w'in het ochtendblad
Van een rijk en deftig feestmaal
Ergens in een grote stad
Waar de Kaiser heeft gedronken
Op z'n uitgehongerd land
En den Alten Gott geprezen
Met het wijnglas in de hand

Elke dag brengt nieuwe ellende
Elke dag brengt een nieuwe rouw
Elke dag krijgt ons vertrouwen
In de mensen weer een knauw
Angstig vragen we hoe lang nog
Deze oorlogswaanzin duurt
Welke afgezant des duivels
Deze wereld toch bestuurt

Ernstig gaan de diplomaten
Naar hun feestmaal en banket
Satan heeft aan 't hoofd der tafel
Zich als schenker neergezet
En hij vult daar met een grijnslach
Telkenmale tot de rand
Met het rode bloed der volk'ren
't Willig wijnglas in hun hand.

inviata da Riccardo Venturi - 14/11/2023 - 06:52



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 14-11-2023 07:27

Jean-Louis Pisuisse (al pianoforte) e la moglie Jenny Gilliams. La foto è del 1923.
Jean-Louis Pisuisse (al pianoforte) e la moglie Jenny Gilliams. La foto è del 1923.
Il bicchiere di vino

La sera leggiamo sui giornali
Com’è andata la giornata al fronte:
Tot centinaia di caduti,
Tot migliaia di feriti,
Tot bambini senza più un padre,
Tot madri senza più figli.
E ci chiediamo quando mai
Questa miseria avrà fine.

Ma la mattina, oh che gioia!-
Leggiamo sul Corriere del Mattino
Che c’è stato un banchetto
In questa o quella città,
Dove Lloyd George ha ribevuto
Alla prosperità del Paese,
Dove la guerra sarà vinta
Col bicchiere di vino in mano.

La sera leggiamo sui giornali
Di un’altra nave silurata:
Tot persone son salpate,
Tot persone son tornate,
Tot tonnellate di grano perdute,
Tot persone senza pane
E tot vedove, tot bambini
Più vicini a morir di fame.

Ma la mattina, oh che gioia!-
Leggiamo sul Corriere del Mattino
Di un banchetto ricco e sontuoso
Da qualche parte in una grande città,
Dove il Kaiser ha bevuto
Nel suo Paese affamato,
E ha lodato den Alten Gott [1]
Col bicchiere di vino in mano.

Ogni giorno porta nuova miseria,
Ogni giorno un nuovo lutto,
Ogni giorno porta un duro colpo
Alla nostra fiducia nelle persone.
E, con ansia, ci chiediamo quanto
Ancora durerà questa folle guerra,
E chi sia stato inviato dal diavolo
A comandare in questo mondo.

I diplomatici van serissimi
Alle loro feste e ai banchetti:
Satana è a capotavola
In posizione di benefattore.
E riempie con un sorrisetto
-Ogni volta fino all’orlo-
Volentieri il bicchier di vino che ha in mano,
Col rosso sangue dei popoli.
[1] ted. "Il vecchio Iddìo"

14/11/2023 - 07:28




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